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Vecchio 25-07-2005, 09.38.38   #31
exion
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Il ministro dell'Interno: l'organismo permetterà il dialogo con i musulmani moderati
"Le forze dell'ordine, la difesa e la protezione civile sono all'altezza del compito"

Pisanu: "La repressione non basta
subito la Consulta islamica"

"Noi stiamo in guardia, ma il terrorismo può colpire"
di LUIGI CONTU




ROMA - L'Europa deve saper tendere la mano al mondo islamico moderato evitando ad ogni costo di rinchiudersi in se stessa, negando accoglienza a chi vuole venire in pace e nel rispetto delle regole alla ricerca di un futuro migliore. Gli attentati di Londra e Sharm El Sheik non hanno fatto cambiare idea al ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, da sempre assertore di una linea di dialogo tra Occidente e Islam. Anzi. Pisanu mette in guardia dai rischi che comporterebbe il prevalere di una politica di repressione indiscriminata e xenofoba capace di portare altri argomenti alla propaganda terroristica che invece perde consenso anche tra gli immigrati che vivono nelle nostre città. E proprio nella convinzione che insieme cristiani e musulmani possono sconfiggere il terrorismo il ministro annuncia a Repubblica che nei prossimi giorni nascerà al Viminale la Consulta islamica, un organismo consultivo pensato proprio per far dialogare lo stato con la comunita islamica nazionale.

Ministro Pisanu, subito dopo l'attacco di Londra intellettuali e politici occidentali hanno sostenuto che una risposta ai terroristi deve essere quella di non modificare il sistema di libertà civili conquistate nei secoli e di difendere anche le piccole abitudini di tutti i giorni. I massacri londinesi e di Sharm el Sheik fanno però sembrare questo ragionamento lontano dalla realtà. La gente ha paura di prendere la metropolitana, ormai non solo a Londra. Molti in Italia rinunciano alla vacanza in Egitto. Per restare se stesso, l'Occidente è costretto a cambiare?


No, deve semmai consolidare queste libertà e queste abitudini. E ciò proprio per rispondere più efficacemente all'attacco dei terroristi. Tenga presente che si tratta di gruppi oltremodo aggressivi, sparsi in gran parte del mondo, ma assolutamente minoritari e privi di una organizzazione gerarchicamente costruita. Hanno perduto l'Afghanistan, che era il loro Stato base, hanno subito colpi durissimi e ora stanno perdendo rapidamente gran parte del consenso di cui godevano nel mondo islamico e presso gli immigrati in Occidente. Sono destinati alla sconfitta. Conservano, però, una grande aggressività, un forte potere destabilizzante e colpiranno ancora per diversi anni. Ma otterranno risultati politici rilevanti soltanto se l'Europa, allontanandosi dai suoi valori, lascerà spazio alla repressione indiscriminata, al razzismo e all'islamofobia.


La nostra inquietudine però cresce. Ci sentiamo sempre più insicuri a casa nostra. Dobbiamo abituarci all'idea di vivere in una realtà all'israeliana con la paura di imbatterci in un kamikaze mentre prendiamo l'autobus per andare in ufficio o al cinema?


Il paragone mi sembra esorbitante, perché Israele vive in un vero e proprio stato di guerra

Ma l'emergenza terrorismo implica anche un restringimento degli spazi di libertà.

Certo, più sicurezza vuol dire anche meno privacy e disciplina più severa delle nostre libertà. Ricordiamoci, comunque, che la sicurezza è l'espressione concreta di una libertà fondamentale: la libertà dalla paura

Dopo molte polemiche il governo ha approvato il pacchetto di misure per rafforzare la sicurezza in Italia. Si sente di tranquillizzare i cittadini italiani che il massimo è stato veramente fatto?

L'esempio di Londra, che è ancora oggi una delle città meglio protette del mondo, non consente affermazioni baldanzose. Comunque con l'adozione di queste misure abbiamo accresciuto l'efficienza del sistema antiterrorismo costruito dopo l'11 settembre e via via potenziato dopo le tragedie di Nassiriya e Londra. Resta il fatto che nessuna città, nessun luogo al mondo può considerarsi al riparo dalla minaccia terroristica

Roma è indicata dagli esperti come un possibile obiettivo del terrorismo islamico. Può confermare questa analisi? E può indicare quali sono ad avviso del governo gli obiettivi sensibili in Italia?

Si può sostenere anche il contrario. Perché, a parte la grande considerazione politica di cui gode il Santo Padre, Roma, sede di una delle tre religioni del libro, appare agli occhi di molti musulmani come una città santa e intoccabile. Ma non facciamoci illusioni. In realtà il terrorismo può colpire diverse città italiane e gli obiettivi più disparati, compresi i cosiddetti soft target. I simboli e le coincidenze sono importanti, però contano di più le possibilità di riuscita dell'attentato. Insomma, si colpisce nel luogo e nel momento più propizio all'attacco

C'è qualcosa che possono fare direttamente i cittadini italiani nella lotta al terrorismo? Sono a suo avviso sufficientemente preparati ad affrontare emergenze tipo quelle londinesi?

Un sondaggio recente lascia intendere che sono preparati al peggio, anche se, come è giusto, pretendono che si faccia tutto il possibile per evitarlo. Le forze dell'ordine, quelle della difesa e della protezione civile sono all'altezza del compito. Agli italiani chiederei di essere più collaborativi, specialmente nel segnalare persone e situazioni sospette

Ultima modifica di exion : 25-07-2005 alle ore 09.43.57
 
Vecchio 25-07-2005, 09.39.28   #32
exion
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Si sente di escludere che la nostra presenza in Iraq ci collochi tra i paesi a rischio attentati?

Non posso escluderlo a priori. Osservo però che l'Egitto non ha mandato soldati in Iraq, eppure è stato colpito ripetutamente prima e dopo quella guerra. No, mi creda, l'Iraq come l'Afghanistan o il conflitto israelo-palestinese sono soltanto pretesti politici di grande impatto propagandistico, ma non sono cause scatenanti del terrorismo di matrice islamica.

C'è qualche misura che ancora non è stato possibile adottare e che vorrebbe vedere approvata per rafforzare la lotta al terrorismo? La superprocura può essere un ulteriore risposta?

L'idea della superprocura circola da qualche anno e recentemente ha dato luogo anche a proposte parlamentari che appaiono tanto autorevoli quanto difficili da comporre in un disegno unitario. Penso, in particolare, a quelle avanzate dai democratici di sinistra e dal Presidente emerito della repubblica Francesco Cossiga. Le resistenze di cui lei parla si spiegano con la complessità della materia e la delicatezza dei ruoli in gioco, dalla magistratura alle forze dell'ordine.

Nei giorni successivi al massacro di Londra lei è stato protagonista di un braccio di ferro con la Lega e con il ministro Castelli, sembrando più in sintonia con le opposizioni. Oggi Castelli canta vittoria per l'introduzione del prelievo della saliva. Non crede che alcune forze strumentalizzino quanto sta accadendo nel mondo per alimentare anche da noi paure irrazionali contro gli stranieri ?

In fatto di sicurezza e specialmente di lotta al terrorismo, io ho sempre tenuto alta la mira su un obiettivo fondamentale: quello di realizzare la più larga concordia possibile tra governo e Parlamento, tra cittadini e forze dell'ordine. Finora credo di esserci riuscito, senza menarne vanto. E continuerò a farlo. Sono infatti convinto che, oggi come non mai, in un Paese afflitto da questo bipolarismo immaturo, il Viminale abbia bisogno di un ministro di garanzia, non di un ministro di polizia. Per il resto porto pazienza, ben sapendo che ogni aiuola dà i fiori che può dare.

Lei è stato fautore del dialogo interreligioso. Gli attentati londinesi compiuti da cittadini britannici riportano i riflettori sulle comunità islamiche. Qual è il suo giudizio sull'Islam italiano? Sono motivate le preoccupazioni di alcuni media, che Lega e settori di An cavalcano in chiave xenofoba? Ci sono controlli sufficienti?

Mi lasci fare una premessa indispensabile. La battaglia al fondamentalismo islamico si combatte e si vince a due mani: una armata contro i terroristi e l'altra tesa cordialmente verso i musulmani moderati. Finora l'Europa si è preoccupata molto della prima mano e poco della seconda, con le conseguenze che tutti vediamo. E non mi riferisco soltanto alle atrocità del terrorismo, ma anche agli effetti dannosi (emarginazione sociale, isolamento culturale ed esasperazione politica) di una immigrazione islamica più

Non le sembra che proprio in Italia la seconda mano sia stata meno attiva che in altre parti d'Europa?

Se si riferisce ai paesi di più antica immigrazione, come il Regno Unito e la Francia, ha certamente ragione. Debbo dirle però che in questi ultimi tre anni abbiamo fatto molto, all'interno e all'estero (Fini si sta muovendo benissimo), per tessere una fitta rete di rapporti amichevoli e per favorire la nascita di un Islam italiano: e cioè, di una comunità di immigrati regolari salvaguardata nella propria identità, ma rispettosa dei nostri valori e delle nostre leggi. Grazie a questo lavoro oggi conosciamo bene la realtà variegata delle moschee, dei centri culturali, delle scuole coraniche e di altri luoghi di aggregazione; e siamo sempre più capaci di individuare le insidie che ci nascondono e le opportunità che ci offrono. Abbiamo acquisito strumenti adeguati per fronteggiare questa situazione.

Dia qualche esempio concreto...

Non posso certo parlarle delle attività di intelligence e di altre forme riservate di prevenzione. Le ricordo, invece, le iniziative promosse dalle prefetture per il dialogo interreligioso e per la tutela dell'immigrazione regolare. E le annuncio la nascita, fra pochi giorni, della consulta islamica presso il ministero dell'Interno: un passo difficile e promettente per cominciare a dare consistenza e voce all'Islam italiano.

Punto centrale del confronto e del dialogo è il trattamento riservato agli immigrati. Le misure che il governo sta per approvare non rischiano di accanirsi sui clandestini che arrivano con la speranza di trovare un lavoro e non con l'obiettivo di partecipare alla guerra santa jihadista? Non stiamo andando proprio nella direzione auspicata dalle forze xenofobe?

Questo rischio sarà evitato se continueremo a rispettare scrupolosamente le leggi e le convenzioni internazionali.

Il presidente Ciampi chiede il mantenimento degli accordi di Schengen. Ma in Europa il dibattito è aperto e in Italia la Lega insiste per una sospensione del trattato. Ci attende un'Europa chiusa in se stessa, con le frontiere sigillate e la paura di viaggiare?


Il presidente Ciampi ha ragione da vendere. Le ricordo, peraltro, che gli accordi di Schengen sono stati sospesi temporaneamente più volte e per ragioni diverse in diversi Paesi d'Europa, mai per terrorismo. Con questa motivazione lo ha fatto solo la Francia e solo per la durata di un mese. L'Europa, invece, deve proteggere meglio le sue frontiere esterne perché i terroristi o sono già nel suo territorio (e si muovono all'interno con documenti passabili) o vengono da fuori. La chiusura delle frontiere interne, dunque, non servirebbe a contrastare il terrorismo e limiterebbe inutilmente quella libertà di andare e venire che il Trattato di Westfalia consegnò alla storia d'Europa.


http://www.repubblica.it/2005/g/sezi...lam/islam.html

Ultima modifica di exion : 25-07-2005 alle ore 09.48.21
 
Vecchio 25-07-2005, 10.38.27   #33
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Spero che Ciampi si renda conto delle castronate che sta sparando... grazie alle leggi sull'immigrazione ed al suo dialogo interreligioso (errore madornale, comune a molti paesi europei), ci siamo portati tante personcine a modo proprio sotto casa... e che ci vogliono molto bene.

Qualcuno dovrebbe spiegare a Pisanu che NON è rilasciando a "Repubblica" interviste buoniste cariche di reotrica e sentimentalismo islamico che questi signori se ne staranno calmi e tranquilli.

Fatti... ed azione. Delle parole e delle moschee non ce ne facciamo assolutamente nulla!
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Ultima modifica di Flying Luka : 25-07-2005 alle ore 10.45.15
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Vecchio 25-07-2005, 11.01.09   #34
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Fatti... ed azione. Delle parole e delle moschee non ce ne facciamo assolutamente nulla!
Sarei favorevole a dare qui in Italia (almeno nelle grandi metropoli e obiettivi probabili) l'ordine "sparare per uccidere". Come sta avvenendo adesso a Londra, come avvenuto nei giorni scorsi con il presunto terrorista ucciso con 5 colpi alla testa. Sarebbe più sensato adesso piuttosto che aspettare il fatto compiuto.
Mi rendo altresì conto che questo porterebbe il far-west, una brutta immagine davvero vedere un uomo cadere (magari solo tradito da tratti somatici mediorientali) a 10 metri da una famigliola in pizzeria.

Ma allora che fare? Quale strategia attuare?
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Vecchio 25-07-2005, 11.10.46   #35
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L' errore è stato fatto anni fa, con i gommoni, le sanatorie, i centri di accoglienza e, più di ogni altra cosa, la nostra eccessiva tolleranza ed il buonismo targato politically correct.

Cosa fare adesso? Difesa dei confini, basta immigrazione clandestina, a casa chi non ha un REGOLARE permesso di lavoro, indagini a tappeto, chiusura di TUTTE le moschee dal momento che è stato provato essere anche, quest'utlime, dei centri di reclutamento (vedi Milano, gli inam di Cremona, ecc... ecc... ). Ovviamente sperando che gentuccola del calibro della Forleo non abbia qualcosa da ridire.
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Vecchio 25-07-2005, 11.16.28   #36
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Cosa fare adesso? Difesa dei confini, basta immigrazione clandestina, a casa chi non ha un REGOLARE permesso di lavoro, indagini a tappeto, chiusura di TUTTE le moschee dal momento che è stato provato essere anche, quest'utlime, dei centri di reclutamento.
IMHO alla luce di quel che sta succedendo i clandestini già li abbiamo dentro e penso che la fase di reclutamento sia già terminata.
Forse ti sfugge che siamo nel bel mezzo di una guerra.
Non mi stupirei più di tanto se in settimana accadesse qualcosa in Francia o in Italia.
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Vecchio 25-07-2005, 11.26.34   #37
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IMHO alla luce di quel che sta succedendo i clandestini già li abbiamo dentro ...
appunto! Dobbiamo per forza tenerli?
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Vecchio 25-07-2005, 11.36.34   #38
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appunto! Dobbiamo per forza tenerli?
Assolutamente no! Ma riusciremo a stanarli?
I fatti di Londra dimostrano ancora una volta che il "mondo occidentale" è assolutamente impreparato a fatti di questo genere.
Una cosa è vedere in tv la barbarie quotidiana che avviene in medio oriente, altra cosa è ritrovarsi queste barbarie sotto casa.
Fa rabbia sentir crescere questa sensazione di impotenza.
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Vecchio 25-07-2005, 11.37.45   #39
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non dirlo a me.... è una vita che lo dico!
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Vecchio 25-07-2005, 11.45.41   #40
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questo è stato lo splendido risultato per aver preso dentro in italia cani e porci.....
nel ristorante di mia madre ci sono.... anzi c'erano 2 musulmane veraci..... mi ricordo ancora che l'11 settembre hanno festeggiato... una di loro due ha messo un coltello alla gola ad una che lavorava li e sempre quella ha fatto capire alla mia morosa che se non si fosse licenziata le avrebbe tagliato la gola..... da quel momento vedendone anche molti altri e capendo che non tutti per l'amor di dio però la maggioranza sono cosi la mia tolleranza è diventata
0 ZERO Z.E.R.O.!
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Vecchio 25-07-2005, 13.06.14   #41
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Vecchio 25-07-2005, 13.07.59   #42
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E io dico che questo commento viola il regolamento perchè palesemente "razzista" (Reg. 1B).
Quindi edito; cerca di moderarti, senza SE e senza MA!
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.:. R.U.T.T.A. Motoclub Bari: Il Forum .:.
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Vecchio 25-07-2005, 13.16.37   #43
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Come all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, forse peggio...



Dietro tutto questo immenso "CAOS", tra finto odio religioso e razziale, gira un immenso "fiume di denaro", gestito da potenti delle Multinazionali, pronti a speculare in borsa come nel precedente 9/11, (crollo finanziario di tutte le Compagnie aeree americane che risiedevano e furono direttamente coinvolte nell'attacco suicida alle Twin Towers, molte ore prima che succedesse la oramai soprannominata nuova Pearl Harbor).

Dalla rete: 6 su 10 temono nuova Guerra Mondiale (Nuclear War)

Lo "strano" sondaggio americano (Admin Bush?) del 23/07/05, alla vigilia dell'incontro a "6" sul disarmo nucleare nel Pacifico.

Leggi: http://www.ilcannocchiale.it/blogs/s...blogdoc=595159

-------------------------

N.B. su Al-Qaeda: (fonti non ufficiali, ma la mancanza di video recenti della loro attuale esistenza, danno un certo credito ad esse).


- Fine Dicembre 2001: Lo sceicco del terrore Osama Bin Laden morì sotto l'incessante bombardamento delle "cluster bomb" americane in una regione montuosa al confine tra Pakistan e Afghaninstan.


- Inizio Febbraio 2003: il terrorista giordano Abu Mussab Zarqawi morì sotto l'incessante bombardamento americano al "Napalm" e "Cluster Bomb" nei dintorni della città di Fallujia.

Ultima modifica di Giorgius : 25-07-2005 alle ore 13.36.55
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Vecchio 25-07-2005, 13.17.34   #44
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UHMMM...

Mi sembra ci sia troppo astio sul Forum in merito all'argomento e certe uscite mi sembrano un tantinello sopra le righe. Vi faccio un copia/incolla di un articolo che ben sottolinea il mio punto di vista circa i rimedi alla difficile situazione odierna.
Quota:
http://www.legnostorto.com/node.php?id=32627

E se cominciassimo col far rispettare le leggi?

A scorrere le pagine del Legno Storto di questi ultimi tempi – anche prima dei tragici fatti del Mar Rosso – un solo tema campeggia, mille volte affrontato e mille volte riproposto con piccole varianti: quello del terrorismo islamico. E ci si imbatte spesso in animosi signori di una certa età (più o meno la mia, del resto) che rifiutano sdegnosamente il ricorso a metodi politici o giudiziari per proporre soluzioni estreme e sanguinose. Soluzioni che, ne sono certo, sarebbero ben lungi dal mettere in pratica se dovessero davvero aver modo di attuarle, e che del resto essi stessi ben presto scoprirebbero poco attuabili in molti casi. Come sono certo che certi interrogativi retorici, del tipo «esiste un islam moderato?» in un clima meno concitato verrebero relegati nel vasto mondo delle sciocchezze (come ben suggerisce Gianni Pardo), alla stragua di un omologo «i cattolici la pensano tutti come Torquemada?».
Che fare, ributtare in mare la scialuppa stracarica di disgraziati inviata da qualche furbastro verso la Sicilia? Espellere immediatamente ogni nuovo arrivato senza permesso? Non è sempre facile come dirlo: in che Paese riportarli, visto che nessuno li vuole indietro? E poi, siamo certi che proprio e solo da lì vengano tutti i terroristi? A Londra non è stato così.

Forse basterebbe fare in modo che l'accoglienza e i rapporti con gli immigrati non siano più un business affidato a gruppi che hanno una propria politica estera e un proprio ampio giro di affari… Forse, invece di pretendere il prelievo del Dna – con autorizzazione del magistrato, e conseguenti biblici ritardi – basterebbe prelevare d'ufficio e usare sul serio le più economiche impronte digitali…
Eppure, fra buonismi e furbate all'italiana la posta in gioco è altissima, tutti lo capiscono, e intorno alla risposta che il governo e le opposizioni sapranno dare a questi problemi nei prossimi mesi si gioca probabilmente la prossima maggioranza parlamentare. Gli elettori sono pronti a punire sia chi fingerà di non vedere l'emergenza e rifiuterà di assumere i provvedimenti del caso, sia chi solleverà inutili polveroni con misure tanto draconiane quanto inapplicabili o inefficaci.

Ma veniamo al dunque. Perché non modificare, dove necessario, i nostri Codici in modo tale da impedire in modo certo e categorico la libera circolazione di persone la cui identità non sia certa? Perché non procedere con urgenza ad una definizione più chiara e meno ipocrita del concetto di terrorista? Perché non eliminare almeno alcune delle norme la cui applicazione è affidata alla "sensibilità" del magistrato?
E poi, perché non far applicare seriamente le leggi vigenti da tutti coloro che vivono in Italia, indipendentemente dai loro credo religiosi e da come la pensino?

In viale Jenner, a Milano, ogni donna che passa senza velo viene immediatamente apostrofata come "puttana" dai beghini che vi stazionano accanto alla moschea. Venerdì nell'ora della preghera questa importante arteria si blocca per consentire di stendere sull'asfalto i tappetini di preghiera; nei parchi. nelle domeniche estive, si servono allegramente carni cotte sul posto alla brace, spesso dopo che l'agnello è stato sgozzato secondo il rituale islamico (cioè contro la legge sulla macellazione e contro ogni regola igienica). Il tutto avviene sotto l'occhio benevolo delle forze dell'ordine, che diligentemente bloccano e deviano il traffico. In nome di una malintesa libertà di manifestazione e di espressione assistiamo giornalmente ad atti che verrebbero puniti inesorabilmente se compiuti da un cittadino "normale". Ora basta: anche questa certezza di impunità, questa sensazione di essere al di sopra delle norme, sensazione che del resto viene consentita anche ad altri gruppi di facinorosi, non può che accrescere l'idea di impunità che sta alla base di tanti atti criminosi.

La sfida è davvero vitale, non solo perché la guerra al terrorismo deve essere combattuta con mezzi meno inadeguati degli attuali, ma anche perché a livello politico e di consenso la risposta che sapremo dare è fondamentale. E su questo punto le opposizioni non sono mai state tanto "plurali" e divergenti. Questa della risposta al terrorismo, temo, sarà la pietra di paragone per le prossime elezioni politiche. Cerchiamo di muoverci con serietà, senza iniziative tanto clamorose quanto demagogiche, ma senza la timidezza di chi teme di essere poco politically correct.

Marco Cavallotti
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"Society doesn’t need newspapers. What we need is journalism." - Clay Shirky
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Vecchio 25-07-2005, 13.22.11   #45
Flying Luka
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Ma veniamo al dunque. Perché non modificare, dove necessario, i nostri Codici in modo tale da impedire in modo certo e categorico la libera circolazione di persone la cui identità non sia certa? Perché non procedere con urgenza ad una definizione più chiara e meno ipocrita del concetto di terrorista? Perché non eliminare almeno alcune delle norme la cui applicazione è affidata alla "sensibilità" del magistrato?
E poi, perché non far applicare seriamente le leggi vigenti da tutti coloro che vivono in Italia, indipendentemente dai loro credo religiosi e da come la pensino?

In viale Jenner, a Milano, ogni donna che passa senza velo viene immediatamente apostrofata come "puttana" dai beghini che vi stazionano accanto alla moschea. Venerdì nell'ora della preghera questa importante arteria si blocca per consentire di stendere sull'asfalto i tappetini di preghiera; nei parchi. nelle domeniche estive, si servono allegramente carni cotte sul posto alla brace, spesso dopo che l'agnello è stato sgozzato secondo il rituale islamico (cioè contro la legge sulla macellazione e contro ogni regola igienica). Il tutto avviene sotto l'occhio benevolo delle forze dell'ordine, che diligentemente bloccano e deviano il traffico. In nome di una malintesa libertà di manifestazione e di espressione assistiamo giornalmente ad atti che verrebbero puniti inesorabilmente se compiuti da un cittadino "normale". Ora basta: anche questa certezza di impunità, questa sensazione di essere al di sopra delle norme, sensazione che del resto viene consentita anche ad altri gruppi di facinorosi, non può che accrescere l'idea di impunità che sta alla base di tanti atti criminosi.


Non potrei essere più d'accordo di così. E' la famosa "integrazione inversa", cioè siamo noi che dobbiamo integrarci a loro, e non viceversa.

Abito a Milano, queste cose sono all'ordine del giorno e confesso che ieri, in metropolitana, ho provato una sensazione di disagio mista a paura quando uno di questi signori - abituali frequentartori di Via Quaranta - è salito su un vagone. Sono sceso alla stazione dopo e sono uscito quasi di corsa.
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