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Vecchio 03-04-2004, 11.08.36   #106
Giorgio Drudi
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Io non posso criticarla e tu puoi elogiarla.

C'è qualcosa che non va e non sono io.
Criticala quanto ti pare e io l'elogio.

E non cominciare con gli argomenti personali.
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Vecchio 03-04-2004, 11.12.14   #107
Paco
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Non l'ho letto e non parlo del libro, la elogio per la sua vita, ha 62 anni, e ha dimostrato di essere una persona autentica e degna di rispetto.
Maria Giovanna Maglie ha detto:" Chi scrive questo genere di cose dimostra coraggio, vìola il tabù del politicamente corretto, e si espone, come anche l'Andrè Glucksmann di "Occidente contro Occidente", che hanno una visione diversa. Io poi la condivido interamente"
Siamo in un topic e quando leggo:

Non è uscito ancora il libro o è uscito oggi non so, ma prima ancora di averlo letto si sparano giudizi , pettegolezzi e tutta l'immondizia che si può.

Sarebbe bello sapere a chi ti stai riferendo.
Paco non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03-04-2004, 11.13.28   #108
davlak
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io della Fallaci ho letto solo "un uomo": uno dei libri + belli ed emozionanti che abbia mai letto... che altri libri consigliate?
I primi 2 non li ho letti e nemmeno Quel giorno sulla luna.
Gli altri te li consiglio tutti

http://www.parentesigrafiche.it/fallaci.php

http://biografieonline.it/biografia....iana%20Fallaci
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Vecchio 03-04-2004, 11.18.23   #109
davlak
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Paco il giudizio su uno scrittore non si poggia su un solo libro.
E se fai una ricerca in rete, o ti guardi quanche TG ne trovi già parecchie di sentenze e pettegolezzi.

Io ricordo, quando andavo all'università, la sua lettera a Pasolini, dopo la sua morte: una delle poche se non l'unica voce autentica e spoglia di ipocrisie di circostanza.

Lettera a Pier Paolo
di Oriana Fallaci

[...] Diventammo subito amici, noi amici impossibili. Cioè io donna normale e tu uomo anormale, almeno secondo i canoni ipocriti della cosiddetta civiltà, io innamorata della vita e tu innamorato della morte. Io così dura e tu così dolce.
V’era una dolcezza femminea in te, una gentilezza femminea. Anche la tua voce del resto aveva un che di femmineo, e ciò era strano perché i tuoi lineamenti erano i lineamenti di un uomo: secchi, feroci.
Sì esisteva una nascosta ferocia sui tuoi zigomi forti, sul tuo naso da pugile, sulle tue labbra sottili, una crudeltà clandestina. Ed essa si trasmetteva al tuo corpo piccolo e magro, alla tua andatura maschia, scattante, da belva che salta addosso e morde. Però quando parlavi o sorridevi o muovevi le mani diventavi gentile come una donna, soave come una donna.
Ed io mi sentivo quasi imbarazzata a provare quel misterioso trasporto per te. Pensavo: in fondo è lo stesso che sentirsi attratta da una donna.
Come due donne, non un uomo e una donna, andavamo a comprare pantaloni per Ninetto, giubbotti per Ninetto, e tu parlavi di lui quasi fosse stato tuo figlio: partorito dal tuo ventre, e non seminato dal tuo seme. Quasi tu fossi geloso della maternità che rimproveravi a tua madre, a noi donne. Per Ninetto, in un negozio del Village, ti invaghisti di una camicia che era la copia esatta delle camicie in uso a Sing Sing. Sul taschino sinistro era scritto: "Prigione di Stato. Galeotto numero 3678". La provasti ripetendo: «Deliziosa, gli piacerà».
Poi uscimmo e per strada v’era un corteo a favore della guerra in Vietnam, ricordi? Tipi di mezza età alzavan cartelli su cui era scritto: "Bombardate Hanoi" e ci restasti male. Da una settimana ti affannavi a spiegarmi che il vero momento rivoluzionario non era in Cina né in Russia ma in America.
«Vai a Mosca, vai a Praga, vai a Budapest e avverti che lì la rivoluzione è fallita: il socialismo ha messo al potere una classe di dirigenti e l’operaio non è padrone del proprio destino. Vai in Francia, in Italia, e ti accorgi che il comunista europeo è un uomo vuoto. Vieni in America e scopri la sinistra più bella che un marxista come me possa scoprire. I rivoluzionari di qui fanno venire in mente i primi cristiani, v’è in essi la stessa assolutezza di Cristo. M’è venuta un’idea: trasferire in America il mio film su San Paolo».
Della cultura americana assolvevi quasi tutto, ma quanto soffristi la sera in cui due studen-tesse americane ti chiesero chi fosse il tuo poeta preferito, tu rispondesti naturalmente Rimbaud, e le due ignoravano chi fosse Rimbaud. Per questo lasciasti New York così insoddisfatto? [...]
Dicono che tu fossi capace d’essere allegro, chiassoso, e che per questo ti piacesse la compagnia della gioventù: giocare a calcio, ad esempio, coi ragazzi delle borgate. Ma io non ti ho mai visto così.
La malinconia te la portavi addosso come un profumo e la tragedia era l’unica situa-zione umana che tu capissi veramente. Se una persona non era infelice, non ti interessava. Ricordo con quale affetto, un giorno, ti chinasti su me e mi stringesti un polso e mormorasti: «Anche tu, quanto a disperazione, non scherzi!» Forse per questo il destino ci fece incontrare di nuovo, anni dopo. Fu a Rio de Janeiro, dov’eri venuto con Maria Callas: in vacanza. [...]
Nessun prete mi ha mai parlato, come te, di Gesù Cristo e di San Francesco. Una volta mi hai parlato anche di Sant’Agostino, del peccato e della salvezza come li vedeva Sant’Agostino.
È stato quando mi hai recitato a me-moria il paragrafo in cui Sant’Agostino racconta di sua madre che si ubriaca. Ed ho compreso in quell’occasione che cercavi il peccato per cercar la salvezza, certo che la salvezza può venire solo dal peccato, e tanto più profondo è il peccato tanto più liberatrice è la salvezza.
Però ciò che mi dicesti su Gesù Cristo e su San Francesco, mentre Maria sonnecchiava dinanzi al mare di Copacabana, mi è rimasto come una cicatrice. Perché era un inno all’amore cantato da un uomo che non crede alla vita. Non a caso l’ho usato nel mio libro che non hai voluto leggere. L’ho messo in bocca al bambino quando interviene al processo contro la sua mamma: «Non è vero che non credi all’amore, mamma. Ci credi tanto da straziarti perché ne vedi così poco, e perché quello che vedi non è mai perfetto. Tu sei fatta d’amore. Ma è sufficiente credere all’amore se non si crede alla vita?»
Anche tu eri fatto d’amore. La tua virtù più spontanea era la generosità. Non sapevi mai dire no. Regalavi a piene mani a chiunque chiedesse: sia che si trattasse di soldi, sia che si trattasse di lavoro, sia che si trattasse di amicizia. A Panagulis, per esempio, regalasti la prefazione ai suoi due libri di poesie. E, verso per verso, col testo greco accanto, volesti controllare perfino se fossero tradotte bene.
Ci ritrovammo per questo, rammenti. Riprendemmo a vederci quando lui fu scarcerato e venne in esilio in Italia. Andavamo spesso a cena, tutti e tre. E mangiare con te era sempre una festa, perché a mangiare con te non ci si annoiava mai. Una sera, in quel ristorante che ti piaceva per le mozzarelle, venne anche Ninetto. Ti chiamava "babbo". E tu lo trattavi proprio come un babbo tratta suo figlio, partorito dal suo ventre e non dal suo seme.
Lasciarti dopo cena, invece, era uno strazio. Perché sapevamo dove andavi, ogni volta. E, ogni volta, era come vederti correre a un appuntamento con la morte. Ogni volta io avrei voluto agguantarti per il giubbotto, trattenerti, implorarti, ripeterti ciò che ti avevo detto a New York: «Ti farai tagliare la gola, Pier Paolo!». Avrei voluto gridarti che non ne avevi il diritto perché la tua vita non apparteneva a te e basta, alla tua sete di salvezza e basta. Apparteneva a tutti noi. E noi ne avevamo bisogno. Non esisteva nessun altro in Italia capace di svelare la verità come la svelavi tu, capace di farci pensare come ci facevi pensare tu, di educarci alla coscienza civile come ci educavi tu. E ti odiavo quando ti allontanavi su quella automobile con cui i tre teppisti t’avrebbero schiacciato il cuore. Ti maledicevo. Ma poi l’odio si spingeva in un’ammirazione pazza, ed esclamavo: «Che uomo coraggioso!» Non parlo del tuo coraggio morale, ora, cioè di quello che ti faceva scrivere in cambio di contumelie, incomprensioni, offese, vendette. Parlo del tuo coraggio fisico. Bisognava avere un gran fegato per frequentare la melma che frequentavi tu, di notte. Il fegato dei cristiani che insultati e sbeffeggiati entrano nel Colosseo per farsi sbranare dai leoni.
Ventiquattr’ore prima che ti sbranassero, venni a Roma con Panagulis. Ci venni decisa a vederti, risponderti a voce su ciò che mi avevi scritto. Era un venerdì. E Panagulis ti telefonò da casa mia, alla terza cifra si inseriva una voce che scandiva: «Attenzione. A causa del sabotaggio avvenuto nei giorni scorsi alla centrale dell’Eur il servizio dei numeri che incominciano col 59 è temporaneamente sospeso». L’indomani accadde lo stesso. Ci dispiacque perché credevamo di venire a cena con te, sabato sera, ma ci consolammo pensando che saremmo riusciti a vederti domenica mattina.
Per domenica avevamo dato appuntamento a Giancarlo Pajetta e Miriam Mafai in piazza Navona: prendiamo un aperitivo e poi andiamo a mangiare. Così verso le dieci ti telefonammo di nuovo. Ma, di nuovo, si inserì quella voce che scandiva: attenzione, a causa del sabotaggio il numero non funziona...
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Vecchio 03-04-2004, 11.19.09   #110
davlak
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E a piazza Navona andammo senza di te. Era una bella giornata, una giornata piena di sole. Seduti al bar ‘Tre Scalini’ ci mettemmo a parlare di Franco che non muore mai, ed io pensavo: mi sarebbe piaciuto sentir Pier Paolo parlare di Franco che non muore mai. Poi si avvicinò un ragazzo che vendeva l’Unità e disse a Pajetta: «Hanno ammazzato Pasolini».
Lo disse sorridendo, quasi annunciasse la sconfitta di una squadra di calcio. Pajetta non capì. O non volle capire? Alzò una fronte aggrottata, brontolò: «Chi? Hanno ammazzato chi?» E il ragazzo: «Pasolini». E io, assurdamente: «Pasolini chi?» E il ragazzo: «Come chi? Come Pasolini chi? Pasolini Pier Paolo». E Panagulis disse: «Non è vero». E Miriam Mafai disse: «È uno scherzo». Però allo stesso tempo si alzò e corse a telefonare per chiedere se fosse uno scherzo. Tornò quasi subito col viso pallido. «È vero. L’hanno ammazzato davvero».
In mezzo alla piazza un giullare coi pantaloni verdi suonava un piffero lungo. Suonando ballava alzando in modo grottesco le gambe fasciate dai pantaloni verdi, e la gente rideva. «L’hanno ammazzato a Ostia, stanotte», aggiunse Miriam.
Qualcuno rise più forte perché il giullare ora agitava il piffero e cantava una canzone assurda. Cantava: «L’amore è morto, virgola, l’amore è morto, punto! Così io ti piango, virgola, così io ti piango, punto! »
Non andammo a mangiare. Pajetta e la Mafai si allontanarono con la testa china, io e Panagulis ci mettemmo a camminare senza sapere dove. In una strada deserta c’era un bar deserto, con la televisione accesa. Si entrò seguiti da un giovanotto che chiedeva stravolto: «Ma è vero? È vero?» E la padrona del bar chiese: «Vero cosa?» E il giovanotto rispose: «Di Pasolini. Pasolini ammazzato». E la padrona del bar gridò: «Pasolini Pier Paolo? Gesù! Gesummaria! Ammazzato! Gesù! Sarà una cosa politica!» Poi sullo schermo della televisione apparve Giuseppe Vannucchi e dette la notizia ufficiale. Apparvero anche i due popolani che avevano scoperto il tuo corpo. Dissero che da lontano non sembravi nemmeno un corpo, tanto eri massacrato. Sembravi un mucchio di immondizia e solo dopo che t’ebbero guardato da vicino si accorsero che non eri immondizia, eri un uomo. Mi maltratterai ancora se dico che non eri un uomo, eri una luce, e una luce s’è spenta?

Roma, novembre 1975
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Vecchio 03-04-2004, 11.22.11   #111
Giorgio Drudi
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Siamo in un topic e quando leggo:

Non è uscito ancora il libro o è uscito oggi non so, ma prima ancora di averlo letto si sparano giudizi , pettegolezzi e tutta l'immondizia che si può.

Sarebbe bello sapere a chi ti stai riferendo.
Non ho letto niente di quanto era stato postato! Mi riferisco in generale ai suoi oppositori ed eventualmente anche ai post, o non si può?

"Oriana Fallaci: una donna difficile, sempre controcorrente. Dura, antipatica, superba, attaccabrighe. Mai una parola di mediazione, un intervento conciliante, una posizione equilibrata e ragionevole. Tutta la sua vita di intellettuale, scrittrice e giornalista è stata sempre, e volutamente, dalla parte sbagliata: quella di chi non accetta compromessi e si sente a proprio agio solo usando le tinte forti della polemica e della provocazione. Non è mai salita su nessun carrozzone, e questo non le è stato mai perdonato".
Le sue interviste sono passate alla storia: ha distrutto Kissinger, ridicolizzato Gheddafi, smascherato Fellini, massacrato Arafat. Niente mostri sacri sulla sua strada; niente ostacoli insuperabili nella sua vita: nemmeno il più infido di tutti - il cancro, contro cui ha combattuto senza esclusione di colpi, e senza mai smettere di fumare"

Non sono d'accordo su "antipatica e superba".
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Vecchio 03-04-2004, 11.23.27   #112
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Quello che non è cambiato, quello che si è involuto, non è questo Forum, è proprio il contesto culturale in cui viviamo.
Le voci fuori dal coro infastidiscono, come e più di sempre.
Con la differenza sostanziale che oggi si usa il vilipendio; quando c'era la passione c'era anche la contestazione, quella vera, con la C maiuscola.
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Vecchio 03-04-2004, 11.29.58   #113
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Non ho letto niente di quanto era stato postato! Mi riferisco in generale ai suoi oppositori ed eventualmente anche ai post, o non si può?

"Oriana Fallaci: una donna difficile, sempre controcorrente. Dura, antipatica, superba, attaccabrighe. Mai una parola di mediazione, un intervento conciliante, una posizione equilibrata e ragionevole. Tutta la sua vita di intellettuale, scrittrice e giornalista è stata sempre, e volutamente, dalla parte sbagliata: quella di chi non accetta compromessi e si sente a proprio agio solo usando le tinte forti della polemica e della provocazione. Non è mai salita su nessun carrozzone, e questo non le è stato mai perdonato".
Le sue interviste sono passate alla storia: ha distrutto Kissinger, ridicolizzato Gheddafi, smascherato Fellini, massacrato Arafat. Niente mostri sacri sulla sua strada; niente ostacoli insuperabili nella sua vita: nemmeno il più infido di tutti - il cancro, contro cui ha combattuto senza esclusione di colpi, e senza mai smettere di fumare"

Non sono d'accordo su "antipatica e superba".
Non hai letto niente di quello che è stato postato? Sono due paginette sull'attuale libro e non le hai lette. Libero di non farlo, ma non si fa così forum. Ah dimenticavo, è un mio parere...IMHO

Ti accontento, APPLAUSO...

I suoi oppositori hanno letto La rabbia e l'orgoglio, tu l'hai letto?
Paco non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03-04-2004, 11.33.02   #114
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Paco il giudizio su uno scrittore non si poggia su un solo libro.
E se fai una ricerca in rete, o ti guardi quanche TG ne trovi già parecchie di sentenze e pettegolezzi.

Apprezzo la lettera a Pasolini, apprezzo il suo passato e mi ha fatto un gran piacere leggere dei suoi viaggi, dei suoi incontri, del suo lavoro. Non ho espresso un giudizio negativo sulla Fallaci, ma su quello che ha scritto ne La rabbia e l'orgoglio. Ci sono passi sui quali sono più che daccordo, su altri...

Ho cercato in rete, ma non ho trovato nulla...non sono bravo nelle ricerche...mi passeresti un bel articolo in cui si offende la Fallaci per un libro che non è ancora uscito?
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Vecchio 03-04-2004, 11.38.49   #115
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"La rabbia e l'orgoglio" un libro che ho veramente apprezzato.
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Vecchio 03-04-2004, 11.43.27   #116
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Quello che non è cambiato, quello che si è involuto, non è questo Forum, è proprio il contesto culturale in cui viviamo.
Le voci fuori dal coro infastidiscono, come e più di sempre.
Con la differenza sostanziale che oggi si usa il vilipendio; quando c'era la passione c'era anche la contestazione, quella vera, con la C maiuscola.
Qual'è il coro? Il forum? La società? L'occidente? L'Europa? Modena? Roma? L'associazione PincoPallo? Paco? I pacifisti? I filoamericani? I filopalestinesi? I mussulmani, gli ebrei, i cattolici, i buddisti, gli induisti, e chi più ne ha più posti. I comunisti? I fascisti? Gli ISTI, gli ANI sono il CORO?

O forse il coro è la maggioranza. Bhè la maggioranza è con Bush, quindi la Fallaci è una voce del CORO.

Secondo i sondaggi, gli americani appoggiano la guerra al terrorismo di Bush, la maggioranza degli italiani hanno votato Berlusconi, eletto democraticamente, eccetera, quindi appoggiano la politica di Berlusconi e di Bush. Quindi perchè mai la Fallaci è una voce fuori dal CORO?

Dipende dai punti di vista. Ecco tutto, accettiamo la relatività del mondo e della società.
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Vecchio 03-04-2004, 11.47.48   #117
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Qual'è il coro? Il forum? La società? L'occidente? L'Europa? Modena? Roma? L'associazione PincoPallo? Paco? I pacifisti? I filoamericani? I filopalestinesi? I mussulmani, gli ebrei, i cattolici, i buddisti, gli induisti, e chi più ne ha più posti. I comunisti? I fascisti? Gli ISTI, gli ANI sono il CORO?

O forse il coro è la maggioranza. Bhè la maggioranza è con Bush, quindi la Fallaci è una voce del CORO.

Secondo i sondaggi, gli americani appoggiano la guerra al terrorismo di Bush, la maggioranza degli italiani hanno votato Berlusconi, eletto democraticamente, eccetera, quindi appoggiano la politica di Berlusconi e di Bush. Quindi perchè mai la Fallaci è una voce fuori dal CORO?

Dipende dai punti di vista. Ecco tutto, accettiamo la relatività del mondo e della società.
http://www.repubblica.it/online/poli...i/fallaci.html
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Vecchio 03-04-2004, 11.49.17   #118
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Paco si può accettare quello che vuoi ma non si può negare che un "coro" esista. non mi sto riferendo alla Fallaci o a questo caso, ma in generale se guardo le persone che mi circondano vedo una massa, tutta incolonnata, che percorre la stessa via, fa e dice le stesse cose, spesso senza nemmeno sapere il perchè, spesso senza nemmeno ragionarci con la propria testa prendendo per oro colato ciò che legge o, peggio, sente alla televisione.
Poi ci sono quelli che escono da questa via e percorrono strade alternative, ritrovandosi a volte a rientrare in quella via ma solo quando gli sembra la via migliore, per poi riuscirne.
Questo ovviamente IMHO
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http://www.repubblica.it/online/poli...i/fallaci.html
E cosa c'entra questo con il libro. Quella giustamente è una critica a un articolo pubblicato su Panorama mi pare della Fallaci dove dice ai Fiorentini di stare attenti perchè arrivano i barbari.
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Vecchio 03-04-2004, 11.54.05   #120
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Paco si può accettare quello che vuoi ma non si può negare che un "coro" esista. non mi sto riferendo alla Fallaci o a questo caso, ma in generale se guardo le persone che mi circondano vedo una massa, tutta incolonnata, che percorre la stessa via, fa e dice le stesse cose, spesso senza nemmeno sapere il perchè, spesso senza nemmeno ragionarci con la propria testa prendendo per oro colato ciò che legge o, peggio, sente alla televisione.
Poi ci sono quelli che escono da questa via e percorrono strade alternative, ritrovandosi a volte a rientrare in quella via ma solo quando gli sembra la via migliore, per poi riuscirne.
Questo ovviamente IMHO
Su questo sono pienamente daccordo. (Y)
Ma non è il coro fuori dal quale è uscita la Fallaci. Qui si parla di guerra al terrorismo, di quello che è accaduto dall'11 Settembre in poi.
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