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Visualizza versione completa : Thread rosso per la Birmania


NightMan
28-09-2007, 21.56.06
La Birmania vive ore di angoscia. Il regime comunista sta rispondendo col pugno di ferro alla protesta pacifica che i monaci buddhisti stanno portando avanti da una decina di giorni. Ci sono stati dei morti e da ieri il paese è senza internet per un fantomatico incidente sottomarino che ha tranciato le connessioni... La comunità internazionale intanto esprime la sua contrarietà alle violenze esercitate dal regime ma non muove un dito, forse perchè la Birmania è un paese senza giacimenti di petrolio di diamanti o di oro. Qualcuno si è invetanto un singolare modo per esprimere il proprio sdegno e il proprio appoggio alla protesta: indossate qualcosa di rosso, usate il rosso per scrivere, colorate la vostra pagina internet di rosso, insomma fate qualcosa in cui il rosso sia espresso. Rosso è il colore dei Monaci che lottano in pace e rosso è il simbolo di questa nuova lotta per la libertà.

Birmania libera!!!

NightMan
28-09-2007, 22.10.22
http://img248.imageshack.us/img248/682/14rn8.jpg

einemass
29-09-2007, 00.24.42
ma attaccare il regime birmano no? ah già che scemo... dimenticavo li nn c'è il petrolio....

Per non parlare poi di russia e cina, non meritano manco che mi sprechi a scrivere cosa penso...

che schifo...

Perusar
29-09-2007, 08.23.36
ma attaccare il regime birmano no? ah già che scemo... dimenticavo li nn c'è il petrolio....


Occhio, era la stessa cosa che dicevano, con grande disprezzo per gli USA in particolare, ai tempi della ex-Jugoslavia... :rolleyes:

infinitopiuuno
29-09-2007, 11.49.39
In Birmania non c'è petrolio. Ci sono solo famiglie che vendono bambini/bambine per pochi dollari a chiunque per uso qualsiasi.

In Birmania la gente scappa pagando e va a lavorare in Thailandia dove vengono trattati malissimo(prendono uno stipendio uguale ad 1/3 del salario medio che non è certo alto).

Quel paese è un altro modello di inferno in terra.

L'unica vantaggio è il mare: potrebbe interessare moltissimo alla Cina quando avrà infrastrutture decenti.

Ma alla Cina che ci sia dittatura o democrazia importa poco.

Hopeless country n°___?

NightMan
29-09-2007, 12.03.03
In Birmania non c'è petrolio. Ci sono solo famiglie che vendono bambini/bambine per pochi dollari a chiunque per uso qualsiasi.

In Birmania la gente scappa pagando e va a lavorare in Thailandia dove vengono trattati malissimo(prendono uno stipendio uguale ad 1/3 del salario medio che non è certo alto).

Quel paese è un altro modello di inferno in terra.

L'unica vantaggio è il mare: potrebbe interessare moltissimo alla Cina quando avrà infrastrutture decenti.

Ma alla Cina che ci sia dittatura o democrazia importa poco.

Hopeless country n°___?

Vendono bambini perchè c'è qualcuno (occidentale) che li compra e non credo che lo facciano per piacere ma forse per un pezzo di pane. Fatto sta che oggi questo paese grida dal suo profondo la liberazione dalla dittatura e nessuno si muove concretamente. In Iraq invece nessuno chiedeva l'intervento degli americani e questi si sono inventati di tutto pur di "liberarli"... risultato? Oggi l'Iraq è un paese meno sicuro di quando era al governo Saddam Hussein...

ps: scusate il cambio d'argomento ma lo ritengo necessario per esprimere ancora il mio disprezzo verso la politica estera ipocrita americana.

TyDany
29-09-2007, 13.09.35
ma attaccare il regime birmano no? ah già che scemo... dimenticavo li nn c'è il petrolio....

Per non parlare poi di russia e cina, non meritano manco che mi sprechi a scrivere cosa penso...

che schifo...

Già me lo vedo, fra qualche mese gli Stati Uniti attaccano il regime birmano e tutti a cercare un interesse per cui l'hanno fatto e ad additarli come guerrafondai :rolleyes:

TyDany
29-09-2007, 13.15.56
Vendono bambini perchè c'è qualcuno (occidentale) che li compra e non credo che lo facciano per piacere ma forse per un pezzo di pane. Fatto sta che oggi questo paese grida dal suo profondo la liberazione dalla dittatura e nessuno si muove concretamente. In Iraq invece nessuno chiedeva l'intervento degli americani e questi si sono inventati di tutto pur di "liberarli"... risultato? Oggi l'Iraq è un paese meno sicuro di quando era al governo Saddam Hussein...

ps: scusate il cambio d'argomento ma lo ritengo necessario per esprimere ancora il mio disprezzo verso la politica estera ipocrita americana.

Anche la Gemania subito dopo la liberazione da Hitler era meno sicura di prima, con ancora gli eserciti alleati e russi ad occuparla ecc ecc, nonostante la mentalità completamente diversa dei tedeschi dagli iracheni...mi chiedo ancora perchè non l'anno lasciato dov'era :rolleyes: ... anzi, mi chiedo come mai tutti gli stati del mondo non si alleino per attaccare gli USA visto che sono il male assoluto di questo universo...

P.S. E mi chiedo anche come non si riesca a fare un discorso senza tirarli sempre in mezzo...

exion
29-09-2007, 16.31.19
Anche la Gemania subito dopo la liberazione da Hitler era meno sicura di prima, con ancora gli eserciti alleati e russi ad occuparla ecc ecc, nonostante la mentalità completamente diversa dei tedeschi dagli iracheni...mi chiedo ancora perchè non l'anno lasciato dov'era :rolleyes: ... anzi, mi chiedo come mai tutti gli stati del mondo non si alleino per attaccare gli USA visto che sono il male assoluto di questo universo...

P.S. E mi chiedo anche come non si riesca a fare un discorso senza tirarli sempre in mezzo...


Il 4 Maggio (1945), il barone generale von Edelsheim, comandante il 48° corpo corazzato, attraversa l'Elba con bandiera bianca. Egli porta alcune proposte di Wenck (comandante la 12.a armata, estremo difensore di Berlino): resa della 9.a e 12.a armata agli americani, libero attraversamento dell'Elba ai feriti, ai militari disarmati, ai profughi civili, e infine ai combattenti che copriranno l'esodo il più a lungo possibile contro l'ondata d'attacco sovietica. Condotto a Stendal, al quartier generale della 9.a armata americana, il barone vi riceve una accoglienza cortese e tutte le sue proposte vengono accettate, eccetto una: i civili non potranno attraversare l'Elba! Molti provengono dalla Prussia Orientale, dalla Slesia, dalle provincie polacche. Si sono messi in viaggio in mezzo a tormente di neve, hanno camminato per 100 chilometri, hanno sofferto cose indicibili, lasciandosi alle spalle migliaia di cadaveri. Non resta loro che attraversare l'Elba per trovare dei nemici che considerano che la guerra non abolisce tutte le leggi dell'umanità. Ma l'Elba è dichiarata invalicabile per decreto americano!

(...)

A nord di Wenck combatte il gruppo d'armate che porta ancora il nome di Weichsel: il 3° corpo corazzato e la 21.a armata. (...)
Il comandante provvisiorio del gruppo, generale von Tippelkirsch, non riesce neppure a risalire la marea di profughi per andare a vedere dove si trovano le sue grandi unità. Prende la decisione di capitolare, si presenta personalmente come parlamentare, riesce a raggiungere il comandante dell'81.a US airborne, Gavin. Come Simpson, costui accetta i soldati e rifiuta i civili. Ogni supplica è vana. Lunghe colonne di soldati si avviano verso una prigionia relativamente dolce. Le donne e i bambini restano nella loro disperazione.


Raymond Cartier, La seconda guerra mondiale (Vol. II)


La storia è un tantino più complicata di come appare nei film, seppur bellissimi, di Spielberg. Il valore importantissimo dell'esperienza americana dal 1776 ad oggi perde di senso e di smalto se lo si affranca dalle sue giustificatissime critiche.









Ciò detto e tronando in topic, va riconosciuto che le pressioni americani sulla Birmania sono forti, coerenti e limpide, sebbene si inseriscano non in un contesto di semplice amore per la democrazia, ma di una ben più larga contesa geopolitica che interessa Birmania, India, e soprattuto Cina e Russia (come al solito).

http://www.lettera22.it/showart.php?id=3810&rubrica=28

Anche qui, insisto sulla complessità di un mondo che non è tutto bianco o tutto nero, e della moltitudine quasi infinita di variabili politiche, umane ed economiche che intervengono nel destino di un popolo che, come quello birmano, si ritrova indirettamente oggetto delle partite, a volte molto ciniche e machiavelliche, che si giocano sullo scacchiere internazionale.

Gigi75
29-09-2007, 16.38.13
Già me lo vedo, fra qualche mese gli Stati Uniti attaccano il regime birmano e tutti a cercare un interesse per cui l'hanno fatto e ad additarli come guerrafondai :rolleyes:


E sarò il primo a farlo perchè nessuno si può arrogare il diritto di aggredire militarmente un altro stato per nessuna ragione; anche come in questo caso stiamo parlando di una dittatura.

Nè una nazione sola (USA), nè una alleanza di nazioni (NATO), ma solo seguendo le regole della giustizia internazionale.
Giorni fa è apparsa una rivelazione di Bush che prima della guerra in Iraq avrebbe detto una cosa tipo: "con onu o senza onu noi andiamo". Nulla di più sbagliato. E' come dire: con la polizia o senza polizia io faccio quello che ritengo giusto.
Avremmo delle città invivibili.

La colpa maggiore, per ora, non è degli USA (sebbene si siano stranamente interessati così presto alla vicenda, tralasciando quella molto più grave del Darfur), ma del veto di Cina e Russia.

Gigi75
29-09-2007, 16.41.00
Anche qui, insisto sulla complessità di un mondo che non è tutto bianco o tutto nero, e della moltitudine quasi infinita di variabili politiche, umane ed economiche che intervengono nel destino di un popolo che, come quello birmano, si ritrova indirettamente oggetto delle partite, a volte molto ciniche e machiavelliche, che si giocano sullo scacchiere internazionale.

Straquoto (Y)

TyDany
29-09-2007, 18.11.38
Il problema fondamentale, e quello che intendevo, è che oramai qualsiasi cosa succeda nel mondo è colpa degli Stati Uniti, se si disinteressano perchè si disinteressano, se si interessano è perchè si interessanto, se attaccano è perchè attaccano... è comunque colpa loro. Stavo pensando di farmi risarcire dal governo Bush perchè oggi volevo andare in moto ed invece piove :rolleyes:

Poi su resto non entro nemmeno nel merito, perchè a parlare di queste cose e di politica mi sono ripromesso di evitarlo, anche se ci ricasco, personalmente ho opinioni diverse da Gigi, ma questo è un'altro discorso...