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Vecchio 04-01-2003, 19.14.53   #1936
Paco
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...uscire dai partiti...uscire dalle logiche nostalgiche destra-centro-sinistra...per un vero rinnovamento...democratico e popolare...
se in tanti abbiamo coscienza della necessità di rinnovare profondamente... non dovrebbe essere lontano il cambiamento epocale...che io spero sia anche della Chiesa Cattolica cui appartengo.
Ciao


a sinistra qualcosa si sta muovendo
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Vecchio 05-01-2003, 12.28.54   #1937
Lello
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a sinistra qualcosa si sta muovendo

La pregiudiziale dell'ex leader della Cgil
in un centrosinistra che si presenta in ordine sparso

L'altolà di Cofferati:
"L'Ulivo non cada in trappola"

di MASSIMO GIANNINI

ROMA - Presidenzialismo o premierato? Elezione diretta o cancellierato? Se il 2003 deve essere l'anno delle riforme, è cominciato male. A un Ciampi che invoca concordia nel metodo e chiarezza nel merito, i due Poli rispondono con il caos. Nella maggioranza Berlusconi rilancia il semipresidenzialismo alla francese, Casini gli contrappone il modello tedesco.

Ma adesso arriva Fini che ipotizza una variante "israeliana": il popolo elegge il primo ministro, che nomina e revoca i ministri e scioglie le Camere. E subito Bossi gliela stronca. Nell'opposizione D'Alema incalza l'Ulivo a tirare fuori una proposta, Fassino studia una via di mezzo tra premierato e cancellierato, Rutelli accetta ma aggiunge che "ci sono altre priorità". Ma soprattutto adesso arriva Cofferati che grida forte il suo "no, con questo centrodestra non si tratta".



A sinistra, il muro eretto dall'ex leader della Cgil non lascia aperti varchi a un dialogo che si pretenderebbe inutilmente bipartisan: "Non c'è una sola ragione politica - dice - che giustifichi un dialogo sulle riforme con la Casa delle libertà". E' appena tornato dal Brasile, dove ha assistito alla colorita nascita dell'Ulivo "carioca", l'insediamento del governo di Lula. "Il più grande paese latinoamericano, dove l'export italiano copre il 40% dell'economia nazionale, dove la Pirelli ha i suoi stabilimenti dal 1917: e a parte il sottosegretario Baccini, non c'era un solo rappresentante del nostro governo...". Evidentemente, da questo tuffo nella sinistra popolare e vincente d'oltreoceano ha tratto ulteriori ragioni di irrigidimento della sua linea verso il centrodestra italiano: "Non ne hanno azzeccata una, fino ad oggi, e soffrono di un vistoso calo di credibilità presso l'opinione pubblica. Dipingono un mondo che non c'è sul versante dell'economia, e sono alla continua ricerca di un terreno che serva a depistare l'attenzione della gente e a depotenziare gli argomenti dell'opposizione".
Oggi, secondo Cofferati, quel terreno sono proprio le riforme istituzionali: "Berlusconi lancia questo tema, e lo fa in modo volutamente generico...", dice il presidente della Fondazione Di Vittorio, nella quiete festiva del suo ufficio romano. Generico fino a un certo punto, visto che il Cavaliere ha in testa il presidenzialismo, e si dichiara pronto a candidarsi al Quirinale. "Appunto - ragiona ancora Cofferati - ma il suo intento principale per ora è quello di mettere tanta carne al fuoco, per distogliere l'attenzione degli elettori e togliere visibilità al centrosinistra: così nel contenitore 'riforme' ci mette dentro un po' di tutto, dalle pensioni alla giustizia, dalla legge elettorale alla forma di governo". In questo modo, l'unica cosa che la gente percepisce è che Berlusconi ha tante idee, ma i "soliti comunisti" non lo lasciano lavorare.

Per questo l'ex leader della Cgil ribadisce il suo no. E lo confermerà al convegno del 10 gennaio al Palacongressi di Firenze, dove discuterà di riforme nella tavola rotonda organizzata da Aprile e coordinata da Nanni Moretti. "Lo dico con rammarico, e non perché io agisca in base alla logica del 'tanto meglio, tanto peggio', ma con questo centrodestra non c'è possibilità di un dialogo bipartisan. Per due ragioni, entrambe negative. La prima: sono interlocutori che si sono dimostrati totalmente inaffidabili. La seconda: parlano di riforme solo per esigenze tattiche, e cioè per attenuare o occultare le ragioni degli altri". Di qui, la conclusione inevitabile del ragionamento: "Il centrosinistra - avverte Cofferati - non deve cadere in questo tranello: e spero che anche chi in passato ha trattato con Berlusconi, di fronte ai suoi continui voltafaccia si sia convinto che con lui è impossibile fare qualunque accordo. Il centrosinistra deve stare in campo con le sue proposte, a partire soprattutto dall'economia che in inverno sarà la vera emergenza del Paese: e spero che tutti si siano resi conto che queste sono le cose che interessano davvero la gente, i prezzi che salgono, i salari che non crescono, i servizi sociali che si riducono. Non certo il presidenzialismo, il modello francese, quello tedesco o quello americano...".

La "pregiudiziale Cofferati", come è già accaduto sul tema della guerra, è destinata a pesare nell'Ulivo anche sul tema delle riforme. Francesco Rutelli ha già annunciato che l'alleanza presenterà il suo programma, l'8 gennaio. Ma chi si aspetta un pacchetto di proposte condivise sulla nuova forma di governo e sulla legge elettorale resterà deluso. Il leader della Margherita punta piuttosto a indicare, per quella data, un "elenco delle priorità". Per il centrosinistra, secondo lui, le riforme istituzionali devono essere all'ultimo posto. Prima c'è, per esempio, la "soluzione del conflitto di interessi". Poi l'economia. In questo, Rutelli fa da sponda a Cofferati: l'ala centrista e quella radicale si chiudono a tenaglia, per ragioni di mutua convenienza. In mezzo, soffre l'anima riformista della coalizione. Massimo D'Alema non vuole sentire parlare di "inciuci", ed è il primo ad attaccare il Cavaliere per la sua inafferrabile "inesistenza": ma è anche il primo a ripetere che "la linea Cofferati non ci porta da nessuna parte: questa idea che l'opposizione deve 'presidiare le istituzioni' minacciate è quasi grottesca". "La verità - per il presidente dei Ds - è che l'opposizione deve fare una proposta chiara anche sulle riforme istituzionali, e deve renderla esplicita agli elettori: discutendo in Parlamento e senza cercare 'scambi' di sorta con la maggioranza, ma proponendo soluzioni. Cofferati cosa propone, oltre ai suoi no?".

Anche Piero Fassino vuole un Ulivo più aperto al dialogo, benchè altrettanto duro con Berlusconi: "C'è un problema - riflette il segretario della Quercia - che molti sottovalutano quando gridano il loro 'no a ogni riforma': il 16 gennaio si incardina in Commissione affari costituzionali il disegno di legge del Polo sulle modifiche alla forma di governo. Noi che facciamo? Ci presentiamo in ordine sparso, o non dobbiamo invece avere in testa un progetto nostro, da contrapporre a quello del Polo?". A Fassino non piace la logica delle "pregiudiziali": "Dobbiamo trovare un equilibrio: ci lascia un po' perplessi tutto quello che è elezione diretta, del presidente della Repubblica come del presidente del Consiglio, perché in tutti e due i casi il voto acquista comunque un contenuto plebiscitario. Non è un caso che in Europa, a parte la Francia, non si elegge nessuno con il voto diretto dei cittadini. Per contro, varata l'elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di regioni e di provincia, c'è oggettivamente il problema della fonte di legittimazione del premier. Noi dobbiamo trovare una soluzione intermedia tra il premierato e il cancellierato, che presuppone un premier forte ma senza elezione diretta".
......

http://www.repubblica.it/online/poli.../trappola.html
___________________________________

Fermiamo la Guerra Globale: PACE
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Vecchio 05-01-2003, 15.22.35   #1938
Lu(a
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Svolta del vicepresidente del Consiglio
Dall'Ulivo segnali di apprezzamento
Riforme, segnali di disgelo
ma la maggioranza si divide
Bossi boccia l'apertura di Fini sul premierato

di BARBARA JERKOV


ROMA - Sulle riforme qualcosa comincia a muoversi. Spiragli di dialogo fra i due poli, che certo non mancheranno di compiacere il capo dello Stato, il cui appello all'unità delle forze politiche sui grandi temi era risuonato nel discorso di fine anno. Ma nel governo è scontro. Perché se Gianfranco Fini, a sorpresa, apre al premierato, interviene Umberto Bossi a gelarlo: "Il sono per il presidenzialismo".

L'Ulivo resta fermo sulle sue posizioni, come si capisce dalle linee guida del documento sulle riforme che Francesco Rutelli ha inviato ai segretari dell'Ulivo in vista del vertice di mercoledì mattina. Vale a dire conferma del ruolo super partes del Quirinale, rafforzamento dei poteri del premier con indicazione del suo nome sulla scheda elettorale, potere di nomina e revoca dei ministri e di proporre al capo dello Stato lo scioglimento delle Camere nel caso sia venuta meno la fiducia del Parlamento.

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Fino a ieri nella maggioranza pesava il diktat di An sul presidenzialismo. Adesso però Fini cambia radicalmente scenario. Partendo dall'assunto che le riforme "devono essere varate ed applicate insieme, oppure è meglio non parlarne", il vicepremier dichiara al Corriere della Sera il suo via libera a ragionare di premierato. "E' ovvio che An è da sempre favorevole al modello semipresidenzialista francese", dice Fini, "ma non si può pensare di ricominciare daccapo, con le bandiere di partito, con l'idea che le riforme diventino armi per regolamenti di conti o per sparate propagandistiche".

Si discuta pure di premierato, dunque, senza preclusioni. Sapendo, avverte il vicepremier, che questo in concreto vuol dire un capo di governo scelto insieme alla sua maggioranza direttamente da parte degli elettori (costituzionalizzando cioè quello che avviene già oggi nella pratica) e con poteri molto più forti di quelli attuali (come nominare e revocare i ministri e sciogliere le Camere). Da via della Scrofa, come sempre, si adeguano rapidamente alla linea del leader. Maurizio Gasparri osserva anzi che la proposta di Fini "introduce un elemento di chiarezza nel dibattito sulle riforme".

La Lega però non è affatto d'accordo. "Io sono per il presidenzialismo", taglia corto Bossi. "Non ho letto l'intervista di Fini, e in ogni caso a tempi brevi ci sarà un incontro della coalizione per parlare di riforme". Come già per l'indulto, insomma, il Carroccio eredita le tradizionali posizioni della destra che An lascia scoperte.

"Registriamo gli elementi di novità", apprezza dal centrosinistra Gavino Angius, sottolineando però che per i Ds "resta ferma l'idea che il presidente della Repubblica mantenga un ruolo di garanzia e siamo quindi contrari all'ipotesi che le figure di capo dello Stato e di capo dell'esecutivo coincidano". E che, più in generale, l'Ulivo resta contrario "a discussioni a spizzichi e bocconi" sulle riforme. "Se si parla dei poteri del premier si può aprire un dialogo costruttivo", dice pure Pierluigi Castagnetti, "ma contemporaneamente si deve rafforzare il ruolo del Parlamento che Fini tende a ridurre ulteriormente". Lo stesso ex presidente del Senato Nicola Mancino punta il dito sulla centralità del Parlamento: "E' certo un segno di apertura", osserva, "ma se si rafforza la figura del primo ministro ci si deve preoccupare di dare dei contrappesi sul piano parlamentare". L'ipotesi di un premier eletto direttamente dal popolo non dispiace al segretario dello Sdi Enrico Boselli. Molto più critici invece a sinistra. Il senatore dei Ds Cesare Salvi ricorda che l'idea di premierato avanzata dal vice presidente del Consiglio è molto diversa da quella che uscì fuori dalla Bicamerale. E contrario su tutta la linea Fausto Bertinotti: "Fini vuole curare la malattia aggravandola".

(5 gennaio 2003)


...by La Repubblica
 
Vecchio 05-01-2003, 16.10.42   #1939
leila
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NO!! UNA FREGATURA BASTA E AVANZA!!

.......
. Il cittadino in questione, che - dimenticavo - ha anche il controllo diretto e personale di tutta l’informazione italiana, e potrà dunque far raccontare quello che vuole di ciò che accade a lui, intorno a lui e in Parlamento, ha già annunciato di che cosa vorrebbe legiferare insieme con l’opposizione, dopo la Cirami: i poteri. I poteri di chi? Prima ha detto «presidenziali», e ci ha spiegato chiaramente che pensava a se stesso. Poi ha detto «i poteri del primo ministro». E questa volta si tratta proprio di lui, della carica che adesso riveste e che gli consente, come ci spiega più volte al giorno, di essere il più bravo ed efficiente di tutti, anche a costo di sacrificare se stesso e danneggiare le sue aziende, come lui ama benevolmente ripetere.
Dunque, se questo è il contesto (ed è difficile negare che lo sia), non c’è dubbio che il sedersi allo stesso tavolo per discutere insieme di riforme comporterà qualche difficoltà, qualche fastidio ed espone (Dio sa se il passato insegna)a brutte sorprese. - Non stare a rispondere a questi coglioni - ha sussurrato il vice primo ministro Fini a un suo collega di Governo che era stato sorpreso da una domanda imbarazzante dell’opposizione. Grosso modo, questo è lo spirito della gita costituzionale a cui adesso l’Ulivo dovrebbe partecipare. In Parlamento, certo, in Parlamento. E’ lì, dal banco del Governo che Fini ha espresso il suo giudizio sull’opposizione. Adesso, all’improvviso, ti dicono che non bisogna farci caso.
E ti viene in mente il tormento di Charlie Brown, nell’indimenticabile fumetto «Linus». Ogni volta credeva alla perfida Lucy, si apprestava a calciare il pallone, prendeva la rincorsa, e sempre Lucy gli toglieva il pallone all’ultimo istante, facendolo scivolare e lasciandolo ogni volta a terra, stordito e incredulo.
* * *
«E’ un dilemma sciocco» ci ammonisce qualcuno da sinistra, stesso linguaggio, stesso tratto di Fini, Vito e Schifani. Sentirtelo dire dalla porta accanto sorprende. Ma, con un eccesso di buona volontà, ti dici: «Sarà maleducata questa voce, ma forse è la voce dell’esperienza». Questa esperienza certo consente una auscultazione continua dell’opinione pubblica, fra i molti che non amano Berlusconi e non credono nella sua grandezza, mettiamo i seicentomila della manifestazione Ds a piazza San Giovanni a Roma (3 marzo 2002), i tre milioni della manifestazione Cgil al Circo Massimo (16 aprile) il milione di «girotondini» del 14 settembre. E poi le signore i e signori del Palavobis (40mila, 10 gennaio, Milano) i milioni di cittadini che passano dalle feste dell’Unità, i 10mila professori che hanno marciato a Firenze in gennaio, i ragazzi (almeno un milione) che hanno festosamente riempito le strade di Firenze in novembre.
Che cosa fa pensare, ci permettiamo di chiedere anche a costo di essere chiamati sciocchi - che tutta questa gente e quella che statisticamente essa rappresenta (altri milioni) sia in ansiosa e sfibrante attesa del momento in cui finalmente tutto l’Ulivo si siederà a conversare serenamente con Berlusconi e i suoi avvocati sui poteri di Berlusconi, nei giorni in cui Berlusconi fa il primo ministro con poteri che non ha (fin da quando ha apposto illegalmente il suo nome sulla scheda elettorale benché la Costituzione non preveda un simile tipo di elezione) e spavaldamente occupa anche lo spazio del presidente della Repubblica (con un discorso-evento che dura due ore e mezzo e attraversa cinque telegiornali subito prima del discorso del capo dello Stato) e quello del Parlamento, che manovra con la stessa mano ferma che gli ha dato tanta fortuna nelle sue aziende?
Che cosa induce questi nostri saggi della politica, inclini a liquidare con poche, efficaci battute gli inesperti, a ritenere che tutto il Paese attenda questa svolta e apprezzi l’improvviso galoppo verso una ridefinizione del premierato, mentre la Fiat è in pericolo, l’economia cede, i prezzi subiscono una impennata paurosa, i conti pubblici sono o pericolosi o falsi e il Paese scende in tutte le classifiche internazionali molto al di sotto del punto rispettabile in cui era stato lasciato dai governi dell’Ulivo, posizionandosi fra il ridicolo, il servile e l’inaffidabile?
Ci viene detto che il dibattito si svolgerà in Parlamento. Certo. Anche il dibattito sulla Cirami si è svolto in Parlamento, siglato alla fine dalla nobile frase del senatore Schifani: «Vi abbiamo fregato». La frase non ha certo screditato il Parlamento. Ma è un buon ritratto della parte di chi l’ha detta. Ci viene ripetuto che occorre legittimazione reciproca. Vero. Nessuno ha mai detto che la maggioranza, che ha eseguito senza battere ciglio le istruzioni di alcuni avvocati e ha votato compatta la legge Cirami, era una maggioranza illegittima. E’ stato detto che era fuori dalla Costituzione, fuori dalla decenza e fuori dall’Europa.
Ma indiscutibilmente eletta da una parte degli italiani.
* * *
Non tutti hanno saputo di quei giudizi aspri e della ferma e accanita opposizione di tutto il centro sinistra al trionfo di illegalità che è stata, che è la legge Cirami. I telegiornali di regime, ad ogni manifestazione di dissenso, hanno parlato di «rissa alle Camere», in modo da far fascisticamente coincidere opposizione e disordine.
Infatti il presidente del Consiglio, attraverso proprietà personale, controllo politico e intimidazione, è in grado di bloccare tutte le vie d’uscita dell’informazione. Scrive Umberto Eco su «L’Espresso» del 1 gennaio: «Quello che caratterizza una democrazia non è la rappresentatività bensì la libertà di espressione e di pressione». (pag. 32) Questa frase è difficile da smentire e ci porta al cuore del problema: il conflitto di interessi. E’ gigantesco. Unico al mondo. Illegale. E’ una emergenza che è diventata il nostro ritratto nel mondo. Serve far finta di dimenticarlo mentre tanti, nella comunità internazionale, continuano a interrogarsi su questa nostra mostruosità e si domandano come ne usciremo? Davvero vogliamo credere - specialmente se siamo all’opposizione - alla favola del sette per cento degli italiani, unico sparuto drappello che da solo giudica il conflitto di interessi un fatto incivile, grave, imperdonabile? Qualcuno ricorda una statistica a favore di Mani pulite prima di Mani pulite? Saremo sciocchi, ci mancherà il deposito di saggezza ed esperienza che sembra illuminare altri. Ma noi pensiamo che non sia bene farsi trovare con quella compagnia quando tanta gente, che è in ansia per il lavoro, per l’economia, per la pace, per la libertà di informazione, per il declino dell’Italia - e forse non per il premierato - passerà alle urne a dire ciò che pensa di questa storia.http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=22150

Non dobbiamo cadere nella trappola ed accettare di spostare il dibattito sulle riforme istituzionali!!
Le priorità dell'Italia e degli italiani sono altre e su queste la destra si stà bruciando anche tra chi l'ha votata!!
Leila
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Vecchio 05-01-2003, 18.20.13   #1940
Paco
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durante quei dibattiti c'era una radio senza filtri filogovernativi

RADIO RADICALE

ciao
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Vecchio 05-01-2003, 19.28.07   #1941
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infatti è il paniere che va rivisto


Il paniere è nato in difesa del sistema e non del consumatore.

Quello ufficiale non cambierà mai ma si adatterà sempre alle esigenze del sistema.
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Ogni tanto viene Aprile.
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Vecchio 05-01-2003, 19.29.09   #1942
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Il paniere è nato in difesa del sistema e non del consumatore.

Quello ufficiale non cambierà mai ma si adatterà sempre alle esigenze del sistema.


questo è triste
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Vecchio 06-01-2003, 14.59.41   #1943
Giorgio Drudi
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Re: NO!! UNA FREGATURA BASTA E AVANZA!!

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. Il cittadino in questione, che - dimenticavo - ha anche il controllo diretto e personale di tutta l’informazione italiana, e potrà dunque far raccontare quello che vuole di ciò che accade a lui, intorno a lui e in Parlamento, ha già annunciato di che cosa vorrebbe legiferare insieme con l’opposizione, dopo la Cirami: i poteri. I poteri di chi? Prima ha detto «presidenziali», e ci ha spiegato chiaramente che pensava a se stesso. Poi ha detto «i poteri del primo ministro». E questa volta si tratta proprio di lui, della carica che adesso riveste e che gli consente, come ci spiega più volte al giorno, di essere il più bravo ed efficiente di tutti, anche a costo di sacrificare se stesso e danneggiare le sue aziende, come lui ama benevolmente ripetere.
Dunque, se questo è il contesto (ed è difficile negare che lo sia), non c’è dubbio che il sedersi allo stesso tavolo per discutere insieme di riforme comporterà qualche difficoltà, qualche fastidio ed espone (Dio sa se il passato insegna)a brutte sorprese. - Non stare a rispondere a questi coglioni - ha sussurrato il vice primo ministro Fini a un suo collega di Governo che era stato sorpreso da una domanda imbarazzante dell’opposizione. Grosso modo, questo è lo spirito della gita costituzionale a cui adesso l’Ulivo dovrebbe partecipare. In Parlamento, certo, in Parlamento. E’ lì, dal banco del Governo che Fini ha espresso il suo giudizio sull’opposizione. Adesso, all’improvviso, ti dicono che non bisogna farci caso.
E ti viene in mente il tormento di Charlie Brown, nell’indimenticabile fumetto «Linus». Ogni volta credeva alla perfida Lucy, si apprestava a calciare il pallone, prendeva la rincorsa, e sempre Lucy gli toglieva il pallone all’ultimo istante, facendolo scivolare e lasciandolo ogni volta a terra, stordito e incredulo.
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«E’ un dilemma sciocco» ci ammonisce qualcuno da sinistra, stesso linguaggio, stesso tratto di Fini, Vito e Schifani. Sentirtelo dire dalla porta accanto sorprende. Ma, con un eccesso di buona volontà, ti dici: «Sarà maleducata questa voce, ma forse è la voce dell’esperienza». Questa esperienza certo consente una auscultazione continua dell’opinione pubblica, fra i molti che non amano Berlusconi e non credono nella sua grandezza, mettiamo i seicentomila della manifestazione Ds a piazza San Giovanni a Roma (3 marzo 2002), i tre milioni della manifestazione Cgil al Circo Massimo (16 aprile) il milione di «girotondini» del 14 settembre. E poi le signore i e signori del Palavobis (40mila, 10 gennaio, Milano) i milioni di cittadini che passano dalle feste dell’Unità, i 10mila professori che hanno marciato a Firenze in gennaio, i ragazzi (almeno un milione) che hanno festosamente riempito le strade di Firenze in novembre.
Che cosa fa pensare, ci permettiamo di chiedere anche a costo di essere chiamati sciocchi - che tutta questa gente e quella che statisticamente essa rappresenta (altri milioni) sia in ansiosa e sfibrante attesa del momento in cui finalmente tutto l’Ulivo si siederà a conversare serenamente con Berlusconi e i suoi avvocati sui poteri di Berlusconi, nei giorni in cui Berlusconi fa il primo ministro con poteri che non ha (fin da quando ha apposto illegalmente il suo nome sulla scheda elettorale benché la Costituzione non preveda un simile tipo di elezione) e spavaldamente occupa anche lo spazio del presidente della Repubblica (con un discorso-evento che dura due ore e mezzo e attraversa cinque telegiornali subito prima del discorso del capo dello Stato) e quello del Parlamento, che manovra con la stessa mano ferma che gli ha dato tanta fortuna nelle sue aziende?
Che cosa induce questi nostri saggi della politica, inclini a liquidare con poche, efficaci battute gli inesperti, a ritenere che tutto il Paese attenda questa svolta e apprezzi l’improvviso galoppo verso una ridefinizione del premierato, mentre la Fiat è in pericolo, l’economia cede, i prezzi subiscono una impennata paurosa, i conti pubblici sono o pericolosi o falsi e il Paese scende in tutte le classifiche internazionali molto al di sotto del punto rispettabile in cui era stato lasciato dai governi dell’Ulivo, posizionandosi fra il ridicolo, il servile e l’inaffidabile?
Ci viene detto che il dibattito si svolgerà in Parlamento. Certo. Anche il dibattito sulla Cirami si è svolto in Parlamento, siglato alla fine dalla nobile frase del senatore Schifani: «Vi abbiamo fregato». La frase non ha certo screditato il Parlamento. Ma è un buon ritratto della parte di chi l’ha detta. Ci viene ripetuto che occorre legittimazione reciproca. Vero. Nessuno ha mai detto che la maggioranza, che ha eseguito senza battere ciglio le istruzioni di alcuni avvocati e ha votato compatta la legge Cirami, era una maggioranza illegittima. E’ stato detto che era fuori dalla Costituzione, fuori dalla decenza e fuori dall’Europa.
Ma indiscutibilmente eletta da una parte degli italiani.
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Non tutti hanno saputo di quei giudizi aspri e della ferma e accanita opposizione di tutto il centro sinistra al trionfo di illegalità che è stata, che è la legge Cirami. I telegiornali di regime, ad ogni manifestazione di dissenso, hanno parlato di «rissa alle Camere», in modo da far fascisticamente coincidere opposizione e disordine.
Infatti il presidente del Consiglio, attraverso proprietà personale, controllo politico e intimidazione, è in grado di bloccare tutte le vie d’uscita dell’informazione. Scrive Umberto Eco su «L’Espresso» del 1 gennaio: «Quello che caratterizza una democrazia non è la rappresentatività bensì la libertà di espressione e di pressione». (pag. 32) Questa frase è difficile da smentire e ci porta al cuore del problema: il conflitto di interessi. E’ gigantesco. Unico al mondo. Illegale. E’ una emergenza che è diventata il nostro ritratto nel mondo. Serve far finta di dimenticarlo mentre tanti, nella comunità internazionale, continuano a interrogarsi su questa nostra mostruosità e si domandano come ne usciremo? Davvero vogliamo credere - specialmente se siamo all’opposizione - alla favola del sette per cento degli italiani, unico sparuto drappello che da solo giudica il conflitto di interessi un fatto incivile, grave, imperdonabile? Qualcuno ricorda una statistica a favore di Mani pulite prima di Mani pulite? Saremo sciocchi, ci mancherà il deposito di saggezza ed esperienza che sembra illuminare altri. Ma noi pensiamo che non sia bene farsi trovare con quella compagnia quando tanta gente, che è in ansia per il lavoro, per l’economia, per la pace, per la libertà di informazione, per il declino dell’Italia - e forse non per il premierato - passerà alle urne a dire ciò che pensa di questa storia.http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=22150

Non dobbiamo cadere nella trappola ed accettare di spostare il dibattito sulle riforme istituzionali!!
Le priorità dell'Italia e degli italiani sono altre e su queste la destra si stà bruciando anche tra chi l'ha votata!!
Leila

La politica in Italia, o meglio, i politici sono sempre stati deludenti ed inadeguati. Oggi è, forse, peggio: non si parla dei problemi del popolo...è una continua operazione elettorale per denigrare l'avversario e magnificare la propria parte, ...nessuno si interessa al bene comune...tutto ciò che viene dall'altra parte è negativo,...le persone stesse vengono attaccate con ipocriti moralismi ...il fine è la conquista del potere e solo quello, altro che ideali...
Non c'è verità nè giustizia nè democrazia in questo atteggiamento...perciò questo modo di fare politica non ha futuro...sarà sconfitto.
Sarebbe meglio prepararsi al cambiamento ..perchè non sia in peggio.
 
Vecchio 06-01-2003, 16.06.32   #1944
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Re: Re: NO!! UNA FREGATURA BASTA E AVANZA!!

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La politica in Italia, o meglio, i politici sono sempre stati deludenti ed inadeguati. Oggi è, forse, peggio: non si parla dei problemi del popolo...è una continua operazione elettorale per denigrare l'avversario e magnificare la propria parte, ...nessuno si interessa al bene comune...tutto ciò che viene dall'altra parte è negativo,...le persone stesse vengono attaccate con ipocriti moralismi ...il fine è la conquista del potere e solo quello, altro che ideali...
Non c'è verità nè giustizia nè democrazia in questo atteggiamento...perciò questo modo di fare politica non ha futuro...sarà sconfitto.
Sarebbe meglio prepararsi al cambiamento ..perchè non sia in peggio.


come si può far politica diversamente?
Paco non è collegato  
Vecchio 06-01-2003, 16.19.15   #1945
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Re: Re: Re: NO!! UNA FREGATURA BASTA E AVANZA!!

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come si può far politica diversamente?


allo stato attuale delle cose penso che non si possa fare politica diversamente...magari potremmo far politica diversamente solo quando i ruoli e l'importanza del ruolo stesso del politico cambierà...


...e gli interessi legati alla politica cambieranno.

Ultima modifica di Lu(a : 06-01-2003 alle ore 16.28.15
 
Vecchio 06-01-2003, 16.27.22   #1946
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Re: Re: Re: NO!! UNA FREGATURA BASTA E AVANZA!!

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come si può far politica diversamente?

Cominciando dal net... è l'unica alternativa reale che può sostituire i mass-media monopolizzati dai partiti....alla portata di quasi tutti...presto di tutti, permette di dialogare ed esprimersi...ci vorrebbe una formula simile ai forum...ma occorrono energie, competenze e volontà di farlo
 
Vecchio 06-01-2003, 16.29.57   #1947
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Re: Re: Re: Re: NO!! UNA FREGATURA BASTA E AVANZA!!

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Cominciando dal net... è l'unica alternativa reale che può sostituire i mass-media monopolizzati dai partiti....alla portata di quasi tutti...presto di tutti, permette di dialogare ed esprimersi...ci vorrebbe una formula simile ai forum...ma occorrono energie, competenze e volontà di farlo


altro problema

come trasferisci le idee concrete del forum nella realtà?
Paco non è collegato  
Vecchio 06-01-2003, 17.16.47   #1948
Giorgio Drudi
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Re: Re: Re: Re: Re: NO!! UNA FREGATURA BASTA E AVANZA!!

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come trasferisci le idee concrete del forum nella realtà?

Con "nodi" locali, quanto più possibile... locali ( un pò come Lilliput)che operano a quel livello...
 
Vecchio 06-01-2003, 18.47.26   #1949
Giorgio Drudi
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: NO!! UNA FREGATURA BASTA E AVANZA!!

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Con "nodi" locali, quanto più possibile... locali ( un pò come Lilliput)che operano a quel livello...


Non credo però ad un movimento che parta dalla realtà locale per occuparsi di problemi pratici, cercando di entrare nelle amministrazioni...
piuttosto ad un movimento di opinione che inizi da una proposta radicalmente innovativa sulla base di un "documento" che sia capace di attrarre coloro che sono su una certa lunghezza d'onda, proiettati al futuro non al passato, e delusi dalla " politica " vecchia.
 
Vecchio 06-01-2003, 18.56.26   #1950
Giorgio Drudi
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Neanche ad un movimento che s'impegni in manifestazioni di piazza sul modello dei social forum ecc.
Un impegno ad elaborare una idea-progetto invece,... elaborazione che dovrebbe essere superamento e liberazione dagli schemi destra-centro-sinistra per quelli stessi che vi si applicano in primo luogo: un'autocritica e un'auto liberazione... per anticipare un percorso.
 
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