eymerich
31-08-2001, 00.11.37
LA CALCOLATRICE
Da ragazzo ero un appassionato lettore di libri di fantascienza e tra gli altri ricordo un racconto che mi colpì moltissimo ed il cui messaggio solo oggi capisco pienamente. Il racconto ci porta in un'epoca lontana nel futuro, un'epoca in cui le quattro operazioni venivano svolte oramai da generazioni e generazioni esclusivamente dalle calcolatrici tascabili. Nelle scuole si insegnava ad usare la calcolatrice e non più ad eseguire le operazione con carta e penna. Si era persa la conoscenza della tabellina pitagorica. Nessuno sapeva più in base a quale meccanismo logico fossero basate le quattro operazioni.
Era una civiltà basata sui consumi e gli oggetti si dovevano rompere entro un certo numero di anni. La tecnologia provvedeva ad un continuo ricambio dotando ogni oggetto di un dispositivo ad orologeria che lo rendeva inutilizzabile dopo un certo periodo di tempo. Per esempio una calcolatrice da tre dollari durava tre anni.
A causa di un malaugurato incidente si era verificata la perdita della maschera per la produzione del chip che svolgeva le quattro operazioni: Non si potevano più fabbricare calcolatrici per rimpiazzare quelle che si rompevano e la civiltà era sul punto di precipitare nel baratro di un nuovo medioevo.
La civiltà fu salvata da un vecchietto, considerato dai compaesani un po' strambo perché non aveva mai voluto comprare una calcolatrice. Non si capiva in quale magico modo riuscisse a fare i conti senza ausili elettronici. Fu trascinato davanti al Congresso Permanente Planetario dei Cento Saggi, dove tutti i più grandi scienziati del mondo, riuniti in permanenza, studiavano il modo di evitare la catastrofe. Il vecchietto un po' strambo, più intimidito che infastidito, tirò fuori la tabellina pitagorica e tra lo stupore di tutti si mise a fare conti sulla lavagna non sbagliando mai nemmeno un numero. I grandi scienziati controllavano l'esattezza dei risultati sulle poche calcolatrici rimaste in funzione e tenute come oracoli in teche protette e trasecolavano ad ogni risultato. Il vecchietto riusciva a risolvere qualsiasi operazione quale fosse il numero delle cifre impegnate nel calcolo.
Il vecchietto, a compenso per aver salvato la civiltà, volle solo l'assicurazione che nella scuola fosse bandita la calcolatrice e riammesso lo studio della tabellina pitagorica.
tratto da http://promo.net/ci/CI0994.HTM
Da ragazzo ero un appassionato lettore di libri di fantascienza e tra gli altri ricordo un racconto che mi colpì moltissimo ed il cui messaggio solo oggi capisco pienamente. Il racconto ci porta in un'epoca lontana nel futuro, un'epoca in cui le quattro operazioni venivano svolte oramai da generazioni e generazioni esclusivamente dalle calcolatrici tascabili. Nelle scuole si insegnava ad usare la calcolatrice e non più ad eseguire le operazione con carta e penna. Si era persa la conoscenza della tabellina pitagorica. Nessuno sapeva più in base a quale meccanismo logico fossero basate le quattro operazioni.
Era una civiltà basata sui consumi e gli oggetti si dovevano rompere entro un certo numero di anni. La tecnologia provvedeva ad un continuo ricambio dotando ogni oggetto di un dispositivo ad orologeria che lo rendeva inutilizzabile dopo un certo periodo di tempo. Per esempio una calcolatrice da tre dollari durava tre anni.
A causa di un malaugurato incidente si era verificata la perdita della maschera per la produzione del chip che svolgeva le quattro operazioni: Non si potevano più fabbricare calcolatrici per rimpiazzare quelle che si rompevano e la civiltà era sul punto di precipitare nel baratro di un nuovo medioevo.
La civiltà fu salvata da un vecchietto, considerato dai compaesani un po' strambo perché non aveva mai voluto comprare una calcolatrice. Non si capiva in quale magico modo riuscisse a fare i conti senza ausili elettronici. Fu trascinato davanti al Congresso Permanente Planetario dei Cento Saggi, dove tutti i più grandi scienziati del mondo, riuniti in permanenza, studiavano il modo di evitare la catastrofe. Il vecchietto un po' strambo, più intimidito che infastidito, tirò fuori la tabellina pitagorica e tra lo stupore di tutti si mise a fare conti sulla lavagna non sbagliando mai nemmeno un numero. I grandi scienziati controllavano l'esattezza dei risultati sulle poche calcolatrici rimaste in funzione e tenute come oracoli in teche protette e trasecolavano ad ogni risultato. Il vecchietto riusciva a risolvere qualsiasi operazione quale fosse il numero delle cifre impegnate nel calcolo.
Il vecchietto, a compenso per aver salvato la civiltà, volle solo l'assicurazione che nella scuola fosse bandita la calcolatrice e riammesso lo studio della tabellina pitagorica.
tratto da http://promo.net/ci/CI0994.HTM