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10-11-2004, 13.16.26 | #451 |
WT Odate Buta
Top Poster
Registrato: 11-04-2002
Loc.: Roma
Messaggi: 8.782
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Poteva davvero essere reale? L'avrei scoperto solo entrando... Senza indugio mi avvicinai al possente arco di nanica fattura, che era stato eretto come baluardo e mònito contro l'antico nemico di sempre, il Demone Turel. L'immenso portale sembrava socchiuso, un silenzio ancestrale avvolgeva e opprimeva quell'attesa quasi secolare... Impugnai lentamente l'elsa d'acciaio e vidi che del fumo saliva dalla soglia... Acre e venefico rendeva difficoltoso vedere oltre, tuttavia scorsi nella penombra una figura decisamente familiare! Il capitano Ioria, riverso al mio fianco con sul viso i segni indelebili della morte. Mi rivolse un flebile conato. Con voce roca disse: "Non entrare... Non...", chiuse gli occhi per sempre. Superai allora l'angoscia e varcai la soglia. Avvenne allora che intorno all'immenso braciere, mi apparve lo spirito dell'elementale. "Ascolta cavaliere, nobile e puro" disse con voce profonda, "Sei giunto alla fine della ricerca. Bene hai seguito la via del tuo cuore, hai dimostrato di amare la giustizia. Sei pronto per ricevere il Sigillo del Gran Maestro Hagadar. Ti indicherà quale destino ti sorriderà..." Pronunciate queste fredde parole, tese una mano infuocata verso il mio cuore bramoso di verità, e subito una luce calda e avvolgente iniziò a sprigionarsi. Mi feci il segno che imparai dal nano Rock Thunderingcave, sacerdote di Ancient Stone, un cerchio spiraleggiante verso il volto. Tale gesto mi bruciò letteralmente il petto. Guardai dentro il corpetto di scaglie di adamantio: una nuova sensazione di grazia e fortezza mi pervase l'anima. Il mio ego aveva raggiunto il culmine della conoscenza. Adesso potevo vedere il vero motivo della morte di Ioria: non aveva sbagliato, ma di certo era stato troppo precipitoso... Mi diressi verso la grande porta a nord, l'unica che dava sulla piazza d'armi. Stringevo ancora tra le mani la spada, ma quasi mi cadde dall'eccitazione della battaglia che incombeva! All'improvviso un enorme ombra oscura, eterea e dalla forma minacciosa si materializzò innanzi a me. "Non combattere, è inutile." Attaccai per primo, cercando di colpire quello che credevo fosse il punto vulnerabile: il centro del volto: fintai un balzo laterale e affondai la spada dritta. Non sembrò tuttavia risolutivo. "MUAHAHAHAHAHAA, folle! I miei poteri ti annienteranno senza che tu possa tentare nulla!". Le braccia diventarono scheletriche, l'ombra svanì e mi apparve in mente la soluzione: era così ovvia! Dovevo colpire il fulcro del suo smisurato potere: l'oscuro medaglione iniziò a farmi sentire il proprio influsso malvagio: malgrado tentassi di concentrarmi, facendo ricorso a tutte le mie energie, non riuscii a reagire, finché il medaglione rimaneva intatto. Poi decisi di tentare. Chiusi gli occhi e privo di paura, lanciai il mio spirito nell'ardua impresa di concentrare il colpo proprio dove speravo servisse: alla catena del medaglione. Mi scagliai ciecamente contro l'avversario! Schivai un fendente preciso e lanciai con tutta la forza che avevo la spada dritta verso la catena... Una strana atmosfera scese, la battaglia si stava rapidamente evolvendo in qualcosa di completamente inaspettato: la mia forza aveva spezzato le barriere mentali dell'ombra. Il Sigillo iniziò a cambiare forma, un raggio di energia uscì dalla sagoma, ormai completamente visibile, e colpì la lama, rendendola simile ad una stella dorata. Affondò spietatamente nel medaglione con veemenza, il tempo delle incertezze era dunque finito. Stavo forse sconfiggendo non soltanto l'ombra, ma sopratutto la causa di quanto era avvenuto: l'ignoranza creata dalla paura inculcatami dall'apparizione. La paura! L'onda d'urto mi investì scagliandomi indietro, contro il secolare muro, mentre il medaglione si disintegrava in centinaia di luccicanti frammenti
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"God's in his heaven. All's right with the world". "Anche un maiale può arrampicarsi su un albero quando viene adulato". |
10-11-2004, 13.19.47 | #452 |
High King of Noldor
Er pistone dell'Urbe Registrato: 12-01-2002
Loc.: Lost
Messaggi: 349
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Quando arrivai in quel vecchio sobborgo, immerso nelle nebbie mattutine, mi resi conto che aveva un aspetto innaturale; il mio sesto senso mi disse di stare lontano da quel maniero. Qualcosa di sinistro persino nell'aria che respiravo...
Poteva davvero essere reale? L'avrei scoperto solo entrando... Senza indugio mi avvicinai al possente arco di nanica fattura, che era stato eretto come baluardo e mònito contro l'antico nemico di sempre, il Demone Turel. L'immenso portale sembrava socchiuso, un silenzio ancestrale avvolgeva e opprimeva quell'attesa quasi secolare... Impugnai lentamente l'elsa d'acciaio e vidi che del fumo saliva dalla soglia... Acre e venefico rendeva difficoltoso vedere oltre, tuttavia scorsi nella penombra una figura decisamente familiare! Il capitano Ioria, riverso al mio fianco con sul viso i segni indelebili della morte. Mi rivolse un flebile conato. Con voce roca disse: "Non entrare... Non...", chiuse gli occhi per sempre. Superai allora l'angoscia e varcai la soglia. Avvenne allora che intorno all'immenso braciere, mi apparve lo spirito dell'elementale. "Ascolta cavaliere, nobile e puro" disse con voce profonda, "Sei giunto alla fine della ricerca. Bene hai seguito la via del tuo cuore, hai dimostrato di amare la giustizia. Sei pronto per ricevere il Sigillo del Gran Maestro Hagadar. Ti indicherà quale destino ti sorriderà..." Pronunciate queste fredde parole, tese una mano infuocata verso il mio cuore bramoso di verità, e subito una luce calda e avvolgente iniziò a sprigionarsi. Mi feci il segno che imparai dal nano Rock Thunderingcave, sacerdote di Ancient Stone, un cerchio spiraleggiante verso il volto. Tale gesto mi bruciò letteralmente il petto. Guardai dentro il corpetto di scaglie di adamantio: una nuova sensazione di grazia e fortezza mi pervase l'anima. Il mio ego aveva raggiunto il culmine della conoscenza. Adesso potevo vedere il vero motivo della morte di Ioria: non aveva sbagliato, ma di certo era stato troppo precipitoso... Mi diressi verso la grande porta a nord, l'unica che dava sulla piazza d'armi. Stringevo ancora tra le mani la spada, ma quasi mi cadde dall'eccitazione della battaglia che incombeva! All'improvviso un enorme ombra oscura, eterea e dalla forma minacciosa si materializzò innanzi a me. "Non combattere, è inutile." Attaccai per primo, cercando di colpire quello che credevo fosse il punto vulnerabile: il centro del volto: fintai un balzo laterale e affondai la spada dritta. Non sembrò tuttavia risolutivo. "MUAHAHAHAHAHAA, folle! I miei poteri ti annienteranno senza che tu possa tentare nulla!". Le braccia diventarono scheletriche, l'ombra svanì e mi apparve in mente la soluzione: era così ovvia! Dovevo colpire il fulcro del suo smisurato potere: l'oscuro medaglione iniziò a farmi sentire il proprio influsso malvagio: malgrado tentassi di concentrarmi, facendo ricorso a tutte le mie energie, non riuscii a reagire, finché il medaglione rimaneva intatto. Poi decisi di tentare. Chiusi gli occhi e privo di paura, lanciai il mio spirito nell'ardua impresa di concentrare il colpo proprio dove speravo servisse: alla catena del medaglione. Mi scagliai ciecamente contro l'avversario! Schivai un fendente preciso e lanciai con tutta la forza che avevo la spada dritta verso la catena... Una strana atmosfera scese, la battaglia si stava rapidamente evolvendo in qualcosa di completamente inaspettato: la mia forza aveva spezzato le barriere mentali dell'ombra. Il Sigillo iniziò a cambiare forma, un raggio di energia uscì dalla sagoma, ormai completamente visibile, e colpì la lama, rendendola simile ad una stella dorata. Affondò spietatamente nel medaglione con veemenza, il tempo delle incertezze era dunque finito. Stavo forse sconfiggendo non soltanto l'ombra, ma sopratutto la causa di quanto era avvenuto: l'ignoranza creata dalla paura inculcatami dall'apparizione. La paura! L'onda d'urto mi investì scagliandomi indietro, contro il secolare muro, mentre il medaglione si disintegrava in centinaia di luccicanti frammenti. L'ombra iniziò
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4 - 8 - 15 - 16 - 23 - 42 Salve, sono Guybrush Threepwood, un temibile pirata. Powered by OsX Tiger Google™ santo subito. |
10-11-2004, 14.14.27 | #453 |
WT Odate Buta
Top Poster
Registrato: 11-04-2002
Loc.: Roma
Messaggi: 8.782
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Quando arrivai in quel vecchio sobborgo, immerso nelle nebbie mattutine, mi resi conto che aveva un aspetto innaturale; il mio sesto senso mi disse di stare lontano da quel maniero. Qualcosa di sinistro persino nell'aria che respiravo...
Poteva davvero essere reale? L'avrei scoperto solo entrando... Senza indugio mi avvicinai al possente arco di nanica fattura, che era stato eretto come baluardo e mònito contro l'antico nemico di sempre, il Demone Turel. L'immenso portale sembrava socchiuso, un silenzio ancestrale avvolgeva e opprimeva quell'attesa quasi secolare... Impugnai lentamente l'elsa d'acciaio e vidi che del fumo saliva dalla soglia... Acre e venefico rendeva difficoltoso vedere oltre, tuttavia scorsi nella penombra una figura decisamente familiare! Il capitano Ioria, riverso al mio fianco con sul viso i segni indelebili della morte. Mi rivolse un flebile conato. Con voce roca disse: "Non entrare... Non...", chiuse gli occhi per sempre. Superai allora l'angoscia e varcai la soglia. Avvenne allora che intorno all'immenso braciere, mi apparve lo spirito dell'elementale. "Ascolta cavaliere, nobile e puro" disse con voce profonda, "Sei giunto alla fine della ricerca. Bene hai seguito la via del tuo cuore, hai dimostrato di amare la giustizia. Sei pronto per ricevere il Sigillo del Gran Maestro Hagadar. Ti indicherà quale destino ti sorriderà..." Pronunciate queste fredde parole, tese una mano infuocata verso il mio cuore bramoso di verità, e subito una luce calda e avvolgente iniziò a sprigionarsi. Mi feci il segno che imparai dal nano Rock Thunderingcave, sacerdote di Ancient Stone, un cerchio spiraleggiante verso il volto. Tale gesto mi bruciò letteralmente il petto. Guardai dentro il corpetto di scaglie di adamantio: una nuova sensazione di grazia e fortezza mi pervase l'anima. Il mio ego aveva raggiunto il culmine della conoscenza. Adesso potevo vedere il vero motivo della morte di Ioria: non aveva sbagliato, ma di certo era stato troppo precipitoso... Mi diressi verso la grande porta a nord, l'unica che dava sulla piazza d'armi. Stringevo ancora tra le mani la spada, ma quasi mi cadde dall'eccitazione della battaglia che incombeva! All'improvviso un enorme ombra oscura, eterea e dalla forma minacciosa si materializzò innanzi a me. "Non combattere, è inutile." Attaccai per primo, cercando di colpire quello che credevo fosse il punto vulnerabile: il centro del volto: fintai un balzo laterale e affondai la spada dritta. Non sembrò tuttavia risolutivo. "MUAHAHAHAHAHAA, folle! I miei poteri ti annienteranno senza che tu possa tentare nulla!". Le braccia diventarono scheletriche, l'ombra svanì e mi apparve in mente la soluzione: era così ovvia! Dovevo colpire il fulcro del suo smisurato potere: l'oscuro medaglione iniziò a farmi sentire il proprio influsso malvagio: malgrado tentassi di concentrarmi, facendo ricorso a tutte le mie energie, non riuscii a reagire, finché il medaglione rimaneva intatto. Poi decisi di tentare. Chiusi gli occhi e privo di paura, lanciai il mio spirito nell'ardua impresa di concentrare il colpo proprio dove speravo servisse: alla catena del medaglione. Mi scagliai ciecamente contro l'avversario! Schivai un fendente preciso e lanciai con tutta la forza che avevo la spada dritta verso la catena... Una strana atmosfera scese, la battaglia si stava rapidamente evolvendo in qualcosa di completamente inaspettato: la mia forza aveva spezzato le barriere mentali dell'ombra. Il Sigillo iniziò a cambiare forma, un raggio di energia uscì dalla sagoma, ormai completamente visibile, e colpì la lama, rendendola simile ad una stella dorata. Affondò spietatamente nel medaglione con veemenza, il tempo delle incertezze era dunque finito. Stavo forse sconfiggendo non soltanto l'ombra, ma sopratutto la causa di quanto era avvenuto: l'ignoranza creata dalla paura inculcatami dall'apparizione. La paura! L'onda d'urto mi investì scagliandomi indietro, contro il secolare muro, mentre il medaglione si disintegrava in centinaia di luccicanti frammenti. L'ombra iniziò a schiarirsi
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"God's in his heaven. All's right with the world". "Anche un maiale può arrampicarsi su un albero quando viene adulato". |
10-11-2004, 14.15.48 | #454 | |
Guest
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Quota:
Mi ero distratto tra strane atmosfere e sigilli che lanciano raggi di energia... LOL Non odiatemi per le mie puntualizzazioni please!! LOL |
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10-11-2004, 14.17.06 | #455 |
Guest
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Quando arrivai in quel vecchio sobborgo, immerso nelle nebbie mattutine, mi resi conto che aveva un aspetto innaturale; il mio sesto senso mi disse di stare lontano da quel maniero. Qualcosa di sinistro persino nell'aria che respiravo...
Poteva davvero essere reale? L'avrei scoperto solo entrando... Senza indugio mi avvicinai al possente arco di nanica fattura, che era stato eretto come baluardo e mònito contro l'antico nemico di sempre, il Demone Turel. L'immenso portale sembrava socchiuso, un silenzio ancestrale avvolgeva e opprimeva quell'attesa quasi secolare... Impugnai lentamente l'elsa d'acciaio e vidi che del fumo saliva dalla soglia... Acre e venefico rendeva difficoltoso vedere oltre, tuttavia scorsi nella penombra una figura decisamente familiare! Il capitano Ioria, riverso al mio fianco con sul viso i segni indelebili della morte. Mi rivolse un flebile conato. Con voce roca disse: "Non entrare... Non...", chiuse gli occhi per sempre. Superai allora l'angoscia e varcai la soglia. Avvenne allora che intorno all'immenso braciere, mi apparve lo spirito dell'elementale. "Ascolta cavaliere, nobile e puro" disse con voce profonda, "Sei giunto alla fine della ricerca. Bene hai seguito la via del tuo cuore, hai dimostrato di amare la giustizia. Sei pronto per ricevere il Sigillo del Gran Maestro Hagadar. Ti indicherà quale destino ti sorriderà..." Pronunciate queste fredde parole, tese una mano infuocata verso il mio cuore bramoso di verità, e subito una luce calda e avvolgente iniziò a sprigionarsi. Mi feci il segno che imparai dal nano Rock Thunderingcave, sacerdote di Ancient Stone, un cerchio spiraleggiante verso il volto. Tale gesto mi bruciò letteralmente il petto. Guardai dentro il corpetto di scaglie di adamantio: una nuova sensazione di grazia e fortezza mi pervase l'anima. Il mio ego aveva raggiunto il culmine della conoscenza. Adesso potevo vedere il vero motivo della morte di Ioria: non aveva sbagliato, ma di certo era stato troppo precipitoso... Mi diressi verso la grande porta a nord, l'unica che dava sulla piazza d'armi. Stringevo ancora tra le mani la spada, ma quasi mi cadde dall'eccitazione della battaglia che incombeva! All'improvviso un enorme ombra oscura, eterea e dalla forma minacciosa si materializzò innanzi a me. "Non combattere, è inutile." Attaccai per primo, cercando di colpire quello che credevo fosse il punto vulnerabile: il centro del volto: fintai un balzo laterale e affondai la spada dritta. Non sembrò tuttavia risolutivo. "MUAHAHAHAHAHAA, folle! I miei poteri ti annienteranno senza che tu possa tentare nulla!". Le braccia diventarono scheletriche, l'ombra svanì e mi apparve in mente la soluzione: era così ovvia! Dovevo colpire il fulcro del suo smisurato potere: l'oscuro medaglione iniziò a farmi sentire il proprio influsso malvagio: malgrado tentassi di concentrarmi, facendo ricorso a tutte le mie energie, non riuscii a reagire, finché il medaglione rimaneva intatto. Poi decisi di tentare. Chiusi gli occhi e privo di paura, lanciai il mio spirito nell'ardua impresa di concentrare il colpo proprio dove speravo servisse: alla catena del medaglione. Mi scagliai ciecamente contro l'avversario! Schivai un fendente preciso e lanciai con tutta la forza che avevo la spada dritta verso la catena... Una strana atmosfera scese, la battaglia si stava rapidamente evolvendo in qualcosa di completamente inaspettato: la mia forza aveva spezzato le barriere mentali dell'ombra. Il Sigillo iniziò a cambiare forma, un raggio di energia uscì dalla sagoma, ormai completamente visibile, e colpì la lama, rendendola simile ad una stella dorata. Affondò spietatamente nel medaglione con veemenza, il tempo delle incertezze era dunque finito. Stavo forse sconfiggendo non soltanto l'ombra, ma sopratutto la causa di quanto era avvenuto: l'ignoranza creata dalla paura inculcatami dall'apparizione. La paura! L'onda d'urto mi investì scagliandomi indietro, contro il secolare muro, mentre il medaglione si disintegrava in centinaia di luccicanti frammenti. L'ombra iniziò a schiarirsi diventando sempre |
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