Stalker
08-10-2001, 00.52.00
Scoppia l'ira della major
contro gli eredi di Napster
di RICCARDO STAGLIANO'
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ROMA - Puntuale come i primi freddi di autunno, il fucile giudiziario delle major ha preso di mira anche gli eredi di Napster. Dopo aver fatto fuoco contro il capostipite, costringendolo di fatto a chiudere, le associazioni che raggruppano le case discografiche e quelle cinematografiche non hanno risparmiato Kazaa, Morpheus e gli altri servizi di scambio di musica online e le hanno trascinate in tribunale. L'accusa è la solita: violazione su larga scala di copyright.
Eppure l'architettura tecnologica dei sistemi incriminati era stata pensata proprio per evitare le denunce. La loro novità sta nel fatto che, a differenza di Napster che teneva un archivio centralizzato dei file musicali (in questo modo facilitando grandemente il "reato"), i suoi emuli sono esempi "puri" di peer-to-peer, nel senso che mettono direttamente in contatto i singoli utenti: quello che cerca un brano con quello che ce l'ha nel suo pc e lo mette a disposizione dell'altro. Una distinzione sostanziale che i legali della Riaa (Recording Industry Association of America) e della Mpaa (Motion Picture Association of America) hanno derubricato a sofisma: "Non possiamo starcene con le mani in mano mentre questi signori continuano a operare illegalmente, specialmente in un momento in cui nuovi servizi perfettamente legali (quelli a pagamento dalle stesse major, ndr) stanno per essere lanciati".
E allora, per smantellare quello che hanno definito "un bazaar di pirati del ventunesimo secolo", Riaa e Mpaa hanno redatto un esposto congiunto contro la FastTrack, la compagnia con sede ad Amsterdam che produce il software che, sotto i diversi marchi citati, fa funzionare i nuovi servizi di scambio e distribuzione di musica e video. Li fa funzionare e prosperare, a giudicare dai dati recenti che parlano di più di 34 milioni di copie del software scaricato solo da Download.com e di una quantità media di utenti (le persone collegate simultaneamente da tutto il mondo) che ha raggiunto, nelle ultime settimane, quota 600 mila.
Un sacco di gente che preleva dalla Rete un'infinità di brani musicali, come certifica Webnoize, la società specializzata in questo tipo di rilevamenti: 3,05 miliardi di file sono stati scaricati in agosto nel network formato dai servizi che utilizzano FastTrack, Audio Galaxy, iMesh e Gnutella contro 2,79 miliardi di file prelevati da Napster nel febbraio 2001, al momento della sua massima popolarità.
Si capisce bene, quindi, perché le major non potessero più tollerare i nuovi protagonisti del peer-to-peer. Gli accusati ribattono con le loro ragioni: "Anche senza di noi - è l'argomento ricorrente - il network funzionerà lo stesso e gli scambi avverrano come e più di prima". Basta infatti che ci sia un sito dal quale scaricare per la prima volta il programma che vi fa diventare un "nodo" della Rete e poi non serve altro, si procede da soli. Per allontanare ulteriormente le accuse nelle ultime settimane MusicCity - che ha ribattezzato Morpheus la sua versione di FastTrack - ha dichiarato di essere, prima di tutto, un "mezzo di comunicazione underground": "Molte importanti immagini oltre a notizie audio e video spesso non riescono ad arrivare in tv o nei media tradizionali - spiega la compagnia sulla propria homepage -. Con Morpheus potete creare e condividere le vere notizie man mano che le vedete accadere in ogni angolo del mondo". Una mossa diversiva per stornare l'associazione immediata del proprio nome con l'idea dello spaccio illegale di musica e per tentare di evitare, così, di replicare il destino di Napster con tanto di condanna a pagare risarcimenti per 26 milioni di dollari, oltre 52 miliardi di lire, per "violazione massiccia di diritto d'autore".
Ma tanto la gente i cd se li compra lo stesso... pare che abbiano venduto di più negli ultimi tempi....
contro gli eredi di Napster
di RICCARDO STAGLIANO'
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ROMA - Puntuale come i primi freddi di autunno, il fucile giudiziario delle major ha preso di mira anche gli eredi di Napster. Dopo aver fatto fuoco contro il capostipite, costringendolo di fatto a chiudere, le associazioni che raggruppano le case discografiche e quelle cinematografiche non hanno risparmiato Kazaa, Morpheus e gli altri servizi di scambio di musica online e le hanno trascinate in tribunale. L'accusa è la solita: violazione su larga scala di copyright.
Eppure l'architettura tecnologica dei sistemi incriminati era stata pensata proprio per evitare le denunce. La loro novità sta nel fatto che, a differenza di Napster che teneva un archivio centralizzato dei file musicali (in questo modo facilitando grandemente il "reato"), i suoi emuli sono esempi "puri" di peer-to-peer, nel senso che mettono direttamente in contatto i singoli utenti: quello che cerca un brano con quello che ce l'ha nel suo pc e lo mette a disposizione dell'altro. Una distinzione sostanziale che i legali della Riaa (Recording Industry Association of America) e della Mpaa (Motion Picture Association of America) hanno derubricato a sofisma: "Non possiamo starcene con le mani in mano mentre questi signori continuano a operare illegalmente, specialmente in un momento in cui nuovi servizi perfettamente legali (quelli a pagamento dalle stesse major, ndr) stanno per essere lanciati".
E allora, per smantellare quello che hanno definito "un bazaar di pirati del ventunesimo secolo", Riaa e Mpaa hanno redatto un esposto congiunto contro la FastTrack, la compagnia con sede ad Amsterdam che produce il software che, sotto i diversi marchi citati, fa funzionare i nuovi servizi di scambio e distribuzione di musica e video. Li fa funzionare e prosperare, a giudicare dai dati recenti che parlano di più di 34 milioni di copie del software scaricato solo da Download.com e di una quantità media di utenti (le persone collegate simultaneamente da tutto il mondo) che ha raggiunto, nelle ultime settimane, quota 600 mila.
Un sacco di gente che preleva dalla Rete un'infinità di brani musicali, come certifica Webnoize, la società specializzata in questo tipo di rilevamenti: 3,05 miliardi di file sono stati scaricati in agosto nel network formato dai servizi che utilizzano FastTrack, Audio Galaxy, iMesh e Gnutella contro 2,79 miliardi di file prelevati da Napster nel febbraio 2001, al momento della sua massima popolarità.
Si capisce bene, quindi, perché le major non potessero più tollerare i nuovi protagonisti del peer-to-peer. Gli accusati ribattono con le loro ragioni: "Anche senza di noi - è l'argomento ricorrente - il network funzionerà lo stesso e gli scambi avverrano come e più di prima". Basta infatti che ci sia un sito dal quale scaricare per la prima volta il programma che vi fa diventare un "nodo" della Rete e poi non serve altro, si procede da soli. Per allontanare ulteriormente le accuse nelle ultime settimane MusicCity - che ha ribattezzato Morpheus la sua versione di FastTrack - ha dichiarato di essere, prima di tutto, un "mezzo di comunicazione underground": "Molte importanti immagini oltre a notizie audio e video spesso non riescono ad arrivare in tv o nei media tradizionali - spiega la compagnia sulla propria homepage -. Con Morpheus potete creare e condividere le vere notizie man mano che le vedete accadere in ogni angolo del mondo". Una mossa diversiva per stornare l'associazione immediata del proprio nome con l'idea dello spaccio illegale di musica e per tentare di evitare, così, di replicare il destino di Napster con tanto di condanna a pagare risarcimenti per 26 milioni di dollari, oltre 52 miliardi di lire, per "violazione massiccia di diritto d'autore".
Ma tanto la gente i cd se li compra lo stesso... pare che abbiano venduto di più negli ultimi tempi....