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28-06-2007, 15.05.07 | #1 |
Fuori dal Tempo
Spammer of the year 2007 Registrato: 26-12-2005
Loc.: Napoli
Messaggi: 119
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Come sono nati i vostri nick?
Quanta fantasia c'avete messo nel creare i vostri nick? Per creare il mio è bastata un'occhiatina sullo scaffale dei profumi e ..... è nata la Kri A voi la parola
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Il Signore ascolta le preghiere di coloro che chiedono di dimenticare l'odio. Ma è sordo a chi vuole sfuggire all'amore. - P. Coelho |
28-06-2007, 15.06.33 | #2 |
Ironic Lawyer
Registrato: 06-03-2006
Loc.: Milano
Messaggi: 6
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..al mio mancava l'indicazione del codice fiscale e magari del num di carta di credito
Ha fatto tutto il mio buon fratellone Thor :anger: E poi me lo sono tenuto |
28-06-2007, 15.09.44 | #3 |
The Twins
Registrato: 03-01-2007
Loc.: Siciliana nel cuore ma figlia del mondo
Messaggi: 0
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Il mio è legato al nome...ma il resto è opera di sbavi...meno male che non ha fatto tutto da solo...non oso immaginare...
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"...Temendo per un attimo che voi,occhi miei, stesse tradendo i segreti della mia anima..." |
28-06-2007, 15.10.21 | #4 |
Gold Member
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Registrato: 18-07-2002
Messaggi: 6.399
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Indovinate un po' il mio
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28-06-2007, 15.22.30 | #5 |
Gold Member
Registrato: 14-06-2001
Loc.: LC
Messaggi: 2.415
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e' come mi chiamavano alcuni amici tempo fa...
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28-06-2007, 15.32.41 | #6 |
Gold Member
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Registrato: 04-09-2004
Loc.: لثلاثم عفمشةشف
Messaggi: 5.467
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Vi racconterò come nacque il mio nick..
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28-06-2007, 15.33.28 | #7 | |
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Registrato: 04-01-2001
Messaggi: 5.227
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Quota:
In realtà volevo registrarmi come Sonounadonnanonsonounasantanontentarminonsonounasa ntanonmiportarenelboscodiserapercheefacilechetelad o!! ma ho pensato: cosi' al massimo resisto 2 minuti puoi mi buttano fuori! Allora ho scelto robbi (rrrrr minuscola) poi ho fatto carriera e mi hanno messo la RRRRR maiuscola |
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28-06-2007, 15.34.19 | #8 |
Gold Member
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Loc.: لثلاثم عفمشةشف
Messaggi: 5.467
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la R di Recchione o di Renale?
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28-06-2007, 15.38.04 | #9 |
Gold Member
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Registrato: 04-01-2001
Messaggi: 5.227
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Recchione ovvio
cmq tu non fare il furbo, al tuo nick manca una desinenza Sbavi N.M. LOOOOOOOOOOL |
28-06-2007, 15.38.54 | #10 |
Newbie
Registrato: 08-09-2006
Messaggi: 11
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il mio per comunicare a tutti voi che
sono arrivato
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ويعود الى كاغاري |
28-06-2007, 15.39.22 | #11 |
Junior Member
Registrato: 21-09-2004
Loc.: La parte soleggiata della terra
Messaggi: 160
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Il mio l'ho tratto da una puntata di Beautiful.
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28-06-2007, 15.40.00 | #12 |
Hero Member
Registrato: 19-11-2005
Loc.: Po の平野
Messaggi: 1.158
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:lol:
Ma che fine ha fatto quello mitico che aveva quel nick pseudonobile mega lungo... |
28-06-2007, 15.49.44 | #13 | |
Gold Member
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Loc.: لثلاثم عفمشةشف
Messaggi: 5.467
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Quota:
In viaggio, destinazione Fuerteventura, e dire che, una volta tanto, avevo provato a immaginare a come poteva essere la mia prossima meta... Provate a pensarci un po' anche voi. Già il nome è tutto un programma. Fuerteventura, cioè "forte avventura", fu così battezzata da Jean de Béthencourt, il navigatore ed esploratore normanno che negli anni successivi al 1400 giunse e conquistò una dopo l'altra le tre maggiori isole canarie. E' un nome che profuma, come dire... di esotico e al tempo stesso riesce a richiamare il mito dell'esplorazione che pochi decenni dopo l'arrivo di Béthencourt avrebbe visto Cristoforo Colombo partire in cerca delle Indie Occidentali. Se il nome era tutto un programma, ero a conoscenza del fatto che Fuerte, così la chiamano tutti i canariones, e di conseguenza i turisti, è l'isola con più spiagge delle Canarie, e le spiagge più belle per giunta, che con Lanzarote è la più calda grazie alla vicinanza con l'Africa (la costa africana è appena a 90 chilometri dalla punta più orientale dell'isola, ma è comunque sotto la curvatura dell'orizzonte e invisibile), che è la meno popolata, che è in gran parte parco nazionale protetto, che richiama frotte di giovani... Insomma, arrivando avevo l'idea di trovare spiagge belle e deserte, onde, mare turchese, un tipo di vita un po' hippie come si conviene al mondo del surf, windsurf e, non posso dimenticare l'ultimissimo arrivato, il kitosurf che si pratica facendosi trainare da una specie di paracadute - in realtà una vela - piuttosto che dalle onde. Con queste premesse, immaginatevi la mia faccia quando: primo, becco in tre giorni le due maggiori precipitazioni acquose degli ultimi dieci anni, questo dopo avere per due volte dovuto rinviare di un giorno la partenza perché tra mare cattivo e lo scirocco che porta la sabbia del deserto riducendo la visibilità a 20-25 metri, nemmeno i più grandi traghetti erano riusciti a partire da Las Palmas; secondo, partendo da Morro Jable e risalendo la costa orientale di Fuerte non vedo altro che scene già viste e riviste a Playa del Ingles e Maspalomas, ovvero osceni casermoni dei tour operator hanno messo il loro bel marchio anche qui, e per di più ospitano solo vecchi, o quasi; terzo, Puerto del Rosario, capitale e centro indigeno dell'isola, non si rivela altro che un porto, un punto di passaggio (non sperate di trovare camere qui... c'è solo un hotel e un hostal, una specie di alberghetto mica tanto economico...). In questo alternarsi di delusioni ci sono stati fortunatamente alcuni raggi di sole, reali e metaforici. Fuerte è ciò che rimane emerso di un grande cratere vulcanico sprofondato in mare in epoca geologica. L'isola si compone di due corpi distinti: la penisola di Jandìa a sud e Maxorata a nord, unite da uno stretto istmo che porta il nome di El Jable. E Jandìa tiene fede alla sua fama nonostante la densa nuvolosità. Scorci affascinanti si affacciano sulle Playa Sotavento, che molti chiamano erroneamente Playa Jandìa dal nome della penisola, un'area di Parco Naturale assiduamente protetta e difesa dal turismo. Ci fermiamo qua e là, e talvolta azzardiamo una discesa fino a riva sugli sterrati, per desistere quasi subito in quanto la "Corsa" presa a nolo non è notoriamente una capretta. Le montagne sono qui ricoperte da uno strato di sabbia candida e in certe aree si sono accumulate dune che fanno ricordare Genipabu, nello stato brasiliano del Rio Grande do Norte. Ma qui non ci sono buggy in giro. Il parco e le dune sono sì accessibili, ma soltanto a piedi, almeno per ora. Scorci bruciati, da fine del mondo, preannunciano l'ingresso a Maxorata. Le montagne presentano quasi tutte una forma conica mozzata, aspri pendii che il sole e le nuvole - qui costantemente presenti a causa della vicinanza del mare e il forte contrasto termico - tinteggiano di gialli, viola e rosa. La strada che conduce a Puerto de la Pena e poi a Pàjara attraversa alcune delle valli più belle di Fuerte. Di tanto in tanto si vedono i Mahoreros, contadini vestiti di nero, la testa coperta da uno scialle per proteggersi dal sole e dal vento. Sono i veri discendenti del ceppo indigeno originale e non quelli di recente acquisto. Vivono di coltivazioni (soprattutto pomodori) e pastorizia. Con il latte dei caprini producono ottimi formaggi artigianali dal sapore tutto particolare, provare per credere. E' un raro susseguirsi di semplici villaggi, o singole fattorie, arroccati su pendici coniche. Case e uomini che possono appartenere ad ogni secolo. Ieri c'erano, oggi ci sono ancora e tra cen'anni ci saranno ancora. Niente sembra turbare i discendenti dei lontani berberi che rimangono fermamente attaccati alle loro tradizioni. I mulini a vento individuano i, pochi, pozzi di acqua, a volte ad alcune centinaia di metri di profondità. Lungo la strada, c'è tutto il tempo di ammirare la chiesa bianca di Pàjara. Seminascosto dalle buganvillee, il portale mostra strani motivi aztechi incisi su legno: serpenti, teste coronate di piume, puma. Passando per Betancuria, giungiamo in quota. Da uno spettacolare - se ci fosse bel tempo - mirador proviamo a immaginare come sarebbe la corona di montagne dai purtroppo spenti colori rosso arancio o viola riflessi dai differenti materiali eruttati, una cartolina di incomparabile bellezza, prima di scendere verso la città di Antigua che si trova al centro della sottostante vallata. Avvicinandosi, si delineano oasi di palmeti e mimose. Torniamo sulla costa orientale. Dopo avere schivato Puerto del Carmen, ormai alla disperazione puntiamo sempre più a nord quando subiamo una vera folgorazione. Immaginatevi, e dài!!!, di essere ormai di umore nero, molto nero e non certamente solo per il tempo quando, dopo essere sfilati a fianco dell'ennesimo cono mozzato (sembrano fatti con lo stampo, e sono tutti identici alle forme di budino che ancora si vedevano quando ero bambino, stampi sagomati più o meno a petali di margherita), detto La Roja, ho la netta impressione di attraversare la porta che separa il purgatorio dal paradiso, il brutto dal bello, il nero dal bianco. E infatti si attraversa una vera linea di demarcazione. Di quà terra nerasta e rossa, i ricordi di colate di lava e il risultato di millenni di sole e siccità, mentre di là le grandi dune bianche di Corralejo si estendono per una superficie di circa 12 chilometri per 5-6 nel loro punto più largo, una cinquantina di volte rispetto a quelle di Maspalomas. Sono formate dalla rena dorata trasportata dal Sahara variegata da sabbie coralline bianche e rosa. Nei giorni a venire, vi farò molte passeggiate. Qui non c'è proprio nessun bisogno di fingere solitudine. Di solitudine ve ne è a iosa, e io cammino e pedalo felice per ore senza incrociare nessuno, se non orme solitarie di umani e lepri, piedi scalzi e gabbiani, alcuni veri e propri mirabili ricami sulla rena ancora vergine dopo una notte di forte vento. (FINE PRIMA PARTE) |
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28-06-2007, 15.49.51 | #14 |
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(SECONDA PARTE)
Per la spiaggia vale lo stesso discorso. Nonostante Corralejo sia anch'essa colonizzata da tedeschi più inglesi... Abbondano english e irish pub, The Talk of the City, The Underground Pub, The Dubliner, e non poteva certamente mancare l'Hard Rock Cafè, e pure il breakfast è d'obbligo, per non citare che i locali supermercati sono pieni di prodotti quali burro, bacon e pane da tostare di almeno 12-15 tipi diversi, tutto rigorosamente d'importazione. Ma è lo stesso un bel posto. Nell'entroterra, verso sud e verso ovest, di Corralejo vi è tutta una serie di villaggi e città giardino e calette, su tutte La Oliva e la splendida El Cotillo verso cui vale la pena dirigersi in mountain bike se solo si hanno gambe (e sedere) mediamente allenate. Ma il tempo continua a non essere dei migliori. Dopo che siamo arrivati alla meta, le nuvole passano ancora veloci, nascondendo spesso il sole, e talvolta pioviggina. Durerà altri due giorni, ma fa nulla. E' per me l'occasione di dedicarmi alla scrittura, e alla ricerca di nuove dimensioni lavorative. Non c'è che l'imbarazzo della scelta anche se è e sarà naturalmente difficile prendere una decisione sulla base di una ventina di giorni di permanenza. Come tutte le decisioni, anche questa mi verrà più naturale prenderla a bocce ferme, quando sarò di nuovo a casa, e la lontananza nel tempo e nello spazio mi permetterà di sciogliere meglio i dubbi. I ricordi mi permetteranno di scegliere, tra tutti, quel luogo che nel complesso ho sentito più vicino a tutta una somma di mie personali esigenze. E' solo questione di tempo e pazienza e il sole viene fuori, risaltando il turchese cristallino delle acque, portando voglia di andare in esplorazione - io la chiamo così - ed anche di mettere un po' in riga con nuoto, bici e corsa gambe impigrite da una marea di giorni di inattività quasi assoluta. E così scopro la pittoresca valle di la Oliva - piccolo villaggio tutto bianco sorto nel mezzo di una vallata verdissima grazie alla fonte sotterranea che si trova sotto la montagna detta appunto la Oliva. Perso in mezzo ai colori verdi delle coltivazioni, ocra e rossiccie delle vette che la circondano sembra di pedalare in mezzo ad una collina. El Cotillo è, per chi la conosce una sorta di isola di Budelli. Qui la sabbia è nivea, e le calette più e meno grandi si alternano prima della grande playa dove le onde, immense, e il surf la fanno da padrone. Io penso a riposare, a togliermi di dosso tutta l'umidità accumulata in una settimana di "cattivo" tempo. Ad un certo punto, come all'improvviso la vita ti trafigge, ecco che un tricheco emerge dal verde mare scrosciante e mi chiama: SBAVIIIIIIIIIIIII... Ecco. Così nacque il mio nick |
28-06-2007, 16.08.23 | #15 |
Hero Member
Registrato: 27-07-2002
Loc.: Fiero di essere NAPOLETANO!
Messaggi: 792
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:lol:
Da dove l'hai copiata? __________________ "Quando sono onorate la ricchezza e i ricchi, saranno maggiormente disprezzate la virtù e gli onesti" (Platone) L'Italia è il paese della gente che parcheggia in seconda fila, e pensa di essere nel giusto. |
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