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30-03-2006, 20.47.15 | #46 |
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MILANO - L'Unione deve vincere le elezioni perché il Paese ha bisogno di superare l'esperienza negativa di un governo, quello Berlusconi, che nonostante la maggioranza blindata non è riuscito a fare le riforme liberali e di modernizzazione dell'Italia. Ma la stessa Unione, una volta ottenuta la vittoria, ha bisogno di aprire un ampio dibattito al proprio interno per dare alla sinistra una prospettiva riformatrice e adeguata alle sfide del futuro. E' questa l'opinione di Emma Bonino. Come giudica le parole del Papa che ha definito vita, matrimonio educazione figli principi non rinunciabili?(Simone, Milano) «Il Papa ha tutto il diritto di parlare ai credenti. C'è una differenza importante rispetto a Ruini che andò molto più in là dicendo: non votate i partiti che sostengono i Pacs. Ruini non si era rivolto alle coscienze ma agli elettori. Il Papa ha fatto una scelta un po' diversa. Ma siamo a 10 giorni dal voto ed è chiaro che le sue parole sono rivolte agli italiani, non certo ai brasiliani. E questo è l'ennesimo sintomo della debolezza della classe politica che non reagisce. Anzi, di fronte al testo del cardinale Ruini, salvo noi della Rosa nel pugno, tutti hanno parlato di meraviglia e di equidistanza. In modo più cauto a 10 giorni dal termine c'è stato l'ennesimo intervento. Nessuno però gli ricorderà che siamo uno stato laico. Per questo motivo un voto alla Rosa nel pugno è un diritto alla garanzia delle libertà di tutti. Le leggi civili servono per garantire credenti, non credenti e diversamente credenti. Non per imporre una morale». Perché radicali fanno paura a entrambi gli schieramenti?(Luke, Genova) «Perché essere liberali o liberalsocialisti in questo Paese resta una cosa a metà tra il peccato e il reato. A sinistra c'è una prevalenza della cultura comunista o ex comunista e a destra s'è persa traccia di qualunque aspetto liberale e non parliamo poi di discorsi sulla destra storica. Le proposte che noi facciamo e che nascono da questa proposta laica e liberalsocialista innervosiscono molto. Ma è stato così sempre». Come si concilia vostra natura liberale con natura statalista di Bertinotti? «Non si concilia. Insisto: serve un grande dibattito. Crediamo che forma e contenuti di sinistra in termini blairiani o alla Zapatero siano i più adeguati a governare le nuove sfide. Sarà necessario trovare una sintesi dopo un dibattito, e questo potrà essere anche molto teso». E' favorevole a separazione delle carreire dei magistrati? Come risucirà a farla digerire all'Unione? «Anche questa è una battaglia molto antica, pensiamo al referendum sulla responsabilità civile dei magistrati e alle lotte nate dal caso Tortora. Il centrodestra non ha fatto queste riforme. Il centrosinistra è molto variegato da questo punto di vista, ma è pur vero che senza avere sciolto questo nodo la giustizia è solo peggiorata. Noi abbiamo proposto una grande amnistia che sgombrasse dalle scrivanie dei giudici i processi minori. Sono 5 milioni quelli penali e 4 milioni quelli civili in attesa: ci sono dunque almeno 9 milioni di imputati e altrettante vittime che aspettano una risposta dalla giustizia. La liberalizzazione della giustizia è quindi uno dei temi che porteremo avanti». Stando a manifsti e tv sembra che le parti siano impegnate solo a denigrare. Non è vergognoso? «Lo è e lo è anche culturalmente. In altri Paesi non avviene così, anche se ci sono campagne durissime. Ma non c'è mai la delegittimazione dell'avversario. Questo è un ultimo regalo di questa legge elettorale proporzionale senza preferenze che è un vero trionfo dei partiti. Ed è pazzesco perché la gente aveva capito il maggioritario ma anziché andare avanti verso un maggioritario più chiaro siamo tornati indietro. Il proporzionale, a nostro avviso, è quello meno adeguato per cercare di obbligare i partiti politici a trovare delle sintesi». E' da cambiere la legge sulla droga del governo Berlusconi? «Sì, quello è un impegno preso nel programma, vedremo come attuarlo». Siete stati alleati sia con la destra che con sinistra. Come si spiega? «Abbiamo sempre cercato di inserire leggi liberali ovunque si potesse. Non siamo mai stati della teoria del tanto peggio tanto meglio. Abbiamo cercato sempre con referendum o iniziative popolari di influire su chi era al governo per inserire degli elementi liberali. Lo abbiamo fatto con il centrosinistra e anche con il centrodestra. In realtà sono 30 anni che ci proviamo. Sempre con scarsi risultati perché le grandi vittorie le abbiamo avute sempre grazie ai referendum o iniziative popolari». E' diventata insopportabile ingerenza vaticana. Si può eliminare concorato o 8 per mille? «Sull'8 per mille ci sono già discussioni e proposte di modifica. Noi proporremo una modifica per decidere di destinare l'8 per mille alla ricerca o alla scuola pubblica.Non è in èprogramma ma è una battaglia da fare». A proposito dell'articolo 18: è sempre dell'avviso di eliminarlo? «Quel referendum chiedeva che per i licenziati senza giusta causa ci fossero compesazioni economiche, magari altissime, ma non obbligo di reintegro. Condizioni queste che i sindacati e i partiti politici hanno già applicato a se stessi. Se avessimo messo in moto tutto il riordino degli ammortizzatori sociali oggi non saremmo in una situazione in cui solo il 18% ha delle forme di ammortizzatori sociali. In Inghilterra invece il 60% di chi perde il lavoro ha ammortizzatori sociali finalizzati alla riqualificazione professionale e la media europea è del 56%. Oggi non saremmo a discutere di precariato permamente». Se fosse premier chi sceglierebbe come ministri per l'Economia, l'Interno e gli Esteri? Per l'Economia l'Italia ha molte possibilità di scelta: Monti, Padoa Schioppa, Bersani, Enrico Letta e anche Francesco Giavazzi. Anche per l'Interno ci sarebbe abbondanza, mi piacerebbe una donna. Per quanto riguarda gli Esteri il ministro piacerebbe a me farlo». Non crede di dovere un po' di riconoscenza a Berlusconi che l'ha nominata? «Lo ringrazio, gli sono riconoscente ma non succube. Quell'incarico lo abbiamo strappato perché in realtà era già stato scelto Napolitano. E poi il ruolo di commissaria l'ho esercitato credo nel migliore dei modi restituendo quindi tutto con gli interessi. Essere leali è questo. Io non considero Berlusconi il diavolo o Belzebù, ma solo un presidente che aveva una maggioranza blindata e che ha deluso nelle aspettative di riforma liberale e dello stato di diritto». Cosa pensa delle proteste degli studenti francesi sul Cpe e che modifiche apporterebbe a Legge Biagi? «La Legge Biagi deve essere accompagnata dalla revisione degli ammortizzatori che erano previsti dal libro bianco di Biagi e che non sono stati inseriti nel provvedimento legislativo. Il senso deve essere investire sul lavoratore, non limitarsi agli aiuti a pioggia. Investire sul lavoro, non sul posto di lavoro. Questo è il significato della nostra proposta che va sotto il nome di workfare. Per quanto riguarda la situazione francese, la proposta del Cpe introdotta da De Vilepin è veramente minima. Bisogna sapere interpretare la situazione francese, il loro nazionalismo. Ci sono anche queste componenti da vedere in questa reazione che di per sè rispetto al provvedimento è spropositata. Le reazioni indicano però molte cose: impreparazione dell'opinione pubblica rispetto alla globalizzazione e classe politica non ha saputo preparare la gente dandole coraggio per il futuro». Eliminerebbe ora di religione dalle scuole?(Franco, Mantova) «Sì. O viene sostituita da una proposta di studio della storia delle religioni altrimenti sono d'accordo con un grande cattolico come Messori che ha detto che la religione si pratica e non si insegna. In ogni caso è bene che venga inseganta nelle chiese, nelle sinagoghe o nelle moschee. Non nella scuola laica». Cosa pensa della Legge Bossi-Fini e dei centri di prima accoglienza? «La legge va rivista innanzitutto nelle quote. Serve un esame molto più realista dei bisogni del nostro Paese. Pensiamo ai 400 mila in coda per le regolarizzazioni. La cosa sorprendente è che tutti questi già lavorano. La quota prevista invece è 170 mila. La legge dice che gli altri li dovremmo espellere. Ma come si fa? Sia per la quantità sia perché laciamo molte persone senza assistenza. La legge va riscritta dunque in modo più realista. Ma attenzione: l'immigrazione è interattiva. Non siamo solo noi che ne abbiamo bisogno, ma ci sono anche quelli che arrivano nel nostro Paese in fuga da guerre e carestie». Ho selezionato le domande. Qui l'intervista completa.
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30-03-2006, 20.52.52 | #47 | |
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30-03-2006, 20.55.50 | #48 | |
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Si comincia sempre così e poi si finisce con la tessera dei Comunisti Italiani
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30-03-2006, 21.02.20 | #49 | |
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Shhhttt!! tu non sai, ma sta gia' frequentando opportune scuole di indottrinamento islamico... e poi, ma non dirlo a nessuno, ha gia' la tessera di Rifondazione!! [/sottovoce mode off] |
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30-03-2006, 21.30.54 | #50 | ||
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Anche questa volta infatti devo riconoscere che il tuo ragionamento in sè non fa una grinza, e che le uniche obiezioni che possa farti sono che IMHO non calza con il caso del nostro Silvio Prendiamo tuo figlio: palesemente innocente, si è trovato in una situazione in cui qualcuno voleva servirsi della giustizia per i propri fini personali, per ottenere un qualche vantaggio (risarcimento) a suo scapito. Il giudice lo capisce, tuttavia sceglie la strada della prescrizione ritenendo di farvi un favore, risparmiandovi ulteriori lungaggini con un risultato di compromesso; che giustamente non vi va tanto a genio, spese processuali a parte, perchè ci tenete a che venga riconosciuta la sua innocenza. Per Berlusconi è diverso. Intanto voglio precisare un punto sul quale mi sono reso conto di essere stato poco chiaro: quando puntualizzavo "non semplice indagato", intendevo dire che per tutti i processi in cui è risultato prosciolto, o è stato riconosciuto innocente, non lo biasimo minimamente. Il solo fatto che una persona venga indagata non deve farci venire dubbi sulla sua integrità, fino a sentenza definitiva: se riponiamo fiducia nella verità della magistratura dobbiamo farlo nel bene e nel male, sia quando condanna che quando assolve. Detto ciò, vi invito a leggere cosa dice Wikipedia sui processi prescritti di Berlusconi. Vi sono anche delle assoluzioni, dei procedimenti archiviati per insufficienza di prove, certo: per quanto concerne questi fatti, per me è una persona completamente pulita. Ma vi sono anche diverse prescrizioni per le quali la magistratura ha voluto precisare: Quota:
Ora, nel caso di tuo figlio non sei stato certo tu a chiederla, la prescrizione. Berlusconi invece ha fatto approvare la legge Cirielli sui tempi di prescrizione, solo una di tante leggi ad personam che hanno contribuito ad alleggerire la sua posizione giudiziaria; la più vergognosa il lodo Schifani, poi giudicato incostituzionale. Nel frattempo però era servito a stralciare la posizione di Berlusconi dal processo SME, così che si sono fatti due processi sulla stessa vicenda: quello a Previti e soci, conclusosi con una raffica di condanne, e quello a Silvio, assolto. Due verità in contraddizione l'una con l'altra: se vogliamo considerare Berlusconi innocente, allora ritengo Previti vittima di un'ingiustizia. E' vero che la stampa ha spesso sciacallato su questi procedimenti, accanendosi anche nei succitati casi in cui Silvio era innocente; e ritengo perfettamente plausibile la tesi di Gigi secondo la quale alcuni di questi reati fossero già noti al mondo politico e giudiziario quando era un semplice imprenditore, e siano stati debitamente approfonditi solo nel momento in cui la giustizia avrebbe collateralmente servito anche interessi meno nobili. Nondimeno, questi sono i fatti: non ignoriamoli, non stravolgiamoli. P.S. dal link di Wikipedia un collegamento vi porterà a un articolo sulle leggi ad personam: come potete vedere, Berlusconi ha avuto buoni maestri, anche se poi l'allievo li ha superati. Per questo è un brutto rospo da ingoiare, dover votare sinistra per esclusione più che per altri motivi, e trovarsi davanti simili candidati...
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30-03-2006, 21.40.13 | #51 | |
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Oddio poi vacci piano con certe esternazioni... senti la primavera anche tu? Guarda che non è vero che assomiglio a Brigitte Bardot
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30-03-2006, 23.18.31 | #52 |
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Se non siete cattolici bigotti questa animazione in flash è molto molto divertente
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31-03-2006, 12.03.18 | #53 | |
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Si vota il Partito e nelle "coalizioni" ci si accoltella silenziosamente e questo pare piacere |
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31-03-2006, 12.10.18 | #54 | |
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Questa è una risposta in cui cita brevemente la nuova legge elettorale. Era una di quelle che avevo saltato per brevità. Stando a manifesti e tv sembra che le parti siano impegnate solo a denigrare. Non è vergognoso? «Lo è e lo è anche culturalmente. In altri Paesi non avviene così, anche se ci sono campagne durissime. Ma non c'è mai la delegittimazione dell'avversario. Questo è un ultimo regalo di questa legge elettorale proporzionale senza preferenze che è un vero trionfo dei partiti. Ed è pazzesco perché la gente aveva capito il maggioritario ma anziché andare avanti verso un maggioritario più chiaro siamo tornati indietro. Il proporzionale, a nostro avviso, è quello meno adeguato per cercare di obbligare i partiti politici a trovare delle sintesi». Ma soprattutto se avessi visto la puntata di Ballarò dovresti ricordare che ha detto chiaramente che la nuova legge è una ciofeca, ed è da cambiare assolutamente.
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31-03-2006, 12.14.40 | #55 | |
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Mica vista la puntata....strano però...mai vista tanto in TV da anni!!! E stiamo parlando di un partito che prenderà lo 0,8/1.5 per cento se gli va bene Ribadisco tutto il mio rispetto per il Partito Radicale e per le lotte fatte da sempre per un paese più civile...questa volta però, non so perchè ma mi stanno meno simpatici |
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31-03-2006, 12.29.25 | #56 |
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Sei fortunato che devo uscire adesso
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31-03-2006, 12.38.12 | #57 |
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Il dannoso buonismo della sinistra
Con l'intervento di Berlusconi a Radio anch'io e l'articolo di Tremonti di mercoledì sul Giornale, il problema dell'immigrazione ha assunto un posto di rilievo nella campagna elettorale di Forza Italia. La posizione del partito è riassunta molto bene da una frase del ministro dell'Economia: «Per la sinistra l'immigrazione è una soluzione, per noi è un problema». Un problema che ha varie componenti: economica, sociale, legale, religiosa, di ordine pubblico, su ciascuna delle quali i due schieramenti dissentono e ciascuna delle quali merita un capitolo a parte. L'aspetto più nuovo, e interessante del dibattito che si è aperto riguarda tuttavia il primo punto: gli immigrati rappresentano un arricchimento o un peso per il Paese che li accoglie?
La tesi corrente è che in Italia l'immigrazione è indispensabile, sia per la nostra persistente crisi demografica, sia perché i nostri concittadini rifiutano ormai i lavori più faticosi e peggio retribuiti. Per questa ragione, il governo fissa ogni anno una quota di immigranti legali (saranno 170mila nel 2006), cui però se ne aggiunge una talvolta anche più consistente di illegali. Rimane tuttavia controverso l'effettivo impatto economico della presenza nel Paese di 3,3 milioni di stranieri, il triplo di 15 anni fa. Esso coincide infatti con un tasso di disoccupazione nazionale senz'altro più basso che in Francia e in Germania, ma a livello fisiologico solo nelle più prospere regioni del Nord. In alcuni settori gli immigrati colmano sicuramente un vuoto che altrimenti sarebbe impossibile riempire. Ma in altri, come l'edilizia e l'agricoltura, essendo disponibili a lavorare per salari inferiori, essi occupano posti che cittadini italiani sarebbero probabilmente disposti a ricoprire. Da un lato, perciò, gli immigrati permettono di abbassare i costi di produzione, e forse di accelerare il ritmo dei lavori ma dall'altro la loro concorrenza distorce il mercato del lavoro e, contribuendo alla disoccupazione italiana, incide sulla spesa pubblica. C'è poi il capitolo dei costi sociali. Siamo tenuti a fornire agli immigrati assistenza sanitaria, scuole per i figli e spesso anche case popolari che altrimenti toccherebbero a cittadini italiani. Tutto questo ha un prezzo, che per giunta tende a crescere rapidamente con l'arrivo in Italia di congiunti raramente impiegabili. Per quanto questi calcoli siano difficili, è ormai assodato che gli immigrati non ripagano sotto forma di tasse quello che ricevono sotto forma di servizi. È vero che i «regolari» pagano i contributi, ma con il nuovo sistema questi andranno a esclusivo beneficio delle loro future pensioni. Pochi, invece, sono soggetti d'imposta, perché la massa rientra nella cosiddetta no tax area, cioè non guadagna abbastanza (o non denuncia abbastanza). Quando, perciò, un immigrato si avvale dei nostri servizi ospedalieri si può dire che lo fa a carico degli altri contribuenti. C'è poi il costo, anche questo di complessa valutazione, dell'elevatissimo tasso di criminalità degli immigrati. Ci sono i danni che essi infliggono ad altri cittadini in particolare e all'economia in generale, e c'è il mantenimento dei circa 20. Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=78326
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31-03-2006, 17.01.15 | #58 | |
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31-03-2006, 17.05.10 | #59 |
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sì, come quella volta che, scrutinando, estrassi dall'urna una scheda elettorale recante all'interno n. 1 fetta di mortadella con la seguente spiegazione:
"ve sète magnati tutto, magnateve pure questa!" La sezione elettorale tutta scoppiò in una fragorosa risata da 5 minuti buoni.
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............If you love somebody set them free............ (Sting) ............Mo' mme 'ššcrivo ai terrorišti............ (Magnotta) |
31-03-2006, 17.07.29 | #60 | |
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