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#1 |
Gold Member
Top Poster
Registrato: 23-10-1998
Loc.: X Regio - Venetia et Histria
Messaggi: 14.119
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Sentenza Google: ecco le motivazioni
![]() Ebbene in data di oggi sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza con la quale lo scorso febbraio il tribunale di Milano ha condannato a sei mesi di carcere tre dirigenti di BigG Italia, ritenuti colpevoli di violazione delle norme sulla privacy per non aver impedito o rimosso la pubblicazione di un video su piattaforma Web gestita dalla società Statunitense, in cui si vede appunto un minore affetto da autismo insultato e umiliato dai compagni di classe. Riportiamo alcuni passi della sentenza: "Non esiste nemmeno la sconfinata prateria di Internet dove tutto è permesso e niente può essere vietato, pena la scomunica mondiale del popolo del Web. Esistono invece leggi che codificano comportamenti e che creano degli obblighi che, ove non rispettati, conducono al riconoscimento di una responsabilità penale", si legge nelle motivazioni, depositate oggi dal giudice Oscar Magi. "Google Italy trattava i dati contenuti nel video caricati sulla piattaforma e ne era responsabile quindi per lo meno ai fini della legge sulla privacy. L'informativa (sulla privacy) era del tutto carente e comunque o talmente nascosta nelle condizioni generali del contratto da risultare assolutamente inefficace per i fini previsti dalla legge", è scritto ancora nelle motivazioni. Google risponde in serata con un comunicato alquanto stizzito, informando che ricorrerà in appello contro la sentenza. "Questa condanna attacca i principi stessi su cui si basa Internet. Se questi principi non venissero rispettati, il Web così come lo conosciamo cesserebbe di esistere e sparirebbero molti dei benefici economici, sociali, politici e tecnologici che porta con sé. Si tratta di importanti questioni di principio ed è per questo che noi e i nostri dipendenti faremo appello contro questa decisione". Per quanti non lo ricordassero, la sentenza aveva provocato una Eco Internazionale, mettendo in cattiva luce tanto i tribunali italiani, che la libertà di stampa nel Belpaese, e la stessa ambasciata americana in Italia si era detta "delusa" dal verdetto, citando le parole della segretario di Stato Hillary Clinton. |
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#2 |
Senior Member
Registrato: 20-09-2001
Loc.: Catania
Messaggi: 355
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Praticamente Google è colpevole per non aver sottolineato ed evidenziato le policy del servizio?
Ma anche se fosse (e in quel caso sarebbero colpevoli praticamente TUTTI i servizi web), cosa c'entra questo con l'accusa e la condanna di VIOLAZIONE della privacy? In appello Google farà man bassa, a meno di ritrovarsi un altro giudice che aldilà delle conoscenze tecnologiche, non capisce neanche l'italiano... |
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#3 |
Gold Member
Top Poster
Registrato: 07-04-2000
Loc.: Padova-Vicenza
Messaggi: 4.814
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Mah, mi pare che la preannunciata motivazione non sia in realtà stata data, il fatto che le norme della privacy siano o non siano in evidenza non ha nulla a che fare con il reato in se stesso, reale o presunto che sia. E' come se per strada ci dovesse essere un cartello con scritto "vietato sparare". Siccome non c'è e qualcuno spara allora il colpevole è chi non ha messo il cartello? E chi ha messo fisicamente il video (ha sparato nel mio esempio) non è responsabile? Ma fatemi il piacere. Sono capaci di condannare la vittima di un omicidio perché l'assassino è venuto a casa sua con una pistola e quindi la vittima ne era responsabile e tra l'altro senza porto d'armi.
Non è stato rimosso il video? 1) Ne è stata richiesta la rimozione ed in che forma? Non basta una mail di pinco pallino, immagino, ci vuole un'ingiunzione ufficiale o qualcosa del genere, altrimenti qualungue pirla al quale sta antipatica una persona segnala i suoi video come da rimuovere. E con la posta che riceve Google hai voglia anche controllare. 2) Se non hanno fatto una comunicazione ufficiale o comunque non c'è stato un dialogo nella forma corretta, come possono pretendere che siano stati assecondati? Ho idea invece che perseguire i veri colpevoli è troppo difficile, è più facile prendersela con chi si può ben identificare e soprattutto ha parecchi soldi da poter spillare. Se avessero preso l'autore della bravata probabilmente avrebbero scoperto che si tratta di un poveraccio dal quale non avrebbero ricavato nulla. In sostanza: fanno bene gli stranieri ad avere scarsa considerazione dell'Italia: purtroppo, ci piaccia o no è così.
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#4 | |
Hero Member
Registrato: 24-11-2007
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#5 |
Senior Member
Registrato: 28-09-2009
Messaggi: 365
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Google è già stata condannata in Italia per il medesimo motivo.
Il concetto è che tu pubblichi l'informazione e tu rispondi della stessa. Se ti tuteli con adeguati strumenti puoi "scaricare" parte della colpa sull'utente che ha fatto l'operazione, ma si tratta comunque di concorso di colpa. Gli avvocati di google invece (come nel caso mediaset) asserivano che non è compito di google verificare l'adeguatezza del materiale contenuto dal suo sito... Cosa assolutamente pericolosa che potrebbe rendere internet stesso un vero e proprio FAR WEST... Forse smettesse di guadagnare dalla pubblicità e adeguasse qualche regola etica in più non sarebbe male. Pubblicare contenuti offensivi o di proprietà di terzi non è proprio una buona norma di comportamento... |
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#6 | ||||||
Guest
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Io da utente youtube, mi aspetto che video del genere non ci siano secondo la loro policy e quindi indirettamente ha mancato il suo proposito. E poi ripeto. colpa di chi ha commesso il reato >>>>>>>>>>> colpa di youtube Non voglio intendere che Youtube sia alla pari del reo. |
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#7 | |
Hero Member
Registrato: 24-11-2007
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Non è il fatto di essere una grande o piccola società o di essere una società... Il problema è la complessità intrinseca del controllare contenuti delle provenienze e tipi più svariati e del fatto che non sia sempre possibile per il provider sapere se un contenuto è o meno protetto se una foto è o meno autorizzata, per l'appunto l'obbiezione di Google è indiscutibile, e, ha pienamente ragione nel dire che I PRINCIPI BASE DEL NUOVO MODO DI CONDIVIDERE INFORMAZIONI SUL WEB CROLLEREBBERO se si applicassero questi criteri qualsiasi contenuto viene diffuso potrebbe essere protetto e non è sempre possibile per chi gestisce il servizio saperlo a priori Io operatore vedo un disegnino... potrebbe essere protetto da copyright, vedo una foto...i tizi al loro interno l'avranno autorizzata?! Chissà... Un video o un articolo... l'avrà fatto veramente l'utente o l'avrà copiato da un altro tizio che un domani ci farà causa?? C'è un modo di conoscere universalmente queste cose?? NO...quindi che faccio?? Faccio chiudere per sempre tutti i servizi simili? ![]() Se fosse possibile per google e tutti i fornitori di servizi simili assumere operatori che abbiano facoltà divine in grado di sapere tutto ciò che si nasconde dietro qualsivoglia contenuto il discorso poteva pure filare ma purtroppo ciò non è possibile... come già detto nella passata discussione-google ![]() bye Ultima modifica di SMH17 : 13-04-2010 alle ore 23.47.33 |
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#8 | |||||
Guest
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Un esempio di questo succede nei canali di distribuzioni per software mobili: stile Ovi store e AppStore vietano espressamente che ad esempio ci siano foto con due modelle nella stessa immagine (..come fai a verificare se effettivamente due persone sono due modelle...?), che non siano armi, che non ci siano scene di morte...che non ci siano Teletubbies (NON STO SCHERZANDO ![]() Quota:
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![]() Ultima modifica di Semi.genius : 14-04-2010 alle ore 00.08.47 |
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#9 | |||
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![]() Non è fare dell'usufruente un paraculo... se l'usufruente non posta roba illegale non rischia nulla e se al contrario la posta sarebbe giusto che sia lui a dover pagare senza iterare la colpa a tutti quelli che gli hanno offerto il servizio che lui ha usato in maniera scorretta ![]() |
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#10 | ||||
Guest
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...allora menomale che Youtube non è stato comprato da Nokia.... ![]() |
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#11 |
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A parte tutti questi discorsi, del video in questione non si sa niente... si tratta veramente di un fatto di maltrattamento oppure di un video costruito appositamente da ragazzi che hanno finto di maltrattare uno che ha finto di essere maltrattato? E se poi si trattasse di uno spezzone di film? Porrebbe problemi di copyright ma non la questione oggetto dell'accusa non c'azzecca. Alla fine nessuno sa niente, poi magari su Youtube il filmato l'hanno messo proprio gli accusatori di Google... con le info che abbiamo tutto è possibile (ovvio che l'ultima ipotesi è altamente improbabile... ma non impossibile).
Alla fine, voglio dire, non c'è nemmeno certezza che ci sia un reato, il video potrebbe addirittura essere finto!
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#12 | |
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#13 |
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Ma si, certo, è ovvio che in ogni caso il video andava rimosso. Mi riferisco al fatto che non c'è certezza nel capo d'accusa, in quanto l'unica certezza che traspare da un caso del genere è appunto che andava rimosso per il contenuto. Chi visiona il video (e quindi anche un controllo da parte di Google) non può sapere se realmente è un fatto vero o no, mentre il contenuto qualche sospetto potrebbe darlo.
Per la cronaca, invece, il fatto è vero e sono noti i protagonisti, è stato il padre del ragazzo down ad avviare tutto rivolgendosi ad un'associazione. Quello che mi lascia meravigliato è che ci si ostina a battere su Google invece che sui veri autori (che sono di Torino, mica all'altro capo del mondo). Poi magari in realtà avranno fatto il c..o pure a loro, ma da come i media pongono in risalto la cosa non si capisce.
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#14 |
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Ma sti 6 mesi se li faranno?
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#15 | |
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