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13-05-2004, 12.40.27 | #1 |
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Antiamericanismo e razzismo
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13-05-2004, 12.59.33 | #2 |
High King of Noldor
Er pistone dell'Urbe Registrato: 12-01-2002
Loc.: Lost
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no no.
non verrà mai usata la parola razzismo, non è da loro. i razzisti sono nell'errore, e loro non sono nell'errore. anche se è esattamente quello che sta accadendo. l'ho detto più di una volta, qualcuno si venderebbe anche la madre, pur di dare contro agli americani.
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4 - 8 - 15 - 16 - 23 - 42 Salve, sono Guybrush Threepwood, un temibile pirata. Powered by OsX Tiger Google™ santo subito. |
13-05-2004, 13.20.16 | #3 | |
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Re: Antiamericanismo e razzismo
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E' già scivolato... Ma nel modo più meschino, perchè quasi tutti gli antiamericani che conosco poi non si fanno scrupolo di acquistare e usare i prodotti made in USA (tanto per dirne una). Mio fratello è uno di quelli, e ci facciamo certe belle litigate, quando torna da New York o Los Angeles e critica quel way of life mentre tira fuori l'ultimo modello di lettore .mp3 o di fotocamera digitale acquistato nei grandi stores della City...e sorvolo sul resto. E dire che era a 1 km dalle twin towers quel mattino del 11/9/2001. |
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13-05-2004, 13.23.36 | #4 |
High King of Noldor
Er pistone dell'Urbe Registrato: 12-01-2002
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per chiarire: il mio "no no" era sarcastico, appoggio zio Dav.
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13-05-2004, 13.43.10 | #5 |
The Journalist
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Registrato: 09-04-2002
Messaggi: 3.715
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E che c'entrano tutte le tante brave persone nate in USA, la cui sola ed unica colpa è quella di avere al comando un ..... (censuro che è meglio) come Bush e le scellerate scelte che fa e che ha fatto (tra l'altro il tutto nato da un broglio che non va dimenticato...). Certo però questo che se lo sono scelti loro e che oggi purtroppo ne pagano le conseguenze...
Idem in tanti altri paesi, vedi Israele, le colpe di Sharon le finiscono per pagare i suoi connazionali che in buona parte non ne approvano le scelte o per girare la frittata stessa cosa vale per par condicio ad Arafat (anche se rispetto al sanguinario Sharon qualche attenuante in più ce l'ha) od ancora per continuare con gli esempi, lo stesso Saddam, che colpa ne hanno ed hanno avuto i cittadini irakeni??? Nessuna, il popolo subisce sempre, e la lista potrebbe continuare all'infinito, passando anche per casa nostra, attualmente ed in passato recente e remoto, e passando così per ogni paese del mondo. Non è il popolo, ma chi governa ed ha governato che si macchiano di colpe che poi troppi innocenti finiscono per pagare e le tante, troppe sanguisughe se la cavano pure... Generalizzare è sempre sbagliato. |
13-05-2004, 13.55.26 | #6 | |
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13-05-2004, 14.21.22 | #7 |
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Per la strade, sull'autobus, al bar, vedo sempre più episodi di vero e proprio razzismo contro arabi, cinesi, africani, albanesi, ucraini...
Proprio due giorni fa mi sono fatto una litigata furibonda con una signora della "Sanremo bene" sull'autobus. Urlava "eccoli! guardali! Terroristi! Dovrebbero metterli tutti in galera! Questi fra dieci anni ci comanderanno tutti vedrete!" Peccato che i "terroristi" che la signora voleva mettere in galera erano un bambino, sua madre e sua nonna, con la sola colpa di avere la pelle troppo scura, l'accento troppo forte e la nonna un velo semplicissimo e un pò vezzoso in testa, come portava anche la mia cattolicissima nonna. Sono uscite dall'autobus silenziose e a testa bassa, con grande dignità, quando avrebbero avuto tutto il diritto di replicare a un'accusa ingiusta, infame e completamente campata per aria. Dove sono invevce gli americani emarginati, discriminati, insultati e guardati male? Quali sono questi supposti episodi di razzismo anti-americano? C'è forse qualche datore di lavoro italiano che abbia rifiutato un posto a un americano perché americano? C'è qualche barista italiano che abbia rifiutato di servire un turista perché americano? C'è qualche ricercatore italiano che rifiuta forse di andare a lavorare in America perché odia gli americani? Dov'è questo razzismo anti-americano???? Vi ponete il problema del razzismo anti-americano che non esiste se non a livello di pregiudizi e false credenze (come verso tutte le nazionalità, mi pare di averne già discusso con voi tutti...), quando invece in questo paese sta salendo prepontentemente un razzismo contro tutti i "diversi". I cinesi "che aprono troppi negozi"; i "negri" "che spacciano"; gli albanesi "che rubano e stuprano"; gli arabi "che ci vogliono tutti morti"; i peruviani "che ci rubano il lavoro"... Il problema non è il razzismo anti-americano. Oggi nel nostro paese il problema è il razzismo tout-court |
13-05-2004, 15.48.13 | #8 | |
Junior Member
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Re: Antiamericanismo e razzismo
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Appena pero' mettono i piedi in casa degli altri, in particolar modo i paesi del terzo mondo, vogliono fare quello che vogliono. La cosa non e' legata solo al governo Bush che tra tutti ha toccato il fondo con le sue guerre (gli ultimi fatti parlano da soli), ma in generale alla politica estera basata sul: io sono piu' ricco e piu' potente per cui voi dovete fare quello che voglio io. ***Solitamente la prepotenza degli Americani e' basata sul commercio - un pao di anni fa' e' iniziata la guerra delle banane: la CEE decise di aiutare i paesi africani acquistando la frutta (essenzialmente banane e ananas) direttamente dagli stessi comprendendo un programma di sviluppo. Cosa fecero gli USA? Beh visto che questa operazione andava ad intaccare gli interessi delle sue multinazionali (dole - Chiquita -delmonte) che controllano quasi tutto il mercato mondiale (pagando pochissimo la frutta ai paesi produttori) mise forti dazi su TUTTI i prodotti europei (i piu' colpiti fummo proprio noi fino al 100% di dazio sul valore prodotto per un totale di 500 MILIONI di €/anno in tutta Europa). Questo e' solo un piccolo esempio che rigurda noi direttamente - per quello che succede o e' gia' successo negli altri paesi a partire dal sud america c'e' ne da raccontare per anni. Il fatto che buona parte della popolazione mondiale non li veda di buon occhio e' solo una conseguenza del loro attaccamento al denaro e della loro democrazia pay per view. Avere questo mito degli Americani mi fa tornare in mente il mito di Cuba per i nostrani comunisti - se c'e' qualcosa da lodare degli Americani si loda se c'e' qualcosa di sbagliato non si puo' far finta di non vederlo - uno raccoglie cio' che semina. JaNnAz |
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13-05-2004, 16.24.26 | #9 | |
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Voglio raccontare un episodio che mi è successo stamattina. Premetto che io NON POSSO e non potrò mai essere razzista, proprio a causa delle mie origini. Non mi è mai capitato di assistere a episodi di razzismo, eppure vivo in un paese (Feanor me ne potrebbe dare atto) in cui dei 60.000 abitanti un terzo sono musulmani o comunque nord-africani. Mai avuti problemi di nessun tipo, anzi dirò di più, qui, come ovunque c'è la criminalità comune...ebbene a mia memoria non ricordo che un paio di episodi in cui negli ultimi 30 anni siano stati coinvolti tunisini, marocchini, libici, egiziani, indiani, rumeni, polacchi... Ho scritto in un altro 3D che la mattina faccio colazione al bar con una decina di musulmani con cui parlo di calcio, formula 1 e giochiamo a carte, a volte...d'estate capita spesso tra noi di bere una birra all'aperto, in quel bar, ce la offriamo a turno. edit: rileggendo sembro il colonnello Nathan Jessep (quello dell'avatar di Billow) che dice "io faccio colazione tutte le mattine con quattocento cubani che mi tengono nel mirino e che non vedono l'ora di farmi saltare il cervello" ... ovviamente non era quello il senso che intendevo dare Ma stamattina mi stava veramente partendo la brocca. Vado all'edicola, scendo dalla bici e mentre la sto appoggiando al marciapiede sento un miagolio e veniva dal cofano della Jeep del mio edicolante. Ebbene un gatto si era infilato nel vano motore e siccome stamattina all'edicola c'era il figlio del proprietario, non sapeva come fare per aprire il cofano, non trovavamo la maniglia. Lui che telefonava al padre...io che cercavo nell'abitacolo, il gatto che si lamentava...nel frattempo arriva un ambulante nord-africano e mentre noi eravamo tutti affaccendati a salvare il povero gatto, cercava di venderci qualcosa a tutti i costi. Gli ho spiegato cosa stava succedendo. Niente da fare. Mentre lui continuava a esporci ad alta voce i suoi articoli, noi continuavamo ad armeggiare...una vera tortura, credimi. Alla fine si apre il cofano, il gatto era lì, ferito e ustionato. Ovviamente la prima cosa che mi è venuta in mente è stata di portarlo dal veterinario, ma mentre cercavo uno scatolone o qualcosa per trasportarci il povero felino...sento alle mie spalle queste parole: "Ma che cazzo frega di gatto? Tu butta in secchione, lui solo animale" il tutto con una radiolina in mano ad alto volume. E NON ERA UBRIACO. Ma il punto non è tanto questo, quanto ciò che segue Io avrei voluto tanto, ma proprio tanto, prenderlo a calci nel culo. Se fosse stato un italiano, non avrei esitato un attimo a dirgliene di tutti i colori...ma mi sono trattenuto proprio perchè non lo era. Non è che voglio dire di essere stato buono e giusto eh, ma forse un pò prevenuto al contrario......e mi sa che sta cosa si sta diffondendo e fa male quasi quanto il razzismo. p.s.: per Feanor...immagino cosa possa suscitarti la lettura di questo post, conoscendo il tuo amore per i gatti, mi spiace. Ultima modifica di davlak : 13-05-2004 alle ore 16.29.55 |
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13-05-2004, 16.24.29 | #10 | |
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Sharon è sanguinario, ma può essere definito un criminale di guerra. Arafat è un lurido insetto, subdolo, machista, cieco e sordo, fiancheggiatore, gradasso, stupido, sfruttatore, infame marrano, vigliacco(e non nella mia classica accezione positiva del termine) e il resto lo ometto perché finisco in fretta i 9000 caratteri. Sharon e Arafat hanno solo una cosa in comune: ad entrambi non importa nulla del popolo che li ha messi al potere. Per il resto, Arafat è uno schifoso che appoggia gentaglia che mette le bombe nei negozi di profumi, è una lercia merdaccia che sostiene chi uccide le donne adultere nelle piazze a colpi di pistola alla nuca. E' l'ombra di un insetto che approva di nascosto i fratelli che vogliono bruciare viva la sorella perché è fidanzata con un uomo non scelto dalla famiglia. Sai che cosa non sopporto degli americani? La pena di morte. Un esempio d'inciviltà paragonabile a quella dei musulmani. Conoscete la storia dell'avvocato Thomas Elliott? Chi non è aggiornato sulle iniziative di Amnesty International difficilmente la conosce perché i giornali italiani(lacché del governo bush), non diedero seguito alla cosa. Thomas Elliott venne condannato a morte per impiccagione nel 1998(non ricordo la data esatta), per aver ucciso la moglie. Elliott al momento della condanna pesava 235 kg. Gli avvocati difensori si opposero dicendo che, così pesante, nell'esecuzione Elliott avrebbe rischiato di perdere la testa, e invece aveva tutti i diritti di mantenere la testa attaccata al collo. Si riunì la corte, e decise che la difesa aveva ragione. Elliott aveva il diritto di mantenere la testa attaccata al corpo. Così Elliott venne messo a dieta per 8 mesi, e quando fu perfetto, venne impiccato da magro. Allora a me questa sembra la stessa inciviltà dei musulmani. Però è dovuta all'ignoranza di un piccolo gruppo di persone, non all'intero popolo americano. Non alla cieca fede in un libro non revisionato. Ecco perché non si possono fare paragoni. |
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13-05-2004, 16.33.18 | #11 | |
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Exion sono d'accordo su tutto quello che hai scritto. Il thread di Giorgio però non parla di quale tipo di razzismo sia un problema. Parla dell'ignorante antiamericanismo che sta diventando forma di razzismo. |
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13-05-2004, 16.36.17 | #12 |
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questa mi era arrivata via mail tempo fa...
Tutti americani? ALESSANDRO ROBECCHI Nell'imminenza della nuova guerra a cui George W. Bush e Giuliano W. Ferrara si stanno febbrilmente preparando, una ricorrente domanda si aggira per il Paese: "Siamo tutti americani"? E' una domanda difficile, bisogna ammetterlo. Ci sono domande più facili, nella vita, tipo: "Siamo tutti iracheni?". Preferirei di no. "Siamo tutti afghani?". Manco morti. Ma torniamo al tema dominante: siamo tutti americani? Vediamo i pro e i contro. Se fossimo tutti americani, a chi diavolo dichiareremmo guerra? A chi spareremmo? Ci sarebbero enormi danni commerciali: la Rayteon che costruisce i missili e la Lookeed che costruisce gli aerei per tirarli in testa alla gente entrerebbero in crisi. Si sa che l'America confina stabilmente con il Canada (a nord) e il Messico (a sud). Occasionalmente, invece, confina con chi vuole lei, a seconda di cosa decide il Pentagono. Attualmente, con lo studio della guerra all'Iraq, l'America si candida a confinare con il Kuwait, quella straordinaria democrazia liberale difesa dieci anni fa. Attualmente, l'America confina con il Pakistan, per esempio, il cui feroce dittatore ha l'atomica e può anche usarla, senza che questo faccia perdere il sonno a Bush o a Ferrara. Essere tutti americani avrebbe i suoi vantaggi. Per esempio migliaia di piccoli somali o ruandesi, invece di praticare i lunghi digiuni imposti dall'economia mondiale, potrebbero avere una casetta in legno con il prato all'inglese, la piscina (nei casi più fortunati) e chissà, un fucile mitragliatore da portare al college quando sono un po' nervosi o nei momenti di noia. Stiamo divagando. Torniamo alla domanda dell'inizio: siamo tutti americani? No, costerebbe troppo Stiamo divagando. Torniamo alla domanda dell'inizio: siamo tutti americani? Pensiamo agli aspetti positivi della faccenda: se fossimo tutti americani avremmo un antitrust che funziona e non avremmo un presidente del Consiglio al controllo del novanta per cento dei media. Avremmo Bob Dylan invece di Paola e Chiara. Ma pensiamo anche agli aspetti negativi: se fossimo tutti americani avremmo più debiti che capelli in testa, e la più alta percentuale sul pianeta di detenuti in rapporto alla popolazione. Dunque la domanda è: siamo tutti americani, d'accordo, ma a piede libero o in galera? Veniamo ai dettagli: supponiamo di alzarci, domani mattina, tutti americani. Sei miliardi di americani. Dove troveremmo alcuni miliardi di tonnellate di bacon? E dodici miliardi di uova fresche? Ehi, ragazzi, il succo d'acero finirebbe subito! Naturalmente, essendo tutti americani, avremmo tutti la macchina e andremmo tutti a lavorare in macchina, il che ci costringerebbe a costruire parcheggi grandi come il Congo. Ma non solo: se sei miliardi di americani facessero il pieno tutti insieme, nel giro di una settimana il petrolio sarebbe un problema superato, nel senso di esaurito. Anzi: se fossimo tutti americani bisognerebbe fare qualche calcolo: si esaurirebbero prima le risorse petrolifere o i polmoni? Attenti! C'è anche la filosofia: se fossimo tutti americani faremmo coincidere la democrazia con i consumi, saremmo convinti che la libertà è una faccenda di libero mercato. E' un pensiero confortante, ma cercate di non dirlo ai cinesi: con un miliardo di nuovi frigoriferi in azione e un'utilitaria in ogni famiglia non avremmo molto tempo per goderci questa immensa America che sarà diventata il pianeta. Probabilmente le nostre ultime mezz'ore di vita prima di accasciarci sui sedili in cerca d'aria respirabile le passeremmo in coda su una highway, guardando un cielo insolitamente privo di ozono. Alla fine, detta proprio egoisticamente, anche lasciando da parte accessori e optionals come etica e morale, direi che un pianeta popolato soltanto da americani, con il livello di vita degli americani, non conviene a nessuno, tantomeno agli americani e agli europei, fossero anche inglesi. Anche perché gli americani sono circa trecento milioni e tutto fa supporre che il pianeta non se ne possa permettere molti di più, certamente non venti volte di più. Dunque bisogna trarre una conclusione: se un ventesimo della popolazione mondiale è composta di americani è semplicemente perché gli altri diciannove ventesimi non lo sono. Siamo tutti americani, dunque? Sarebbe bello, ma non è possibile: costerebbe un po' troppo, non possiamo permettercelo. Non siamo mica americani. |
13-05-2004, 16.39.41 | #13 | |
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Nel mio post non c'era alcun intento di sostenere che ci sia qualcuno di razzista qui tra noi. Il succo del discorso era che personalmente non vedo un razzismo anti-americano in particolare, ma vedo sempre più episodi di razzismo a 360°, e questo mi attrista profondamente. |
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13-05-2004, 16.41.34 | #14 | |
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13-05-2004, 16.44.34 | #15 |
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"Ri-posto" una riflessione scientifica del neurologo V.S. Ramachandran, che già postai in "l'Oriana Furiosa", e che riguarda i misteriosi processi che dovrebbero generare il "razzismo".
"Mentre continuavamo a studiarlo, ci accorgemmo che Arthur aveva altre reazioni strane. A volte, per esempio mostrava una certa difficoltà a gestire le categorie visive. Tutti noi creiamo tassonomie ossia classificazioni mentali di eventi e oggetti: le anatre e le oche sono uccelli, mentre i conigli no. Il cervello elaboratali categorie anche in assenza di un’istruzione scolastica zoologica, forse per facilitare l’immagazzinamento dei ricordi e rafforzare la nostra capacità di accedere prontamente a essi. Arthur, invece, faceva sovente osservazioni dalle quali si capiva che confondeva le categorie. Nutriva per esempio un interesse quasi ossessivo per gli ebrei e i cattolici e tendeva a classificare come ebrei una percentuale sproporzionata di individui incontrati di recente. Questa tendenza mi ricordò un altro raro disturbo, la sindrome di Fregoli, nella quale il paziente ha l’impressione di vedere dappertutto la stessa persona: quando cammina per la strada gli pare di ravvisare in tutti i volti di donna sua madre e in ogni giovane suo fratello.(La mia ipotesi è che, invece di avere una carenza di connessioni tra le aree di riconoscimento dei volti e l’amigdala, chi è affetto dalla sindrome di Fregoli ne abbia un eccesso. Per lui ogni faccia trasuda “calore” e senso di familiarità, inducendolo a vedere lo stesso viso in vari luoghi.) La confusione prodotta dalla sindrome di Fregoli, può presentarsi in cervelli per altri versi normali? Non potrebbe essere questa, la base da cui si formano gli stereotipi razzisti? Il razzismo si esprime quasi sempre con l’ostilità verso un particolare tipo fisico (neri, asiatici, bianchi e così via). Forse, a causa di un singolo episodio spiacevole avente per protagonista un membro di una certa categoria visiva, si stabilisce una connessione limbica che viene inappropriatamente generalizzata fino a includere tutti i membri della classe, connessione che, com’è noto, è sorda a “correzioni intellettuali” basate su dati immagazzinati nei centri superiori dell’encefalo. Anzi, le nostre concezioni intellettuali sono forse venate della stessa emotività delle reazioni viscerali, ed è forse per questo che il razzismo si dimostra purtroppo così tenace." [/B][/QUOTE] Insomma, mi sembra una base notevole per disquisire di Anti-americanismo(anche se questo includerebbe il razzismo in genere di cui parlava Exion). |
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