Visualizza versione completa : L' intelligenza
Totor@
18-06-2004, 11.44.43
Quasi tutti... considerano l' "intelligenza" quel numero di Q.I. da sbandierare per poter dire: "il mio Q.I è 150 quindi ...sono intelligente!".
Ma e' realmente importante determinare il quoziente per poter determinare l'intelligenza?
Quoziente e effettiva intelligenza hanno un legame tra loro?
:eek:
Fëanor
18-06-2004, 11.49.16
Per Platone si trattava di un concetto semplice: l’intelligenza è ciò che distingue le diverse classi sociali ed è distribuita da Dio in maniera diseguale. Tanto fissa e innata è la dotazione di ogni singolo individuo che un miglioramento generale si può ottenere soltanto attraverso una limitazione della riproduzione con provvedimenti eugenetici.
Aristotele in maniera più egalitaria sosteneva che tutte le persone, tranne gli schiavi, esprimessero facoltà intellettive più o meno uguali, e che le differenze fossero dovute all’insegnamento e all’esempio.
Al giorno d’oggi esistono diverse concettualizzazioni di intelligenza.
Quando pensiamo all’intelligenza, molti pensano al QI, al punteggio che si ottiene in un test di intelligenza e in effetti nell’arco di tutto il XX secolo gli psicometristi hanno sostenuto di essere in grado di stimare in maniera accurata l’intelligenza delle persone - dal momento quasi successivo alla nascita – con una batteria di test di circa mezzora; ma molte variabili sono in qualche modo collegate al successo scolastico che a suo volta collegato al livello di inserimento nel mercato del lavoro e quindi c’è una correlazione alta fra QI e il rendimento professionale definitivo.
Molte ricerche hanno dimostrato che il conseguimento di un punteggio basso fa sì che gli insegnanti attribuiscano un basso potenziale a questi bambini,che vengono poi limitati nelle loro aspirazioni, subiscono danni all’autostima e alla fiducia in se stessi, scivolando spesso in vari generi di disperazione sociale.
L'intelligenza veniva letta all'inizio del secolo come un'entità misurabile secondo gli studi di Galon e Alfred Binet che negli anni '30 fu il padre del QI.
Il dibattito sull’effettiva capacità di questi test continua, anche se tra mille polemiche e disconferme circa la loro effettiva attendibilità scientifica, ma ricordo che in forza degli studi dell’inglese Henry Goddard, seguace di Alfred Binet, in molti stati americani all’inizio del secolo il QI divenne un’arma sfacciatamente razziale: negli USA si dimostrò che l’83% degli ebrei, l’80% degli ungheresi il 79% degli italiani 87% dei russi era composto da ‘deboli di mente’ e questo livello di debolezza mentale divenne un’arma a favore del controllo dell’immigrazione che divenne legge nel 1924.
Molti seguaci di Goddard e Terman patrocinarono la causa della sterilizzazione dei deboli di mente, una politica che per molti anni alcuni stati adottarono, dando luogo a migliaia di interventi chirurgici. Queste tesi hanno asservito inoltre le teorie di selezione della razza anche in Europa con qualche indesiderata conseguenza…
Un’intelligenza misurabile (o forse no?)
Negli ultimi anni numerosi psicologi hanno denunciato e rifiutato l'uso dei test di misurazione del QI, dimostrandone l'assoluta incongruenza.
Viviamo tuttavia ancora in un clima di oscurantismo e di superstizione, che concepisce l’intelligenza come entità fissa, altrimenti perché useremmo espressioni e definizioni del tipo " limitate capacità espressive – il massimo livello di appredimento – alunno poco dotato intellettualmente, ecc."
Chi di noi rispetto alla convinzione di poter certificare e misurare l'intelligenza o meglio le capacità cognitive di un suo alunno o le sue potenzialità intellettive non ha usato simili espressioni, scagli la prima pietra!
Lo psicologo americano Albert Bandura ha dimostrato con le sue ricerche come questo processo di etichettattura e di attribuzione di livello di intelligenza inneschi le pessimistiche attese di insegnanti, si manifesti in scarse aspirazioni dei genitori nei confronti dei figli, condizioni la bassa motivazione scolastica dei figli per lo studio, dove lo scarso rendimento è attribuito a limitate capacità mentali e - il cerchio si chiude - producendo bassi livelli di autostima negli alunni ‘intellettualmente meno dotati’ che spesso si possono solo percepire come individui incapaci. Tra questi individui nasce spesso il ‘leader negativo’ che reagisce ai presunti insuccessi a lui attribuiti, ricercando altre forme di riconoscimento da parte del gruppo o di realizzazione narcisistica.
Tra le migliaia di iscritti ai corsi delle università aperte, o comunque fruitori dell’Educazione a Distanza nessuno può ancora dirci, perché mancano gli studi di caso, in quale percentuale siano coloro che hanno abbandonato la scuola o abbiano raggiunto bassi profili di scolarità, o abbiano rinunciato a proseguire gli studi superiori per gravi interferenze dei fattori emozionali nell’apprendimento, o per semplice considerazione svalutante e negativa dei propri maestri.
Comunque Gabriel Mugny e Felice Carugati dell’Università di Bologna sostengono che l’intero concetto di intelligenza si possa comprendere solo come rappresentazione sociale, o come concetto sociale, la cui funzione è quella di razionalizzare un mondo complesso. Essi affermano che "l’intelligenza è la creazione storica di una particolare cultura analoga all’idea dell’infanzia e a sostegno di questa tesi dimostrano che l’idea di intelligenza varia moltissimo da una cultura all’altra, cambi nel corso del tempo nella stessa cultura, venga definita in modi differenti per bambini di età differenti e vari a seconda del campo di esperienza sociale degli individui.
Molti teorici evoluzionisti ritengono che l’intelligenza si evolva con l’ambiente.
I connessionisti sono convinti di avere identificato le unità e i processi fondamentali che svolgono il lavoro dell’intelligenza.
C'è una perfetta rispondenza, affermano altri studiosi, fra il macro e il micro: se riusciamo a studiare le fondamentali leggi fisiche dell'universo è perché il cervello, in micro, ne riproduce i meccanismi.
I neurobiologici studiano e documentano l’origine chimica delle emozioni.
Una delle descrizioni più esaurienti rimane comunque la definizione di Piaget, secondo il quale una delle funzioni chiave dell’intelligenza è generare la previsione, cioè produrre l’anticipazione del cambiamento e quindi l’azione costruttiva per realizzarlo o annullarlo. Piaget ha offerto forse la istematizzazione più completa di un modello interno al soggetto che si sviluppa dall'agire in senso motorio all'agire logico astrattivo.
Ma il concetto di conoscenza sta mutando e nella società della rete i costruttivisti sostengono che la conoscenza sia distribuita e che solo in minima parte sia all'interno della nostra mente.
Pierre Levy parla di spazio del sapere e sostiene che la rete e l’uso di Internet favoriscano la nascita di una nuova forma di intelligenza collettiva, o meglio connettiva: la ricerca di informazioni, lo scambio di informazioni e la loro rielaborazione comune sono molto più della loro semplice somma e producono forme di conoscenza e stili di apprendimento diversi e del tutto nuovi.
I paradigmi dell'apprendimento aperto e dell'apprendimento cooperativo, che tratteremo in seguito, rientrano in questo concetto di intelligenza collettiva e nel modello di rete che è anche simbolo di una diversa organizzazione dell'attività umana, nel senso di una società più flessibile e decentrata.
Fëanor
18-06-2004, 11.49.56
Ma allora l'intelligenza: cos’è?
Il dibattito su cosa sia da intendersi per intelligenza, lungi dall’approdare a conclusioni certe è ancora animatissimo, sembra però avere messo d’accordo gli studiosi delle varie correnti epistemologiche su questi aspetti:
• non è genetica, (anche se tutti sanno che quando un bambino nasce non sa parlare né fare di conto e tantomeno conosce la fisica: ma gli studi più recenti hanno rivelato che non è una tabula rasa, ma è già programmato per imparare a parlare e sa fare di conto in modo rudimentale. È parte del nostro patrimonio biologico, dovuto ai geni. Noam Chomsky sostiene che "per l'uomo imparare il linguaggio è istintivo, come per un ragno tessere la tela". L'apprendimento del linguaggio inizia prestissimo: a 24 ore di vita il bambino per fare attenzione ai suoni smette di succhiarsi il dito. Gli studiosi hanno dimostrato che anche fare il plurale o il passato remoto sono capacità che si trasmettono geneticamente).
• non è matrice culturale,
• non è puro apprendimento correlato all’istruzione,
• non è contesto sociale,
ma è la somma variabile di tutti questi fattori, che come le note su un pentagramma, concorrono con diversi e variabili accenti a produrre e sviluppare la musica del nostro pensiero.
Ken Richardson, autore di ‘Che cos’è l’intelligenza’ (Einaudi 1999) professore emerito dell’Open University, università statale inglese che rappresenta la più ampia organizzazione di ODL - Open Distance Learning – comprendente solo in Europa più di 200.000 allievi, sostiene che nei sistemi cognitivi queste interazioni hanno il compito di armonizzarsi alle strutture dell’ambiente esterno, che possono variare enormemente nel corso della vita. Negli esseri umani l’evoluzione di uno stile di vita sociale e cooperativo ha accresciuto enormemente la complessità di tali strutture, rendendo necessario un nuovo sistema d’intelligenza, in modo che l’individuo possa a sua volta agire su questi sistemi esterni e ristrutturarli in continuazione.
Non misterioso agente interno che aspetta le condizioni propizie per essere efficaci, ma prodotto dello sviluppo di relazioni dinamiche ed efficaci.
(tratto da un articolo a cura della Prof.ssa Lucia Cucciarelli IRRSAE Emilia Romagna Sezione Educazione Permanente)
GU? :) :confused: :D
Dav82
18-06-2004, 11.54.33
Bisogna prima capire cosa si intende per intelligenza.
Ci sono, secondo una affermata classificazione, vari tipi di intelligenza: logico/matematica, verbale, musicale, interpersonale, intrapersonale, corporea, visiva/spaziale.
Una persona può avere grande intelligenza in uno più campi, ed essere completamente "stupida" in altri. Il QI che misura il Mensa, tanto per intenderci, affronta solo un tipo di intelligenza, quella logico/matematica e al limite ristretti campi di poche altre. Io per esempio ho un QI molto alto, e in effetti in quanto a logica e matematica vado forte, ma per il resto.... beh! Non perchè "non sappia", ma proprio non ho le capacità che caratterizzano gli altri tipi di intelligenza.
In definitiva ogni persona ha le proprie caratteristiche, e può avere attitudini migliori o peggiori a seconda dei diversi campi; il QI riguarda solo una sfera ristretta di questi campi.
Ciao :)
Nothatkind
18-06-2004, 11.59.07
Del tutto relativo.
Un link utile per capire perchè il QI è sopravvalutato.
http://digilander.libero.it/IntelligenzaEmotiva/quoziente.htm
Oppure, riporto un breve estratto dei miei noiosi appunti :p
"Ripercorrendo la storia, Binet e Simon progettarono il primo effettivo test di intelligenza. Binet aveva avuto l'incarico di mettere a punto una procedura per individuare bambini con difficoltà di apprendimento scolastico. Egli riteneva che un punto di partenza utile fosse quello di considerare che le abilità mentali dei bambini aumentano con la crescita.
Secondo Binet, ogni bambino è caratterizzato da una “età cronologica” (cioè la sua età in anni) e da una “età mentale”, cioè l'età che hanno quei soggetti di cui egli riesce ad eguagliare la prestazione. Se si identificano quali compiti possono essere risolti, ad esempio, da bambini di 8 anni, troveremo che gli stessi compiti saranno risolti con molta facilità da bambini più grandi, ma costituiranno un ostacolo quasi insormontabile per quelli più piccoli. In questo modo, sosteneva Binet, sarà possibile indicare l'età mentale del bambino in rapporto alla sua capacità di risolvere problemi adeguati per quella data età, che può essere uguale, maggiore o minore della sua età cronologica.
La scala ebbe grande successo, e pochi anni dopo Termann mise a punto una versione nota con il nome di Scala Stanford-Binet, che per molti anni è stata la forma più conosciuta e utilizzata del test.
Nella scala Stanford-Binet per la prima volta fu adottato un particolare indice delle capacita intellettive, il quoziente di intelligenza (Q.I), destinato a suscitare, negli anni, accesi dibattiti. Tale indice esprime l'intelligenza come un rapporto tra età mentale (E.M.) e età cronologica (E.C,): Q.I. = 100(E.M./E.C.)
Il numero 100 è usato per eliminare gli eventuali decimali e rappresenta il Q.I. medio, ovvero quello che si ottiene quando età mentale e cronologica si equivalgono.
Le successive revisioni di tale scala hanno tratto giovamento dagli sviluppi degli studi psicometrici. Occorre tuttavia osservare che la scala risente ancora dell'impostazione e delle finalità iniziali: le prove risultano poco adeguate per la valutazione cognitiva degli adulti sia sotto il profilo dei contenuti - calibrati più per l'età evolutiva - sia per quanto attiene al punteggio, che risulta troppo appiattito al livello superiore.
Nel complesso, la scala Stanford-Binet manifesta una attendibilità soddisfacente, mentre l'esame della validità presenta dei punti critici. La validità di contenuto, ad esempio, si dimostra discreta se rapportata a compiti che vengono solitamente svolti in ambito scolastico e sono ampiamente caratterizzati da contenuti verbali. D'altra parte, la validità di costrutto risulta non tanto connessa a un fattore di intelligenza generale, quanto all'apprendimento e all'esperienza di tipo scolastico."
Meglio parlare di valutazione delle funzioni cognitive degli adulti; uno strumento molto usato e più preciso è rappresentato dalle scale Weschler (WAIS, WISC, WPPSI)...
Se hai voglia di leggere... :p
"Nel 1939 la pubblicazione della Wechsler-Bellevue Intelligence Scale segnò una svolta nella valutazione cognitiva degli adulti: si trattava per la prima volta di una scala studiata appositamente per soggetti dai 16 anni in poi, che presentava norme tratte da campione di standardizzazione d'età adeguata.
Nel 1955 la scala fu rivista e dette origine alla Wechsler Intelligence Adult Scale (WAIS), che, con la sua revisione del 1981 (WAIS-R) rappresenta uno degli strumenti di valutazione più usati a livello internazionale. Sono state approntate versioni anche per l'età evolutiva: la WISC, indirizzata a soggetti tra 16 e i 16 anni, e la WPPSI, scala destinata all'assessment cognitivo di bambini tra i 4 e i 6 anni.
Si tratta di una batteria di subtest a somministrazione individuale, che consentono di valutare aspetti diversi delle abilità cognitive e di creare una situazione nella quale è possibile osservare il comportamento dell'esaminando. Le scale Wechsler sono suddivise in due parti, in base al tipo di materiale usato, che danno origine a due scale distinte, la “scala verbale” e la “scala di performance”.
La scala verbale è mirata alla valutazione dell'abilità nell'utilizzare materiali astratti, della memoria di tipo verbale, della fluidità verbale, nonché delle acquisizioni di tipo scolastico. La scala di performance valuta l'abilità di coordinare stimoli percettivi e risposte motorie, il livello e la qualità del rapporto non verbale con l'ambiente circostante, nonché la capacità di lavorare con rapidità svolgendo concretamente un compito.
Permette di disporre di tre differenti indicatori di intelligenza: un Q.I. verbale, un Q.I. di performance e un Q.I. totale. A questo proposito, è importante precisare che, nelle scale Wechsler, al Q.I. è stato sostituito un valore espresso in termini di deviazione standard. I Q.I.-deviazione consistono in punteggi standardizzati, che hanno una media di 100 e una deviazione standard di 15; tali Q.I. vengono ottenuti facendo riferimento al gruppo di età cui il soggetto appartiene e consentono, quindi, di valutare la prestazione di una persona in rapporto a individui della sua stessa età.
La WAIS è costituita da undici subtest, dei quali sei confluiscono nella “scala verbale” e cinque nella “scala di performance”. La WISC è fondamentalmente costituita dallo stesso tipo di prove, che hanno, tuttavia, un contenuto adeguato ai bambini; è, inoltre, disponibile un subtest di performance, “Labirinti”, che porta a dodici il numero complessivo delle prove. La WIPPSI comprende undici subtest, otto dei quali risultano adattamenti dalla WISC, mentre i rimanenti sono stati appositamente approntati.
Gli studi sulle caratteristiche psicometriche delle scale Wechsler documentano una buona attendibilità. La validità risulta accettabile; i coefficienti di correlazione con punteggi ad altri test di abilità cognitive e di profitto, nonché con la prestazione scolastica tendono a essere elevati.
Le scale Wechsler si sono dimostrate strumento utile non solo per la misurazione dell'intelligenza generale, ma particolarmente per l'uso clinico. Le scale misurano varie abilità che possono subire alterazioni a causa, ad esempio, di danni cerebrali.
Sono ampiamente impiegati alcuni indicatori. Tra gli indici più noti è da menzionare l'Indice di deterioramento intellettivo, che viene determinato in base alla differenza tra i punteggi riportati a subtest che risultano resistenti e sensibili al deterioramento dovuto all'età o a patologie."
come si intuisce, il numerino in sè è scarsamente informativo...
Nothatkind
18-06-2004, 12.01.15
Originariamente inviato da Fëanor
Felice Carugati dell’Università di Bologna
che uomo... :D :p
sua moglie (N) :rolleyes:
Totor@
18-06-2004, 12.02.10
[QUOTE]Originariamente inviato da Nothatkind
[B]
che uomo... :D :p
:eek: :eek: :eek:
Fletcher_Christian
18-06-2004, 12.24.05
A tal proposito è da notare che molte persone possono essere incluse in categorie psichiatriche per avere un QI troppo basso.In pratica sono persone portatrici di handicap.Non ricordo esattamente i limiti di punteggio.Posso controllare.
tisifone
18-06-2004, 13.18.04
io non mi fido dei quozienti di intelligenza stabiliti dal mensa , e' tutto un magna magna !
uh mamma mia che battuta! uh mamma mia!
Dav82
18-06-2004, 13.31.50
Originariamente inviato da tisifone
io non mi fido dei quozienti di intelligenza stabiliti dal mensa , e' tutto un magna magna !
uh mamma mia che battuta! uh mamma mia!
Tisifone, sei un co@@ione!!! :D :D :D
Fai le battute come me!
:p ;)
Ciao Tisi! :)
Nothatkind
18-06-2004, 13.32.22
:eek: mi hai gelato, brrrr....
:D :D
handyman
18-06-2004, 13.51.04
Per avere successo nella vita in genere e nell'ambito lavorativo in particolare, non è sufficiente disporre di un elevato Quoziente Intellettivo o essere competenti da un punto di vista professionale; occorre anche poter disporre di quella che Daniel Goleman chiama "intelligenza emotiva".
Quest'ultima si fonda su due tipi di competenza, una personale - connessa al modo in cui controlliamo noi stessi - e una relazionale, legata al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri.
Continua (http://www.benessere.com/psicologia/arg00/intelligenza.htm)
Dal tes preliminare per il Mensa:
Grazie per aver provato il test preliminare del Mensa Italia!
Hai risposto in modo corretto a 17 domande su 33, e quindi hai
scarse probabilita' di riuscita al Test Finale di Ammissione
al Mensa.
Ci credo, se per fare 11-6 ho avuto bisogno della calcolatrice....:p
Originariamente inviato da handyman
Per avere successo nella vita in genere e nell'ambito lavorativo in particolare, non è sufficiente disporre di un elevato Quoziente Intellettivo o essere competenti da un punto di vista professionale; occorre anche poter disporre di quella che Daniel Goleman chiama "intelligenza emotiva".
Quest'ultima si fonda su due tipi di competenza, una personale - connessa al modo in cui controlliamo noi stessi - e una relazionale, legata al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri.
Continua (http://www.benessere.com/psicologia/arg00/intelligenza.htm)
Bel link Handy...
Per avere successo nella vita non bisogna essere scienziati, ma, in una società come questa, "figli di putt@na".
davlak
18-06-2004, 14.39.08
Originariamente inviato da Dav82
Ci sono, secondo una affermata classificazione, vari tipi di intelligenza: logico/matematica, verbale, musicale, interpersonale, intrapersonale, corporea, visiva/spaziale.
io vado forte con quella corporea, verbale, e anche la musicale...per il resto Forrest Gump rispetto a me è Einstein.
fate il test :D:D:D
http://testissimo.altervista.org/intelligenza/qi-master/test.html
Nothatkind
18-06-2004, 15.53.47
Me pare il test di ammissione alla facoltà... 80 domande così (tranne qualcuna specifica in inglese) in 90 minuti, due maroni indicibili... :D :D
Brunok
18-06-2004, 16.01.51
Interminabile ho smesso dopo un quarto d'ora alla 16a domanda, dai controlli ero a 15/16 la seconda avevo anagrammato male ed invece di coniglio mi veniva fuori cogli..i :D :D ma ho detto animale lo stesso come risposta perchè gli altri non li hanno :devil: ho ciccato le figure geometiche. :D
si ma devi impiegare 45 minuti in tutto sei fuori media (stasera lo faccio e posto il risultato).
davlak
18-06-2004, 16.19.30
Quale di questi 5 non c'entra con gli altri 4?
PATATA - PISELLO - MELA - CAROTA - FAGIOLO
allora...mumble mumble...vediamo un pò...
la patata c'entra sempre.
il pisello ci prova ma non sempre gli riesce.
la carota...dipende, ma comunque casca sempre a fagiolo.
la MELAAAA!!! ma mica sono sicuro
:p
LoryOne
18-06-2004, 16.26.08
Originariamente inviato da tisifone
io non mi fido dei quozienti di intelligenza stabiliti dal mensa , e' tutto un magna magna !
uh mamma mia che battuta! uh mamma mia!
:D :D :D
Non è male però non rubarmi la specialità.
A quota 3000 posts (se ci arrivo) qui mi promuovo cazzataro con lode.
Moderatori mi raccomando: WTCazzatar come sottonick :D
Nothatkind
18-06-2004, 16.26.41
Potrebbe essere, è l'unica che cresce su un albero, mi pare...
Nothatkind
18-06-2004, 16.27.50
Originariamente inviato da LoryOne
A quota 3000 posts (se ci arrivo) qui mi promuovo cazzataro con lode.
Moderatori mi raccomando: WTCazzatar come sottonick :D
Aggiudicato!
Prego mettere a verbale :o :p
Brunok
18-06-2004, 16.41.52
Originariamente inviato da davlak
Quale di questi 5 non c'entra con gli altri 4?
PATATA - PISELLO - MELA - CAROTA - FAGIOLO
allora...mumble mumble...vediamo un pò...
la patata c'entra sempre.
il pisello ci prova ma non sempre gli riesce.
la carota...dipende, ma comunque casca sempre a fagiolo.
la MELAAAA!!! ma mica sono sicuro
:p
:D :D :D
Fletcher_Christian
18-06-2004, 16.51.11
Mia figlia mi ha chiesto:
"il dromedario ne ha 1,il cammello ne ha 2,il mammut ne ha 3"
Di cosa?
Vi giuro che è talmente cretino che dopo avere cannato la/e risposta/e e sentita quella giusta mi sono dileguato per circa 3 ore
The_Prof
18-06-2004, 16.55.16
Originariamente inviato da sterminator
Mia figlia mi ha chiesto:
"il dromedario ne ha 1,il cammello ne ha 2,il mammut ne ha 3"
Di cosa?
Vi giuro che è talmente cretino che dopo avere cannato la/e risposta/e e sentita quella giusta mi sono dileguato per circa 3 ore
La lettera M ? :D
dave4mame
18-06-2004, 16.57.43
ug... il mammut non ha tre gobbe? :D
Nothatkind
18-06-2004, 16.57.59
:D :D vero!
Scommetto che si sarei stato sopra un po' ache io... :rolleyes: :p
Fletcher_Christian
18-06-2004, 17.00.57
E,provate a pensare che quì è scritto e si può controllare.
Ma pensate se lo chiedete a voce!
Cmq è la lettera M come soluzione
Un bravo al Prof
Brunok
18-06-2004, 17.05.03
E se avesse 3 palle??? :eek: :devil:
Fletcher_Christian
18-06-2004, 17.07.03
Era quello che avevo pensato ma non detto!
Eheh
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