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Visualizza versione completa : 3 eBook su 4 su Internet sono pirata


Redazione
06-02-2012, 20.13.03
http://www.wintricks.it/wtstaff/img_news/eBook.jpg



Il mercato dei libri elettronici in Italia è in serio pericolo e la colpa è tutta della pirateria. Tre ebook su quattro sono infatti disponibili illegalmente in Rete.

A lanciare l'allarme è Marco Polillo, presidente dell'AIE (Associazione Italiana Editori) che ha fornito i dati ufficiali dell'Ufficio antipirateria degli editori. Si tratta di cifre davvero impressionanti, Nel nostro Paese su circa 19.000 ebook disponibili alla fine del 2011 (nel 2009 erano circa 1.600, mentre nel 2010 quasi 7.000), ben 15.000 libri digitali si trovano in Rete in versione pirata.

Ma c'è di più. In base all'ultima classifica (http://www.ibs.it/100/100pge.asp) stilata da IBS.it dei 25 bestseller della scorsa settimana, 17 sono disponibili legalmente come ebook, mentre 19 (ovvero il 76%) circolano in Internet come contenuto pirata. Insomma la pirateria in questo campo dilaga e interessa sia i libri per i quali esiste una versione elettronica legale (76,5%) sia quelli per cui non è stato messo in commercio l'equivalente digitale (75%).

Secondo Polillo un così alto tasso di pirateria rappresenta un enorme ostacolo per lo sviluppo del mercato dell'editoria digitale, sviluppo che avverrà solo se autori ed editori avranno la possibilità di vendere i loro contenuti utilizzando questi nuovi mezzi. Da qui la necessità di arginare il fenomeno e adottare appositi strumenti per contrastarla.

"Se la pirateria non sarà limitata" afferma Polillo, "il mercato digitale semplicemente non potrà svilupparsi, con grave danno soprattutto per i lettori. Se gli investimenti che le imprese stanno oggi facendo non avranno un loro ritorno, infatti, il rischio è che il mercato muoia sul nascere".

"In nessun caso", aggiunge però Polillo, "la tutela del diritto d'autore deve dar vita alla possibilità di censure preventive di quanto viene pubblicato in rete. Pensare d'altro canto che gli editori siano a favore della censura è semplicemente un controsenso. Riteniamo che sia invece possibile individuare tecniche equilibrate che, al contrario, intervengano ex post su quanto viene pubblicato e che conducano alla rimozione immediata di ciò che viola i diritti d'autore. Ciò richiede il rispetto di un principio di responsabilità: è giusto che questa sia esclusa per chi è un mero veicolo di un atto illecito commesso da altri, quando questo avviene realmente a sua insaputa. Altra cosa è che un soggetto sostenga che un illecito è commesso a sua insaputa quando ne era invece perfettamente al corrente. In questo senso eravamo favorevoli alla sostanza dell'emendamento Fava e proponevamo che – alla ricerca di una soluzione equilibrata – si applicasse semplicemente il testo della Direttiva europea, che non può certo essere accusata di antidemocraticità".

Il download dei file e dei libri digitali in particolare, dicono anche gli editori, è spesso dipinto come una condivisione tra pari, un atto di socializzazione tra utenti, giovani e meno giovani, connessi in Rete. I sistemi più utilizzati per la diffusione di file pirata non sono però i canali P2P, ma i servizi di file hosting, spesso localizzati in paesi che sono dei veri e propri paradisi fiscali. Lo dimostrerebbe, secondo gli editori, quanto avvenuto recentemente con Megaupload (http://news.wintricks.it/web/dal-web/35501/fbi-chiude-megaupload-megavideo/).

La vicenda giudiziaria del famoso portale farà il suo corso, dicono gli editori, lamentando però il fatto che sia molto diffuso tra Internauti e politici il tifo per le aziende che favoriscono la pirateria contro chi è titolare dei diritti d'autore. Il fenomeno invece è talmente vasto che servono misure urgenti. Basti pensare che, relativamente ai libri digitali, nel 2011 sono stati individuati circa 20.000 file "unici", disponibili in un centinaio di siti pirata. Se si considera che 20.000 è solo il numero di file, i libri piratati sono probabilmente molti di più considerando che molti file sono archivi compressi che contengono decine di opere.

Presidente
06-02-2012, 21.46.30
ogni tanto una buona notizia fa piacere

orione67
06-02-2012, 23.28.59
C'erano una volta i libri fotocopiati... i tempi cambiano, non cambiano le abitudini...:D

Jedi-78
07-02-2012, 12.01.31
A volte mi verrebbe di... sigh! Io li compro tutti originali (anche se la maggior parte costa sempre 15 Euro e MAI fanno promozioni) ma quando cerco online dei titoli... e gli unici risultati che ottengo sono da siti illeciti... beh... la tentazione c'è!

Io credo che le case editrici dovrebbero fare una bella cosa:

1) cercare in siti pirati
2) Scaricare una copia, cercare l'autore e contattarlo
3) pagare a lui i diritti come a qualsiasi traduttore e riversare l'opera nel mercato reale

Insomma... tanto per dire... Dexter (lo psicopatico protagonista dell'omonimo telefilm) l'ho cercato ovunque, ma come ebook mi ritorna solo da siti pirati... come può un onesto lettore procurarselo nel formato che vuole, nel modo legale?

mastino1
07-02-2012, 12.18.38
Il problema secondo me è che quando si tratta di eb tutto è possibile. La pirateria si afferma in qualsiasi ambito (come si diceva precedentemente) dalle fotocopie ai cd e sinceramente non credo che ci possa essere un rimedio e a volte l´onestà non basta.
Un pò la crisi, un pò la disonestà, un pò l´ignoranza e il menefreghismo...ecco la ricetta che è la rovina di chi detiene diritti d´autore e di chi lavora e vive dell´originalità di un´opera, quale essa sia.
Una soluzione davvero non la vedo.

borgata
07-02-2012, 12.34.56
Secondo me invece il risultato della ricerca è decisamente positivo: non pensavo che ben 1/4 degli ebook venissero regolarmente acquistati.

Oltretutto c'è decisamente da ridimensionare l'entità del problema. Come è ormai noto anche negli altri campi dove la pirateria di contenuti digitali è diffusa, 3/4 di copie pirata non significa affatto che, senza la pirateria, ci sarebbero 3/4 di vendite legali in più.

La disponibilità di materiale pirata a prezzo zero permette il download del libro, ma magari chi se lo procura in questo modo lo archivierà da qualche parte senza nemmeno leggerlo, o magari lo leggerà solo perchè l'ha avuto gratis, altrimenti non l'avrebbe mai comprato.

Certo, se il malcostume viene assunto a "normalità", allora il danno diventa più consistente, ma a mio parere visti i soldi a palate che grandi aziende come Amazon fanno con la vendita di contenuti, siamo ben lontani dall'avere reali problemi.

A mio parere questo fenomeno si combatte con un abbattimento dei prezzi (del resto il digitale ha minori spese di distribuzione e nessuna spesa di stampa, oltre a poter spesso saltare molti inutili passaggi degli intermediari) e con la cessazione di stupide politiche conservative con cui le aziende cieche cercano di speculare non fornendo ai clienti i contenuti nei tempi e nei modi più consoni e graditi a questi (tanto che infatti spesso anche chi è interessato all'acquisto si rivolge al mercato pirata per avere ciò che cerca, non trovando altrove o comunque trovandone versioni castrate, più difficili da procurare o più complesse da gestire con i propri dispositivi a causa di DRM invasivi).

tynytank
07-02-2012, 18.35.46
prendi per esempio amazon aveva iniziato a pagare i diritti d'autore direttamente agli scrittori con risultato che i libri costavano anche la meta del prezzo normale (e molti venivano prodotti direttamente) e magicamente in italia esce una legge fatta a misura per tutelare la mondadori nella quale viene detto che lo sconto massimo applicabile al prezzo di copertina è il 10-15% con risultato che i coglioni che pagano siamo sempre noi.
a conti fatti gli introiti della siae e associazioni che non servono a una beata minchia sono quasi superiori a quello che incassa lo scrittore(esperienza personale mia suocera ha pubblicato un libro) e se valutiamo altre opere come i videogiochi su amazon.uk costano mediamente il 20-30% in meno che da noi come del resto altre cose , il latte da neonato dell'humana in germania costa 10 euro al kilo circa in italia 25 euro , traendo le conclusioni che ben venga la pirarteria se porta via posti di lavoro da una parte ne crea il doppio da altre e se un dirigente siae va a finire in mezzo alla strada quanti sono che campano vendendo hardware o altri componenti che non sarebbero mai venduti se un sistema operativo non potesse essere usato in camuffa o un videogioco provato prima di essere acquistato.
rimango comunque dell'idea che il discorso pirateria sarebbe da combattere qualora i compensi e gli introiti delle opere andassero effettivamente agli artisti
o ai rispettivi creatori e non a multinazionali e ladroni mangiapane a tradimento