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Visualizza versione completa : La Champ Car pronta per la bancarotta


ottobre_rosso
14-02-2008, 10.55.30
http://www.italiaracing.net/public/17986bourdaiscar08.jpg

Si appresta a giungere al termine l'avventura della Champ Car, da intendersi come ente che aveva rilevato la defunta CART dalla bancarotta del 2004. Ente che, lungi dal mettere in atto un rinnovamento strutturale, ha cercato di costruire una crescita più basata su una comunicazione fatta in grande che sull'automobilismo in senso stretto. Anni luce distante dalla storia CART, la neonata serie era sembrata in difficoltà sin da subito, con molte vetture gestite dai titolari della serie, vittorie a ripetizione di uno dei pochi team "indipendenti", il Newman-Haas Racing con Sebastien Bourdais, e il mantenimento di un regolamento motoristico tra i più datati al mondo.

Purtroppo il successo annunciato per la stagione 2007, si era rivelato un disastro, pur propinato ai media come un rinnovamento. Cambiamenti di piloti, gare annullate, altre di buon successo ma tanto onerose da organizzare e gestire da aggravare la crisi. In più, una nuova vettura che ha regalato, come principale highlight, uno score di infortuni da record.

Dall'altra parte, una IndyCar Series che ha speso gli ultimi 2 anni a consolidare le proprie posizioni, senza risultati impressionanti, ma con una serie di passi avanti importanti realizzati di volta in volta. La riduzione dei costi in primis, punto nevralgico delle corse in un continente che vede la peggior crisi della propria storia nel settore automobilistico. Motori Honda indistruttibili, con un occhio all’ambiente, sempre più una priorità: alimentati a bioetanolo ed evoluti nell’ottica di un’intelligente riduzione dei rumori. In più un telaio Dallara che si avvia (quasi invariato) verso gli ultimi due anni di vita come uno dei migliori nella storia recente dell'automobilismo per successo e sicurezza.

Tutto rose e fiori? No, nella maniera più assoluta. Se uno spiraglio si era aperto nelle precarie condizioni economiche mondiali, sembra pronto a richiudersi a seguito delle recenti spinte recessive e della continua crisi di Chrysler, Ford, e General Motors (che ha offerto buonuscita alla quasi totalità dei propri dipendenti dopo aver incassato la peggior perdita di sempre). Basti pensare alla bancarotta nell'ultimo decennio di nomi come Worldcom, KMart, Conseco, da sempre grandi sponsor e alla tendenza degli altri a puntare verso la NASCAR come "investimento sicuro". La categoria della famiglia France è a sua volta alle prese con una situazione non facile, ma grazie ad un "bonus" passato notevole, e ad una base sportiva, quella stock-car, veramente sterminata, ha discrete possibilità di passare indenne o quasi.

Altro nodo per la IndyCar sono proprio i rapporti difficili con ISC (compagnia di proprietà della famiglia France), che detiene i migliori ovali degli USA. Pur sostituiti via via, nei calendari IRL, da promotori "ribelli" come quelli di Kentucky, Milwaukee e, recentemente, Iowa. Anche ammettendo di poter fare un calendario senza dipendenze, una connessione di qualche tipo con la NASCAR sarà sempre necessaria, vista l'impressionante capacità dell'organizzazione di segnare il tutto-esaurito anche con le categorie subalterne come Nationwide e Truck, e la crescita del business endurance (la famiglia France è titolare anche della Grand Am). E se il massimo della collaborazione sono stati i test a Daytona... c'è da lavorare.

Sicuramente l'acquisizione degli asset ChampCar nella IndyCar Series è un passo importante. Tranne che nei tempi d'oro della CART anni '90 (in cui però la Zanardi-mania nascondeva i disastri, come quelli degli ovali europei), l'automobilismo USA a ruote coperte è sempre stato e sarà, per una buona percentuale, Indy. Indianapolis, come disse Eddie Cheever raccontato da Jack Arute, non è un circuito, e la Indy 500 non è una gara. E' un organismo che vive e respira, che ti può salvare ma che va preservato. Perché senza Indy, le ruote scoperte USA non solo rischiano di non esistere, ma cosa molto peggiore, rischiano di diventare indifferenti.

fonte (http://www.italiaracing.net/notizia.asp?id=17986&cat=2)

Tommy_hell
14-02-2008, 21.41.16
E' un peccato; il fatto che ha messo in grave crisi la categoria é stata in primis la divisione in IRL e CART. Ogni una delle 2 categorie aveva qualcosa che serviva anche all'altra (vedi la 500 miglia di Indianapolis per la IRL e le squadre e i piloti migliori per la CART);
Una altro fattore che ha scatenato la crisi (che cmq era sempre latente) é stata l'esplosione di popolarità della serie NASCAR, che in questi ultimi due anni ha visto scappare moltissimi piloti dalla CART per andare ad abbracciare le vetture ma soprattutto i soldi della NASCAR.

Personalmente le serie americane non mi sono mai tanto piaciute perché sono all'insegna del "tutto spettacolo" e basta; basta guardare la stessa NASCAR: sono vetture che tecnologicamente sono più "indietro" di certe vetture stradali che usiamo noi tutti i giorni........ :rolleyes:
E poi non mi piace per nulla il fatto del divertirsi nel vedere gli incidenti tra le vetture, che tanto piace agli americani;
Sò che il mio parere é forse un po' in controtendenza, ma io la penso così :)

Tornando alla CART, bisogna cmq dire che il livello tecnico non é al livello NASCAR, ma é pur sempre arretrato al confronto con altre nostre serie Europee: parliamo di una serie che si apprestava a proporsi (negli anni d'oro: quando c'era Zanardi, Montoya, ecc.) come alternativa alla F.1!
Oggi invece é praticamente diventata un monomarca.

Mi dispiace infine che la serie non sia più riuscita a sfornare piloti in grado poi di sbarcare in F1 o in altre prestigiose categorie, come successo negli anni passati; l'unica eccezione oggi é Sebastian Bourdais, che a mio parere é un pilota molto forte (vedi, oltre alla CART, quando correva nell'allora F 3000 e poi lo scorso anno con Peugeot alla 24 ore di Le Mans), ma ahimè quest'anno in F1 avrà vita dura con Toro Rosso e rischierà a parer mio di "bruciarsi"............

TyDany
14-02-2008, 23.14.23
La Indycar ha iniziato ha toccato la sua massima popolarità nel 93, con l'arrivo di Mansell, e ha proseguito su ottimi livelli nel 94, 95 e forse 96 con Villeneuve... poi il declino è arrivato e all'epoca di Zanardi era già in atto, solo che Zanna col suo spettacolo lo teneva nascosto. Un pò quello che è successo negli ultimi anni in motogp, tenuta in piedi da tutto il tifo per Rossi. Ora Cart e Indycar stanno trattando per riunirsi e pare che siano vicini ad un accordo. Certo che ripensare allee ruotate a Long Beach, i numeri a Laguna Seca lo sfiorarsi a velocità folli sul superspeedway di Michigan... beh... mi strappa una grossa lacrima. Lo specchio della crisi delle ruote scoperte negli states è proprio la 500 miglia di Indianapolis, rimasta sempre una gara a se stante e di spettacolo incredibile... anche lei negli ultimi anni sta perdendo dei colpi e questo mi riempie di tristezza!

P.S. Per Tommy
Dare la "colpa" alla Nascar per il crollo di Indycar e derivate è sbagliato, la Nascar in america è sempre stato lo sport automobilistico più famoso e seguito, anche negli anni d'oro della Indycar, sul suolo americano era più seguita la Nascar. Ma la forza della Indy era stata proprio farsi conoscere ed amare all'estero, tanto che anche in italia, una tv come tmc, trasmetteva le gare in diretta! La rovina della Indycar è colpa solo di se stessa ;)

Tommy_hell
15-02-2008, 14.49.05
Non é mia intenziona scaricare tutta la colpa sulla NASCAR, ci mancherebbe :)
Voglio solo dire che é un dato di fatto che moltissimi piloti (sia dalla CART, sia dalla IRL) sono emigrati in NASCAR, e questo solamente per un fatto di soldi, non certamente per trovare un quadro tecnico migliore ;)
Vedi ad esempio A.J. Allmendinger: ha iniziato a vincere in CART dopo poche gare, e non é arrivato neanche alla fine della stagione che é subito passato di "la" :)
O ad esempio lo stesso Franchitti, campione IRL in carica, che ci passarà quest'anno.

Resta inteso cmq che la NASCAR é senza dubbio una specialità spettacolare :)

TyDany
15-02-2008, 18.11.08
Secondo me passano di "là" perchè di "quà" hanno pochissima visibilità, gente come Mansell all'epoca passaca alla Indy, ora Montoya passa alla Nascar perchè la Indy è messa male :(

ottobre_rosso
15-02-2008, 19.01.56
la Indy è messa male :(

ma non e' la Champ Car a passarsela male?

TyDany
15-02-2008, 19.50.00
ma non e' la Champ Car a passarsela male?

La Champ Car è defunta, se salta l'accordo con la Indy dubito che riescano ad organizzare un campionato decente... Il problema è che neanche la Indy sta troppo bene purtroppo...

ottobre_rosso
15-02-2008, 19.54.20
La Champ Car è defunta, se salta l'accordo con la Indy dubito che riescano ad organizzare un campionato decente... Il problema è che neanche la Indy sta troppo bene purtroppo...

della Champ Car lo sapevo, ma della Indy... brutta tegola per il mondo dei motori USA

Lionsquid
15-02-2008, 21.28.08
lo è anche per la F1, mancando un "contrappeso" diventa di fatto l'unica serie di vertice con tutte le problematiche che sono solite di chi non ha concorrenti

PS: ma Bernie è un'highlander?? :mm:

ottobre_rosso
23-02-2008, 22.27.20
La Champ Car e la Indy Racing League hanno firmato un protocollo d'accordo per fondere i due campionati con effetto immediato.

Dopo tutte le voci, le smentite, le dichiarazioni ai media delle scorse settimane, è stato annunciato l'accordo tra i capi di Champ Car e IRL nella notte di venerdì .

Il corto comunicato dichiara: "I propietari di Champ Car e di Indy Racing League hanno concluso venerdì un accordo di principio che unificherà lo sport nel 2008.

Gerald Forsythe, co-proprietario di Champ Car, ha firmato un accordo di principio a Chicago, unendosi quindi alle firme fatte dal suo socio Kevin Kalkhoven e dal fondatore e Presidente di Indy Racing League Tony George, da loro apposte nella tarda serata di giovedì ad Indianapolis.

I dettagli relativi alla Conferenza Stampa sull'accordo verranno comunicati il prima possibile."

Questa accordo pone fine a più di 10 anni di divisioni e rivalità tra le due serie, che hanno portato come unico risultato ad un ancora maggiore importanza della NASCAR negli Usa (come dimostrato dal passaggio nelle stock car di molti piloti importanti delle ruote scoperte) ed a griglie di partenza risicate in entrambi i campionati.

Ancora da vedere quali squadre Champ Car confluiranno nella IRL e che modifiche verranno apportate eventualmente al calendario.

Chiaramente molto felici tutti i proprietari (soprattutto quelli IRL, che non dovranno comprare nuove vetture, NdR), hanno già comunicato la propria gioia sia Bobby Rahal che Derrick Walker.