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Visualizza versione completa : La cultura corrompe ?


Stalker
02-02-2003, 19.43.27
Diceva Pasolini (http://www.pasolini.net/saggistica_pensierisparsi.htm) :

Quelle che che amo di più sono le persone che possibilmente non abbiano fatto neanche la quarta elementare, cioè le persone assolutamente semplici. Non lo dico per retorica, ma perché la cultura piccolo borghese, almeno nella mia nazione (ma forse anche in Francia e in Spagna), è qualcosa che porta sempre a delle corruzioni, a delle impurezze. Mentre un analfabeta, uno che abbia fatto i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura. Poi si ritrova a un altissimo grado di cultura, ma la cultura media è sempre corruttrice.

Questa frase mi ha fatto riflettere. In effetti quella cultura media che in tanti possediamo ci porta a ritenerci in grado di giudicare le cose, di porle in un ordine che ci fa comodo.
Ma chi ha cultura zero oggi ? E poi è vero che un analfabeta è "migliore" ?

exion
02-02-2003, 20.06.08
La mia famiglia ha origini contandine. Spesso mi sono ritrovato a invidiare mio nonno (3.a elementare e nulla piu') e la sua beata incoscienza delle cose. Mio nonno ha sempre fatto una vita legata alla terra: il suo orto, le api, la falegnameria. Poche letture, e tutte legate alle sue esperienze di vita: la guerra, gli Alpini, come coltivare meglio i campi, etc... Niente Proust, niente Catullo, niente Pasolini. Eppure era sereno, felice quasi direi, con poco o nulla. Una vita semplice e tranquilla insomma, guidata solo dal ritmo delle stagioni e della natura.

Forse Pasolini in una certa misura aveva ragione, anche se non bisogna dimenticare di inserire il suo discorso nel contesto storico appropriato. Ad ogni modo è vero che chi non ha coscienza della realtà non puo' soffrire a cuasa della realtà stessa.

Un alfabeta non è necessariamente "migliore" di un professore universitario. Migliore è un termine di paragone troppo relativo. Probabilmente l'analfabeta vive meglio del professore, perché non ha gli strumenti per comprendere le passioni e le sofferenze del genere umano.

La conoscenza del mondo corrompe nella misura in cui piu' si conosce e capisce la realtà che ci circonda, piu' tendiamo ad allontanarcene snaturando la nostra qualità originale di animali legati alla natura. Se poi sia un bene o un male, questo diventa piu' un interrogativo mistico che non filosofico secondo me.

Lello
02-02-2003, 21.41.18
Credo che Pasolini si riferisse a quell'uomo allo stato naturale, senza contatti con le sovrastrutture culturali e burocratiche, che pur conoscendole ne era schivo e stava lontano, vedendole come una minaccia...
non sono completamente d'accordo...
la cultura è servita ai contadini per leggere, imparare a scrivere e sapere di essere fonte e soggetto di diritti...
affrancarsi dala schiavitù....

Pasolini parla però di cultura media...
oggi potremmo dire quella mediocre dei Media...
dei romanzi di grido, dei film di cassetta....
la cultura quella alta invece costa sacrificio...

la grazia che Pasolini notava è comunque vera...
gentilezza, bontà, rivida passione per la vita..

queste piccole cose si perdono man mano ci si avvicina alla piramida della cultura e del potere....

Grazie PierPaolo

Paco
03-02-2003, 10.41.35
Originariamente inviato da Lello
Credo che Pasolini si riferisse a quell'uomo allo stato naturale, senza contatti con le sovrastrutture culturali e burocratiche, che pur conoscendole ne era schivo e stava lontano, vedendole come una minaccia...
non sono completamente d'accordo...
la cultura è servita ai contadini per leggere, imparare a scrivere e sapere di essere fonte e soggetto di diritti...
affrancarsi dala schiavitù....

Pasolini parla però di cultura media...
oggi potremmo dire quella mediocre dei Media...
dei romanzi di grido, dei film di cassetta....
la cultura quella alta invece costa sacrificio...

la grazia che Pasolini notava è comunque vera...
gentilezza, bontà, rivida passione per la vita..

queste piccole cose si perdono man mano ci si avvicina alla piramida della cultura e del potere....

Grazie PierPaolo

(Y)

ottima interpretazione
infatti termina con "Mentre un analfabeta, uno che abbia fatto i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura. Poi si ritrova a un altissimo grado di cultura, ma la cultura media è sempre corruttrice."

Pasolini è ancora attuale.

ciao

Marco Redaelli
03-02-2003, 20.24.10
Originariamente inviato da Stalker
Diceva Pasolini (http://www.pasolini.net/saggistica_pensierisparsi.htm) :

cut

Questa frase mi ha fatto riflettere. In effetti quella cultura media che in tanti possediamo ci porta a ritenerci in grado di giudicare le cose, di porle in un ordine che ci fa comodo.
Ma chi ha cultura zero oggi ? E poi è vero che un analfabeta è "migliore" ?


cultura 0? nessuno: anche la gente + povera dell' Africa o dell'Asia sa qualcosa, poco, come coltivare la terra, le leggende e le storie tramandate da innumerevoli generazioni da padre in figlio... forse noi occidentali intendiamo cultura solo quello ke si impara sui libri ma anche quello è SAPERE.

1 analfabeta è migliore di chi???
forse è migliore (rispetto a noi) xkè, nn avendo la cultura ke abbiamo noi, sa apprezzare meglio le piccole cose.

ma essere un analfabeta nn ha molti vantaggi: basti pensare ke fino a quendo la popolaz. era analfabeta si faceva comandare a bacchetta dal re o dal padrone!

Da quando si è accultirato ha iniziato a comprendere e a capire i propri diritti nn si è fatto + comandare ama ha cercato di ribellarsi e di cambiare il mondo in cui viveva.

Paco
04-02-2003, 10.00.44
Originariamente inviato da Marco Redaelli



cultura 0? nessuno: anche la gente + povera dell' Africa o dell'Asia sa qualcosa, poco, come coltivare la terra, le leggende e le storie tramandate da innumerevoli generazioni da padre in figlio... forse noi occidentali intendiamo cultura solo quello ke si impara sui libri ma anche quello è SAPERE.

1 analfabeta è migliore di chi???
forse è migliore (rispetto a noi) xkè, nn avendo la cultura ke abbiamo noi, sa apprezzare meglio le piccole cose.

ma essere un analfabeta nn ha molti vantaggi: basti pensare ke fino a quendo la popolaz. era analfabeta si faceva comandare a bacchetta dal re o dal padrone!

Da quando si è accultirato ha iniziato a comprendere e a capire i propri diritti nn si è fatto + comandare ama ha cercato di ribellarsi e di cambiare il mondo in cui viveva.

infatti Pasolini parlava della cultura media, quella che oggi predomina

ciao

exion
04-02-2003, 11.24.52
Originariamente inviato da Paco


infatti Pasolini parlava della cultura media, quella che oggi predomina

ciao

piu' nello specifico, di cultura borghese (che oggi è effettivamente la cultura media nel mondo occidentale)

Skorpios
23-02-2003, 09.26.07
Originariamente inviato da Lello

la cultura è servita ai contadini per leggere, imparare a scrivere e sapere di essere fonte e soggetto di diritti...
affrancarsi dala schiavitù....


Quella, più che cultura è istruzione... ;)

Io penso che la cultura effettivamente costituisca una zavorra pericolosa... e parlo da ignorante, naturalmente... può diventare essa stessa una gabbia per la mente... per quanto dorata... :)

E' un peso da portare con sè... ci eleva, senza poterci far volare... ci limita, nella sensazione di arricchirci... siamo portati a riferircene... costantemente... a rivederne le corrispondenze anche dove non vi siano giustificazioni... pensando di meno... ma più arrogantemente... perdendo la libertà di credere... l'innocenza di osare... di riconoscerci in ciò che pensiamo... di riconoscerci attivamente nei nostri limiti... siamo fatalmente portati a riconoscerci nei limiti altrui... per quanto infinitamente più grandi di noi...

Bisognerebbe sempre coniugarla con la semplicità... col candore... con la freschezza delle proprie idee... ma non è mai facile evitarne i condizionamenti...

L'argomento è particolarmente complesso... e, data la mia ignoranza, adesso non riesco a dire di più... :p


Ciao Lello. :)

Lello
23-02-2003, 09.48.41
Originariamente inviato da Skorpios



Quella, più che cultura è istruzione... ;)

Io penso che la cultura effettivamente costituisca una zavorra pericolosa... e parlo da ignorante, naturalmente... può diventare essa stessa una gabbia per la mente... per quanto dorata... :)
......
L'argomento è particolarmente complesso... e, data la mia ignoranza, adesso non riesco a dire di più... :p


Ciao Lello. :)
Sul primo punto (Y) grazie per la precisazione.

Ma la cultura in senso pieno è anche la propria tradizione linguistica, il dialetto, le filastrocche, le feste popolari....
non sono una gabbia a meno che non diventino più importanti di quello che dovevano rappresentare...

cioè: la tradizione come punto di partenza e di presentazione di sè, non una "gabbia" da cui non potersi divincolare...

la tradizione quale trampolino per saltare ed innovare, conoscenze buone per non perdersi...
ma non rigide regole da cui non si trasgredisce..

ma spesso la tradizione è servita a chiudere discorsi, cacciare gli eretici, bollare i "matti"...
difendere un mondo gretto e violento...
infatti aveva perso lo stimolo a cercare i segni del tempo...
e rappresentarli....
un tempo che cambia, inesorabilmente...

chi non riscrive tradizioni oggi ma "santifica" il passato fa un'operazione di pigra e sciatta proposta di cose non più attuali e se si ostina a proporle, violente e antistoriche...

su alcuni di questi punti, forse, i nostri pensieri, possano convergere...


Ciao
:)

Skorpios
23-02-2003, 11.09.14
Originariamente inviato da Lello

cioè: la tradizione come punto di partenza e di presentazione di sè, non una "gabbia" da cui non potersi divincolare...

la tradizione quale trampolino per saltare ed innovare, conoscenze buone per non perdersi...
ma non rigide regole da cui non si trasgredisce..


Il concetto di cultura è molto ampio... aggiungiamo elementi a nostro piacere... in fondo, approfondiamo soltanto ciò da cui siamo attratti... è questo il punto... le nostre tradizioni culturali ci condizionano... ci vincolano... dovremmo abbandonarle... ma dipende molto anche da qual'è il nostro reale obiettivo...

La cultura può diventare un'arma... soprattutto contro sè stessi... potremmo interessarci del "diverso" soltanto per riaffermare con ulteriore forza le nostre acquisizioni... le nostre convinzioni...

Le tradizioni insegnano... non sono quasi mai un trampolino da cui potersi librare... più frequentemente ci servono per diluire le nostre insicurezze... per identificarci in un branco... per poter tentare di esorcizzare la nostra solitudine...

La cultura in senso lato si comporta nello stesso modo, tipicamente... ci illude di poterci riconoscere in aspetti che spesso sono lontani, molto lontani dalla nostra realtà...

Il mio "timore" consiste nell'identificarmi (intellettualmente) in una corrente... in una scuola di pensiero... che fatalmente mi allontanerebbe dalla mia innocenza... spesso, i riferimenti culturali ci servono per insistere e insistere su ciò che abbiamo già deciso... di qualsiasi forma di pensiero ne ricaviamo soltanto ciò che passa attraverso il filtro preventivo delle nostre convinzioni... ecco il rischio... ecco la perdita di freschezza... di originalità...

Sulla considerazione delle potenzialità sono d'accordo... ma credo che spesso siano solo illusorie...

E il mettersi costantemente alla prova... dubitando delle proprie "acquisizioni", non da tutti... :)

davlak
23-02-2003, 11.30.59
Originariamente inviato da Lello

....

Ma la cultura in senso pieno è anche la propria tradizione linguistica, il dialetto, le filastrocche, le feste popolari....
non sono una gabbia a meno che non diventino più importanti di quello che dovevano rappresentare...

cioè: la tradizione come punto di partenza e di presentazione di sè, non una "gabbia" da cui non potersi divincolare...

la tradizione quale trampolino per saltare ed innovare, conoscenze buone per non perdersi...
ma non rigide regole da cui non si trasgredisce..

ma spesso la tradizione è servita a chiudere discorsi, cacciare gli eretici, bollare i "matti"...
difendere un mondo gretto e violento...
infatti aveva perso lo stimolo a cercare i segni del tempo...
e rappresentarli....
un tempo che cambia, inesorabilmente...

chi non riscrive tradizioni oggi ma "santifica" il passato fa un'operazione di pigra e sciatta proposta di cose non più attuali e se si ostina a proporle, violente e antistoriche...

su alcuni di questi punti, forse, i nostri pensieri, possano convergere...


Ciao
:)
beh, oddio: custodire le tradizioni e "proteggerle" in modo protervo, sicuramente é un'operazione che storicamente ha creato atti mostruosi.
Riguardo però al santificare il passato, direi che oggi non c'é granchè, in giro, da esporre a vanto ed esempio dei nostri tempi.
Sul discorso dell'attualità: avrei da dissentire (ma forse ho male interpretato le tue parole)...io penso che, ad esempio, l'arte, non solo non abbia età (nel senso di collocazione temporale), ma anzi, fornisca lo stimolo a verificare continuamente le basi del nostro livello di conoscenza e a rapportarle, grazie alla presenza di forme espressive inattaccabili, a contesti diversi: in questo confronto si può andare a pescare il filo conduttore che tiene in piedi lo sviluppo del nostro senso di umanità.
Lo stesso vale per la cultura in generale, che é un campo ancora più vasto di quello che colleghiamo al termine arte.

Tra l'altro (e questo sono sicuro che verrà interpretato come un discorso di destra, parafrasando Kandran Kane), non sono nemmeno tanto convinto del fatto che la cultura debba essere forzatamente messa a disposizione di tutti, così, senza difficoltà o sacrificio, ma solo perchè penso che la ricerca (personalizzata) fornisca un autentico stimolo, a livello individuale, alla comprensione e alla interpretazione...il tutto, ovviamente, senza farne un discorso settario.

Lello
23-02-2003, 12.54.06
Volevo dire a riguardo delle tradizioni che quei "riti", nati millenni fa, ed attualizzati secondo le epoche e le religioni,
furono atti molto innovativi.

Bruciare le stoppie non aveva solo il significato di inpedire il proliferare di animali dannosi o l'estensione di incendi....
era il segnale del ringraziamento e della purificazione...
questi gesti millenari sono passati indenni attraverso secoli e religioni...
Santa Lucia, San Giuseppe, San Biagio con i riti del fuoco e della luce rappresentavano le credenze e gli auspici per il raccolto e
l'intercessione (Santa Lucia) e il ringraziamento per il ritorno della luce (le giornate lunghe, la primavera, il caldo...)

Questi rappresentavano segni, sacramenti chiari, riconosciuti...
oggi questi... erano un esempio, come altri....
presi a se stanti sono pantomime di un passato che non esiste più
la luce oggi non ci spaventa più...
non ringraziamo più per la luce che ritorna...

forse però non abbiamo nuovi segni di riconoscimento collettivo...
che prima di diventare gabbie e legacci
erano strumenti per identificarsi ed avere sicurezza
essere riconosciuti...
avere un'identità...

il branco, le fazioni... sono venute, purtroppo inesorabilmente dopo...
oggi resistono ancora...
:(

sarahkerrigan
25-02-2003, 18.15.31
Da quando è morto mio papà, mia mamma, che pur avendo dei "moti" suoi è più o meno sempre rimasta relativamente in ombra, ha sviluppato alcune sue peculiarità impersonando anche la figura di mio padre il quale era molto sensibile alle realtà sociali al punto di passare gran parte del suo tempo libero a scrivere o telefonare ovunque si potesse protestare o segnalare disonestà...
Ora lei, con l'ausilio di una volontaria della CGIL che la informa regolarmente di tutto, si è lanciata in una "crociata" contro le ingiustizie (sindrome da Robin Hood che tutti abbiamo sempre adorato in famiglia)...il punto crucciale e, molto complicato, è questo: la sua cultura, le sue basi, i suoi ideali, la spingono, l' animano a certe splendide azioni ma, purtroppo, la sua "preparazione" è rapportata ai giorni nostri quindi, insufficiente...rischia di rimanere schiacciata da leggi che nemmeno conosce nonchè sbranata viva dai "falchi".
Il mio problema è questo: cercare di non "inquinarla", corromperla, con la mia cultura (che alla fine è ancora la sua) ma, dirottare questa sua energia in modo più proficuo che non sia la sorpresa di una querela o quant'altro io sospetto potrebbe succedere...
In questi giorni mi stò dedicando a lei in modo da instradarla e difenderla da se stessa senza bloccare le sue fantastiche iniziative che la fanno sentire molto viva ma, dandole al contempo la sensazione di dirottarsi da sola verso strade legalmente meno pericolose....mi piace tantissimo questo suo nuovo modo di vivere ;) e, credo di averlo già scritto in un'altro post in passato, lei sta facendo quello che auspicavo per me quando sarei diventata anziana :)

Lello
25-02-2003, 20.54.03
Originariamente inviato da sarahkerrigan
...(cut)
....mi piace tantissimo questo suo nuovo modo di vivere ;) e, credo di averlo già scritto in un'altro post in passato, lei sta facendo quello che auspicavo per me quando sarei diventata anziana :)
Mi sono commosso a leggere questa tua narrazione...
anch'io sogno di diventare così, di non cambiare mai...
di non farmi raggiungere dallo sconforto, dalla disperazione, dalla ineluttabilità delle cose...
di non farmi convincere che "tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera
ma è solo un modo per convincermi a
restare chiuso dentro casa quando viene la sera"... (De Gregori La Storia)

un bacio a te ed alla mamma, felicità e soddisfazioni per anni ed anni ancora...
la perdita di una persona cara viene alleviata solo da altre passioni...
vi sento vicini e mi ispirate tanto affetto... un saluto :)
(K) (F) (L) (L) (F) (K)

Stalker
25-02-2003, 21.27.24
Originariamente inviato da Lello

anch'io sogno di diventare così, di non cambiare mai...
di non farmi raggiungere dallo sconforto, dalla disperazione, dalla ineluttabilità delle cose...
di non farmi convincere che "tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera
ma è solo un modo per convincermi a
restare chiuso dentro casa quando viene la sera"... (De Gregori La Storia)


:)

sarahkerrigan
25-02-2003, 23.02.40
Originariamente inviato da Lello


...anch'io sogno di diventare così, di non cambiare mai...
di non farmi raggiungere dallo sconforto, dalla disperazione, dalla ineluttabilità delle cose...
di non farmi convincere che "tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera
ma è solo un modo per convincermi a
restare chiuso dentro casa quando viene la sera"... (De Gregori La Storia)





:)