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16-12-2007, 16.51.31 | #1 |
Guest
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La morale kantiana
Secondo voi qul è l'eredità, se ancora esiste, di Kant nella nostra società? Vi è ancora tracia del suo pensiero nel nostro mondo? |
16-12-2007, 17.37.50 | #2 |
Junior Member
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Loc.: La parte soleggiata della terra
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Era una gran brava persona A tal proposito ho contribuito alla conoscenza di K in un sito a me molto caro: http://www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/Kant.htm
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16-12-2007, 17.41.36 | #3 |
WT Italian Team Leader
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Mat non è per non partecipare a topic seri ma, onestamente, so chi è Kant ma non lo conosco così bene da poter rispondere alle tue domande
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www.TyDany.it News! -> Il mio sito... la mia vita e le mie passioni... TyFoto.it -> TyDany Fotografia, fotografie sportive, ritratti, paesaggi... Tutto quello che è stato ora non è più... come un colpo di spugna che tutto cancella... |
16-12-2007, 17.56.34 | #4 |
Junior Member
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Loc.: La parte soleggiata della terra
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Credo che si possa procedere così. Ci sono temi di stretta attualità che si possono raffrontare al pensiero Kantiano, temi eterni come "Dio esiste o no?" oppure cos'è l'etica secondo Kant o l'anima..
Partire intendo da un concetto, discorso, precetto di K e confrontarlo con la nostra esperienza, nel nostro mondo. Il concetto Kantiano di etica mi sembra interessante e filosofico: "In particolar modo Kant introduce il concetto di imperativo categorico, ovvero un comportamento è da considerare morale in modo categorico "senza possibilità di smentita" quando è universalmente riconosciuto, giusto in ogni momento ed in ogni situazione umana. Questo comportamento diventa allora vincolante per la morale di tutti gli uomini, ed una sua mancata applicazione significherebbe azione immorale. L'idea è che l'uomo possa farsi guidare dalla ragione non solamente nel campo delle scienze ma anche nel campo della pratica morale dell'etica. In particolare l'imperativo categorico che deve guidare l'uomo come necessità volontaria non è una costrizione ma un aderire ad una legge razionale che l'uomo stesso ha formulato per mezzo della propria ragione. Da ciò si potrebbe partire, per esempio, senza pericoli di andare alla deriva. Per esempio quel "universalmente" significa che non "sarebbe" etico donare del cibo ai bisognosi SE una persona sulla terra non la pensa razionalmente in questo modo? |
16-12-2007, 18.01.58 | #6 |
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Bello!
Molto per "addetti ai lavori" o per chi ha una formazione umanistica. Qua Sbavi ci va a nozze Interessantissima la teoria dei giudizi In merito alle domande le mie conoscenze non mi permettono di sviluppare una discussione articolata su temi di questa natura, ho letto poco di suo e quel poco risale alla notte dei tempi, ma credo che un filosofo importante come lui non puo' non aver lasciato un segno nella società, anche contemporanea! |
16-12-2007, 18.05.49 | #7 |
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No ma ci rinuncio
Che poi, leggere di uno che dalla mattina alla sera stava li a pensare, pensare, pensare.. Bah! Io non riuscirei mai |
16-12-2007, 19.37.27 | #8 |
Poetic Soul
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La dominazione degli istinti primordiali, la razionalita' intesa come disciplina al fine della sopravvivenza umana, pluralismo per rafforzare le singole unita'..
Propositi insegnati in molte culture ma anche estremizzati in devianze ideologiche che sforano nelle aberrazioni dell'ignoranza, penso che il concetto di "morale" o "immorale" ha molteplici sfumature soggette all'interpretazione personali. Purtroppo tutto questo non e' appannaggio di quest'era che fagocita le menti estrapolandone l'essenza e modificandone il senso assemblando il tutto come arma da attacco-difesa per scopi poco affini al progresso del pensiero umano. Poi, ogni identita' ha il diritto di replica altrimenti non si va' da nessuna parte..
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Noi saremo sempre insieme.. due anime unite per sempre.. |
16-12-2007, 20.17.38 | #9 |
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Loc.: La parte soleggiata della terra
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Se non ci fosse stato Kant, mi chiedo, si sarebbe potuto scrivere:
Kaka, con la sua faccia da ragazzino innamorato del gioco, la sua correttezza, il suo essere inattaccabile sotto l'aspetto comportamentale, è il simbolo migliore possibile per questo sport, a volte così svilito da comportamenti assurdi, dentro e fuori dal campo. Credo di no...e voi? |
17-12-2007, 20.07.39 | #10 |
Le so' .. tutteee
Registrato: 27-11-2002
Loc.: Sorrento
Messaggi: 2.006
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Adoro la filosofia ma l'ho cominciata a studiare/capire/amare solo dopo la scuola quando non mi è stata imposta. Però però però a me piace la filosofia dei primordi, socratici presocratici e compagnia bella, quella moderna o quasi non mi tange ne la voglio conoscere
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Chiacchiere e tabaccher e legn, o Banc e Napule nunne 'mpegn |
18-12-2007, 10.54.43 | #11 | |
Junior Member
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'gnurant |
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18-12-2007, 12.15.29 | #12 |
Guest
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Alcuni ritengono che il pensiero Kantiano abbia contribuito in modo significativo alla redazione della Dichiarazione dei diritti dell'Uomo. Lo spartiacque di cui parlavo nel primo post è il ribaltamento del pensiero filosofico su l'Uomo: non più elemento informe che si perde nella storia e nei fini di una categoria più grande, l'umanità, ma individualità esistenziale elementare da considerare come fine in sé.
Dall'imperativo categorico di Kant, derivano il riconoscimento della dignità della persona, quali che siano gli uomini e i loro campi di attività. Questo riconoscimento dell'"altro" come fine in sé, il riconoscimento del "prossimo tuo" pari in dignità a sé stessi di evengalica memoria, nel campo della filosofia apre la porta al diritto internazionale inteso come convivenza dei popoli in pace e nella ricerca positiva del compimento dei fini dell'uomo. Un concetto rivoluzionario per il '700. Sono le basi del principio di reciprocità che Kant pone nel XVIII secolo: «Agisci in modo da trattare l'umanità altrettanto bene nella tua persona che nella persona del tuo prossimo, sempre come un fine, e mai semplicemente come un mezzo » (da "La metafisica dei costumi") Non c'è ONU senza Kant. Non c'è nazismo e shoah senza il rinnegamento, o la deformazione, di Kant. E per altro da questo punto di vista è interessentissima la posizione di difesa che assunse Eichmann durante il suo processo in Israele, con un chiaro riferimento alla morale Kantiana (cf: Hannah Arendt, "La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme", Milano: Feltrinelli, 1964) |
18-12-2007, 13.00.24 | #13 |
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Azz! Mi rendo conto di avere lo stesso grado di istruzione di una salamella!
Da ignorante, a vedere l'odierno sfascio totale dell'umanità direi che del buon Kant, oggi, non è rimasta una beneamata cippa di niente Anche vero che le regole di vita dovrebbero tracciarle metalmeccanici e agricoltori, mica banali pensatori Ho avuto modo di constatare che gli uomini Giusti sono spesso quelli con le mani nere e spaccate dal lavoro. Io preferisco ascoltare i racconti del padre di un amico (sig. Asero) piuttosto che leggere Kant. |
18-12-2007, 14.00.52 | #14 | |
Guest
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Francamente, al liceo, di filosofia ero una schiappa, e mi considero tale tutt'oggi. Giocavo di nascosto a "poker dadi" sotto il banco col mio amico dell'epoca. Vincevo un paio di foccace a settimana col poker, ma prendevo 4 fisso ad ogni interrogazione di filosofia. D'altra parte non so cosa mia sia preso di aprire questo thread. Eppure certe letture sono interessantissime, e tutto sommato di facile approcio (molto più di quanto si potrebbe immaginare). Forse ho solo avuto un pessimo prof. Anzi, toglierei il forse: sapeva rendere incredibilmente noiose anche le cose più appassionanti. |
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27-12-2007, 21.30.47 | #15 |
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E se si sostituisse "kant" con "illuminismo"?
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