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#2536 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Propaganda preventiva da Silvio Dabliù Berlush
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#2537 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Propaganda preventiva da Silvio Dabliù Berlush
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Ciao ![]()
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Non potrei mai essere ateo, neppure se Dio esistesse. |
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#2538 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Propaganda preventiva da Silvio Dabliù Berlush
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![]() 3. Martedì 15 la maggioranza del centro-sinistra ha fatto benissimo a dare l’okay a un intervento umanitario in Irak. Anche noi nel nostro piccolo gliel’avevamo suggerito. Ma avrebbe dovuto limitarsi a presentare il proprio documento, che pronunciava un limpido sì e fissava condizioni ragionevolissime. L’errore, un errore grave, è stato astenersi con tanta solennità sulla risoluzione della Casa della libertà. Questa sarebbe stata approvata in ogni caso; darle un non richiesto avallo, dopo che per settimane si era giustamente inveito contro la belligeranza occulta di Berlusconi, serviva soltanto a disorientare una parte dell’elettorato ulivista. Eppure un buontempone reduce da numerose sconfitte ha creduto di dover salutare il ritorno alla politica con la P maiuscola. |
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#2539 |
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Fassino l'ha sparata davvero così grossa?
chi ne sa di più? http://www.wittgenstein.it/cr/fassinate.html |
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#2540 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Propaganda preventiva da Silvio Dabliù Berlush
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All'opposizione spettava criticare questo brancaleonesco intervento come ho fatto io, richiedendo che il tutto avvenisse nel contesto dell'Europa. Non pagliacciare come ha fatto.
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#2541 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Propaganda preventiva da Silvio Dabliù Berlush
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Il Bush non vuole fare la fine di suo padre che ha vinto la guerra e perso le elezioni. Lui le elezioni le vuole rivincere e deve ora occuparsi del fronte interno mantenendo alcune delle promesse fatte e ancora in sospeso. Dopo il mare di miliardi spesi per questa guerra non può impegnare altri fondi per fare quello che ogni forza di occupazione è tenuta a fare, mantenre l'ordine legale nei territori conquistati. No lo ha fatto fin'ora e non intende farlo. Adeso deve trovare la maniere di diminuire le tasse. ed in particolare l'imposta sui capitali. E già difficle farlo con quel che è costata la guerra, figuriamoci se può permettersi di affrontare altri costi. Per cui cosa fanno i suoi consiglieri, che saranno ttutto ma scemi non sono? Risolvono di rivolgersi a quei megalomani degli italiani che pur di sentirsi importanti sono disposti a paragli il soprasella (finissimo, mi piacia, mi piache tanto che lo ripeto - il soprasella)e ci vanno loro, e a loro spese. A spese degli italiani, perchè anche se il presidente del consiglio ha detto che la spesa non sarà coperta da nuove tasse ma il grano verrà prelevato da fondi disponibili vuol dire che questi fondi non ci saranno più per ciò cui erano destinati. Non pagheremo di certo una tassa Iraq, ma certamente pagheremo qualcos'altro. Quello che doveva essere fatto con i fondi che non ci sdaranno più. Ma non importa, ci defecheremo (ma come sono fine stasera) addosso dalla gioia quando Bush darà il contentino al presidente del consiglio definendolo "il mio amico silvio" (chissà però se l'amico silvio si è mai chiesto cosa ne pensa veramente di lui il Bush?)
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#2542 |
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(ANSA) - ROMA, 17 APR - ''L'Italia e' entrata in guerra e non
lo sa. E il presidente del Consiglio si e' convinto di essere Cavour. Silvio Berlusconi conte di Macherio''. Ad affermarlo, in una intervista alla STAMPA, e' l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. ''Cavour - dice polemicamente Cossiga - riusci' la' dove ha fallito Mussolini. Ora ci riprova Berlusconi marchese di Arcore. Mandando tremila uomini nella nuova Crimea, l'Iraq''. L'ex presidente della Repubblica, definisce il dibattito in Parlamento ''una cosa surreale''. ''L'Italia - spiega -, dopo essersi rifiutata di intervenire al fianco degli angloamericani, invia soldati per sfamare gli iracheni. Ora, in Iraq ci sono 250 mila uomini, che hanno vinto una guerra in due settimane. E noi pensiamo ci sia bisogno dei carabinieri per proteggere quattro pacchi di pasta e due scatole di pomodori pelati, ovviamente napoletani?''. ''Un paese che viene dopo l'Irlanda per produzione industriale procapite, che e' precipitato al 15/o posto tra le potenze economiche, che dopo la Grecia ha le forze armate piu' deboli dell'intera Europa occidentale - prosegue Cossiga - interviene per far fronte a esigenze alimentari che ne' l'America, ne' la Gran Bretagna, ne' le Nazioni Unite sono in grado di soddisfare? Con l'intenzione dichiarata di ricostruire l'Iraq, strade, aeroporti, ferrovie? Di fronteggiare armi chimiche e batteriologiche che non ci sono?''. ''In questa crisi - conclude Cossiga - il premier si e' mosso con accortezza, combinando il pacifismo e l'antiamericanismo degli italiani, in particolare del mondo cattolico, con i consueti atti di furberia. E' bene pero' ricordargli che a Ginevra, citta' della Svizzera francese, sono state siglate convenzioni che si applicano a tutti i conflitti tra e dentro gli Stati. In base a tali convenzioni, da ieri l'Italia e' potenza belligerante, e, nel momento in cui il primo soldato italiano mettera' piede in Iraq, diventera' potenza occupante. I nostri militari, che saranno sicuramente all'altezza dei loro colleghi, non vanno a proteggere le scatole di pomodori pelati; vanno a dare manforte a un esercito di occupazione. Dovranno fronteggiare la resistenza irachena. Il terrorismo. I contrasti interni tra gli sciiti, tra sciiti e sunniti, tra iracheni e curdi, tra curdi e turchi, quindi tra alleati e turchi. Senza che nessuno se ne sia accorto, da paese prima neutrale, poi non belligerante, l'Italia e' diventata belligerante, e diventera' occupante. Violando la Costituzione. E con tutti i problemi che ne conseguono''. (ANSA).
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#2543 |
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CAVOLO!!! Non l'avrei mai detto! ora piano piano mi leggo tutto ciò che mi sono perso...
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#2544 | |
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tu sei il creatore, grazie, grazie, grazie ![]() ti divertirai molto a leggerlo tutto ![]() |
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#2545 | |
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Perciò le sue affermazioni non vengono prese in alcuna considerazione, quasi da nessuno... ![]() Ciao |
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#2546 |
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"Alle celebrazioni del 25 aprile non ci sarò"
Un 25 aprile da tutti contro tutti
E' sempre alta la tensione tra i Poli, divisi sul significato storico della Liberazione. Berlusconi: "Non ci sarò". Botta e risposta tra Bondi e l'Unità. Romano La Russa (An) attacca: "Abolire la festa". ROMA - "Alle celebrazioni del 25 aprile non ci sarò" . Berlusconi annuncia che non parteciperà alle cerimonie per la festa della Liberazione. Ma spiega subito che non lo fa per motivi politici, o magari perché intende sottolineare con la propria assenza le posizioni del suo portavoce Bondi sulla festa della Liberazione. No. Le sue sono ragioni prettamente personali: "Mi sono preso una settimana di stop. - spiega - Anche per finire di curarmi la mano sinistra che mi sono infortunato a S. Giuliano, procurandomi uno strappo ai tendini che ancora mi crea problemi". Il premier comunque non rinuncia a polemizzare con la sinistra anche sul nuovo argomento di rissa politica. Le imputa infatti di aver accusato la Casa delle libertà di revisionismo e di voler equiparare i liberatori agli oppressori fascisti. E per questo si mostra pronto a replicare duramente. "La sinistra italiana ha troppe cose da farsi perdonare, - dice - e ora cerca di trovare argomenti come la Resistenza per cercare di metter in un angolo il fatto che ha perso la fiducia degli italiani". Poi rincara la dose, alludendo alla simpatia per la sinistra per molti regimi totalitari comunisti. "Anche adesso - aggiunge il Premier - difende le dittature, come quella di Fidel Castro. E questo non si può consentire". Al capo del governo si occupa di replicare Francesco Rutelli. Con toni apparentemente concilianti, ma in realtà molto critici. ''Il 25 aprile è una data solenne che appartiene a tutto il paese, anche al centro-destra, che dovrebbe rivendicare questa ricorrenza. - esordisce infatti il leader della Margherita. Ma poi aggiunge maliziosamente: ''Evidentemente Berlusconi si deve essere infortunato la mano sinistra''. Anche se chiosa che “vorrebbe vedere il centro-destra partecipare sobriamente a questa festa consapevole che si tratta di un patrimonio nazionale''. Il tutto si inserisce nell'ennesima giornata di polemiche su resistenza, liberazione e antifascismo. Polemiche che stanno montando a mano a mano che si avvicina il 25 aprile. Ieri la Quercia aveva chiesto come e dove il premier avrebbe commemorato quest’anno la ricorrenza. E l’accusa malcelata era che Silvio Berlusconi tenderebbe a snobbare un tale anniversario. Oggi lo scontro verbale si fa ancora più aspro. Anche se per la verità qualcuno cerca eroicamente di sedare gli animi. La battaglia dialettica esplode innanzitutto fra il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi e l’Unità. Proprio la testata che il capo del governo cita come esempio lampante di costante aggressione verbale della sinistra nei suoi confronti. Dopo che ieri Bondi aveva voluto precisare che in alcuni casi gli eccidi dei tedeschi furono in qualche misura provocati da irresponsabili strategie di lotta dei partigiani, oggi il giornale fondato da Antonio Gramsci spara a tutta pagina un titolo di prima secco e urlato: “Vogliono abolire il 25 aprile”. Per poi aggiungere che secondo Bondi “l’eccidio di Marzabotto sarebbe stato colpa dei partigiani”. Un’interpretazione quantomeno forzata. Che infatti suscita subito la replica indignata del deputato azzuro. ''Secondo l'Unità - tuona Bondi - avrei insultato la resistenza e i caduti di Marzabotto. Non cambiano proprio mai. Usano lo stesso linguaggio violento e intimidatorio di sempre verso chi la pensa diversamente da loro. Mai una volta che si dimostrino capaci di discutere seriamente e correttamente le tesi degli avversari senza attribuire loro pensieri mai avuti e frasi non dette”. Insomma, il portavoce di Berlusconi contesta le tesi che gli vengono ascritte. “Lo ripeto: il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani che ricordano la liberazione dal fascismo e dagli occupanti nazisti. - afferma deciso - Ma questo non può impedirmi di ricordare, sulla base dei risultati più recenti degli studi storici, che le dolorose conseguenze per i civili furono anche l'effetto della strategia seguita dai comunisti durante la guerra di liberazione, i quali sostenevano che la rappresaglia era un mezzo per suscitare maggiore spirito di rivolta antinazista e antifascista, e quindi si giustificava''. Argomentazioni che inevitabilmente rinfocolano le polemiche con i Ds. Tanto è vero che Pierluigi Bersani censura subito la sortita. “E' insopportabile - dice l’ex ministro della Quercia - che il centrodestra voglia snaturare la ricorrenza del 25 aprile. Si può e si deve dire di tutto delle uccisioni del dopoguerra, delle foibe e dei ragazzi di Salò, ma il 25 aprile deve restare il 25 aprile. Non può essere ridotto ad una data neutra e deve rimanere la festa di tutti gli italiani, in quanto festa della liberazione dal nazifascismo e data di riferimento per la costruzione della Repubblica''. Nel frattempo anche Fausto Bertinotti interviene nel dibattito tutt’altro che pacato. ''Forza Italia contrabbanda scampoli di cultura fascista senza poter essere accusata di esserlo. - dichiara il segretario di Rifondazione comunista - E' scandaloso che ciò che veniva detto del tutto marginalmente solo dai fascisti, oggi venga detto dal ceto politico dirigente del Paese. E' il tentativo di demolire la Repubblica e sostituire la Costituzione, che non a caso Berlusconi ha definito bolscevica, con il mercato. E di mettere al posto della Resistenza l'alleanza di guerra anglo-americana''. ''I sindaci del centrodestra mettano giù le mani dal 25 aprile e dal tentativo di riscrivere la storia. - avverte invece il verde Paolo Cento - Se insisteranno nello strumentalizzare troveranno nelle piazze una vera e propria bordata di fischi a ricordargli che i partigiani che combatterono per la libertà di tutti non sono un ricordo scomodo da cancellare ma un esempio di impegno civico e politico da trasmettere alle nuove generazioni''. Sul fronte opposto sopraggiunge intanto una proposta che rischia di fomentare nuove risse verbali. Viene da Romano La Russa, presidente del gruppo consiliare di An in Regione Lombardia, nonché fratello del capogruppo dello stesso partito a Montecitorio. “Troviamo insieme - dice La Russa, inserendosi nella polemica attorno alla Festa della Liberazione - un'altra data in cui festeggiare per davvero la pacificazione nazionale, mettendo da parte una volta per tutte odi e divisioni che non hanno motivo di esistere tra italiani. I caduti devono essere ricordati tutti, di qualunque parte, siano essi quelli della Repubblica sociale, della Resistenza, o dell'esercito angloamericano”. Un’idea la sua che fa un po’ il paio con quella del capogruppo della Lega al Senato. ''Di feste ne abbiamo già abbastanza. - dice infatti Francesco Moro - Quella del 25 aprile è una giornata che, com'è evidente a tutti, crea ancora troppe divisioni e polemiche, per questo motivo io francamente l'abolirei...''. Idea che trova solo in parziale disaccordo un altro esponente del Carroccio, Roberto Calderoni. ''Il 25 aprile io non lo abolirei ma lo trasformerei in una festa contro tutti i regimi ancora presenti nel mondo - propone il vicepresidente del Senato - una giornata di riflessione che vada oltre la storia di casa nostra''. Ma dissociarsi dalle riletture e dai revisionismi arriva Giorgio La Malfa, esponente del centrodestra ma repubblicano e quindi di antica tradizione mazziniana e azionista. “Negare il significato del 25 aprile sarebbe gravissimo. - dice il leader del Pri - Perché è la celebrazione della Resistenza e della liberazione italiana. Non è il caso di modificarne il significato in nessuno modo, la storia italiana è quella che è. Ci vuole saggezza''. E così mentre lo scontro dialettico infuria, a tentare di calmare gli animi ci provano quantomeno Marcello Pera, Maurizio Gasparri e Roberto Castelli. La presidenza del Senato dirama infatti una nota in cui si invitano componenti politiche e cittadini, "a celebrare tutti insieme la festa della libertà". Mentre il ministro delle Comunicazioni esorta alla conciliazione. “Credo - dichiara - che si debba ricordare il 25 aprile come il passaggio dell'Italia alla democrazia. Con uno spirito che lasci da parte polemiche e scontri per ricordare che la democrazia è una grande conquista che va difesa ogni giorno''. ''Il 25 aprile, per me, è la data dell'inizio della democrazia in Italia. - dichiara intanto il Guardasiglli Castelli - Ricordo che se oggi viviamo nel mondo in cui viviamo, se è possibile a tutti noi esprimere le nostre idee, se è possibile agli stessi pacifisti scendere in piazza questo lo dobbiamo ai nostri padri che hanno combattuto una guerra di Liberazione. 23 APRILE 2003, ORE 13:30, ultimo aggiornamento ore 20:40) http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0...177166,00.html
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#2548 | |
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Re: "Alle celebrazioni del 25 aprile non ci sarò"
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Certo che al presidente del consiglio ed ai suoi sostenitori deve essere un pò difficile celebrare la caduta del fascismo.
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#2549 |
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Ecco cosa ne pensa chi la resistenza l'ha fatta
Il convertito alle libertà, dopo un passato da sindaco comunista, Sandro Bondi di FI ha scatenato un vespaio di polemiche...
con le sue dichiarazioni sul 25 aprile... Berlusconi, stanco a causa dell'impegno bellico italiano si riposerà...e non vi parteciperà... e ai partigiani questa cosa fa un po'... arrabbiare... ![]() 25 Aprile 2003 Silvio Berlusconi dovrebbe andare a Marzabotto il 25 Aprile? E perché mai? Se lo è chiesto il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi, il quale, pur riconoscendo "la furia devastatrice dei nazisti", è arrivato ad accusare "i partigiani rossi di aver radicalizzato lo scontro con i nazisti in ritirata facendo pagare alle popolazioni civili un prezzo troppo alto". Per Bondi, insomma, le 1830 vittime civili delle SS e dei nazifascisti nell'Appennino bolognese sono ascrivibili alla “radicalizzazione” imposta dai “partigiani rossi” contro i nazisti. Per il sindaco di Marzabotto Andrea De Maria le argomentazioni di Bondi sono "inaccettabili", "sbagliate" e "antistoriche". Sostenere "responsabilità partigiane" per la scelta dei partigiani di opporsi a nazisti e fascisti è "un'argomentazione di estrema gravità, a suo tempo usata solo dall' estrema destra. Punta ad affermare che invece di ribellarsi a una dittatura, i partigiani avrebbero fatto meglio a non prendere le armi per combattere il nazifascismo". Quanto a lui, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha definito "assolutamente apprezzabile" l'iniziativa del presidente della Repubblica Ciampi per il 25 aprile, ma ha precisato che lui non ci sarà. "Non ci sarò - ha aggiunto parlando con i giornalisti - perché mi sono preso una settimana di stop anche per finire di curarmi la mano sinistra che mi sono infortunato a S. Giuliano, procurandomi uno strappo ai tendini che ancora mi crea problemi". http://www.anpi.it/250403/bondi.htm www.anpi.it
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#2550 |
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Anche per Lei, Presidente del Consiglio
Lettera aperta al Presidente del Consiglio
di Piero Fassino ![]() Signor Presidente del Consiglio, le parole con cui Ella ha voluto esprimere i suoi giudizi sulla Resistenza e sul ruolo che in essa vi ha svolto la sinistra hanno suscitato in me - e Le assicuro non solo in me - sconcerto e indignazione. Sì, perché quelle parole sono frutto al tempo stesso di ignoranza e di arroganza. L’ignoranza di chi parla di cose che non conosce; l’arroganza di chi crede che ad un presidente del consiglio tutto sia consentito. E, invece, chi ha la responsabilità di guidare una nazione ha il dovere di conoscerne la storia e di rispettarla. Lei non può ignorare - anzi non “dovrebbe” ignorare - che quella Repubblica di cui Ella oggi guida il Governo affonda le sue radici nella lotta antifascista, quando uomini e donne di credo politico diverso, di ogni appartenenza sociale, di sensibilità culturali differenti, si unirono nel comune impegno di liberare l’Italia dal fascismo e dalla guerra catastrofica a cui la dittatura l’aveva condotta.Tra quegli uomini e quelle donne molti erano di sinistra - comunisti, socialisti, azionisti, repubblicani - che fecero fino in fondo la loro parte di combattenti per la libertà. Mi auguro che Lei non ignori che in calce a quella Costituzione della Repubblica - sì, quella che Lei ha sbrigativamente definito “sovietica” - accanto alle firme di un convinto liberale come Enrico De Nicola e di un cattolico come Alcide De Gasperi c'è la firma di Umberto Terracini. E non voglio davvero credere che Lei non conosca nomi come Antonio Gramsci, Giacomo Matteotti, i fratelli Rosselli, Piero Gobetti, Bruno Buozzi, Leone Ginzburg uomini di sinistra che insieme a tantissimi altri pagarono con la vita il loro coraggio antifascista. O nomi come Sandro Pertini, Giuseppe Saragat, Pietro Nenni, Palmiro Togliatti, Giancarlo Paietta, Camilla Ravera, Giorgio Amendola, Carlo Levi, Emilio Lussu, Ernesto Rossi, Pietro Calamandrei, uomini di sinistra che pagarono con l’esilio, il confino, il carcere duro la loro tenace volontà di non piegarsi. Forse, non è inutile ricordarLe che nei giorni di aprile di cinquantotto anni fa Milano - la sua città - prima che arrivassero le truppe alleate fu liberata dai partigiani di Cino Moscatelli, Corrado Bonfantini e Tino Casali. E Milano liberata vide sfilare alla testa dei partigiani, fianco a fianco, cattolici come Enrico Mattei insieme a uomini di sinistra come Riccardo Lombardi, Ferruccio Parri e Luigi Longo. Le potrei ricordare che nell’aprile del ‘44 a Torino caddero sotto lo stesso piombo fascista, gridando insieme «viva l'Italia libera», il monarchico generale Perotti, il socialista Erik Giachino e il comunista Eusebio Giambone. Le potrei ricordare che combattendo a Megolo, nell’alto Piemonte, morirono insieme il cattolico Antonio Di Dio, il raffinato borghese Filippo Maria Beltrami e Gaspare Paietta. Le potrei ancora ricordare come a Genova i tedeschi del generale Meinhold si siano arresi ai partigiani del cattolico Paolo Emilio Taviani e dell'operaio comunista Remo Scappini. Potrei continuare con mille altri esempi - dalle giornate di Napoli al sacrificio dei fratelli Cervi - di quanto la sinistra abbia contribuito a quel moto nazionale di liberazione democratica che non a caso fu chiamato “Secondo Risorgimento”, riscattando così l’onore dell’Italia infangato dal fascismo e dalle sue avventure di aggressione. Boves, Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, le Fosse Ardeatine, il Portico d’Ottavia, la Risiera di San Saba, il Lager di Fossoli sono lì a testimoniare il pesante contributo di dolore e sofferenza con cui questo nostro Paese ha riconquistato la sua libertà. Una storia che appartiene all’Italia e agli italiani. Una storia che Lei non solo dovrebbe avere la sensibilità di conoscere, ma soprattutto di rispettare. Perché lì c’è l’identità democratica e civile dell’Italia di oggi. E dunque, Presidente, in questo 25 aprile renda onore a chi per la libertà ha pagato con la vita, a chi per la libertà si è battuto, a chi la libertà ha conquistato per ciascuno di noi. Anche per Lei. http://www.unita.it/index.asp?topic_...topic_id=25255
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