Rai, la satira di Cornacchione rischia di essere fermata
ROMA - La satira di Cornacchione (che rappresenta il premier come un "malato di mente"); lo stile di conduzione di Fabio Fazio (che gli fa da spalla senza mai arginarlo); gli ospiti stessi del programma (come il politologo Sartori) rappresentano una "violazione gravissima" della par condicio, dunque un pericolo per la Rai. Con questi argomenti i consiglieri polisti della tv di Stato sferrano un attacco mirato a RaiTre e a "Che tempo che fa", di cui chiedono la "chiusura". Sono gli stessi consiglieri polisti che vogliono rimpiazzare il direttore di Rai Due Ferrario con Marano proprio mentre la Seconda Rete ospita l'evento chiave dell'anno, le Olimpiadi. E le nomine di fine legislatura saranno molte di più, sembra: fino a 25.
Due lettere. Testa di ariete del Polo è il consigliere Petroni (Forza Italia). E' lui, il 13 febbraio, a scrivere una prima lettera al direttore generale Meocci. Petroni critica la presenza a "Che tempo che fa", domenica sera, di Giovanni Sartori. Perché chiamare - si chiede - proprio il politologo che nel suo libro ("con toni di parte") ha criticato il federalismo voluto dal centrodestra? Petroni attacca poi gli "accenti sapidi" con cui Cornacchione ha imitato il premier Berlusconi. Ma critica soprattutto il conduttore Fazio "che irride alla par condicio", animato da una "specifica volontà di ignorare le norme in vigore".
Un atteggiamento che esporrebbe l'azienda a gravi sanzioni. Per evitarle, l'unica è congelare Fazio fino a elezioni celebrate. Il 14 febbraio, Petroni scrive ancora. Stavolta ricorda a presidente, direttore generale e consiglieri della Rai che spetta a loro evitare sanzioni di cui sarebbero chiamati a rispondere in prima persona.
Lo scontro. Intorno a Cornacchione, i consiglieri dell'Unione fanno quadrato. Curzi, Rizzo Nervo, Rognoni partono da Mediaset, dalla sua satira irriverente e divertente. La tesi è che se la Rai arrivasse a chiudere la sua, di satira, avvantaggerebbe il diretto concorrente, libero di prendere in giro i politici, da Zelig a Striscia.
Le nomine. In consiglio, il direttore generale Meocci apre questa seconda partita con una mossa a sorpresa. Elenca 25 posizioni dirigenziali che andrebbero assegnate, anche perché scoperte. Ci sono cariche di rilievo, la guida dell'agenzia pubblicitaria Sipra, le Direzioni Acquisti, Immobili, Finanza. Sotto il naso dei consiglieri dell'Unione insomma penzola un osso ghiotto. Il messaggio è chiaro: coraggio, accordiamoci sulle nomine perché c'è qualcosa di buono anche per voi. Freccero, ad esempio, ora in un angolo, è già immaginato al canale in digitale "Rai Futura".
La mossa di Petruccioli. Meocci non fa nomi, per questi 25 incarichi. Eccetto che per uno. A RaiDue propone la staffetta tra Ferrario (direttore leghista amico di Calderoli) e Marano. Che è un altro leghista, ma nel cuore del ministro Maroni. La guida dei Diritti sportivi, liberati da Marano, andrebbe a Meocci in via provvisoria. I consiglieri Curzi, Rizzo Nervo e Rognoni non ci stanno. Ricordano che la Rai non ha mai fatto nomine in campagna elettorale. Sarebbe la prima. Ricordano che Marano sta facendo bene ai Diritti Sportivi, mentre ha fatto male alla guida di RaiDue (dal 2002 al 2004, quando era lui a dirigerla).
E chiedono che il capo della Seconda Rete sia scelto tra professionalità collaudate come Minoli e lo stesso Freccero, e non per forza tra i leghisti. In questo clima di battaglia, appigliandosi a un articolo del codice civile, il presidente Petruccioli scioglie la riunione. I consiglieri polisti protestano e, mentre vanno via, già chiedono un nuovo consiglio per domani, al più tardi lunedì.
(16 febbraio 2006)
Nuovo editto, nuovo regalo