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#1 |
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Registrato: 25-04-2000
Loc.: Chiavari (ge)
Messaggi: 691
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Suad
![]() "Io, Suad condannata a morte" di FABIO GAMBARO PARIGI - "Nessuno può immaginare il dolore che si prova con il corpo in fiamme. Un dolore atroce, profondo, che non si dimentica più". Sono passati molti anni da quando, una sera d'estate, Suad si mise a correre disperata nel cortile di casa avvolta da una palla di fuoco, ma il ricordo di quei momenti di terrore è impresso indelebilmente nella sua memoria. E soprattutto sulla pelle martoriata del suo corpo, rimasto a lungo tra la vita e la morte, costretto a giacere per un anno su un letto d'ospedale, subendo ventisette operazioni. Quella sera d'estate Suad era solo una ragazza di diciotto anni, nata e cresciuta in un piccolo villaggio della Cisgiordania, dove un padre-padrone la costringeva a una vita impossibile: nessun diritto, niente scuola, solo obbedienza e faticosi lavori domestici. E proprio quel padre ignorante e autoritario non esitò a condannarla a morte per punire una gravidanza frutto di un amore clandestino. Per lui e per tutta la famiglia, Suad era solo "una charmuta, una puttana che doveva scomparire dalla faccia della terra". Ad incaricarsi dell'esecuzione fu il cognato, che le versò addosso una bottiglia di benzina e le diede fuoco, lasciandola in fiamme in mezzo al cortile. La ragazza però non morì, finì in ospedale dove il figlio nacque miracolosamente. Nell'indifferenza generale, soffrì le pene dell'inferno, ma riuscì a sopravvivere, fino a quando una organizzazione umanitaria si prese cura di lei e la portò in Europa, dove finalmente fu curata. Questa storia terribile e drammatica Suad la racconta oggi in Bruciata viva (Piemme, pagg. 250, euro 14,90, in libreria il 23 febbraio), un libro che in Francia ha venduto oltre 300.000 copie ed è già in corso di traduzione in diciotto paesi. "Quando mi fu proposto di ripercorrere la mia drammatica esperienza, ho avuto paura. Ho esitato a lungo. Temevo di espormi troppo e temevo soprattutto le reazioni delle persone che mi stanno vicine", spiega la donna, che oggi è sposata e ha tre figli, ma si presenta in pubblico sempre con il volto coperto da una maschera per non farsi riconoscere: "Ricordare e raccontare il mio passato è stato doloroso. Questo sforzo di memoria traumatico mi ha però fatto bene, come una terapia. Mi sono liberata dai fantasmi del passato. Inoltre, mio marito e i mie figli ora conoscono tutti i particolari del mio calvario, sanno da che cosa sono scappata. Non devo più nascondere nulla". Per ricostruirsi fisicamente e psicologicamente, Suad ha avuto bisogno di molto tempo. E' partita lontano, in un paese straniero. A poco a poco ha superato le sue paure e si è rifatta una vita, ma, ogni volta che racconta ciò che le è successo, è costretta a rivivere il suo dramma: "Una volta, durante un incontro pubblico, una donna ha messo in dubbio le mie parole. Il mio calvario le sembrava impossibile. Allora mi solo alzata in piedi, mi sono girata, ho sollevato la camicia e ho mostrato la mia schiena piagata. La donna ha cominciato a piangere. Per me fu un momento difficile, ma per lei fu una situazione insopportabile". Se l'autrice di Bruciata viva si è decisa a scrivere la sua storia, è soprattutto perché vuole denunciare l'orrore del delitto d'onore, una pratica che purtroppo è ancora in vigore in molti paesi. Secondo le stime dell'Onu, infatti, ogni anno almeno cinquemila donne di ogni età vengono condannate a morte per aver macchiato l'onore della famiglia: "Mi piacerebbe che il libro venisse letto soprattutto in quei paesi dove queste barbarie hanno ancora luogo. In Medioriente, in Turchia, in India o in Pakistan molte giovani ragazze muoiono bruciate vive, strangolate o spinte al suicidio, solo perché hanno infranto i costumi della tradizione o si sono sottratte alla violenza del potere maschile. Si tratta di veri e propri omicidi che poi spesso vengono fatti passare per incidenti". Per Suad, l'opinione pubblica non può più restare inerte di fronte a un tale dramma. Deve aiutare le donne di questi paesi a trovare la forza e il coraggio di ribellarsi, soprattutto le ragazze più giovani, quelle che vanno a scuola e iniziano a comprendere l'arretratezza della loro condizione di sottomissione. "Lottare", dice, "significa educare e far evolvere i costumi. Io e le mie sorelle non abbiamo avuto il diritto di andare a scuola, solo mio fratello ha avuto tale privilegio. Anche per questo abbiamo accettato la nostra vita senza ribellarci. Quando vivevo in Cisgiordania, infatti, non mi rendevo conto dei torti e delle ingiustizie che subivo. La violenza di mio padre, i maltrattamenti, i lavori faticosi a cui ero costretta, tutto mi sembrava normale. Persino la mia condanna a morte mi sembrò normale e ineluttabile, anche perché provavo un terribile senso di colpa per aver amato un uomo di nascosto. Avevo l'impressione di aver commesso una colpa gravissima. E al villaggio tutti erano contro di me". Solo allontanandosi da quel mondo, mentre curava le sue cicatrici, Suad ha scoperto come poteva essere una vita diversa e ha capito che anche le donne hanno diritto alla felicità: "Durante l'infanzia e l'adolescenza non ho mai conosciuto né gioia né piacere, solo sfruttamento, privazioni e violenza. Oggi voglio combattere quel mondo di tradizioni arcaiche, nella speranza che le ragazze più giovani possano avere un destino diverso dal mio". ![]()
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Guarda i miei occhi . . Trinity . . Intorno a me c'è il buio,ma se il buio c'è e il buio fa parte della foresta allora il buio dev'essere buono. come what may... |
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#2 |
Gold Member
Registrato: 18-01-2001
Loc.: Ancona
Messaggi: 2.210
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Non credo nel destino, ma le cose sanno quando accadere, e sanno scegliere il tempo giusto |
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#3 |
Junior Member
Registrato: 30-01-2004
Loc.: piggì
Messaggi: 95
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ho visto tempo fa un'intervista televisiva a questa donna...
quanto coraggio! ![]() |
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#4 |
Guest
Messaggi: n/a
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Ecco a cosa porta una società esasperata sotto tutti i profili, dal pensiero della gente alle regole di vita...
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#5 |
Hero Member
Registrato: 25-04-2000
Loc.: Chiavari (ge)
Messaggi: 691
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Questa è Bina.
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#6 | |
Hero Member
Registrato: 25-04-2000
Loc.: Chiavari (ge)
Messaggi: 691
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Quota:
Neppure le bestie fanno queste cose...non parlarmi di società.
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#7 | |
Guest
Messaggi: n/a
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Società che, come ho detto, è governata da leggi mentali e stili di vita esasperati e bestiali. Ultima modifica di Lu(a : 17-03-2004 alle ore 17.30.55 |
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#8 |
Hero Member
Registrato: 28-04-2001
Messaggi: 670
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Che triste storia!
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#9 |
Senior Member
Registrato: 20-07-2002
Loc.: Melfi (PZ)
Messaggi: 237
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Fermiamo la Guerra Globale: PACE |
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#10 |
Sarunashi
Registrato: 20-08-2003
Loc.: Napoli
Messaggi: 2.385
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E' davvero triste sapere che ancora oggi ci sono donne che devono soffrire per l'ottusità di certe tradizioni che non hanno più motivo di esistere.
Oltre al caso citato da Trinity non dimentichiamoci dell'infibulazione e della lapidazione. Forse non otteremo molto ma credo che la prima cosa che dobbiamo fare è il boicottaggio dei paesi che applicano queste leggi assurde ![]()
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Io sono parte nopeo e parte napoletano |
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#11 |
Hero Member
Registrato: 25-04-2000
Loc.: Chiavari (ge)
Messaggi: 691
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![]() Sono sconvolta da quanti casi ci siano al mondo...a volte mi sembra d'esser nata ieri ![]()
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#12 |
WT Schwarze Löwe
Registrato: 27-07-2000
Loc.: Tergeste-VRBS-Fidelissima
Messaggi: 1.390
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Agghiacciante.
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"Perchè tanto odio?" (Edika) "They who dream by day are cognizant of many things which escape those who dream only by night." (E. A. Poe) Strive to Survive Causing Least Suffering Possible |
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#13 | |
Guest
Messaggi: n/a
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Quota:
Anche io conoscevo questa storia. Orribile. Vorrei sapere come facciamo ad essere tanto orgogliosi di definirci umani, se tra noi c'è chi commette queste atrocità. :anger: Gatto volevo nascere! ![]() ![]() ![]() ![]() |
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#14 | |
The Journalist
Top Poster
Registrato: 09-04-2002
Messaggi: 3.715
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Le vere bestie sono gli uomini.... non tutti per fortuna ma sempre troppi. La cattiveria gratuita e fine a se stessa fa parte dell'umanità non certo del mondo animale dove anche ogni apparente crudeltà è legata esclusivamente all'istinto e necessità di sopravvivenza. Nessun animale lapiderebbe un suo simile, l'uomo invece fa anche stragi per il piacere ed il gusto di farlo. La differenza reale che ci distingue dagli animali non è la tanto autopresunta intelligenza (tutto da dimostrare comunque), ma la cattiveria, questa è la triste realtà che nessuno in cuor suo vorrebbe ammettere... e che fa dubitare della perfezione divina... ah, mi stavo distraendo: ![]() |
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#15 |
Forum supporter
Registrato: 06-03-2002
Loc.: out of sight . . Status: renaissance
Messaggi: 1.982
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Non farti più amici di quanti non possa tenerne il cuore. J. De Valckenaere Per raro che sia il vero amore, è meno raro della vera amicizia. F. de La Rochefoucauld Non chiedere a me il perchè, chiedi a te stessa cosa hai fatto e come hai rovinato tutto. |
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