nikzeno
24-08-2006, 15.41.24
Se questo progetto dovesse andare in porto, ci sarebbe una rivoluzione dalle proporzioni gigantesche. E potrebbe avvenire prestissimo!
LA STAMPA
lunedì 24 luglio 2006
pag. 39 - edizione NO VB AT VC BI AO
di Enrico De Maria
Nuove risorse energetiche - Potrebbe essere costruita sulle ceneri dell’impianto nucleare “Enrico Fermi”
TRINO OSPITERA’ LA PRIMA CENTRALE AD AQUILONI
Un progetto per catturare il vento in alta quota in un’area che è ancora “no-fly”
Proprio a Trino, dove, quarant'anni fa, entrò in funzione la prima centrale nucleare europea (era il novembre del 1964), potrebbe essere costruito il primo impianto in grado di dare energia, quanto una centrale atomica, ma con costi e rischi enormemente ridotti, ingabbiando il vento ad alta quota con gli aquiloni. Il progetto che si chiama KiteGen (kite in inglese significa aquilone, gen sta per generator), è stato messo a punto da un ricercatore torinese, Massimo Ippolito, che ci sta studiando su da sei anni e che, adesso, è in grado di elaborare il primo piccolo prototipo della sua grande giostra-turbina che catturerà energia dal cielo.
In sostanza, verrebbe realizzata proprio sulle ceneri della «Enrico Fermi» di Trino una grande turbina dal diametro variabile tra i 1000 e i 2500 metri da cui si dipartirebbero bracci metallici lunghi centinaia di metri in grado di portare in quota treni di aquiloni. Si tratterebbe quindi di indirizzare, da terra, con appositi sensori, gli aquiloni, facendo loro «catturare» la quantità di vento necessaria per azionare le turbine. Secondo i calcoli di Ippolito, con un impianto del genere si potrebbero ricavare dai 250 ai 5000 megawatt di energia pulita. La soluzione dell'energia eolica non è nuova, ma nuovissima,
affascinante e adesso pure a quanto sembra praticabile, è l'idea di andare a catturare il vento fino a 800-1000 metri d'altezza, ben al di sopra di quanto potrebbero mai fare le torri eoliche. Ippolito, 48 anni, ha elaborato il suo progetto all'interno della Sequoia Automation, la sua società di assistenza e manutenzione di impianti industriali fondata oltre vent'anni fa a Chieri. Ma adesso si stanno direttamente interessando sia del progetto sia del prototipo, che dovrebbe essere pronto a settembre, il Politecnico di Torino, il Centro Studi Industriali, la spin-off Modelway (n.d.R.), l'Aem di Torino, nonché la Regione ed il ministero delle Attività produttive disposto a finanziare la centrale ad aquiloni con 15 milioni di euro.
Importante l'appoggio della Regione che, dopo aver cofinanziato il prototipo, che dovrebbe essere in grado di produrre 50 kilowatt, ha pure indicato a Ippolito e al suo principale «collboratore e socio della Sequoia, il docente del Politecnico Mario Milanese, la zona che il potrebbe ospitare il primo KiteGen, quella della vecchia centrale di Trino. Spiega Ippolito: «E' stata la presidente Mercedes Bresso la prima a parlare espressamente di Trino, e poi ha ripreso il discorso, di recente, anche l'assessore Bairati, segnalando come ideale per il nostro impianto una vasta zona che da Trino va verso Livorno Ferraris, perché è un' area in cui vige ancora la no-fly zone, cioè il divieto agli aerei di sorvolarla. E noi avremmo proprio bisogno di una no-fly zone di un chilometro di altezza per cinque. Lì saremmo in grado di realizzare un KiteGen da almeno un gigawatt di potenza, l'equivalente di una centrale nucleare. Ma senza tutti i rischi connessi ad un impianto nucleare, con costi nemmeno lontanamente paragonabili, con un impatto ambientale ridottissimo».
Dunque sarà Trino ad accogliere la prima «giostra a vento» italiana? Non è improbabile, anche se Sogin, la Società che gestisce il post-nucleare in Italia, e dunque anche l'ex centrale «Enrico Fermi» di Trino, per ora afferma di non saperne nulla.
Intervista
Tra le altre soluzioni anche il mare aperto
L’INVENTORE: HO RICHIESTE DA ISRAELE E DA FIDEL CASTRO
Massimo Ippolito, il ricercatore quarantottenne nato a Torino che, prendendo spunto dalle propria esperienza nella disciplina del kite-surfing, lo sport che accoppia la tavola da surf con gli aquiloni, ha messo a punto il progetto KiteGen, è molto contento del successo che la sua idea sta incontrando in Italia e all'estero.
Chi le ha scritto per appoggiare il suo progetto?
«Ho ricevuto duemila e-mail di persone pronte ad investire sul Kite Wind Generator, senza contare gli interventi sul blog, soprattutto dei giovani, che dimostrano un interesse straordinario verso la mia idea, e tutto ciò mi dà davvero grandi soddisfazioni».
Dove può essere realizzata la sua centrale ad aquilone?
“In pratica ovunque ci sia una no-fly zone di un chilometro e mezzo di altezza per cinque, per sfruttare appieno il potenziale energetico che il vento ha a quella quota. Potremmo costruirla anche sul manre, ho ricevuto richieste da tutto il mondo, da Fidel Castro, da Israele...”
Lei pensa davvero che il KiteGen possa essere la risposta energetica dei prossimi anni, ad esempio alla crisi petrolifera?
«lo ci credo, e con me Mario Milanese e tutto il nostro staff. La mia speranza è che, oltre a fornire un contributo essenziale per il futuro delle risorse energetiche nel mondo, esso di anche un'importante soluzione per disinnescare le guerre per le risorse, perché, a differenza del petrolio, il vento è una ricchezza distribuita e, spero, democratica”. [e.d.m.]
Il sito veb del progetto:
http://www.kitewindgenerator.com/
LA STAMPA
lunedì 24 luglio 2006
pag. 39 - edizione NO VB AT VC BI AO
di Enrico De Maria
Nuove risorse energetiche - Potrebbe essere costruita sulle ceneri dell’impianto nucleare “Enrico Fermi”
TRINO OSPITERA’ LA PRIMA CENTRALE AD AQUILONI
Un progetto per catturare il vento in alta quota in un’area che è ancora “no-fly”
Proprio a Trino, dove, quarant'anni fa, entrò in funzione la prima centrale nucleare europea (era il novembre del 1964), potrebbe essere costruito il primo impianto in grado di dare energia, quanto una centrale atomica, ma con costi e rischi enormemente ridotti, ingabbiando il vento ad alta quota con gli aquiloni. Il progetto che si chiama KiteGen (kite in inglese significa aquilone, gen sta per generator), è stato messo a punto da un ricercatore torinese, Massimo Ippolito, che ci sta studiando su da sei anni e che, adesso, è in grado di elaborare il primo piccolo prototipo della sua grande giostra-turbina che catturerà energia dal cielo.
In sostanza, verrebbe realizzata proprio sulle ceneri della «Enrico Fermi» di Trino una grande turbina dal diametro variabile tra i 1000 e i 2500 metri da cui si dipartirebbero bracci metallici lunghi centinaia di metri in grado di portare in quota treni di aquiloni. Si tratterebbe quindi di indirizzare, da terra, con appositi sensori, gli aquiloni, facendo loro «catturare» la quantità di vento necessaria per azionare le turbine. Secondo i calcoli di Ippolito, con un impianto del genere si potrebbero ricavare dai 250 ai 5000 megawatt di energia pulita. La soluzione dell'energia eolica non è nuova, ma nuovissima,
affascinante e adesso pure a quanto sembra praticabile, è l'idea di andare a catturare il vento fino a 800-1000 metri d'altezza, ben al di sopra di quanto potrebbero mai fare le torri eoliche. Ippolito, 48 anni, ha elaborato il suo progetto all'interno della Sequoia Automation, la sua società di assistenza e manutenzione di impianti industriali fondata oltre vent'anni fa a Chieri. Ma adesso si stanno direttamente interessando sia del progetto sia del prototipo, che dovrebbe essere pronto a settembre, il Politecnico di Torino, il Centro Studi Industriali, la spin-off Modelway (n.d.R.), l'Aem di Torino, nonché la Regione ed il ministero delle Attività produttive disposto a finanziare la centrale ad aquiloni con 15 milioni di euro.
Importante l'appoggio della Regione che, dopo aver cofinanziato il prototipo, che dovrebbe essere in grado di produrre 50 kilowatt, ha pure indicato a Ippolito e al suo principale «collboratore e socio della Sequoia, il docente del Politecnico Mario Milanese, la zona che il potrebbe ospitare il primo KiteGen, quella della vecchia centrale di Trino. Spiega Ippolito: «E' stata la presidente Mercedes Bresso la prima a parlare espressamente di Trino, e poi ha ripreso il discorso, di recente, anche l'assessore Bairati, segnalando come ideale per il nostro impianto una vasta zona che da Trino va verso Livorno Ferraris, perché è un' area in cui vige ancora la no-fly zone, cioè il divieto agli aerei di sorvolarla. E noi avremmo proprio bisogno di una no-fly zone di un chilometro di altezza per cinque. Lì saremmo in grado di realizzare un KiteGen da almeno un gigawatt di potenza, l'equivalente di una centrale nucleare. Ma senza tutti i rischi connessi ad un impianto nucleare, con costi nemmeno lontanamente paragonabili, con un impatto ambientale ridottissimo».
Dunque sarà Trino ad accogliere la prima «giostra a vento» italiana? Non è improbabile, anche se Sogin, la Società che gestisce il post-nucleare in Italia, e dunque anche l'ex centrale «Enrico Fermi» di Trino, per ora afferma di non saperne nulla.
Intervista
Tra le altre soluzioni anche il mare aperto
L’INVENTORE: HO RICHIESTE DA ISRAELE E DA FIDEL CASTRO
Massimo Ippolito, il ricercatore quarantottenne nato a Torino che, prendendo spunto dalle propria esperienza nella disciplina del kite-surfing, lo sport che accoppia la tavola da surf con gli aquiloni, ha messo a punto il progetto KiteGen, è molto contento del successo che la sua idea sta incontrando in Italia e all'estero.
Chi le ha scritto per appoggiare il suo progetto?
«Ho ricevuto duemila e-mail di persone pronte ad investire sul Kite Wind Generator, senza contare gli interventi sul blog, soprattutto dei giovani, che dimostrano un interesse straordinario verso la mia idea, e tutto ciò mi dà davvero grandi soddisfazioni».
Dove può essere realizzata la sua centrale ad aquilone?
“In pratica ovunque ci sia una no-fly zone di un chilometro e mezzo di altezza per cinque, per sfruttare appieno il potenziale energetico che il vento ha a quella quota. Potremmo costruirla anche sul manre, ho ricevuto richieste da tutto il mondo, da Fidel Castro, da Israele...”
Lei pensa davvero che il KiteGen possa essere la risposta energetica dei prossimi anni, ad esempio alla crisi petrolifera?
«lo ci credo, e con me Mario Milanese e tutto il nostro staff. La mia speranza è che, oltre a fornire un contributo essenziale per il futuro delle risorse energetiche nel mondo, esso di anche un'importante soluzione per disinnescare le guerre per le risorse, perché, a differenza del petrolio, il vento è una ricchezza distribuita e, spero, democratica”. [e.d.m.]
Il sito veb del progetto:
http://www.kitewindgenerator.com/