Discussione: NO Pedofilia
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Vecchio 04-06-2008, 12.36.30   #1
Billow
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NO Pedofilia

WinTricks sin dai suoi esordi si è contraddistinto per la lotta alla pedofilia online ... ma è necessario innanzitutto sapere con CHI si ha a che fare, quando si parla di pedofili, eccovi quindi un profilo dettagliato su cosa sia e come sia nata la pedofilia.
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Premessa

Per affrontare il fenomeno della pedofilia è necessario innanzi tutto collocarlo come fenomeno sociale, clinico e criminologico, senza trascurare al tempo stesso le diverse mutazioni che la pedofilia ha subito negli ultimi decenni, come la pedofilia in rete, il turismo sessuale e la pedofilia all’interno delle sette sataniche.

Questa premessa è importante per poi affrontare il fenomeno sotto il profilo giuridico, mettendo in luce i vari interventi internazionali nell’ambito della tutela dei minori, e in seguito esporre il materiale raccolto dal nostro staff rappresentato da consigli e accorgimenti tecnici rilasciati dagli esperti che seguono da vicino il problema per contenerlo e cercare di arginarlo

La pedofilia è uno dei mali che maggiormente si sono diffusi nell’era moderna, un male in attesa di vittime che ha già tristemente raggiunto fin troppa “notorietà”, nella nostra società, inoltre mi sembra che stia prevalendo un atteggiamento atto a ripudiare il problema e in parte ad eliminarlo dai nostri discorsi o riflessioni quotidiane.
Di certo chi vi scrive non ha la soluzione al problema, ne tanto meno vuole avere l’ambizione di esserlo, ma posso almeno cercare di far riflettere in veste sociale, umana su questo dramma. Questa non vuole essere l’ennesima manifestazione retorica, seppur su un problema “nobile”, atta a schierarsi contro la pedo-pornografia, come fine a stessa, ma una presa di posizione chiara, netta e concreta sul contenimento del problema o perlomeno ad una riduzione dello stesso.

Affronteremo Il problema e forniremo informazioni dettagliate e gli strumenti necessari per il suo contenimento nella forma espressa Online nel mondo virtuale di Internet, tutto questo sarà frutto del Know Houw che esperti dei vari settori aggregatisi al nostro staff metteranno a disposizione di tutti.
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Pedofilia : Definizione

Il termine pedofilia deriva dal greco pais che significa fanciullo, e philìa amore, e rappresenta una tendenza naturale dell'adulto verso il fanciullo espressa sotto forma educativa o pedagogica. In realtà però da quando il termine pedofilia è entrato nella lingua italiana, nel 1935 essa è considerata come attrazione sessuale dell’adulto verso i bambini in età pubere o in età pre-pubere (generalmente inferiore ai 13 anni).

Gli abusi sessuali sui minori sono sempre esistiti, in qualunque società umana e in ogni epoca, non è un fenomeno imputabile alla cosiddetta "società complessa" e soprattutto non è frutto della modernità. Quello che c'è di diverso rispetto al passato è che oggi è di pubblico dominio, sia dal lato della denuncia che della consapevolezza delle violenze sessuali sui minori, anche se nonostante ciò esiste ancora molta reticenza e omertà sul problema, basta solo pensare alle violenze perpetrate tra le mura domestiche che non vengono (o poco) mai denunciate.
Per comprendere la pedofilia dobbiamo inscriverla all'interno della cultura e della società di riferimento, notando in questo modo, come tale comportamento assuma un diverso significato a seconda dei luoghi e dei periodo storici.

Nonostante che il problema avesse radici ben più remote, è solo negli anni settanta che troviamo una prima definizione di pedofilia.
Il comportamento pedofilo fu definito come la risposta dell'adulto all'amore che rivolgeva ad un "oggetto" esclusivo, preferenziale oppure occasionale come poteva essere considerato l'amore rivolto ai bambini, ai soggetti sessualmente immaturi, giovanissimi, prepuberi o appena puberi, o ancora come "persone proprie o dell'altro sesso non ancora genitalmente mature".

Il primo a collegare la pedofilia alla patologia fu lo psichiatra svizzero Auguste Forel che, nel 1905, parlò, a riguardo, di “passione sessuale”, e pur essendo un comportamento noto fin dall’antichità, è in questo momento storico che assume il significato di malattia.

Assunse così la definìzione di “una perversione in cui una persona si sente eroticamente attratta da bambini di entrambi i sessi” e più recentemente, il DSM IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) ne ha fornito una definizione più chiara inserendola nell’ambito delle parafilie, termine che esprime un disturbo dell’eccitazione sessuale che, in questo caso, è reso possibile soltanto da stimoli particolari considerati sessualmente anomali dalla società.

Le caratteristiche essenziali delle parafilie sono infatti rappresentate da fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti che in generale riguardano oggetti inanimati, situazioni particolari o atipiche, la sofferenza, l’umiliazione di se stessi o del patner, persone non consenzienti o, nel caso specifico, bambini, perché si possa parlare di pedofilia, il coinvolgimento sessuale deve avvenire, per un periodo superiore ai sei mesi, con bambini pre-puberi (di tredici anni o più piccoli), e il soggetto autore deve avere almeno sedici anni di età e deve essere di almeno cinque anni maggiore del bambino.

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La pedofilia,
come dimostrano le più recenti cronache, è praticata da individui con caratteristiche diverse: anziani, adulti e giovani, incolti ma anche colti, omosessuali ma anche eterosessuali, sconosciuti ma anche, anzi soprattutto, familiari o parenti, uomini generalmente, ma qualche volta anche donne. Non esiste una tipologia del pedofilo così come non esiste un unico tipo di pedofilo

la pedofilia è un tratto multifattoriale in cui entrano in gioco aspetti mentali, istituzionali, di attività, di educazione sessuale, di violenza, di controllo delle pulsioni. esistono però fattori che potremmo definire facilitanti, senza però essere determinanti:


- l’essere stati violentati oppure trattati con crudeltà durante l’infanzia, in particolare dai propri genitori (per vincere l’angoscia di essere in balia di una persona che umilia e abusa, un bambino può prendere a modello il proprio oppressore e desiderare di avere il suo potere; questa “identificazione con l’aggressore” lo porterà in seguito ad adottare lo stesso tipo di comportamenti questa volta, però, da una posizione di forza)
- l’essere stati bambini isolati che si sono sentiti esclusi dagli altri bambini e adolescenti che hanno invidiato la vitalità dei loro coetanei (da adulti possono tentare di possedere e di catturare quegli stessi bambini di cui hanno ammirato e invidiato la vitalità);
- l’aver vissuto in ambienti familiari disgregati;l’aver assistito ad azioni violente e distruttive su familiari senza aver avuto la possibilità di intervenire a migliorare la situazione .

Secondo molti psicologi e psichiatri i pedofili avrebbero una personalità immatura, problemi di relazione o sensi di inferiorità che non consentono loro di reggere un rapporto amoroso adulto, “alla pari”: individui con disturbi narcisistici e fragile stima di sé si focalizzano sui bambini perché possono controllarli e dominarli e con loro non provano sentimenti di inadeguatezza.

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Ma ci sono anche altre componenti, come il gusto della trasgressione e della sfida alla morale, il piacere del superamento dei confini del lecito, questo è presente in chi frequenta siti pedofili o si procura cassette porno-sadiche, o anche la curiosità per esperienze estreme, intese come diritto di cui godere, una forma di libertà individuale da perseguire.

La maggior parte dei pedofili cerca di non maltrattare i bambini che riesce ad avvicinare, sia per l’attrazione che provano, sia perché non sono animati da impulsi malevoli e sia perché cercano di evitare che essi possano parlare, lamentarsi o fare la spia. Ci sono, però anche altri tipi di pedofili meno “buoni”: sono quelli che praticano il cosiddetto pedosadismo. In questi casi, quasi sempre riguardanti individui privi di senso morale, spesso affetti da disturbi mentali e cresciuti in un clima di degrado ambientale e/o psicolgico, l’attrazione per i bambini è associata a forme di sadismo più o meno spinto che possono portare anche all’uccisione della vittima.

Secondo diversi psicanalisti bisogna sottolineare che c’è una chiara e netta distinzione tra questa patologia, definita pedofobia, e la pedofilia vera e propria, per quanto distorta, deviata, patologica, l’attrazione che il “vero” pedofilo prova per il bambino, non è solo sessuale è a suo modo, una forma d’amore in cui c’è affetto, tenerezza, comprensione anche se l’incapacità dell’adulto di contenere le pulsioni sessuali può rappresentare, per il bambino, un grosso rischio psicofisico.


Nei comportamenti sadici che hanno per oggetto bambini invece, il desiderio d’amore, viene sostituito da una spinta di morte, questi sono definiti i “falsi” pedofili, infatti, non provano alcun sentimento per il bambino che vedono solo come oggetto erotico. Per questo l’abuso può degenerare in crudeltà e violenza, fino a provocare la morte della piccola vittima.

Stando a queste considerazioni, si potrebbe sostenere che, quella che si sta diffondendo oggi attraverso la rete sotto forma di immagini cruente di necrofilia e tortura nei confronti di bambini, non sia la “vera” pedofilia, che è sempre esistita trasformando il bambino in un oggetto non solo di desiderio sessuale ma anche d’amore, bensì una “falsa” pedofilia

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tnx to Alexsandra che ha contribuito a questa iniziativa.
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