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Vecchio 13-11-2004, 13.23.11   #151
nikzeno
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La morte di Yasser Arafat
Usato e isolato
Una moschea all’interno di una struttura militare nei pressi dell’aeroporto internazionale del Cairo, la sede prescelta per l’odierna cerimonia funebre ufficiale di Yasser Arafat, simboleggia l’isolamento sostanziale e tradisce l’ostracismo effettivo che per oltre un trentennio gli hanno riservato i fratelli-nemici arabi. Si tratta di un’area chiusa e asettica dove non ci sarà spazio per il sentimento e la partecipazione popolare. L'amara verità è che Arafat era formalmente tollerato ma in realtà osteggiato dagli altri leader arabi. Basti pensare al fatto che ci sono stati molti più palestinesi massacrati in Giordania, Libano e Siria di quanti non siano stati uccisi dagli israeliani. L'amara verità è che con Arafat la causa palestinese si è trasformata in uno strumento di conservazione del potere dei regimi arabi, aizzando e mobilitando le masse contro l'eterno nemico sionista esterno, per celare e aggirare la realtà di tirannia e sottosviluppo interno. Anche se in definitiva, al di là della demagogia e dell'inganno, i palestinesi hanno scoperto di non essere poi così tanto amati nel mondo arabo.

Questa realtà era tangibile nella reazione della popolazione egiziana quando accolse entusiasticamente il presidente Anwar al Sadat al rientro al Cairo dopo la firma degli accordi di pace di Camp David con Menahem Begin nel 1978. In quella circostanza Arafat esclamò all'indirizzo di Sadat: «Gli mozzerò le mani con cui ha sottoscritto quegli accordi». Eppure quindici anni dopo, il 13 settembre 1993, nello stesso Giardino delle rose della Casa Bianca, Arafat firmò con Yitzhak Rabin un accordo quadro meno vantaggioso e da una posizione di maggiore debolezza dei palestinesi.

Ebbene nell'abbraccio degli egiziani a Sadat c'era un profondo senso di liberazione e di emancipazione: «Noi abbiamo pagato il prezzo più ingente sul piano delle vite umane e dei costi economici nel corso di tre guerre con Israele», era il ragionamento ricorrente tra la popolazione, «E' ora di dire basta. Noi abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farla tramite l'arma del negoziato. Nessuno può rimproverarci e impartirci lezioni di nazionalismo arabo. Chi ritiene di poter riscattare la Palestina con la forza militare è libero di farlo. Ma noi d'ora in poi intendiamo investire le nostre risorse per migliorare le condizioni di vita e per assicurare la pace al nostro popolo». Gli egiziani ricordavano come la stessa morte di Gamal Abdel Nasser il 28 settembre 1970 era stata causata dall'eccessivo stress a cui fu sottoposto per mediare tra Arafat e re Hussein, convocati al Cairo, al fine di porre fine alla strage dei palestinesi in Giordania. Dove Arafat aveva creato uno Stato nello Stato mettendo a repentaglio la sovranità giordana. Un copione che poi si ripeté in Libano. Dove passava Arafat seminava partigianeria e odii, lasciando alle sue spalle conflitti e instabilità.

Nel 1979 Arafat patrocinò e fomentò l'espulsione dell'Egitto dalla Lega Araba capeggiando il cosiddetto «Fronte del rifiuto e della fermezza». Ma dopo la cacciata dei suoi fedaiyin dal Libano nell'82 per mano degli israeliani e tra l'inerzia dei siriani, dopo la strage dei suoi fedelissimi per mano dei siriani con l'ausilio dei collaborazionisti Abu Moussa e Ahmed Jibril, Arafat cercò e ottenne la riconciliazione dell'Egitto di Mubarak. Ed è soltanto quando Arafat si sentì abbandonato e allo stremo delle sue forze, che si ritrovò costretto a convertirsi all'opzione negoziale. Il passo più significativo fu il riconoscimento del diritto di Israele all'esistenza pronunciato nel dicembre del 1988 di fronte all'Assemblea generale dell'Onu riunita ad hoc a Ginevra.

Eppure Arafat tornò ad allearsi con Saddam Hussein all'indomani dell'occupazione del Kuwait nel 1990, mettendosi contro la legalità internazionale. Questo brusco voltafaccia conferma che Arafat è stato un funambolo del potere e un giocoliere della politica. Ha fatto tutto e il contrario di tutto pur di salvaguardare il proprio potere. Ha giocato a più tavoli per strumentalizzare la politica, la guerriglia e il terrorismo senza tuttavia assumersi l'onere dello statista. Quando nel luglio del 2000 intuì che l'approvazione della proposta di pace sottopostagli dal premier israeliano Ehud Barak e dal presidente americano Bill Clinton gli avrebbe messo contro buona parte delle organizzazioni palestinesi, Arafat disse: «Preferisco essere ucciso dal proiettile di un israeliano che mi considera un nemico, anziché dal proiettile di un palestinese che mi condanna come un traditore». In quella storica circostanza Arafat ha sacrificato l'ideale nazionale dello Stato palestinese alla sua brama di potere personale.

Amava dire che aveva «sposato la Palestina». Un simbolo che rincorreva un mito. Dietro cui si celavano malamente un uomo che si sentiva solo e un sogno che lui stesso aveva infranto. Una solitudine e un vuoto che riemergono ai suoi funerali consumati in gran fretta in una sorta di terra di nessuno da leader desiderosi soltanto di archiviare il passato.

Magdi Allam


Fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...at_allam.shtml
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Vecchio 13-11-2004, 13.42.52   #152
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Vecchio 13-11-2004, 13.51.13   #153
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Da leggere

La morte di Yasser Arafat
Usato e isolato
Una moschea all’interno di una struttura militare nei pressi dell’aeroporto internazionale del Cairo, la sede prescelta per l’odierna cerimonia funebre ufficiale di Yasser Arafat, simboleggia l’isolamento sostanziale e tradisce l’ostracismo effettivo che per oltre un trentennio gli hanno riservato i fratelli-nemici arabi. Si tratta di un’area chiusa e asettica dove non ci sarà spazio per il sentimento e la partecipazione popolare. L'amara verità è che Arafat era formalmente tollerato ma in realtà osteggiato dagli altri leader arabi. Basti pensare al fatto che ci sono stati molti più palestinesi massacrati in Giordania, Libano e Siria di quanti non siano stati uccisi dagli israeliani. L'amara verità è che con Arafat la causa palestinese si è trasformata in uno strumento di conservazione del potere dei regimi arabi, aizzando e mobilitando le masse contro l'eterno nemico sionista esterno, per celare e aggirare la realtà di tirannia e sottosviluppo interno. Anche se in definitiva, al di là della demagogia e dell'inganno, i palestinesi hanno scoperto di non essere poi così tanto amati nel mondo arabo.


Fonte: http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...at_allam.shtml

Secondo me è molto vero.
Appunto per questo non lo vedo come il simbolo di tutte le colpe palestinesi, anzi

bye
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Vecchio 13-11-2004, 16.30.41   #154
davlak
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beh...l'articolo di Allam è una splendida sintesi di quello che penso io.


contestualmente mi amareggia non poco leggere che molti considerano Arafat un uomo di pace.
era solo un bieco opportunista che:


...ha sacrificato l'ideale nazionale dello Stato palestinese alla sua brama di potere personale.
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Vecchio 13-11-2004, 16.35.23   #155
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Yasser Arafat ha dedicato la sua vita alla distruzione di Israele, lo fece scrivere nel lontano 1968 sulla Carta palestinese e nonostante le sue assicurazioni menzognere, non tolse mai quel comma in cui si parlava della distruzione totale dello stato sionista. Arafat , come Hitler, punto' sui giovani per raggiungere il suo scopo criminale e attraverso la scuola, che era sotto il suo personale controllo come la televisione, educo' generazioni di palestinesi all'odio e all'assassinio, aggiungendo pero' il suo tocco personale squisitamente arabo: il martirio.

Con determinazione e pazienza Arafat, nipote di Amin el Husseini luogotenete di Hitler, convinto nazista e amico personale del fuehrer, creo' la sua "Hitler-Jugend", rinnovata di generazione in generazione, milioni di giovani odiatori di ebrei, che negli ultimi 40 anni si macchio' di efferati atti di terrorismo per arrivare negli ultimi due anni al terrorismo suicida, raffinatezza che Hitler, di cultura europea, non aveva considerato.

Gli israeliani, stupidamente, lo fecero uscire dall'esilio di Tunisi, lo insediarono a capo dell'Autorita' Palestinese, gli fecero dare il premio Nobel, gli armarono la polizia, senza pensare di dare al cobra la possibilita' di stringere la sua morsa. Lui, per tutta risposta, in totale violazione delgi accordi di Oslo, attacco' Israele con decine di attacchi terroristici e intensifico' l'educazione all' odio dei bambini e dei ragazzi palestinesi. Intanto Israele sorrideva beata che bello avremo la pace, parlava degli autobus che saltavano come castagnole definendoli gli ultimi colpi di coda del terrorismo*, si illudeva e sognava i sogni dei giusti.

Quando nel 2000 Arafat rifiuto' il piano di pace Clinton-Barak, la sua Hitler Jugend era pronta a colpire. Gli Imam delle moschee palestinesi, su ordine di Arafat, rinforzarono il lavoro predicando l'assassinio di ebrei dovunque essi si trovassero e Il dittatore in arabo chiamava alla Jihad e al martirio. Una macchina perfetta di violenza e propaganda per arrivare alla distruzione di Israele mettendo anche il mondo intero contro lo stato ebraico.

Forse solo allora gli israeliani si resero conto che lo scopo di Arafat era la distruzione del loro Paese, realta' cui non avevano mai voluto credere anche grazie alla stupidita' politica di leader pacifisti Israeliani convinti che l'unico desiderio del raiss fosse di dare una patria al suo popolo. E gli israeliani questa patria erano pronti a dargliela, a Camp David, a costo di dolorose rinunce territoriali tutte sitematicamente rifiutate dal dittatore per poter incominciare una guerra come Israele non aveva mai visto in 54 anni di sofferenze e di aggressioni arabe.

Come Hitler anche Arafat aveva bisogno della guerra per rimanere al potere e , mentre la pace era proprio dietro l'angolo, ecco che diabolicamente la rifiuto' senza il minimo scrupolo di portare i palestinesi alla rovina totale e, come i tedeschi indottrinati da Hitler, furono pronti a seguirlo verso la morte, cosi' i palestinesi indottrinati da Arafat, rinunciarono alla pace e alla patria per seguirlo verso la rovina.

La soluzione finale di Hitler era l'assassinio degli ebrei europei. La soluzione finale di Arafat era la fine dello Stato di Israele. Hitler aveva espresso il suo disegno criminale nel Mein Kampf. Arafat lo aveva messo nero su bianco nella Carta Palestinese, nei libri di testo dai titoli "non esiste soluzione alla distruzione di Israele", nei suoi discorsi in arabo in cui chiamava a raccolta milioni di martiri per arrivare a Gerusalemme, Haifa, Tel Aviv. Il disegno di Mr. Palestine era di far insorgere il mondo arabo contro israele, consapevole che da solo non sarebbe riuscito a vincere la guerra, ma fece malissimo i suoi calcoli e nessun esercito arabo mosse contro Israele.

Dopo l'11 settembre nemmeno Saddam Hussein avrebbe potuto aiutarlo nel suo disegno di distruzione.

Restava la solita Europa a fianco del dittatore. La solita vecchia Europa, sempre pronta a dare addosso agli ebrei, non capi' e si schiero' una volta di troppo dalla parte di Arafat credendo alle sue promesse espresse in lingua inglese, colla lacrimuccia di pace pronta a luccicare nei suoi occhi.

L'Europa non capi', o non volle capire, e dette ascolto alla sua perfetta propaganda che dipingeva Israele come l'aggressore e Sharon come un assassino.

Anzi l'Europa fece molto di piu': finanzio' tale propaganda e finanzio' i criminali libri di testo antisemiti in cui si raccontava ai bambini palestinesi che gli ebrei erano scimmie e maiali.

Finalmente Israele capi' che le bombe umane erano la personale versione arafattiana della Hitler- Jugend e che per distruggere la macchina del terrore palestinese , bisognava eliminarne l'inventore. Israele deve oggi pensare a rimuovere Arafat, distruggere le infrastrutture del terrorismo, arrestare tutti i terroristi, e contemporaneamente deve pensare a sopravvivere agli attacchi suicidi dei novelli giovani nazisti palestinesi.

Hitler nel bunker di Berlino si suicido'. Arafat non ne avra' il fegato, non e' nel suo stile, preferisce limitarsi ad urlare che morira' da martire. Nessuno lo vuole martire, tantomeno santo e, il suo cinismo, la sua corruzione, la sua noncuranza per la sorte dei palestinesi gli stanno facendo fare, meritatamente, la fine del topo.
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Vecchio 13-11-2004, 17.49.58   #156
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beh...l'articolo di Allam è una splendida sintesi di quello che penso io.


contestualmente mi amareggia non poco leggere che molti considerano Arafat un uomo di pace.
era solo un bieco opportunista che:


...ha sacrificato l'ideale nazionale dello Stato palestinese alla sua brama di potere personale.
Pensa che a me invece amareggia ancor di più che un premio Nobel per la PACE venga considerato un terrorista... uno che ha vissuto in nome di un ideale che si chiama libertà di esistenza per il suo popolo che non ha ancora oggi riconosciuti i suoi leggittimissimi diritti. Invece anche su questo c'è solo strumentalizzazione... I veri terroristi sono altri e stanno dalla parte del potere...

Ma ovviamente sono punti di vista.
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Vecchio 13-11-2004, 17.54.25   #157
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Bruno, scusami, ma in questo specifico caso il Nobel conta molto poco.
Lo hanno dato anche ad Egas Moniz nel 1949 per aver inventato la lobotomia.
I fatti (e non le opinioni) storici, insomma, non fanno di Arafat un uomo di pace, ed i recenti avvenimenti di camp david ne sono un po' la conferma.
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Vecchio 13-11-2004, 18.01.24   #158
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ma quello non era un premio nobel per la pace... bensì per la medicina e fu dato in un'epoca dove in materia c'era ancora troppa ignoranza, ed infatti: Londra, una campagna apre la strada al revisionismo «Inventò la lobotomia, toglietegli il Nobel.
E su questo sono strad'accordo, quello non era uno scienziato ma un criminale.

Ora quando vedrò una reazione di questo tipo su Arafat fatta però super partes sarò pronto a ricredermi.
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Vecchio 13-11-2004, 18.13.34   #159
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Ancora co' sta storia del Nobel per la pace, ma quanto credi che valga?
Glil'hanno dato nel '94 per gli accordi con Rabin, avrebbero dovuto ritirarglielo nel 2000 per aver rifiutato la pace con Barak...

Son tre mesi che vivo in Svezia e ti assicuro che di politica estera ne capiscono una cippa!

Il valore del Nobel... hanno dato quello per la letteratura a Dario Fo, il che è tutto dire. Inoltre un premio Nobel su tre per la letteratura in questi ultimi anni guarda caso è svedese...

E poi Arafat è considerato un terrorista perchè E' STATO un terrorista, e questo è un fatto, innegabile!
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I veri terroristi sono altri e stanno dalla parte del potere...
E citami un palestinese che avesse più potere di Arafat!
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Vecchio 13-11-2004, 18.14.54   #160
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Luka, dove l'hai preso quel brano?
Mi sembra d'averlo già letto da qualche parte... Fallaci?
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Vecchio 13-11-2004, 18.17.50   #161
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Luka, dove l'hai preso quel brano?
Mi sembra d'averlo già letto da qualche parte... Fallaci?
L'articolo integrale puoi leggerlo qui (la Fallaci stavolta non c'entra):

http://www.e-brei.net/modules.php?na...rticle&sid=534
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Vecchio 13-11-2004, 18.18.44   #162
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Il valore del Nobel... hanno dato quello per la letteratura a Dario Fo, il che è tutto dire.
Guarda, ot, ma non troppo, a me Fo non piace e mi sta pure sulle palle.
Ma con questa affermazione non ti sembra di essere un pochetto presuntuoso?

Ok, non sei d'accordo con i Nobel, ma non sei mica scienza infusa...
Magari qualche professorotto che ha studiato più di me e te messi insieme e che qualcosina obiettivamente capisce, ha dato un giudizio.

Dico questo sempre per sottolineare che la verità non può essere tutta da una parte.
Non ci sono nè Santi, nè Diavoli.
E men che meno nella questione palestinese.

bYe
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Vecchio 13-11-2004, 18.24.33   #163
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Guarda, ot, ma non troppo, a me Fo non piace e mi sta pure sulle palle.
Ma con questa affermazione non ti sembra di essere un pochetto presuntuoso?

Ok, non sei d'accordo con i Nobel, ma non sei mica scienza infusa...
Magari qualche professorotto che ha studiato più di me e te messi insieme e che qualcosina obiettivamente capisce, ha dato un giudizio.
Beh, ma non li avevi letti i giornali?
Ce n'erano ben pochi di commentatori che riuscivano a capacitarsi di come Fo avesse potuto pigliarsi il Nobel...
... ma è un altro discorso...
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Vecchio 13-11-2004, 18.26.15   #164
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L'articolo integrale puoi leggerlo qui (la Fallaci stavolta non c'entra):

http://www.e-brei.net/modules.php?na...rticle&sid=534
Ah ecco, beh, però postare articoli che sono di parte "a prescindere", non so quanto possa aiutare... sembra un po' troppo estremista anche a me...
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Vecchio 13-11-2004, 18.28.02   #165
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Beh, ma non li avevi letti i giornali?
Ce n'erano ben pochi di commentatori che riuscivano a capacitarsi di come Fo avesse potuto pigliarsi il Nobel...
... ma è un altro discorso...

..e molti altri che ne erano entusiasti.
La verità sta nel mezzo
(...ed è sempre lo stesso discorso...)
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