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19-05-2004, 00.25.40 | #16 |
Guest
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(se non viene giù, fate clic destro > Salva con nome). Ovviamente non lo guardi chi non se la sente. Ma chi lo vorrà leggere potrà farsi una idea. Se si devono censurare i mostri in prima pagina lo si faccia sempre, non solo quando fa comodo. Non riporto Libero perchè non lo leggo mai, ma il discorso vale pure per quel giornale. |
19-05-2004, 01.49.54 | #17 |
Guest
Messaggi: n/a
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Dimenticavo: nel corso della trasmissione a una domanda precisa della Mussolini:
"Lei ci deve spiegare la differenza tra le foto sulle torture americane e quelle sulla uccisione di Nick Berg." l'esimio presidente dell'ordine dei giornalisti che evidentemente giornalista non sa nemmeno cosa significhi, ha risposto farfugliando "Lei col cognome che porta dovrebbe sapere bene che cosa sono le torture." Mi auguro che la deputata Alessandra Mussolini, per la quale non nutro la neppur minima simpatia politica, lo quereli e lo quereli alla grande, sia in veste di deputata sia in veste di cittadina. Se Franco Abruzzo avesse rivolto quella frase, in Germania, al figlio o al nipote di un gerarca nazista (colpevole forse per il solo fatto di essere nato figlio o nipote di un criminale???) gli avrebbero tolto giustamente la poltrona da sotto il sedere nel breve volgere di poche ore...giornalista...presidente...tzè...babbeo. |
19-05-2004, 08.09.16 | #18 |
Junior Member
Registrato: 26-08-2003
Loc.: Milano
Messaggi: 153
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Se per ogni "Lei col cognome che porta dovrebbe .." facesse seguire una denuncia a quest'ora avrebbe messo la brandina direttamente in tribunale .. Purtroppo quando ci si trova davanti ad un ignorante meglio lasciarlo annegare nelle sue stesse parole e questo signore mi sembra gia a buon punto..
Non ho seguito molto di tutta la faccenda e sinceramente mi sono riufiutata di seguire i tg proprio perche mi rifiutavo di "subire" i filmati. Dato che certe scene ormai vengono sottoposte al pubblico a viva forza mi sembra che come protesta non mi resti altro che spegnere il televisore e non comprare il giornale. Non capisco le persone che guardano scene di morte solo per il gusto di provare un brivido . Dubito che lo si faccia per poter poi dire "che schifo, come si fanno a fare certe cose". Provo schifo per quanto accaduto anche senza averle viste. E' comunque tutto uno schifo dalle torture ai sequestri . Dai finti bambini impiccati a tante altre oscenità che ci vengono imposte per cosa ? Aumentare la tiratura di un giornale ? Non ci stò alla censura in generale ma il buon senso ci deve essere se no siamo finiti. E di buon senso non ne ho visto ne da una parte ne dall'altra. |
19-05-2004, 09.02.08 | #19 |
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Messaggi: 670
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Anche se l'utente cha ha aperto il topic è nella mia ignore list ho partecipato lo stesso alla discussione.
Ho votato Ha fatto male perchè... le scelte editoriali possono essere criticate solo dai lettori, a meno che non venga violato il codice penale e credo che pubblicare foto del genere non si vada contro nessuna legge. Che differenza c'è tra le foto delle torture e quelle di Berg? É più duro digerire quelle di Berg, ma qua a censurarle è un po' eccessivo. |
19-05-2004, 10.12.18 | #20 | ||
Guest
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Come quest'ultimo. E a proposito di Quota:
E a dirla tutta, le foto delle torture me le sono trovate spiattellate in faccia un pò ovunque, per lo più a sorpresa e senza preavviso di alcun genere...cosa invece che è avvenuta riguardo a quelle della morte di Berg. Siccome per mia fortuna ritengo di non soffrire di alcun tipo di patologia morbosa e non traggo il minimo appagamento sensoriale dalla visione di certi orrori, non mi ci sono soffermato se non quel tanto che è bastato per intravedere una soldatessa con un prigioniero nudo al guinzaglio, l'altro incappucciato con gli elettrodi dappertutto, e un groviglio di corpi denudati e costretti l'uno sull'altro. Approfitto però per un ulteriore approfondimento. Nel corso di quella trasmissione, qualcuno, ma non ricordo chi, ha detto che l'Espresso (se non sbaglio) ha pubblicato una foto in cui due prigionieri praticavano del sesso orale ovviamente sotto la minaccia delle armi. La cosa è stata confermata anche da Feltri e non smentita da Abruzzo, quindi immagino che sia vera. Al che, siccome Abruzzo aveva poco prima affermato che la discriminante tra quelle foto e le altre foto e il filmato di Berg era l'oscenità (sic!) dalla quale gli utenti andavano tutelati, la Mussolini e anche Feltri hanno chiesto ad Abruzzo se quella di due prigionieri costretti a praticare sesso orale sotto minaccia non fosse altrettanto se non più una oscenità. Nessuna risposta. E' evidente che se qualcuno avesse il "desiderio" di vedere una scena di sesso, orale o di altra natura, non avrebbe certo bisogno di comprare l'Espresso, gli basterebbe girovagare un pò per Internet, o recarsi in edicola e dare un'occhiata alle vetrine nella sezione riviste porno. Possiamo dire che si troverebbe davanti a rappresentazioni di tali atti (sto cercando di andare appresso alla "logica" di Mr. Abruzzo) non siano state realizzate in uno stato costrittivo dei praticanti, almeno non quel tipo di costrizione che vale per la foto dell'Espresso. Ok, questo comporta un discorso sul (buon) costume nel quale non voglio addentrarmi, ma... Ma se io chiedessi a mio figlio (il quale si è sicuramente sorbito qualcuna di quelle foto delle torture in uno qualsiasi dei TG a cui immagino abbia assistito) ecco, se gli chiedessi di andarmi a comprare il giornale, c'è una forte probabilità che quelle "oscenità" lui se le troverebbe davanti agli occhi ugualmente suo malgrado, (magari con le dovute mascherature del caso, che poi sono le stesse adottate nella quasi totalità dei casi alle foto pubblicate in questi giorni) proprio come si troverebbe davanti agli occhi copertine di quotidiani e altri periodici infarcite di immagini di soldatesse intente a fumarsi una sigaretta mentre mimano con le mani un arma da fuoco puntata ai genitali di un poveraccio nudo e incatenato...e proprio non riesco a percepire la differenza tra l'un tipo e l'altro di imposizione attuata ai danni di mio figlio. Questo è il punto, almeno riguardo al concetto di oscenità al quale si è appellato a stra-sproposito Franco Abruzzo. Per il resto non intendo assolutamente addentrarmi in considerazioni di natura politica, e nemmeno esprimere un parere sull'aumento di tiratura dei vari giornali a seguito di questa/e vicenda/e e nemmeno entrare nel merito dell'attendibilità delle documentazioni. Però, evidentemente, il signore testè nominato, considera oscena solo una testa mozzata e solo da quella oscenità intende "tutelare" i cittadini (il solo pensiero di essere sotto "tutela morale" di un siffatto individuo mi fà schizzare le arterie a una pressione insostenibile per il mio apparato vascolare). Ciao. |
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19-05-2004, 10.46.06 | #21 |
Senior Member
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sono naturalmente favorevole alla posizione di ferrara e company, e mi unisco all' indignazione.
(P.s. caro davlak ora conosci la rabbia che mi prende quando sento le fandonie di Berlusconi e dei suoi scagnozzi o le ipocrisie pseudocristiane del deficiente decerebrato incapace imbroglione ladro infame presidente degli usa, Bush . E' esattamente il senso che ti ha dato vedere Abruzzo a Porta a porta) In ogni ogni caso Abruzzo .... ma levati dalle p@@@@
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[I Love " Six Feet Under "!] Confratello T.I.E.S. M.G.V. War does not determines who is right , just who is left. B.Russel |
19-05-2004, 12.42.51 | #22 | |
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Posso darti una mano?
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L'ignorante parla a vanvera, l'intelligente parla al momento opportuno, il saggio parla solo se è interpellato, il fesso parla sempre! |
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19-05-2004, 14.11.26 | #23 |
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Io credo di aver capito perche' hanno fatto questo richiamo al Foglio.Io stesso mi ero dichiarato favorevole all pubblicazione della foto ma nei modi dovuti(anche parzialmente celate -con commento).
Il cattivo gusto della foto a tutta pagina di copertina era una cosa che doveva evitare (di un'efferratezza esagerata - non un prigioniero ammanettato e incappucciato.) ma nella pubblicazione e' molto importante sottolineare che nessun commento la accompagna. Dal Codice Deontologico dell'Ordine dei Giornalisti: Articolo 1 Principi generali 1. Le presenti norme sono volte a contemperare i diritti fondamentali della persona con il diritto dei cittadini all'informazione e con la libertà di stampa. ... Articolo 8 Tutela della dignità della persona 1. Salva l'essenzialità dell'informazione, il giornalista non fornisce notizie o pubblica immagini o fotografie di soggetti coinvolti in fatti di cronaca lesive della dignità della persona, né si sofferma su dettagli di violenza, a meno che ravvisi la rilevanza sociale della notizia o dell'immagine. La cosa contestabile a Ferrara e' che non solo si e'soffermato solo sui dettagli di una violenza inaudita ma la notizia si fa fatica a trovarla (c'e' solo l'editoriale all'interno a pag. 7). Le regole dei giornalisti se le sono scritte loro per tutelare loro stessi e la qualita' dell'informazione. Ferrara e' un provocatore e un volpone allo stesso tempo - nello stesso giornale si vanta di non aver messo, a suo tempo, sulla copertina di Panorama le foto delle torture in somalia: "I responsabili di questi atti erano italiani, somale le vittime. Le foto risalivano al 1993, ai tempi della missione di pace Ibis in Somalia, ma lo scandalo scoppiò quattro anni più tardi, quando il magazine della Mondadori, diretto da Giuliano Ferrara, pubblicò le foto e condusse una clamorosa e al contempo sobria campagna giornalistica." ... "Accertammo la veridicità e pubblicammo la foto”. Panorama non sparò lo scoop in copertina: “Fin dall’inizio non abbiamo ceduto al sensazionalismo delle immagini”, dice Brindani. Una scelta che accompagnò tutta la campagna, tanto che nel mezzo del caos successivo, quando tutti si aspettavano chissà quale altra copertina shock, Panorama uscì con una cover sul centenario dello scrittore Robert Louis Stevenson, dal titolo “Ritorno all’isola del tesoro”. A Panorama probabilmente questo azzardo non gli era stato concesso. Il Foglio se era o non era da punire da punire puo' anche essere contestabile dalla gente comune che non pratica il mestiere ma sicuramente Ferrara, ben comprensibile da tutti, ha perso il suo lato "sobrio". Ferrara conosce ben le regole del giornalismo, sapeva quello che faceva e benissimo quello che sarebbe successo cercando di apparire martire della stampa crocifisso dall'ordine. JaNnaz Ultima modifica di jannaz : 19-05-2004 alle ore 14.33.07 |
19-05-2004, 14.29.03 | #24 |
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aggiungerei di leggere la motivazione dell'ordine:
Abruzzo: “Pubblicare foto raccapriccianti e impressionanti non è diritto di cronaca e costituisce reato”. Il principio vale per tutti i media. Le violazioni dell'ordinamento penale implicano anche un attentato alla legalità deontologica della professione giornalistica di Franco Abruzzo* La libertà di stampa in Italia e nei Paesi del Continente europeo è vigilata dalla legge. Non esiste il diritto di pubblicare quello che si vuole. Lo stesso articolo 21 (sesto comma) della Costituzione “vieta le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume” e annuncia “provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni”. Buon costume significa comune sentimento della morale. I limiti all’esercizio del diritto di cronaca e di critica sono sostanzialmente due e sono racchiusi nell’articolo 2 della legge n. 69/1963 sull’ordinamento della professione giornalistica: il rispetto della dignità della persona e il rispetto della verità sostanziale dei fatti. Questi principi riflettono norme costituzionali e valori affermati in diverse sentenze della Corte costituzionale e in particolare nella sentenza 112/1993: “Sotto il primo profilo, questa Corte ha da tempo affermato che il “diritto all'informazione” va determinato e qualificato in riferimento ai principi fondanti della forma di Stato delineata dalla Costituzione, i quali esigono che la nostra democrazia sia basata su una libera opinione pubblica e sia in grado di svilupparsi attraverso la pari concorrenza di tutti alla formazione della volontà generale. Di qui deriva l'imperativo costituzionale che il “diritto all'informazione” garantito dall'art. 21 sia qualificato e caratterizzato: a) dal pluralismo delle fonti cui attingere conoscenze e notizie...; b) dall'obiettività e dall'imparzialità dei dati forniti; c) dalla completezza, dalla correttezza e dalla continuità dell'attività di informazione erogata; d) dal rispetto della dignità umana, dell'ordine pubblico, del buon costume e del libero sviluppo psichico e morale dei minori”. L’articolo 15 della legge n. 47/1948 sulla stampa punisce, con la pena della reclusione da tre mesi a tre anni, la pubblicazione di "stampati i quali descrivano o illustrino, con particolari impressionanti o raccapriccianti, avvenimenti realmente verificatisi o anche soltanto immaginari in modo da poter turbare il comune sentimento della morale o l’ordine familiare o da poter provocare il diffondersi di suicidi o delitti". Questo principio vale per tutti i media. L’articolo 15 è stato esteso al sistema televisivo pubblico e privato dall’articolo 30 (comma 2) della legge n. 223/1990 (o “legge Mammì”). L’articolo 15 della legge sulla stampa è stato ritenuto legittimo dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 293/2000. In sostanza il divieto di pubblicazioni a contenuto impressionante o raccapricciante non contrasta con la Costituzione perché è diretto a tutelare la dignità umana. “Quello della dignità della persona umana – ha affermato la Corte - è valore costituzionale che permea di sé il diritto positivo e deve dunque incidere sull’interpretazione di quella parte della disposizione in esame che evoca il comune sentimento della morale”. Bisogna intendersi sul concetto di raccapricciante e impressionante. Ci aiuta la giurisprudenza. I giudici hanno ritenuto che fossero raccapriccianti e impressionanti le foto del cadavere di Aldo Moro, quelle del corpo in decomposizione di Alfredino (il piccolo finito nel pozzo di Vermicino); le immagini della contessa Alberica Filo della Torre; le foto delle piccole vittime della pedofilia. “L’articolo 15 della legge sulla stampa del 1948.... non intende andare al di là del tenore letterale della formula quando - ha scritto la Corte costituzionale - vieta gli stampati idonei a “turbare il comune sentimento della morale”. Vale a dire, non soltanto ciò che è comune alle diverse morali del nostro tempo, ma anche alla pluralità delle concezioni etiche che convivono nella società contemporanea. Tale contenuto minimo altro non è se non il rispetto della persona umana, valore che anima l’articolo 2 della Costituzione, alla luce del quale va letta la previsione incriminatrice denunciata. Solo quando la soglia dell’attenzione della comunità civile è colpita negativamente, e offesa, dalle pubblicazioni di scritti o immagini con particolari impressionanti o raccapriccianti, lesivi della dignità di ogni essere umano, e perciò avvertibili dall’intera collettività, scatta la reazione dell’ordinamento. E a spiegare e a dar ragione dell’uso prudente dello strumento punitivo è proprio la necessità di un’attenta valutazione dei fatti da parte dei differenti organi giudiziari, che non possono ignorare il valore cardine della libertà di manifestazione del pensiero. Non per questo la libertà di pensiero è tale da inficiare la norma sotto il profilo della legittimità costituzionale, poiché essa è qui concepita come presidio del bene fondamentale della dignità umana”. La Cassazione (Sezione Terza Penale, sentenza n. 23356/2001), richiamando l’indirizzo della Consulta, ha affermato - nella vicenda che vedeva coinvolti il direttore e due redattori di un settimanale milanese (condannati dalla Corte d’Appello di Milano alla pena di tre mesi di reclusione e di lire trecentomila di multa ) - che “l’esercizio del diritto di cronaca, pur pienamente legittimo in una società democratica ed aperta, deve salvaguardare come valori fondamentali il comune sentimento della morale e la dignità umana tutelate dall’articolo 2 della Costituzione. I giudici di appello - ha osservato la Suprema Corte - hanno correttamente motivato la loro decisione rilevando che le immagini della vittima dell’omicidio "sono tali da destare impressione e raccapriccio nell’osservatore di normale emotività, improntata ad impulsi di solidarietà umana, pietà per la defunta, rispetto per la sua spoglia, repulsione istintiva verso le ferite efferatamente impresse, salvaguardia della dignità della persona già uccisa in quel modo ed ulteriormente oltraggiata dalla pubblica ostensione del suo corpo, naturale esigenza di riservatezza verso l’intimità fisica personale rinforzata dalla condizione mortale del soggetto". Il terrorismo si può combattere, come diceva Mc Luhan, anche staccando la spina. Consiglio che la stragrande maggioranza della stampa italiana ha fatto proprio nel caso del filmato orribile sulla decapitazione di Nick Berg. Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e il Consiglio nazionale dell’Ordine hanno fatto proprio l’indirizzo della Corte costituzionale sul piano deontologico nella vicenda di “Libero”, conclusasi con la sanzione della censura per il direttore del quotidiano (radiato dall’Albo in primo grado). “Libero” aveva pubblicato il 28 settembre 2000 otto immagini raccapriccianti di bambini violentati. Il direttore ha patteggiato due mesi di reclusione per questi fatti e ha poi dichiarato al “Foglio” che non avrebbe mai in futuro ripetuto l’errore. Come corollario finale possiamo dire che le violazioni dell’ordinamento penale implicano anche un attentato alla legalità deontologica della professione giornalistica. JaNnAz p.s E' stato comunque presentato un esposto in procura e sara' la magistratura e decidere se Ferrara ha sbagliato o meno.Attendiamo tutti la sentenza. Ultima modifica di jannaz : 19-05-2004 alle ore 14.45.24 |
19-05-2004, 14.41.00 | #25 | ||
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19-05-2004, 14.45.03 | #26 |
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Grazie Jannaz, ho le idee più chiare sulla questione. (Y)
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19-05-2004, 14.46.58 | #27 | |
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JaNnAz |
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19-05-2004, 14.51.17 | #28 |
Don Chisciotte
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Mi era sfuggito questo tuo giusto e furioso intervento, io però non mi son per niente meravigliato della cosa xchè presidente nazionale dell'ordine giornalisi è certo serventi longhi già protagonista di interventi discutibili e che mi pare, anche nell'occasione, si sia distinto per aver in qualche modo avallato l'uscita del lombardo.
Detto questo, giorni fa feci un intervento in merito alla decisione di Ferrara di pubblicare quelle foto sul Foglio nel senso che pur ritenendomi in linea di massima contrario a spettacolarizzare vicende brutali che possono essere bene anche descritte, nell'occasione ero invece favorevole avendo il giorno prima ascoltato le motivazioni per le quali Ferrara aveva preso quella decisione. In più ho voluto inviargli una e.mail con un "bravo". Non è questo ovviamente il tema ma intendevo sottolineare quanto possa essere a maggior ragione ridicola la presa di posizione di un lombardo quando l'ottimo giornalista ha sentito il dovere, visto la crudezza di quelle foto, di fare una dichiarazione televisiva preventiva per spiegare xchè ritenesse importante la pubblicazione. E poi, l'han detto altri, o si decide di vietare tutto o nulla, bene quel richiamo che qualcuno ha fatto a foto e filmati di orribili scene tratte da lager che da sempre ci sconvolgono. Giusto però xchè quelle bruttezze posson servire a non dimenticare. Chiudo dandoti tutto il mio appoggio, sono pronto a firmarti anche in bianco, seppure a mio parere basta un grande "IDIOTA". Ciao Dav |
19-05-2004, 14.52.11 | #29 | |
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Franco Abruzzo può ricorrere a tutte le norme che crede, ma nel momento in cui a precisa domanda, e di fronte a un'ampia platea televisiva risponde alla Mussolini con un:
"Lei col cognome che porta dovrebbe sapere bene che cosa sono le torture." la sua figura, e la sua carica assumono dei contorni grotteschi e vengono destituiti di qualsivoglia credibilità. Quota:
Ultima modifica di davlak : 19-05-2004 alle ore 15.00.36 |
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19-05-2004, 14.55.22 | #30 | |
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Ringrazio in anticipo. |
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