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29-11-2004, 01.08.12 | #766 | |
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29-11-2004, 01.17.37 | #767 |
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già letto Gigi, grazie.
Ci sono scritte un mucchio di falsità; tempo fa l'avevo letto abbastanza analiticamente per farmi un'idea globale... peccato che ci sia poco/nulla di vero. E' un po' di parte, nel senso che è come chiedere all'oste se il vino è buono. ciao
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L'ignorante parla a vanvera, l'intelligente parla al momento opportuno, il saggio parla solo se è interpellato, il fesso parla sempre! |
29-11-2004, 01.18.44 | #768 | |
Night Angel
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Ancora fuori tema
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Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo (G. Garcia Marquez) Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni... (Eleanor Roosevelt) :::MAZZA CHIODATA GROUP::: Presidente del Club dei Nottambuli |
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29-11-2004, 01.19.47 | #769 | |
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Re: Ancora fuori tema
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L'ignorante parla a vanvera, l'intelligente parla al momento opportuno, il saggio parla solo se è interpellato, il fesso parla sempre! |
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29-11-2004, 01.20.22 | #770 | |
Night Angel
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Re: Re: Ancora fuori tema
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Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo (G. Garcia Marquez) Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni... (Eleanor Roosevelt) :::MAZZA CHIODATA GROUP::: Presidente del Club dei Nottambuli |
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29-11-2004, 01.22.19 | #771 | |
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Non riesco a trovare il manuale di Torquemada, ma quello sono sicuro che lo troverai veritiero PS: cmq non ho capito perchè dovrebbe essere di parte. E' un piccolo sito di filosofia, non credo sia tenuto da qualche mullah nascosto in qualche moschea di provincia Ultima modifica di Gigi75 : 29-11-2004 alle ore 01.27.28 |
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29-11-2004, 01.35.44 | #772 | |
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05-12-2004, 16.37.10 | #773 |
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Como, via Gesù da canzone di Natale
Polemiche per iniziativa di una maestra La parola "virtù" al posto di "Gesù". La sostituzione, in una filastrocca natalizia, è stata messa in atto da una maestra di una scuola elementare per venire incontro alla sensibilità di due bimbi musulmani. E' successo a Rebbio (Como) ed è stata subito polemica. Il primo cittadino Stefano Bruni, in occasione della premiazione degli Abbondini d'oro, ha parlato di "fatto gravissimo e di un errore grave da parte della maestra". Il primo cittadino ha poi definito l'iniziativa "un provvedimento frutto di una falsa concezione dell'integrazione sociale e un'offesa alla nostra cultura". Il sindaco ha quindi assicurato che come amministrazione prenderà posizione contro l'iniziativa chiedendo alla maestra di rimettere immediatamente la parola "Gesù" dov'era prima. "Ognuno deve sempre diffondere la propria cultura religiosa nel rispetto degli altri. Valuteremo di prendere eventuali provvedimenti nei confronti della responsabile". Il fatto non h passato inosservato e ha suscitato le reazioni immediate dei genitori. Uno di questi ha persino inviato una lettera al quotidiano "La Padania" per informarli di cosa stesse succedendo alla scuola comasca. Anche a livello locale sono state durissime le prese di posizione della Lega Nord che ha chiesto al preside della scuola Pasquale Capria di intervenire immediatamente. "E' una vicenda vergognosa, grave e scandalosa - ha detto il segretario provinciale della Lega Nord Nicola Molteni - Oggi se per non offendere due bambini si mettono in discussione i principi della nostra cultura, significa che c'è qualcosa che non va. Episodi come questo sono assai preoccupanti che devono portare i cittadini e le istituzioni a ergersi a difensori nei confronti della religione e della cultura della nostra società. Chiediamo al preside della scuola di intervenire immediatamente e di prendere le distanze da un provvedimento del genere". Il preside oggi ha replicato difendendo la scuola e la maestra, parlando di una modifica fatta direttamente dai bambini che dopo aver ascoltato la canzone si sono messi d'accordo per sostituire la parola "Gesù" con "virtù" perchi la prima non era conosciuta dai due bambini di fede musulmana. Il preside ha anche escluso che siano state ritoccate altre canzoni come 'Tu scendi dalle stelle': l'unica canzone che è cambiata è 'Natale in allegria' tratta dal Cd dell'Antoniano di Bologna. "La maestra - ha detto Capria - ha lasciato liberi i bambini di fare quello che volevano". |
05-12-2004, 18.06.46 | #774 |
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Speriamo allora che nel prossimo periodo del ramadan qualcuno provveda a non urtare, e quindi anche a tutelare, la sensibilità dei bimbi cattolici!
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06-12-2004, 15.51.48 | #775 |
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La storia si ripete, forse non sempre uguale ma certamente in modo molto simile.
E noi continuiamo a non impararne le lezioni fondamentali. Lo scrittore Frank Norris, durante un viaggio attraverso le regioni minerarie della Pennsylvania effettuato nel 1902 in occasione dello sciopero dei lavoratori delle miniere di antracite, osservò che gruppi di immigrati polacchi vivevano in cadenti baracche di legno “indegne persino di un cane” e si stupì che questa gente in fondo si accontentasse di scioperare anziché reagire in modo più deciso. Di solito gli immigrati trovavano più tollerabili le fatiche fisiche che non le torture psicologiche che dovevano affrontare e superare in molte circostanze; gente semplice, ignorante, abituata a vivere in campagna, erano spesso schiacciati dal sistema di vita delle grandi città americane. Ciò aiuta a capire come mai ciascun gruppo di immigrati cercasse di occupare una determinata zona residenziale, spostandosi non appena vi confluivano troppi estranei: si sviluppò così un mosaico di agglomerati omogenei dal punto di vista etnico, e denominazioni come “Little Italy” o “Kleindeutschland” erano addirttura eccessive in quanto gli immigrati tendevano a riunirsi in gruppi di compaesani anziché di connazionali. Il desiderio di preservare la propria identità e di trovarsi emotivamente al sicuro in compagnia dei propri simili spiega anche perché ciascun gruppo di immigrati creasse proprie istituzioni sociali: chiese, scuole, giornali, società di mutuo socc0orso e persino teatri. Per quanto concentrati massicciamente, raramente gli immigrati rappresentarono più di un terzo della popolazione di uno stato: essi superarono tale proporzione solo negli stati del West di recente istituzione e scarsamente popolati come il Nevada o il North Dakota, e anche qui solo per brevi periodi. Complessivamente, negli Stati Uniti la proporzione di nati all’estero salì dal 13,2% del 1860 al 14,7% del 1920. Anche conteggiando insieme gli immigrati e i loro discendenti della prima generazione nati negli Stati Uniti, il loro numero non superò mai il 35% del totale della popolazione. Eppure l’ostilità dell’opinione pubblica americana nei confronti degli immigrati aumentò costantemente. Ora che non c’era più terra da colonizzare, che era finita l’epoca della “frontiera”, non era più possibile sostenere che ci fosse posto per tutti. In parte l’ostilità nei confronti dei nuovi venuti era connessa alle caratteristiche di questi immigrati: l’influsso di gruppi ristretti di stranieri che parlavano una strana lingua e avevano abitudini inconsuete indusse molti americani a sospettare che la propria struttura sociale potesse mutare radicalmente, e in peggio: i “nuovi immigrati” venivano dalla parti più arretrate d’Europa ed erano di solito più poveri, meno istruiti, meno qualificati dei “vecchi immigrati”. Inoltre la stragrande maggioranza non aveva alcuna familiarità con la democrazia e con forme di governo rappresentativo della volontà popolare. Molti cittadini statunitensi cominciarono a dubitare che gente tanto diversa potesse mai essere assimilata, pregiudizi e timori accrebbero l’ostilità dei nativisti. Le idee radicali e rivoluzionarie di molti emigranti suscitavano allarme e sopsetto, sempre più diffusi dopo che la responsabilità dell’attentato dinamitardo di Haymarket Square (Chicago, 1886) fu attribuita ad anarchici stranieri. Ci furono anche timori che gli Stati Uniti potessero perdere il loro carattere di paese protestante: l’incremento del numero degli immigrati di religione cattolica, la spettacolare diffusione del sistema di scuole cattoliche, l’ascesa di tanti politici cattolici di origine irlandese contribuirono a rinfocolare l’ostilità della popolazione protestante contro i cattolici. L’American Protective Association, un’istituzione fondata nel 1886 per contrastare il potere politico dei cattolici e difendere il sistema scolastico pubblico, scatenò una reazione al limite dell’isteria contro i cattolici agitando lo spettro di un imminente pericolo di cadere nelle grinfie del papa. Crebbe anche l’ostilità nei confronti di un altro forte gruppo di “nuovi immigrati”, gli ebrei. Barzellette di contenuto razzista e serie di fumetti e vignette antisemite furono pubblicate da giornali a larga diffusione, e gli ebrei non vennero ammessi in alcuni alberghi, associazioni; stazioni balneari, scuole private. (...) La punta più aggressiva di questo movimento fu l’Immigration Restriction League, fondata nel 1894 da un gruppo di aristocratici di Boston: convinti che l’”elemento anglosassone” della società americana corresse il rischio di essere sopraffatta e inquinato da incroci con razze inferiori, i capi di tale associazione si impegnarono in una vigorosa campagna di propoganda per l’adozione di un “esame preliminare di cultura”, considerato come un mezzo efficace per non concedere il visto di entrata alla maggior parte dei “nuovi immigrati”. Maldwyn A. Jones – “Storia degli Stati Uniti d’America” – Bompiani La storia ci insegna che la società americana non fu sopraffatta, che gli Stati Uniti non divennero un protettorato del Vaticano, che gli ebrei divennero parte importante della società americana come tutti gli altri, che il “melting pot” continuò e continua ad essere una delle caratteristiche fondanti degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti rappresentavano un modello: i tedeschi protestanti, gli italiani cattolici, gli ebrei di tutta Europa, gli irlandesi “pulciosi”, i messicani “sfaticati” affluivano a Ellis Island nella speranza di diventare come gli americani, non per far diventare gli americani come loro. Gli “inassimilabili” alla fine furono assimilati. Non solo: gli inassimilabili contribuirono a “fare” l’America esattamente come i discendenti dei passeggeri della Mayflower. Nel 1965 sotto la presidenza Johnson, con grande ritardo rispetto alle raccomandazioni già espresse da Truman, furono abrogate dal Congresso tutte le misure restrittive sull’immigrazione, introdotte tra il 1890 e il 1920 sull’onda dei movimenti nazionalistici anti-immigrazione. Sin dalla presidenza Roosevelt, queste misure erano considerate discriminatorie, un tradimento dell’ideale americano. Fu conservato solo il contingentamento dei visti concessi in base alle necessità di forza lavoro, con un sistema di criteri di priorità (parenti indiretti di cittadini americani, lavoratori in possesso di qualifiche specifiche, profughi, etc...). Che è poi a grandi linee lo stesso sistema ancora in vigore attualmente sia negli Stati Uniti che nell’Unione Europea. Noi dovremmo essere fieri di sapere che milioni di persone nel mondo aspirano ad una vita migliore venendo ad abitare e lavorare da noi. Dovremmo essere fieri perché per loro incarniamo un modello da imitare, non un cattivo esempio da abbattere. Gli immigrati affluiscono in Europa non perché ci odiano, ma perché amano il nostro stile di vita, i nostri valori e la nostra libertà. Dovremmo dare loro l’opportunità di diventare come noi senza rinnegare ciò che sono. Invece tutto ciò che siamo al limite disposti a conceder loro è di obbligarli prima di tutto a non essere più se stessi, “poi si vedrà”. Li trattiamo come gli americani nativisti trattavano i nostri emigranti nel XIX secolo: come inassimilabili. E quando al contrario vogliamo mostrarci “aperti” e tolleranti, per eccesso di zelo ci perdiamo in ridicole ed elitariste disquisizioni sulle canzoni natalizie che non dovrebbero contenere riferimenti al vangelo. Avremmo invece bisogno di spazi di incontro comune, di momenti di conoscenza reciproca. Abbiamo un disperato bisogno di abbattere i muri psicologici che separano le diverse comunità della società globale, per scoprire che in fondo siamo più simili che diversi. Ma è troppa fatica, e finiamo sempre solo col litigare tra di noi europei su questioni di lana caprina. La società europea di oggi, come quella americana di fine XIX secolo, non crollerà sotto il peso dell’immigrazione, non perderà le sue caratteristiche fondamentali, non diventerà un prottettorato di Riyad. Ferrara, Fallaci & Co. sbagliano oggi come sbagliavano allora gli “aristocratici” della Immigration Restriction League, per tronfio orgoglio ego-nazional-razzistico. Ultima modifica di exion : 06-12-2004 alle ore 15.59.02 |
06-12-2004, 17.27.50 | #776 | |
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Davvero, io penso questo di te. A volte però mi lasci di sasso... e gurda che non è facile! Spero tu ti sia reso conto di cosa hai scritto! E' una barzelletta o cosa? Finchè parli di una corrente migratoria generica e non specifica, potrei anche darti ragione. Se, nella fattispecie, mi parli dell' Islam... Exion mi spiace, ma i casi sono 2: O non leggi i giornali O vivi in un mondo tutto tuo senza il minimo riferimento con la realtà... e penso che sia la seconda ipotesi. E a questo punto, ma davvero, ti invito a rileggerti il libro della Fallaci molto molto attentamente. Non tanto il primo: "La Rabbia e l'orgoglio" scritto (come lascia intendere il titolo stesso) sotto l'onda d'urto dell' 11 settembre 2001. Leggiti bene "La Forza Della Ragione", dai un'occhiata ai cenni storici per i quali puoi tranquillamente trovare riscontro. Se proprio odi la Fallaci (lo so, non è piacevole sentirsi parte integrante delle cicale blateranti radical-chic), datti una letta al corano e soffermati a riflettere su alcune sume.... Mi pare lo stiano tutt'ora pubblicando a puntate su Repubblica. Caspita Exion l'odio islamico nei confronti dell'occidente è una specie di faida che va avanti da secoli! Ci hanno provato in tutti i modi a sottometterci. Lo stanno facendo anche in questo momento, ora, adesso. Come fai ad essere così cieco? Non dubito che fra i figliuoli di allah akbar ci sia anche qualche brava persona, anzi a dire il vero ne conosco anche un paio, che senz'altro viene in eurabia ... ops, volevo dire Europa, con la seria intenzione di integrarsi, lavorare, studiare, ecc... ma parliamo di casi rari ed isolati. Ti rendi conto che stiamo parlando di persone che vivono, e peggio ancora PROFESSANO, un credo medioevale?!?! E non venirmi a dire che, poverini, sono rimasti indietro di qualche anno e che bisogna capire. Sono stufo di questa storia, non sta in piedi.
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06-12-2004, 18.23.39 | #777 |
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Exion non ti è mai capitato di passare x la stazione centrale di Milano il Sabato o la domenica???
e io dovrei essere fiero di quel tipo di immigrati?? ma per favore dai... |
06-12-2004, 18.25.26 | #778 |
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exion, se aspiri al nobel per la Pace ok...ma a noi non ci mettere in mezzo
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06-12-2004, 18.48.27 | #779 |
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rispondo a tutti e tre contemporaneamente.
Conosco molto bene la Francia, paese a più alta concentrazione di immigrati in Europa, per averci abitato dai 2 ai 15 anni, e per esserci tornato a vivere sei mesi fa. Conosco bene la stazione centrale e cosa ci succede, per averci vissuto 8 anni a 500 metri di distanza. Non credo affatto di essere cieco, credo al contrario che vi lasciate facilmente tentare dalla soluzione più facile: mettere in un solo gigantesco calderone tutte le problematiche più scottanti, mescolando le banane con le patate frullando il tutto con sciroppo d'acero. Lo dimostra il fatto che io continuo a parlare in termini storici e sociali, cercando di esulare dal tema ossessivo islam/arabi (che è solo una sfaccettatura di un problema molto più grande) e voi imperterriti continuate a rispondermi in termini religiosi e islamofobi. Io dico semplicemente che ci sono questioni che rilevano dell'ordine pubblico e della sicurezza nazionale, e vanno affrontati con l'autorità delle forze dell'ordine, senza dubbi di sorta. E ci sono problemi sociali che vanno invece affrontati con la politica e un minimo di buon senso, evitando di comportarci come si comportarono i nativisti americani nel '800. La loro politica si è rivelata nei decenni inefficace, e secondo Truman contraria agli ideali americani. Mischiando tutto, immigrazione regolare, immigrazione clandestina disperata ma onesta, immigrazione clandestina disperata e criminale, immigrazione clandestina agiata e criminale, orgoglio religioso "nostro" e "loro", terrorismo, e chi più ne ha più ne metta, rendete un pessimo servizio a voi stessi perché in questo modo vi negate da soli la possibilità di inquadrare nel giusto modo la problematica. Lo dimostra il pregiudizio che avete nel leggermi: ho parlato di orgoglio occidentale per il fatto di essere un modello per il mondo intero, mi avete risposto come se avessi inneggiato ad Al Qaeda. Mi pare ci sia veramente qualcosa che non va in questo... |
06-12-2004, 18.59.12 | #780 | |
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Come la Immigration Restriction League definiva i cattolici italiani e gli ebrei polacchi nel 1894 Vallo a dire a Robert De Niro o a Paul Wolfovitz che sono inassimilabili. E' solo un incessante ripetizione degli stessi errori. |
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