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Visualizza versione completa : Cos'è il "peccato" oggi .


totore
13-05-2003, 11.22.53
«Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno, va e non peccare più». È il passaggio finale del bellissimo brano evangelico in cui Cristo viene chiamato in causa per decidere il destino di una peccatrice. Il Vangelo dice che furono i più anziani ad andar via per primi e a rinunciare alla lapidazione.
Ma cos’è oggi il peccato?
La nigeriana violentata o la società del benessere che inganna come una fata Morgana? Il cliente o il «traghettatore»? Nelle tribù primitive, prima che arrivasse il peccato, la conoscenza fisica era conoscenza e basta, in Giappone un’arte, in India quasi una religione, in Occidente scontiamo ancora l’onda del puritanesimo (Monica insegna..…). E fra qualche anno, quando la neurologia cerebrale ci spiegherà fino in fondo emozioni e chimica delle nostre sensazioni, dove sarà l’area del peccato.
http://fool.exler.ru/sm/pop.gif
http://smilies.sofrayt.com/%5E/u/pape.gif

Lu(a
13-05-2003, 19.44.07
...niente è peccato...

Jules Feiffer: "Cristo è morto per i nostri peccati. Abbiamo la sfacciataggine di rendere vano il suo martirio non commettendone?"

Oscar Wilde: "Il peccato è l'unica nota di colore che sussiste nella vita moderna."

Giovanni Papini: "Si può entrare nel regno di Dio anche dal nero portale del peccato."

Lu(a
13-05-2003, 20.05.41
Non esiste il peccato, esiste l'infrazione.

Lu(a
13-05-2003, 20.15.32
I peccati capitali non esistono, sono tutte delle "infrazioni".

Stalker
13-05-2003, 21.32.23
Il peccato esiste solo nella propria coscienza.

Ma si può commettere peccato anche senza rendersene conto.... e qui come la mettiamo ??? :confused:

Lu(a
13-05-2003, 21.38.47
La coscienza non esiste, la coscienza è il ricordo. Sappiamo di aver commesso un peccato, quindi una infrazione e ci sentiamo in colpa, perchè sappiamo che quell'infrazione va contro le regole.

La coscienza è la consapevolezza, l'arrivare a capire di aver sbagliato...infatti per le cose buone la coscienza non esiste. Io (generale)non ho "sulla coscienza" una buona azione, ma bensì una cattiva.

Stalker
13-05-2003, 21.42.40
Originariamente inviato da Lu(a
La coscienza non esiste, la coscienza è il ricordo. Sappiamo di aver commesso un peccato, quindi una infrazione e ci sentiamo in colpa, perchè sappiamo che quell'infrazione va contro le regole.

La coscienza è la consapevolezza, l'arrivare a capire di aver sbagliato...infatti per le cose buone la coscienza non esiste. Io (generale)non ho "sulla coscienza" una buona azione, ma bensì una cattiva.

La coscienza è l'immagine di noi stessi che abbiamo "introiettato" e con la quale quotidianamente ci confrontiamo. E' il nostro "voler essere" se vuoi.
L'istinto agisce indipendentemente dalla coscienza.

IrONia
13-05-2003, 21.43.02
il peccato è alzarsi ogni giorno e dire:"peccato potevo fare un lavoro che mi piace einvece qui a elemosinare".

"peccato quella ragazza è insieme a quello scemo invece che me".


la verita' è che ormai nel mondo moderno i peccati li vediamo solo sugli altri e mai su noi stessi.


meditate, ma non troppo;)



ciaoo:D:D:D

Lu(a
13-05-2003, 21.53.40
Originariamente inviato da Stalker


La coscienza è l'immagine di noi stessi che abbiamo "introiettato" e con la quale quotidianamente ci confrontiamo. E' il nostro "voler essere" se vuoi.
L'istinto agisce indipendentemente dalla coscienza.



Da questo ne deduci che il peccato è....?


Come metti in relazione questa tua affermazione con il peccato?


Se la coscienza è ciò che hai detto, il peccato come si relaziona ad essa?

Stalker
13-05-2003, 22.20.09
Originariamente inviato da Lu(a




Da questo ne deduci che il peccato è....?
E' una sensazione. Di morte/colpa. Sensazione provocata dalla consapevolezza che l'azione distrugge completamente la propria immagine interiore. Ovviamente la sensazione ha diversi gradi di intensità
Il peccato non esiste in assoluto. Scaturisce solo in rapporto alla nostra coscienza.
Un assassino non percepisce la sua azione come peccato.
Ovviamente ciò non giustifica le azioni che vanno contro la società e l'essere umano.
Ma a livello del singolo la percezione del peccato è ovviamente molto soggettiva.

Stalker
13-05-2003, 22.25.10
Originariamente inviato da Stalker

E' una sensazione. Di morte/colpa. Sensazione provocata dalla consapevolezza che l'azione distrugge completamente la propria immagine interiore. Ovviamente la sensazione ha diversi gradi di intensità
Il peccato non esiste in assoluto. Scaturisce solo in rapporto alla nostra coscienza.
Un assassino non percepisce la sua azione come peccato.
Ovviamente ciò non giustifica le azioni che vanno contro la società e l'essere umano.
Ma a livello del singolo la percezione del peccato è ovviamente molto soggettiva.

Aggiungo che questa sensazione di morte/colpa è ovviamente terribile da provare. Molti uomini, invecchiando, distruggono la propria coscienza in modo tale da sopportarla. Invece di riflettere sul senso del proprio agire si cerca solo di obbedire più o meno agli istinti e di soffocare la coscienza.

Il difficile della vita è cercare di tenersi una coscienza e di farsi guidare dalle sensazioni "belle" e di imparare a come evitare le sensazioni di colpa/morte. Sembra banale...

jannaz
13-05-2003, 23.49.16
come si diceva una volta:IL PECCATO E' LO SPRECO.
non lo sapevate che qualunque risporsa e' limitata?

JaNnAz

giofi83
14-05-2003, 00.14.28
Fede, politica o religiosa
Coscienza
Peccato

I vizi capitali esistono perchè il Vangelo è Uno.
Parlando di religione, se uno crede, crede a tutto, ha fede in essa: porre dei distinguo in una fede non esiste, nel momento che si creano si crea contestualmente una altra fede, personalizaata a proprio uso e consumo.

L'unica similitudine che, IMHO, identifica magnificamente la coscienza l'ho letta a riguardo dei Pellerossa: la coscienza è un triangolo nel cuore, quando fai del male esso gira e causa grande dolore; se perseveri il triangolo, girando, smussa i suoi vertici fino a non causare più dolore.
La coscienza è quello strumento spirituale che ci permette di capire quando ci comportiamo bene e quando male.
Però l'uomo ha l'immensa capacità di abituarsi ai suoni fino a non sentirli più, anche se sono martellanti.

Il peccato è il venire meno alla fede che abbracciamo.

Ogni fede ha un suo codice civile e penale, il peccato è un reato, ma quello che è reato per uno può non esserlo per un altro.

Non esiste l'assolutismo in questo argomento, è un problema strettamente personale, intimo, che ognuno vive in maniera diversa.

Parli, Stalker, di azioni che distruggono l'immagine interiore.
Ogni singola azione "ferisce" quell'immagine ma non la distrugge, la deforma, la trasfigura, perchè quell'immagine è la tua anima.

Le azioni, belle o brutte, modellano l'anima usando la coscienza: l'importante è avere un modello (una fede) al quale rifarsi e crederci.
(D)

jannaz
14-05-2003, 00.56.03
E' bellissimo anche il fatto che il senso di "peccato" sia diverso per ogni popolo.Per i giapponesi ad esempio il sesso non e' peccato.

Sarebbe bello sovvertire magicamente l'ordine attuale e distribuire a caso tra le persone i sensi di peccato diversi.

sai le risate :D :D :D


JaNnAz

Terno
14-05-2003, 10.49.21
Originariamente inviato da jannaz
E' bellissimo anche il fatto che il senso di "peccato" sia diverso per ogni popolo.Per i giapponesi ad esempio il sesso non e' peccato.

E per chi è peccato il sesso?

Giorgio Drudi
14-05-2003, 10.55.17
Originariamente inviato da totore
«Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno, va e non peccare più». È il passaggio finale del bellissimo brano evangelico in cui Cristo viene chiamato in causa per decidere il destino di una peccatrice. Il Vangelo dice che furono i più anziani ad andar via per primi e a rinunciare alla lapidazione.
Ma cos’è oggi il peccato?
La nigeriana violentata o la società del benessere che inganna come una fata Morgana? Il cliente o il «traghettatore»? Nelle tribù primitive, prima che arrivasse il peccato, la conoscenza fisica era conoscenza e basta, in Giappone un’arte, in India quasi una religione, in Occidente scontiamo ancora l’onda del puritanesimo (Monica insegna..…). E fra qualche anno, quando la neurologia cerebrale ci spiegherà fino in fondo emozioni e chimica delle nostre sensazioni, dove sarà l’area del peccato.
http://fool.exler.ru/sm/pop.gif
http://smilies.sofrayt.com/%5E/u/pape.gif

Nell'intenzione,... come sempre.

Ciao

totore
14-05-2003, 12.38.51
Allora potrebbe essere solo riferito alla "malizia", quindi si esaurisce nelle facoltà interne dell'intelligenza e della volontà, senza attuazione esteriore: pensieri e desideri cattivi, che rimangono tali.

Giorgio Drudi
14-05-2003, 13.22.48
Originariamente inviato da totore
Allora potrebbe essere solo riferito alla "malizia", quindi si esaurisce nelle facoltà interne dell'intelligenza e della volontà, senza attuazione esteriore: pensieri e desideri cattivi, che rimangono tali.

La radice interiore è il peccato "sorgivo"...che "inquina" ...lo spirito, la mente...
" Avete inteso che fu detto agli antichi - non ucciderai - infatti chi uccide è sottoposto al giudizio. Io invece vi dico: chiunque s'adira con il suo fratello sarà sottoposto a giudizio... Matteo cap.5 v.21

se si aggiunge l'attuazione si provoca un male oggettivo che viene punito dalla legge nel "foro esterno".
Ciao

gemma
14-05-2003, 13.24.36
Il più grande peccato è darsi il diritto di stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
(peccato originale)

I cristiani si sono "guadagnati" le tavole con i dieci comandamenti, non attenendosi ai quali si commette peccato, altri hanno diversi dettami, altri ancora non ne hanno.

Il concetto di peccato è legato comunque alla religione, e gli atei non se ne curano.
Altro sono l'etica e la morale...
ma qui il discorso si amplia...

(F)

Giorgio Drudi
14-05-2003, 13.36.45
Originariamente inviato da gemma
Il più grande peccato è darsi il diritto di stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
(peccato originale)

I cristiani si sono "guadagnati" le tavole con i dieci comandamenti, non attenendosi ai quali si commette peccato, altri hanno diversi dettami, altri ancora non ne hanno.

Il concetto di peccato è legato comunque alla religione, e gli atei non se ne curano.
Altro sono l'etica e la morale...
ma qui il discorso si amplia...

(F)

Il peccato è legato alla coscienza individuale ...questo è universale...è l'uomo che lo scopre per la struttura stessa della sua coscienza.
Di solito si sceglie il termine etica per la morale "razionale"...se ne deducono cioè i criteri con la ragione come è stato ad esempio per la Carta dei Diritti Universali...con morale, quella conoscenza ricevuta per rivelazione...o costruita dalle religioni.
Nella sostanza però non possono che coincidere, quando non è così ..o l'interpretazione della rivelazione non è a fuoco o la ragione non è lucida.
Ciao Gemma

giofi83
14-05-2003, 13.40.36
Originariamente inviato da totore
«Nessuno ti ha condannata? Neanch’io ti condanno, va e non peccare più».

I molti post viene fatto riferimento più o meno specificatamente al sesso.
Gesù disse:"Va e non peccare più"
Questo è importantissimo perchè non ha non ha cancella il peccato della prostituzione o l'adulterio e contestualmente ha ribadito che l'unico Giudice è Lui stesso.

Il peccato è e sarà sempre l'infrazione ad una regola.

Specie in campo religioso, l'uomo non può modificare queste regole a proprio piacimento, può più o meno ignorarle perchè ritiene che siano anacronistiche, perchè gli eschimesi hanno altre regole perciò...

Penso che i Dieci Comandamenti hanno un'attualità ed una valenza assoluta e trasversale nelle Religioni e negli ordinamenti giuridici.

Rubare è rubare, uccidere è uccidere, possedere la donna di un altro è sempre possedere una donna di un altro.

Poi cerchiamo disperatamente delle attenuanti storiche, filosofiche, sociali, ma sono solo azioni ipocrite.

Siamo molto intransigenti magari nelle fede calcistica, quanti sono i milanisti che stasera tiferanno Juve perchè, in fin dei conti, è una squadra italiana, pochissimi.

Penso che in questi tempi moderni il maggior peccato dell'umanità sia l'ipocrisia.

gemma
14-05-2003, 13.57.23
Originariamente inviato da Giorgio Drudi


Il peccato è legato alla coscienza individuale ...questo è universale...è l'uomo che lo scopre per la struttura stessa della sua coscienza.


ahi ahi ahi, giorgio...
ti sei dimenticato della mela? ;)

non puoi parlare di una coscienza individuale a livello universale...
scommetto che qui abbiamo almeno 50 coscienze diverse...

sarahkerrigan
14-05-2003, 13.59.57
Quello che può essere per me "peccato", può non esserlo per un'altro!...tutto dipende da ciò in cui crediamo.
...e poi c'è la dignità...cercare di vivere sbagliando il meno possibile...è difficile...dipende da quanto sentiamo forte la nostra dignità...
Ci sono dei principi morali che devono rimanere il più possibile un punto fermo nella coscienza... per il resto (ho appena postato in quel senso) ..."Si fa la schifezza e poi si paga. E' solo questo davvero importante: che quando arriva il momento di pagare uno non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare.


:)

gemma
14-05-2003, 14.53.39
Certo, sarah, rendersi responsabili ed essere pronti ad accettare le conseguenza delle proprie azioni è meglio che fare di tutto per evitarle...

però pensiamo anche a coloro che uccidono, incuranti del fatto che ciò li potrebbe portare in galera o sulla sedia elettrica...
non credo che il pagamento postuno per loro abbia alcun peso...

sarahkerrigan
14-05-2003, 14.58.52
Originariamente inviato da gemma



però pensiamo anche a coloro che uccidono, incuranti del fatto che ciò li potrebbe portare in galera o sulla sedia elettrica...
non credo che il pagamento postuno per loro abbia alcun peso...


...e questi sono quelli che intendo ...principi morali che devono rimanere il più possibile un punto fermo......prova a rileggere il mio post ;)

Brunok
14-05-2003, 15.10.12
Il peccato inteso come tale oggi non esiste praticamente più, visto che più o meno tutto è lecito, o quasi.

totore
14-05-2003, 15.14.34
[QUOTE]Originariamente inviato da totore

Il credere , qualunque esso sia, è un’ispirazione (divina), strutturata in modo da fornire all'uomop le basi di quel «credo» uniforme, per mezzo del quale egli può essere messo in grado di costruire gli elementi emotivi spirituali e pratici del sistema di vita in cui vive; stabilire, cioe', non solo un contatto operativo tra il genere umano e la realtà divina, ma anche - e sopratutto - tra gli uomini, al fine di realizzare una meravigliosa armonia ed un’autentica omogeneità tra la fede e la pratica.
Al di la di quello che crediano poiche' gli insegnamenti, anche e sopratutto quelli religiosi, ( a mio modestissimo parere) ci dicono, in sostanza che tre sono le cose che s posson fare:
quelli permessi e che non possono essere cambiati, quelli proibiti e che non possono essere permessi; tutti gli altri che non rientrano nei primi due sono ammessi e possono subire modifiche nei tempi.....
- Le cose permesse o si fanno o non si fanno sono indifferenti.
- le cose proibite se si fanno è un peccato.
- le cose da rispettare se sono trasgredite è un peccato.

Stalker
14-05-2003, 20.26.48
Io rimango convinto che un principio morale, quando uno se lo impone diventa automaticamente a rischio di ipocrisia.
Quello che è giusto per sè stessi, che poi diventa tout court giusto in assoluto lo senti ancora prima di razionalizzarlo.
Un conto è commettere peccato verso se stessi e un conto verso gli altri.
Se io mi dimentico il compleanno di un amico ho commesso peccato verso quell'amico ed ho contravvenuto ad un principio morale giusto in se stesso che è quello di non dimenticarsi delle persone care.
Ma se io l'ho dimenticato per distrazione, perchè la vita mi ha preso con se, io non commetto peccato verso me stesso e la mia coscienza, proprio per questo, dovrebbe essere a posto.
Non so se mi sono spiegato... :)

Terno
14-05-2003, 21.22.35
Secondo me stiamo degenrando in un'altra discussione, ovvero "Qual'è il significato del termine "peccato"?".

Io continuerei il topic tenendo conto del significato "tradizionale" (passatemi il termine) della parola "Peccato".

Che per me NON EQUIVALE AD INFRAZIONE!!!!!!!
Cioè, per dire, prendiamo una BUGIA: se io davanti ad un giudice dico "non lo so", mentre in realtà lo so (aiuto... cercate di capire ;)), commetto una infrazione ed un peccato.
Ma se rispondo al telefono e dico "no, mio padre non c'è", mentre in realtà è di fianco a me, ma non vuole rispondere, posso aver commesso una infrazione, ma non ho commesso 1 peccato!

Vabbè, ricordate che è 1 esempio CONCETTUALE! ;)

Terno
14-05-2003, 21.32.59
Originariamente inviato da giofi83

Penso che in questi tempi moderni il maggior peccato dell'umanità sia l'ipocrisia.

giofi83, ti devi essere perso ;) questo TOPIC:
http://windows.zdnet.it/forum/showthread.php?s=&threadid=49611

Giorgio Drudi
15-05-2003, 17.13.25
Originariamente inviato da gemma


ahi ahi ahi, giorgio...
ti sei dimenticato della mela? ;)

non puoi parlare di una coscienza individuale a livello universale...
scommetto che qui abbiamo almeno 50 coscienze diverse...

L'uomo è il frutto di una lunga "tessitura", il termine di una evoluzione...non e stato costituito solo il suo corpo quasi fosse un contenitore, dove mettere poi lo spirito, ma contemporaneamente corpo e spirito sono sempre intimamente e necessariamente integrati ed insieme crescono.La risultante finale è una sola specie che si chiama umanità che porta una stessa memoria genetica della sua storia evolutiva ed ha una sola struttura. Si può anche spiegare in altri modi,ovviamente.
La coscienza ha fondamentalmente la medesima struttura...lo possiamo intuire dalla medesima legge che vi è inscritta...e che produce le medesime leggi ( più o meno) ...non uccidere...ecc.
Verissimo che non abbiamo in concreto e nella storia una uguale "coscienza"...a quella struttura fondamentale si sovrappongono poi tutte le scelte ed il vissuto individuali. La stessa coscienza individuale si modifica lungo la via...
Non ho dimenticato la mela... :) la favola morale del giardino primordiale è il frutto della riflessione( per i credenti, ispirata)
di un autore che si interrogava sul perchè esista il male, il dolore, la fatica se Dio è buono...espresse plasticamente la risposta...che contiene anche oscure e non esplicite intuizioni quali corollari: la nudità..il serpente.. la vergogna. La sua risposta fu: la disobbedienza a Dio, la sfiducia in Dio.
Ciao Gemma :)... perchè quando parli di mela mi strizzi l'occhio..
;) ?

giofi83
16-05-2003, 02.00.29
peccàto: peccàto

(pl. i peccàti), s. m.

nel sign. teologico, trasgressione volontaria della legge divina o dei precetti della Chiesa con fatti, con parole, col semplice pensiero: peccato originale, quello trasmesso agli uomini dai progenitori e che si lava col battesimo; peccato mortale, grave offesa a Dio, che priva l'anima della sua grazia; peccato veniale, che indebolisce la grazia senza toglierla ed è perciò più facilmente perdonabile; peccato di omissione, che consiste nel tralasciare di fare il bene
loc. com.: brutto come il peccato, di persona brutta da far paura

fuori del sign. teologico, errore, fallo, colpa grave


Nel significato teologico, quello è e rimane, il significato non è cambiato nel tempo, è cambiato invece l'importanza che l'uomo da alla religione ed alle sue regole.

Fuori dal significato teologico è il cambiamento degli usi e costumi che ha fatto cambiare, nazione per nazione, i riferimenti per essere peccato.

In ogni caso, dentro o fuori dalla teologia, è esclusivamente la capacità che un uomo ha di "capire" che lo fa sbagliare, vedere l'errore e correggerlo.

Il problema è che non tutti gli uomini "capiscono" ed è per questo che si ha la senzazione che il peccato abbia perso di significato, ma, IMHO, non è vero.