Skorpios
14-01-2003, 09.50.32
Identificazione facciale anche per le strade, la biometria fa passi da gigante. (di Eva Perasso (http://www.smau.it/smau/view_NO.php?IDcontent=7233)).
La biometria, ovvero la tecnologia che permette il riconoscimento delle impronte digitali o dei lineamenti di una persona, sta facendo passi da gigante negli ultimi mesi e sempre più viene utilizzata nella vita di tutti i giorni, per eseguire funzioni di controllo e di sicurezza, tanto da sollevare, però, critiche per il suo ledere la privacy del cittadino.
Il mondo intanto festeggia i 100 anni delle impronte digitali, usate per la prima volta dalla polizia londinese nel 1901. Da allora molto è cambiato: dalle tradizionali macchie di inchiostro si è passati appunto alla biometria, ovvero a sistemi computerizzati e software concepiti per ricostruire dalla piccola impronta a un corpo intero e associarlo a un’identità fisica ben definita, fatta di nome e cognome.
Gli usi odierni della biometria sono militari, ma non solo: anche per la sicurezza cittadina le tecniche di ricostruzione e di riconoscimento della persona attraverso un suo particolare “unico” si stanno diffondendo. Solo alcuni giorni fa la polizia della piccola cittadina di Tampa, nella Florida, ha annunciato l’introduzione di telecamere per le vie della città, pronte a monitorare le azioni dei malviventi. Le stesse telecamere (trentasei in tutto) sono dotate di un software per il riconoscimento facciale delle persone riprese: chi passa sotto il loro “occhio” viene automaticamente inserito in un database che ne legge i connotati e poi li archivia. Il programma utilizzato, chiamato FaceIt, riprende il viso della persona e lo trasforma in una mappa, fatta di 80 punti di riferimento da controllare. Se almeno dodici tra questi corrispondono con quelli dell’archivio dei criminali, ecco che la polizia si preparerà a maggiori controlli o all’arresto in caso si trattasse di ricercati. La novità sta però causando le proteste della popolazione, che lamenta la totale assenza di privacy, anche per la strada.
Anche l’Olanda utilizza da tempo un sistema di riconoscimento facciale per incastrare i “disturbatori” della quiete pubblica. A mettere in atto questa tecnologia è una società olandese, la Keyware Technologies, che ha venduto il suo software a 15 night club dei Paesi Bassi. Il controllo unisce diverse tecniche, dall’identificazione facciale alle impronte digitali alle smartcard. I locali notturni olandesi, aperti fino alla mattina e notoriamente tolleranti sulle droghe leggere, sono ricchi di personaggi un po’ agitati: così due chioschi davanti alla porta di questi locali regolano il flusso di ingresso. Chi ha già la carta di identificazione può passare, mentre chi è nuovo dovrà, prima di entrare, lasciare le sue impronte digitali e farsi scansionare il viso.
Sempre in Olanda la biometria è usata al servizio dell’ufficio immigrati. Dal mese di giugno tutti gli immigrati sono infatti sottoposti all’esame della retina, i cui particolari vengono memorizzati in un chip speciale, che rende assolutamente impossibili gli scambi di persona. Capitava spesso infatti, che persone della stessa etnia si presentassero al posto di altri al controllo mensile imposto dalle autorità olandesi, vista la loro somiglianza. Ora però, grazie al controllo della retina con l’uso della biometria, i controlli saranno infallibili. L’Olanda, entusiasta del nuovo progetto, sta addirittura pensando di allargare il “chip d’identità” con esame della retina a tutta la popolazione, per memorizzare così informazioni non falsificabili. Il pass sotto forma di chip sarà valido dal 2003, ma solo all’interno della Comunità Europea.
P. S.: desidero dedicare questo thread a Paco... che ha visto chiudere il suo per le ragioni che conoscete e che ovviamente mi asterrò dal commentare ulteriormente... so che non potrà essere la stessa cosa... ma ci ho voluto provare lo stesso... l'argomento è estremamente interessante... e fantascientifico... come pure le implicazioni dal punto di vista sociologico e della libertà personale...
La biometria, ovvero la tecnologia che permette il riconoscimento delle impronte digitali o dei lineamenti di una persona, sta facendo passi da gigante negli ultimi mesi e sempre più viene utilizzata nella vita di tutti i giorni, per eseguire funzioni di controllo e di sicurezza, tanto da sollevare, però, critiche per il suo ledere la privacy del cittadino.
Il mondo intanto festeggia i 100 anni delle impronte digitali, usate per la prima volta dalla polizia londinese nel 1901. Da allora molto è cambiato: dalle tradizionali macchie di inchiostro si è passati appunto alla biometria, ovvero a sistemi computerizzati e software concepiti per ricostruire dalla piccola impronta a un corpo intero e associarlo a un’identità fisica ben definita, fatta di nome e cognome.
Gli usi odierni della biometria sono militari, ma non solo: anche per la sicurezza cittadina le tecniche di ricostruzione e di riconoscimento della persona attraverso un suo particolare “unico” si stanno diffondendo. Solo alcuni giorni fa la polizia della piccola cittadina di Tampa, nella Florida, ha annunciato l’introduzione di telecamere per le vie della città, pronte a monitorare le azioni dei malviventi. Le stesse telecamere (trentasei in tutto) sono dotate di un software per il riconoscimento facciale delle persone riprese: chi passa sotto il loro “occhio” viene automaticamente inserito in un database che ne legge i connotati e poi li archivia. Il programma utilizzato, chiamato FaceIt, riprende il viso della persona e lo trasforma in una mappa, fatta di 80 punti di riferimento da controllare. Se almeno dodici tra questi corrispondono con quelli dell’archivio dei criminali, ecco che la polizia si preparerà a maggiori controlli o all’arresto in caso si trattasse di ricercati. La novità sta però causando le proteste della popolazione, che lamenta la totale assenza di privacy, anche per la strada.
Anche l’Olanda utilizza da tempo un sistema di riconoscimento facciale per incastrare i “disturbatori” della quiete pubblica. A mettere in atto questa tecnologia è una società olandese, la Keyware Technologies, che ha venduto il suo software a 15 night club dei Paesi Bassi. Il controllo unisce diverse tecniche, dall’identificazione facciale alle impronte digitali alle smartcard. I locali notturni olandesi, aperti fino alla mattina e notoriamente tolleranti sulle droghe leggere, sono ricchi di personaggi un po’ agitati: così due chioschi davanti alla porta di questi locali regolano il flusso di ingresso. Chi ha già la carta di identificazione può passare, mentre chi è nuovo dovrà, prima di entrare, lasciare le sue impronte digitali e farsi scansionare il viso.
Sempre in Olanda la biometria è usata al servizio dell’ufficio immigrati. Dal mese di giugno tutti gli immigrati sono infatti sottoposti all’esame della retina, i cui particolari vengono memorizzati in un chip speciale, che rende assolutamente impossibili gli scambi di persona. Capitava spesso infatti, che persone della stessa etnia si presentassero al posto di altri al controllo mensile imposto dalle autorità olandesi, vista la loro somiglianza. Ora però, grazie al controllo della retina con l’uso della biometria, i controlli saranno infallibili. L’Olanda, entusiasta del nuovo progetto, sta addirittura pensando di allargare il “chip d’identità” con esame della retina a tutta la popolazione, per memorizzare così informazioni non falsificabili. Il pass sotto forma di chip sarà valido dal 2003, ma solo all’interno della Comunità Europea.
P. S.: desidero dedicare questo thread a Paco... che ha visto chiudere il suo per le ragioni che conoscete e che ovviamente mi asterrò dal commentare ulteriormente... so che non potrà essere la stessa cosa... ma ci ho voluto provare lo stesso... l'argomento è estremamente interessante... e fantascientifico... come pure le implicazioni dal punto di vista sociologico e della libertà personale...