<p align="center"><img hspace="0" src="http://www.ori0n.it/files/pictures/logo-google.png" align="baseline" border="0"></p><p align="justify">Google sarà un po' meno Grande Fratello. Dopo mesi di polemiche e pressioni da parte delle società per i diritti civili, il colosso di Mountain View cambia la sua politica sulla privacy. Sul suo blog ufficiale ha annunciato che, dalla fine di quest'anno, rimuoverà al massimo entro 24 mesi i dati identificativi delle ricerche effettuate. <br><br>Attualmente, Google li conserva per tempo indefinito. Tra questi è presente anche l'indirizzo Ip, tramite il quale è possibile recuperare informazioni personali dell'utente che ha lanciato la ricerca: il suo computer, la ricerca stessa, i risultati cliccati, quale browser e sistema operativo sia installato. </p><p align="justify"><br>Adesso il motore di ricerca, dopo un periodo di tempo variabile fra i 18 e i 24 mesi, a seconda del Paese in cui si trovano i server, cancellerà una parte dell'indirizzo Ip, rendendo tecnicamente impossibile "tracciare" l'utente a cui appartiene. </p><div class="ad-box" align="justify"><!-- OAS AD 'Middle' - da inserire per 200x200 --><script language="javascript" type="text/javascript"></script></div><p align="justify"><br>Il cambiamento di rotta arriva in seguito alle proteste ricevute da Google in materia di privacy. Il motore di ricerca era stato accusato di essere una specie di Grande Fratello. </p><p align="justify"><br>Dal canto suo, Google ha sempre sostenuto che la raccolta dei dati fosse necessaria per ottimizzare le ricerche sul web e - sostiene il vicepresidente Wong - "fornire i migliori risultati". Inoltre, assicura, i profili non contengono informazioni personali. Insomma, non c'è alcun elemento che permetta di associarli a un nome e cognome. Sono solo materiale statistico. <br><br>La nuova politica di Google, però, riconosce implicitamente la possibilità che in questa pratica ci sia una violazione della privacy. Nell'annuncio dato sul suo blog, il colosso di Mountain View ammette di avere preso la decisione in seguito a "colloqui con le associazione di tutela dei diritti". ". <br><br>Kevin Bankston, della Electronic Frontier Fundation, la più importante associazione no-profit per la tutela dei diritti digitali, lo ritiene comunque un grande passo avanti. "Google sembra finalmente aver capito che conservare dati dell'attività di ricerca degli utenti minaccia la privacy.<br></p><br /><br /><a href="http://www.wintricks.it/framer.php?url=http://news.com.com/Google+adding+search+privacy+protections/2100-1038_3-6167333.html" target="_blank"> <li>Fonte</li> </a><br /><br />