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29-01-2010, 17.46.17 | #1 |
WebMaster
Registrato: 18-09-2008
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iPad, tutto quello che gli manca
Sono passate solo poche ore da quando iPad è stato presentato allo Yerba Buena Center a San Francisco. Una cosa è parsa evidente ai più: questo gioiello della tecnologia non è sicuramente tecnicamente molto dotato. Infatti, nelle intenzioni di Apple, iPad dovrebbe conquistare, se non del tutto rivoluzionare il mercato dei netbook e fare tutto quello che fanno oggi i notebook da 10". Ma cosa si può fare con iPad? Secondo Apple può essere usato per navigare in Internet, controllare la propria casella di posta elettronica, ascoltare musica, leggere libri e, dulcis in fundo, giocare. Dispone di uno schermo multitouch da 9.7" (1024x768, 132 ppi) abbastanza luminoso per questi scopi e può vantare una durata delle batterie di circa 10 ore, decisamente molto più lunga di quella dei netbook in commercio, ma non in grado di competere con quella garantita dagli schermi e-ink di molti e-reader. Ricordiamo inoltre che il principale vantaggio degli LCD, ovvero i colori, è destinato ad assottigliarsi entro la fine del 2010 con l'uscita dei primi e-reader a colori. Il dispositivo funziona grazie a un system-on-a-chip (SoC) ARM da 1GHz (chiamato A4) progettato da Apple e realizzato grazie alle competenze dalla PA Semi acquisita tempo addietro. Il sistema operativo invece è lo stesso iPhone OS, aggiornato alla versione 3.2, che gira su iPhone: tale scelta è volta a garantire la compatibilità delle oltre 140mila applicazioni già presenti nell'App Store, ma taglia le gambe a ogni aspirazione per il Flash sulla piattaforma. Durante la demo di Jobs sul palco, infatti, l'icona del plugin mancante ha fatto capolino dallo schermo di iPad. Per quanto riguarda gli optional, iPad supporta Wi-Fi, Bluetooth, 3G opzionale (ed eventuale A-GPS), altoparlante, microfono, connettore 30 pin come quello degli iPod, entrata 3,5mm standard per le cuffie, accelerometro e bussola. Assenti invece fotocamera e USB. Apple ha però precisato che iPad rispetta tutti i suoi impegni ecologisti in fatto di ritardanti di fiamma, vetro privo di arsenico, niente mercurio e alta riciclabilità. I prezzi vanno da 499 dollari per la versione da 16 GB, 599 per quello da 32 e 699 per quello da 64 GB; per avere il 3G si dovranno sborsare, a partire da aprile, rispettivamente 629, 729 e 829 dollari. Quello che non si riesce ad individuare in iPad, però, è uno scopo preciso. Non funziona come telefono, la connessione 3G è presente (ci sono offerte interessanti per gli USA, per l'Europa occorrerà attendere la primavera) ma non serve a quello scopo. Non è un computer, sebbene Apple abbia presentato una nuova release di iWork sviluppata apposta per il suo tablet e un dock completo di tastiera (alternativa a quella touch sullo schermo): montando lo stesso sistema operativo di iPhone rimane "relegato" nella categoria degli smartphone, con tutti i pregi e le limitazioni che questo impone. Ci si può scordare il multitasking, ci si può dimenticare il Finder di Mac OSX: niente cartelle dentro cui archiviare documenti, iPad è una specie di via di mezzo tra iPhone e iPod Touch e dunque un device "chiuso". Per quel che riguarda il formato scelto per la vendita dei libri elettronici Apple, come di consueto, ha deciso di fare da sé e ha creato una nuova app per lo scopo, chiamata iBook Store. Ci si collega, in stile iTunes Store, si sceglie cosa leggere, si acquista e ce lo si ritrova sul proprio scaffale virtuale. Non è dato invece sapere cosa capiterà qualora si voglia prestare un libro a un amico, o se questi titoli siano interoperabili con altre piattaforme: supponiamo ad esempio che l'utente sia in possesso di una biblioteca in formato epub, regolarmente acquisita o proveniente dal pubblico dominio, che fine farà se decide di saltare a bordo di iPad? Mistero anche su quali e quanti libri saranno disponibili per iPad, e quali saranno i costi: mancano indicazioni precise sulle possibili fasce di prezzo per paperback e hardcover, e ovviamente bisognerà attendere il lancio localizzato nazione per nazione per conoscere quali editori avranno scelto di entrare nella scuderia Apple. Un discorso a parte meritano le applicazioni: Scott Forstall, salito sul palco, dimostra che tutto quello che c'è in circolazione su App Store al momento funziona benone su iPad, ma chi volesse può aggiornare il suo SDK e iniziare a sviluppare (o adattare) per il nuovo device: dunque, dopo aver iniziato a fare distinzione tra iPhone originale, iPhone 3G e iPod Touch originale, e infine i nuovi 3GS e Touch di seconda generazione, chi acquista un'applicazione dovrà iniziare a fare anche attenzione alla compatibilità del suo device con il software che intende acquistare. È questa una questione che fino a oggi Apple ha tentato di evitare e che invece si trovano quotidianamente ad affrontare gli utenti del mondo PC: al crescere e al complicarsi dell'ecosistema, crescono le variabili in gioco e quindi nascono dubbi sulla compatibilità e l'efficienza di una soluzione nel proprio caso particolare. La svolta più probabile, se a Cupertino decideranno di perseguire la consueta strada della semplificazione, sarà la riunificazione delle caratteristiche hardware e software dei vari dispositivi: ed è proprio qui che la faccenda iPad si fa interessante. iPad, infatti, va visto e decodificato alla stregua di quello che è stato il primo iPhone, il primo iPod, o persino il primo PowerBook: una piattaforma di sviluppo, un esempio di quello che verrà in futuro. Apple ha deciso di avvalersi delle competenze di PA Semi in un suo prodotto e nulla vieta di pensare che presto chip progettati a Cupertino trovino posto su un gran numero di altri prodotti con impresso il marchio della Mela. Non è un azzardo ipotizzare che presto debutterà un nuovo iPhone con nuovo hardware e probabilmente un form factor leggermente rivisto per adeguarsi allo stile Unibody. Così come è possibile tenere in considerazione l'idea che, presto o tardi, Apple TV potrebbe migrare dal suo surrogato di OSX a una sua versione di iPhone OS. La "morale" del discorso l'ha offerta lo stesso Jobs alla fine del keynote: "C'è spazio per un dispositivo come iPad?". Bella domanda. Di certo Apple sta lavorando per trovare un suo spazio più ampio sul mercato: puntando forse, come ha specificato lo stesso Jobs nel keynote, a trasformarsi sempre di più in una "mobile company", con tre o quattro schermi su cui concentrare i propri sforzi mediante due diverse categorie di prodotti - una equipaggiata con Mac OSX (essenzialmente MacBook), l'altra con iPhone OS (iPod Touch, iPhone, iPad e quello che verrà). Concludendo, iPad è un gadget elettronico che consente di giocare o di lavorare, nelle intenzioni di Apple, seduti in poltrona: se questa sarà davvero la prossima rivoluzione dell'elettronica di consumo, se davvero vedremo nascere l'era dell'elettronica da divano, è una questione che neppure Steve Jobs ha il potere di decidere. Il prezzo di iPad sarà invitante per molti, ma subirà una concorrenza all'ultimo sangue da parte di tutti i produttori di netbook: sarà "divertente", per gli addetti ai lavori, osservare a quale prodotto i consumatori garantiranno la propria preferenza. La sfida è tra interfaccia semplificata e flessibilità. Fonte |
29-01-2010, 18.08.59 | #2 |
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iNutile
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Luigi Salerni |
30-01-2010, 11.12.48 | #3 |
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Jobs, "iRotto i ...beep..."!
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Come si definisce un comunista? Beh, è qualcuno che legge Marx e Lenin. E come si definisce un anticomunista? È qualcuno che capisce Marx e Lenin. <Ronald Reagan> |
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