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Vecchio 30-09-2004, 15.43.18   #1
Paco
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La certezza

Carlo Cellucci

Russell e la certezza

Per Russell lo scopo della filosofia è la ricerca della certezza. L'inizio della sua filosofia, il suo punto d'attacco, è trovare i fondamenti della certezza della conoscenza di tipo cartesiano, il problema che lo ha mosso fino all'inizio è se esiste un tipo di conoscenza assolutamente indubitabile di cui possiamo fidarci. La sua formazione è stata sia nel campo della filosofia che nel campo della matematica perché in Inghilterra, a differenza di come accade in Italia, quando si studia filosofia, si studiano più soggetti. Quando lui era studente all'Università ha scelto due soggetti, la Matematica e la Filosofia, per cui la sua formazione è avvenuta in entrambi i campi.

***

Il paradigma della certezza per lui è la matematica e, quindi, egli cercava naturalmente di dare una fondazione della matematica, di dare dei fondamenti della matematica che fossero assolutamente certi. Nel tentativo di dare questi fondamenti, naturalmente, lui è andato a cercare qualcosa che fosse, in qualche modo, ancora più certo della matematica e ha fatto questo tipo di ragionamento: in qualsiasi forma di ragionamento che noi facciamo, in qualsiasi discorso, dobbiamo presupporre dei principi logici senza i quali è impossibile qualsiasi discorso sulla realtà. Allora, il tipo di discorso che ha fatto è questo: visto che in ogni ragionamento che facciamo sono sempre impliciti dei principi logici, allora la logica deve essere il fondamento della matematica e, siccome non c'è niente di più generale della logica, io non posso trovare niente che mi possa garantire una sicurezza maggiore della logica. E' in questo senso, appunto, che la sua filosofia, la sua posizione filosofica, viene detta logicismo proprio perché alla base della sua posizione c'è l'idea che, per rendere sicura la matematica, bisogna far vedere che tutti i concetti matematici sono riducibili a concetti logici e tutti i teoremi della matematica sono riducibili a teoremi logici. C'era, dunque, dietro, l'idea appunto di dover ridurre la matematica alla logica e questa riduzione, che si chiama appunto il logicismo di Russell, per lui era soltanto un primo passo perché in realtà lui avrebbe voluto andare oltre e, successivamente, tentare di ridurre anche le parti della fisica teorica alla logica, cercare di ridurre alla logica la maggior parte delle nostre conoscenze. Soltanto in questo modo, siccome la logica era il paradigma di ogni certezza, nel senso che si occupa di ciò che viene presupposto più in generale in qualsiasi discorso, se allora fosse riuscito a fare questo (a operare questa riduzione), avrebbe dimostrato che gran parte della nostra conoscenza sia matematica che fisica, scientifica in questo senso è fondata ed è sicura.

***

Questo rivolgersi però alla matematica è stato soltanto per lui fonte di una grande delusione perché, sebbene la matematica sia stato il primo campo del quale Russell cercava di dare la fondazione, è stato anche quello di cui non è riuscito a dare una fondazione. Alla fine della sua vita, nei suoi Ritratti a memoria, riguardando il proprio passato, dice appunto:

"Ho speso tutta la mia vita per cercare di far mantenere in piedi quest'elefante vacillante, ho cercato nella mia vita di costruire una tartaruga per sostenerlo, mi sono accorto che anche la tartaruga non ce la faceva e quindi, tutto sommato, la mia vita è stato un fallimento".

E' molto interessante leggere la sua autobiografia, lui racconta questa esperienza molto strana che però in un certo senso che riassume in un qualche modo il suo atteggiamento verso la filosofia. Russell tra l'altro ha perso i genitori e la sorella a quattro anni ed è stato allevato da suo nonno Lord Russell, che è stato primo Ministro inglese, in una famiglia, quindi, in un certo senso molto potente in Inghilterra. Aveva studiato fino a una certa età in casa e non in scuole pubbliche. Mentre studiava in casa c'era suo fratello, poco più grande di lui, che aveva cominciato da solo a studiare gli Elementi di Euclide e Russell, che allora aveva undici anni, vedendo il fratello che studiava gli Elementi di Euclide gli ha chiesto: "aiutami un po’, voglio capirci qualcosa anch'io" e il fratello gli disse: "studiamo insieme". Lui racconta che però quando il fratello gli disse:

"se vuoi studiare gli Elementi di Euclide devi partire da questi assiomi e devi accettarli altrimenti non possiamo andare avanti" egli dice: "fu questa la più grande delusione della mia vita, perché io credevo che, perlomeno nella scienza, si partisse da qualcosa che non dovessi concedere e invece dovevo concedere qualcosa dall'inizio e questa (dice Russell) è stata una fonte di delusione che accettai momentaneamente perché volevo sapere cos'era la geometria. Questo senso di insicurezza però che mi è nato allora nel vedere che nessuna conoscenza era fondata su qualcosa di assoluto, per me è stata fonte di una grande incertezza che, da allora, mi sono portata appresso tutta la vita."

Dall'intervista Bertrand Russel 20 luglio 1994 - Roma

Fonte: http://www.emsf.rai.it/aforismi/afor...sp?d=373#links

Secondo l'esperienza di Russel la scienza e in generale tutta la logica che abbiamo acquisito non sono fondate su certezze, ma su assiomi che dobbiamo accettare.

Di una cosa sola possiamo aver certezza, dell'esistenza della verità. Si trova la verità solo quando vengono abbattute tutte le nostre certezze, solo quando ci libereremo dalle nostre posizioni.

Russel ha cercato quelle certezze, era convinto che esistessero e alla fine ha dichiarato che la sua vita è stato un fallimento.

Allora mi domando, perchè cercare certezze, fissare paletti e ingabbiare anche l'aria che respiriamo?
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Vecchio 30-09-2004, 15.47.39   #2
Flying Luka
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Flying Luka è nella strada per il successo
anche perchè nella vita abbiamo una sola certezza: l'antagonista della vita stessa che prima o poi arriva.
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L'ignorante parla a vanvera, l'intelligente parla al momento opportuno, il saggio parla solo se è interpellato, il fesso parla sempre!
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Vecchio 30-09-2004, 20.32.05   #3
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anche perchè nella vita abbiamo una sola certezza: l'antagonista della vita stessa che prima o poi arriva.

è deprimente, ma è cosi...
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"Woe to you Oh Earth and Sea... for the Devil sends the beast with wrath because he knows the time is short. Let him who hath understanding reckon the number of the beast, for it is a human number its number is six hundred and sixty six. "
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Vecchio 30-09-2004, 20.47.35   #4
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Non è deprimente se pensi che siamo tutti mortali, nessuno escluso. Solo accettando la morte si può godere il dono della vita.
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Vecchio 30-09-2004, 21.01.02   #5
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Non è deprimente se pensi che siamo tutti mortali, nessuno escluso. Solo accettando la morte si può godere il dono della vita.

su questo sono d'accordo....e spero di avere tanto da godere ancora....







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Vecchio 30-09-2004, 21.01.50   #6
Giorgio Drudi
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Gli assiomi, sui quali tutte le scienze si fondano, sono indimostrabili, ma per sè sono evidenti...ma l'evidenza è tale solo per chi la "vede"...dunque è sempre la fede da cui parte l'uomo...fede nell'assioma...fede in Dio...ecc.
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Vecchio 01-10-2004, 12.03.35   #7
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Gli assiomi, sui quali tutte le scienze si fondano, sono indimostrabili, ma per sè sono evidenti...ma l'evidenza è tale solo per chi la "vede"...dunque è sempre la fede da cui parte l'uomo...fede nell'assioma...fede in Dio...ecc.
Quindi a volte sarebbe meglio mettere da parte la ragione, la razionalità e accettare ciò che abbiamo davanti?
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Vecchio 01-10-2004, 19.49.38   #8
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Re: La certezza

Il lavoro di Russel sulla ricerca dei fondamenti ultimi della matematica fu portato avanti da Hilbert e dalla sua scuola, fino al 1931, anno in cui Kurt Goedel pubblica i teoremi di indecidibilità e di incompletezza, che dimostrano, tra le altre cose, che la matematica non può trovare fondamento in se stessa.

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Di una cosa sola possiamo aver certezza, dell'esistenza della verità. Si trova la verità solo quando vengono abbattute tutte le nostre certezze, solo quando ci libereremo dalle nostre posizioni.
In realtà l'esistenza della verità non è affatto certa! Nietzsche negava l'esistenza delle Verità e ammetteva solo le piccole verità. Parlava piuttosto di interpretazioni.
Oggi relativismo e pensiero debole mettono in dubbio il concetto di verità... L'ermeneutica parla di verità come incontro di opinioni, raggiungimento di un accordo...

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Russel ha cercato quelle certezze, era convinto che esistessero e alla fine ha dichiarato che la sua vita è stato un fallimento.

Allora mi domando, perchè cercare certezze, fissare paletti e ingabbiare anche l'aria che respiriamo?
Perchè ne hai bisogno?
Come fai a scegliere, come fai a distinuere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato?
Ti basi sulla ragione? Ma essa si basa su assiomi indimostrabili, accettati in quanto tali, assolutamente non univoci, scelti con criteri di semplicità, economicità, evidenza.
Ti basi sui tuoi sentimenti e la tua esperienza? Ma non c'è niente di più soggettivo e mutevole! Vuoi pentirti oggi di uuna scelta fatta ieri?
Ti basi sulle leggi scritte dall'uomo? Na sono così fallaci! E poi, quali leggi, quelledell'uomo bianco o dell'aborigeno australiano?
Le leggi della natura? Mutano con l'evoluzione...
Le leggi della fisica? Mai sentito parlare di principio di indeterminazione?

Questa incertezza mi mette ansia e dubbi e mi logora e mi fa spendere energie e mi fa procedere lentamente verso la mia meta perchè la paura di commettere errori e di aver preso la srada sbagliata è alta!
Ah, se solo avessi un nord, un punto di riferimento immutabile, una certezza assoluta, da essa deriverei regole ferree ed evidenti, immutabili anch'esse ed accettate da tutti! Ed allora procederei spedito verso la mia meta, ed essa sarebbe chiara e limpida, e ad ogni bivio, lampante sarebbe il cartello che indica la direzione esatta!



...
ma che ho scritto?
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Vecchio 01-10-2004, 20.27.39   #9
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Re: Re: La certezza

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Originariamente inviato da nikzeno
In realtà l'esistenza della verità non è affatto certa! Nietzsche negava l'esistenza delle Verità e ammetteva solo le piccole verità. Parlava piuttosto di interpretazioni.
Oggi relativismo e pensiero debole mettono in dubbio il concetto di verità... L'ermeneutica parla di verità come incontro di opinioni, raggiungimento di un accordo...
A volte la verità può essere anche un compromesso. Perchè no?

Però sono ancora straconvinto che la verità sia una sola.

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Perchè ne hai bisogno?
Come fai a scegliere, come fai a distinuere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato?
Ti basi sulla ragione? Ma essa si basa su assiomi indimostrabili, accettati in quanto tali, assolutamente non univoci, scelti con criteri di semplicità, economicità, evidenza.
Ti basi sui tuoi sentimenti e la tua esperienza? Ma non c'è niente di più soggettivo e mutevole! Vuoi pentirti oggi di uuna scelta fatta ieri?
Ti basi sulle leggi scritte dall'uomo? Na sono così fallaci! E poi, quali leggi, quelledell'uomo bianco o dell'aborigeno australiano?
Le leggi della natura? Mutano con l'evoluzione...
Le leggi della fisica? Mai sentito parlare di principio di indeterminazione?

Questa incertezza mi mette ansia e dubbi e mi logora e mi fa spendere energie e mi fa procedere lentamente verso la mia meta perchè la paura di commettere errori e di aver preso la srada sbagliata è alta!
Ah, se solo avessi un nord, un punto di riferimento immutabile, una certezza assoluta, da essa deriverei regole ferree ed evidenti, immutabili anch'esse ed accettate da tutti! Ed allora procederei spedito verso la mia meta, ed essa sarebbe chiara e limpida, e ad ogni bivio, lampante sarebbe il cartello che indica la direzione esatta!



...
ma che ho scritto? [/B]
Perchè cercare certezze laddove non ci sono, perchè cercare certezze anche quando non ce ne sarebbe bisogno?

Come dice Drudi, forse perchè non vogliamo vedere, non vogliamo credere.

Russel non le ha volute vedere ed è tremendamente triste descrivere la propria vita come un fallimento.

E se l'assenza di certezze fosse l'unica strada per raggiungere la verità? Quella famosa!
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Vecchio 01-10-2004, 21.20.54   #10
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mmm... non ti seguo...

Russel le voleva vedere e trovare, ma non poteva trovarle perchè, come dimostrato da Goedel, ciò che cercava non esisteva. E, non avendo trovato risposte, ha considerato la sua vita un fallimento.



E se l'assenza di certezze fosse l'unica strada per raggiungere la verità...

...allora possiederesti la verità ma non potresti esserne certo, e dunque è come se non la possedessi affatto.

Sono convinto che l'uomo abbia bisogno di certezze, scegliere è così difficile! E spesso non porta alla felicità. Se invece ci fosse qualcuno che scegliesse per noi, allora sarebbe tutto più facile...
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Vecchio 01-10-2004, 22.05.17   #11
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mmm... non ti seguo...

Russel le voleva vedere e trovare, ma non poteva trovarle perchè, come dimostrato da Goedel, ciò che cercava non esisteva. E, non avendo trovato risposte, ha considerato la sua vita un fallimento.
Io mi domandavo perchè l'avesse fatto.

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E se l'assenza di certezze fosse l'unica strada per raggiungere la verità...

...allora possiederesti la verità ma non potresti esserne certo, e dunque è come se non la possedessi affatto.

Sono convinto che l'uomo abbia bisogno di certezze, scegliere è così difficile! E spesso non porta alla felicità. Se invece ci fosse qualcuno che scegliesse per noi, allora sarebbe tutto più facile... [/B]
Assolutamente contrario.
Io non possiedo la verità, la ricerco.
Se vuoi cercare la verità devi abbattere ogni tua certezza. Le certezze sono palliativi, sono tamponi, ma deboli...non vanno alla radice delle cose, all'essenza delle cose e prima o poi crollano e hai bisogno di nuove certezze. Questa ricerca cieca, miope ti porta al fallimento di Russel.

Scegliere è l'azione più naturale di questo mondo, l'importante è portare l'attenzione a se stessi.

Far scegliere agli altri è come affidarsi alle certezze di cui sopra.

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Vecchio 01-10-2004, 23.03.48   #12
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Scusa, ma tu perchè cerchi la verità?
E come pensi di trovarla?
Perchè ci sono due strade, o ti piove dl cielo, vieni folgorato da un'illuminazione, e per una questione mistico-fideistica tu SAI di avere la verità (ne sei certo!)
oppure ci provi passo passo, avvicinandoti un poco sempre di più, ma per questo devi avere delle fondamenta valide sotto i piedi, un qualcosa su cui ti puoi fidare per alzarti sempre di più.
E devi saperla riconoscere la verità quando la trovi, e devi avere degli strumenti, qualcosa che ti tolga dal dubbio. Cartesio era arrivato a dimostrare la propria esistenza, ora Russel voleva andare più in la, voleva cercare degli strumenti di misura indubitabili, perchè se vivi nel dubbio, della verità che te ne fai?







e cmq, alla fin fine...
IN VINO, veritas, sed etiam in
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Ultima modifica di nikzeno : 01-10-2004 alle ore 23.11.07
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Vecchio 01-10-2004, 23.10.13   #13
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Per quanto riguarda la questione della scelta poi... è un argomento vecchio come il cucco...
Meglio l'eden o avere mangiato del frutto della conoscenza del bene e del male?
Meglio vivere in un sogno perfetto senza libertà di scelta, o meglio essere responsabili delle proprie azioni...
Pillola rossa o pillola blu?

Ma la vita è sogno, o i sogni aiutano a vivere meglio?
Azz! Si è attivato il modulo Marzullo noooooo
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Vecchio 02-10-2004, 08.04.25   #14
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Quindi a volte sarebbe meglio mettere da parte la ragione, la razionalità e accettare ciò che abbiamo davanti?
No, ma ci sono domande-limite alle quale la ragione non sembra in grado di rispondere senza cadere in contraddizioni irrisolvibili, per esempio: l'universo è finito o infinito?
Ciò che dobbiamo chiederci è fino a che punto la ragione può procedere oltre i dati dell'esperienza.
La metafisica pretende di indagare oltre i dati dell'esperienza: dobbiamo quindi sottoporre la metafisica al nostro giudizio e decidere se è uno strumento adatto per indagare ciò che non possiamo esperimentare.

Quale è la tua posizione riguardo a questo? Dopo la tua risposta si può procedere.

Cosa è la metafisica? In origine il termine metafisica designava la serie dei testi che, nell'ordinamento dato agli scritti di Aristotele, venivano "dopo"(meta) i testi che si occupavano della "natura" (fisica).
Dopo-libri sulla natura = metafisica
Nel corso della riflessione filosofica il significato di "dopo le questioni della natura"
(metafisica)
divenne "scienza del reale in sé, considerato di là dalle apparenze sensibili immediate", cioè oltre l'esperienza.

Ultima modifica di Giorgio Drudi : 02-10-2004 alle ore 08.31.11
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Vecchio 02-10-2004, 10.23.41   #15
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Scusa, ma tu perchè cerchi la verità?
E come pensi di trovarla?
Perchè ci sono due strade, o ti piove dl cielo, vieni folgorato da un'illuminazione, e per una questione mistico-fideistica tu SAI di avere la verità (ne sei certo!)
oppure ci provi passo passo, avvicinandoti un poco sempre di più, ma per questo devi avere delle fondamenta valide sotto i piedi, un qualcosa su cui ti puoi fidare per alzarti sempre di più.
E devi saperla riconoscere la verità quando la trovi, e devi avere degli strumenti, qualcosa che ti tolga dal dubbio. Cartesio era arrivato a dimostrare la propria esistenza, ora Russel voleva andare più in la, voleva cercare degli strumenti di misura indubitabili, perchè se vivi nel dubbio, della verità che te ne fai?







e cmq, alla fin fine...
IN VINO, veritas, sed etiam in
Quando dico che cerco la verità intendo dire che cerco me stesso. Più cerco dentro di me più sono vicino alla verità. Drudi direbbe che mi avvicino sempre di più a Dio.

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